Gli uomini del fare... (1 Viewer)

Catullo

Forumer storico
Amleto ha scritto:
Errori ne sono stati compiuti (specie gli aumenti di retribuzione puramente elettoralistici sullo stile del centro sinistra a favore dei dipendenti pubblici). Ma fornire dei dati disaggregati dalle contingenze socio-economiche degli anni 2001/2005 e' distorsivo e improprio.
Letti in quel modo non significano nulla.
Saluti

Vero; ma non sono tanto i dati(che comunque testimoniano una perdita di competività rispetto a paesi che hanno vissuto le stesse difficoltà) a lasciare perplessi.
E' il ricordo di affermazioni sempre ottimistiche(al di là di ogni ragionevole dubbio)del buon Tremonti di fronte a una congiuntura estremamente critica.
E il ricorso alle leggi "ad personam" che testimoniano come, pur di fronte a tante difficoltà, si sia perso tanto tempo per tutelare gli interessi di una unica persona a scapito di quelli del paese.
 

felixeco

Forumer storico
contate di andare avanti sino alle elezioni

Giken ha scritto:
Amleto ha scritto:
Errori ne sono stati compiuti (specie gli aumenti di retribuzione puramente elettoralistici sullo stile del centro sinistra a favore dei dipendenti pubblici). Ma fornire dei dati disaggregati dalle contingenze socio-economiche degli anni 2001/2005 e' distorsivo e improprio.
Letti in quel modo non significano nulla.
Saluti

Adesso contano più le chiacchiere di Tremonti (l’altro giorno ha detto che i conti pubblici stanno andando nella direzione giusta) che i fatti.
Leggili tu in modo diverso, se ci riesci.
Le contingenze socio-economiche sono solo un alibi.La Cina e l’11 settembre (ormai del 2001) non hanno influito solo sull’Italia.Siamo gli ultimi in Europa (quella a 25) per crescita economica, competitività, libertà di informazione.Primi, invece, per il debito pubblico.
Rischiamo seriamente di essere buttati fuori…altro che Turchia.I Turchi siamo noi.Sveglia!


a sparare ste fesserie? :lol:
 

Amleto

Forumer attivo
A mio parere sono stati decenni di legislazione ad quasdam personas che hanno devastato il Paese. Non ci si e' mai curati delle conseguenze di favorire ad esempio gruppi sociali privilegiati con trattamenti previdenziali ineffabili gravando di tali costi la collettivita' intera. Ratio: la pretesa pace sociale: chi strepitava di piu' (ancora oggi) otteneva vantaggi eticamente ingiusti a scapito di tutti.
Quelle sono vergogne, perche' il costo di un singolo trattamento discriminatorio e' in termini percentuali - non etici - piu' accettabile di provvidenze attribuite solo a settori, classi, corporazioni della societa'.
Saluti
 
diciamo una cosa.......e qui la dico e qui l' affermo.... :-o

la crisi economica in atto e conseguente declino x onestà intellettuale non si può attribuire a sta legislatura, le radici di tal situazione sono da ricercare nella fine anni 70 quando ci fu il primo "arretramento" industriale, poi con le politike espansive del debito attuate dal governo craxi portaro ad aprire un baratro immenso nei nostri conti pubblici...
lessi un intervista di Monorkio del 1992 allora ragioniere generale dello stato, che cercava casi nella letteratura modiale di fallimenti da parte di stati simili al nostro......ebbe poi susseguentemente abbiamo avuto negli anni novanta una politika altalenante , ottima la riforma Dini sulle pensioni che aveva contenuto l' iperbolica scesa della spesa pensionistica.....poi l' ingresso nell' euro ...e sappiamo tutti che nella nostra economia ha prodotto effetti distorsivi all' interno dell' economia italia spostando i benfici da la classe di lavoratori dipendenti a quelli indipendenti, agli okki di un economista tal cambiamento è irrilevante puramente effetto concettuale x i monetaristi che come hanno + volte sottolineato ed in primis Mundell ( uno dei padri del' euro prof. alla columbia e premio nobel x l' economia) questo era un compito puramente interno dei governi.....e qui il Berlusca porta dei torti anke se la sx aveva lasciato una situazione pietoso, non c'era un minimo di programmazione si queste politiche fatto dall' ultimo governo di transizione Amato....
Ora preso atto di questo stringato e superficiale riassunto che ho fatto dico la mia su il quinquennio........
Hanno preso in mano una patata bollente e questo bisogna darne atto, ma quello che ci si aspettava da loro era un politica economica che potesse contenere e rallentare meglio sarebbe stato arrestare la spesa pubblica , il debito pubblico e far se possibile aumentare di poki centesimi percentauli l' avanzo pubblico primario....che invece è calato...spiego meglio.....
Il saldo primario di bilancio, che si ottiene sottraendo al deficit la spesa per interessi sul debito, si è pressoché azzerato l' anno scorso, dopo 10 anni di dati positivi + o - altalenanti. Questo avanzo netto, oggi è a 0, questo è l'indicatore della capacità dell'Italia di ripagare nel lungo termine l'ingente debito pubblico accumulato, riducendone in primo luogo il rapporto nei confronti del Pil. un saldo primario negativo,porta a far ripartire il circolo vizioso del debito, in crescita rispetto al Pil e rimborsato a scadenza con il ricorso a nuovi debiti. per la prima volta dalla metà degli anni 90, il debito pubblico è tornato a salire in misura abbastanza significativa nei confronti del Pil, portandosi un paio di punti percentuali sopra dopo un decennio di flessioni altalenanti ma almeno ci sono state, . Sfavorevoli x previsione sono, poi, le prospettive per i prossimi anni, forse ci sarà un ulteriore incrementoanke se i più recenti documenti programmatici (Dpef e Relazione previsionale) sottolineano un rapporto debito/Pil in discesa fino al 09 Con una dinamica delle spese correnti tendenzialmente superiore a quella delle entrate, il risparmio pubblico e l'avanzo primario vanno in rosso, riflettendosi di conseguenza sul livello del debito.
Lui ci continua a dir che l' Italia non è in declino nè in crisi....bene...questa è la colpa che gli attribuisco non dire la verità su quanto sta accadendo e l' incapacità manifesta di questo governo di controllare le dinamiche di finanza pubblica.
 

Argema

Administrator
Membro dello Staff
mizzica

ora però spiegami come ridurre la spesa pubblica senza mettere alla canna del gas scuola e sanità o senza mandare a casa le persone
:)
Camillino economista di IO :up:
 
ho espresso solo con uno scritto alquanto ingarbugliato alcuni concetti.....anke in modo superficiale cmq :rolleyes:

grassie capo supremissimo pure economista di IO mi fai
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bah...capo quello che mi chiedi è tanto, forse la chiave x far ripartire l' Italia e francamente non credo di saperla......

cmq il mio pensiero è questo.... costo del lavoro, accise fiscale sulle compravendite, ici ......e tutte quelle tasse che in qualke modo ostacolano la movimentazione dell' economia...
credo nella liberalizzazione delle professioni ma non l' abolizione degli ordini come regolatori di una determinata professione, xchè in un paese come il nostro ci sarebbe il caos + assoluto
non credo + al rilancio del mezzogiorno se non x sparuti distretti come x es. catania e l' etna valley, quello di bari , aerospaziale di napoli e poki altri che non ricordo......
non credo nella logistica come "core business di uno stato"
non credo nel turismo come immensa risorsa......i dati attestano un calo in atto anke in quel settore......
credo nelle università che se liberate dalla sovraffollamento da parassitismo dei docenti inetti possono diventare sia x ricerca che x didattica tra le migliori del mondo, ricordiamoci che sono anke importantissime come fonte ( personale) di lavoro e indotto.....
ecco io inizierei porpprio a rifondare l' italia da li dalle sue università come motore di sviluppo , come in passato durante i Tempi di Irnerio e la scuola dei glossatori dobbiamo ritornare protagonisti lì, india docet.....guarda l' idice mumbai e ti rendi conto di quanto hanno influito i politecnici indiani nel fornire materiale umano nella crescita di sto paese !!!!!!

la mò esprit libre :-o
 

fo64

Forumer storico
Re: contate di andare avanti sino alle elezioni

Meglio ridere per non piangere :(

Istat: deficit/pil al 4,1% nel 2005

(Teleborsa) - Roma, 1 mar - L'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è risultato pari al 4,1 per cento rispetto al 3,4 per cento dell'anno precedente. Lo comunica l'Istat.
In valore assoluto è aumentato di 10.265 milioni di euro, attestandosi sul livello di 57.917 milioni. Il saldo primario (indebitamento netto al netto della spesa per interessi) è risultato positivo e pari allo 0,5 per cento del Pil.
Tale risultato conferma la tendenza alla diminuzione del saldo primario in rapporto al Pil (passato dal 3,2 per cento nel 2001, al 2,7 nel 2002, all' 1,7 del 2003, all'1,3 nel 2004 e allo 0,5 nel 2005).
Nel 2005 anche il risparmio delle Amministrazioni pubbliche (saldo delle partite corrente) è pari ad un valore negativo stimato di 6.831 milioni di euro, contro il valore negativo di 4.879 milioni di euro del 2004.
L'aumento dell'indebitamento netto del 2005 è stato determinato da un aumento differenziato tra uscite ed entrate, pari rispettivamente al 3,1 per cento per le prime e dell'1,7 per cento per le seconde.
Le uscite di parte corrente hanno registrato un tasso di crescita più contenuto, pari al 3,0 per cento, influenzato dalla riduzione degli interessi passivi che continuano a presentare un trend decrescente.
In rapporto al Pil le uscite correnti risultano pari al 44,5 per cento, contro il 44,1 per cento dell'anno precedente.
Complessivamente le spese per consumi finali delle amministrazioni pubbliche sono aumentate del 4,4 per cento contro la crescita del 4,8 per cento dell'anno precedente.
Nel 2005 alla diminuzione degli interessi passivi, pari, come si è detto, all'1,8 per cento, hanno contribuito le operazioni di swap, il cui importo è risultato pari a 2.092 milioni di euro, contro un ammontate di 1.049 milioni del 2004.
Nell'ambito delle uscite in conto capitale gli investimenti fissi lordi risultano moderatamente aumentati dello 0,7 per cento a fronte di una crescita dell'1,5 per cento del 2004; le dismissioni immobiliari, che sono portate in detrazione in tale aggregato, sono ammontate nel 2005 a 2.694 milioni di euro, a fronte di un introito di 4.406 milioni nel 2004.
 

Argema

Administrator
Membro dello Staff
Non sono un economista, e anzi di economia ne so meno di tanti qui, ma vorrei esprimere un pensiero diverso.

Da tanti anni sento sempre la stessa storia: più efficienza, meno lavoratori statali, etc etc.
Balle.
Non c'è lavoro per tutti. Questa è una verità.
Almeno non c'è lavoro "efficiente" per tutti.

E' un discorso un pò complesso. Se è vero che l'automazione industriale e agricola prima, e quella informatica poi hanno limitato l'impiego di personale in certi settori è anche vero che complessivamente rispetto a 30 anni fa la percentuale di persone che lavora dovrebbe essere aumentata, se non altro per il maggior impiego di donne.
L'informatica è il settore che ha permesso un grande numero di occupati.
Ma anche qui passeremo, se non siamo già passati, dalla fase di espanzione ad una di recessione.
Infatti in questo settore, per quanto riguarda l'hardware si assiste ad una concentrazione, come era ovvio, della produzione in pochi impianti.
Per il software sta avvenendo la stessa cosa: e l'avvento di softwares che genereranno altri softwares toglierà un altro pò di persone.
Per l'informatica avverrà dunque lo stesso processo avvenuto per industria e agricoltura.
Non ci sono possibilità di altri settori che sopraggiungano, se non considerando il settore del sociale. Questo forse è il vero settore che darà qualche contributo nuovo nel prossimo futuro.
I servizi sono al loro massimo, non credo possano crescere ancora.

Se dovessimo dunque tagliare posti di lavoro dall'ambito statale ci ritroveremmo con una massa di disoccupati.
Se si dovesse ancora tagliare da scuole e sanità ci sarebbe il tracollo. Conosco bene l'ambito degli infermieri (e non chiedetemi perchè :p) e so che lavorano al limite .. il personale è pochissimo e se manca una persona a qualcuno tocca fare 2 turni di seguito .. 16 ore.

La mò .. tu dici "costo del lavoro, accise fiscale sulle compravendite, ici e tutte quelle tasse che ostacolano la movimentazione dell'economia".
Io ho dei dubbi, legati fortemente allo spirito italiano di fregare il prossimo ed arricchirsi.
Il mio timore è che quel che tu dici si tramuterebbe subito in un maggior guadagno da parte degli imprenditori o manager, e condizioni ai lavoratori tali e quali a prima.
Su questo potrei scommettere i gioielli di famiglia.
L'operaio mi costa meno? Bene .. lo pago lo stesso e guadagno di +.
L'accise sulle compravendite è minore? Bene .. faccio compravendite, non produco e guadagno da parassita più di quanto farei da produttore.
Ho detto parassita perchè in Italia se il produttore vende le zucchine a 30 centesimi al Kg ed io invece le pago 3 € al dettaglia c'è qualche parassita in mezzo che mi mangia il portafoglio .. non so se mi spiego.

La mia amara conclusione è che l'Italia sia un paese mentalmente di serie B.
Non credo che il libero mercato, in un paese come il nostro, sia in grado di autoregolarsi senza strangolare i ceti più deboli.
La nostra intera società, a livello mondiale, sta andando verso l'ostentazione della ricchezza, facendone un obiettivo ed inducendo quasi una sottomissione ad essa.
La ricchezza è diventata "giusta" .. non so come spiegarmi.
Con una etica come questa, invece di impiegare le proprie energie per combattere per i propri diritti le si impiega per cercare di arraffare scampoli di ricchezza. Si vive nell'alienazione del sogno della ricchezza, dando per scontata una realtà non modificabile.
 
capo supremissimo.....lei è un sociologo economico coi fiocchi e contro uazzi :-o :-o

cmq ad onor del vero il mondo che si va delineando non è altro che una elaborazione scientifica sviluppatasi dagli anni 40 in poi negli oscuri anfratti tra l' università di vienna , london school of economics , chicago e friburgo......questo movimento poi fu chiamato con il nome di "scuola di chicago" xchè lì nacque un vera e propria tradizione di studi liberali...portata aventi da freedman, becker e tanti altri premi nobel che hanno influenzato la storia mondiale degli ultimi 70 anni...
Ricordiamoci un esempio...Pinochet e il Cile, regime dittatoriale con nefaste conseguenze ma in molti sottovalutano l' influenza che ebbe questa scuola e in specie il suo , forse, + grande vate Milton freedman.....che x la prima volta potè applicare le sue teroie sull' ultraliberismo grazie anke all' allora presidente della banca centrale cile suo ex allievo di Phd proprio in quei di Chicago e poi in pirmis come consulente diretto di Pinochet...
secondo il mio modesto parere gli italiani se non cambiano atteggiamento in un contesto simile mondiale, ricordiamoci che la globalizzazione è veicolo non fine, per loro si attende un destino assai amaro e mortificante anke se si modica estensione temporale ,poichè nel liberismo è insito il concetto di neocolonialismo economico ....ne abbiamo un esempio in questo periodo nel nostro paese....si prospetta forse un mondo molto diverso da quello che i nostri padri e nonni speravano x noi, un mondo dove uno stato xde la sua identità...inevitabile conseguenza liberale x far posto invece invece all' economia di scambio come inevitabile anima di un mercato mondiale ( anima come identità!!!)......è x quello che a volte sorrido quando sento parlare di Italianità .......siamo ankora nella fase primaria...ma tutto è già stato scritto anni fà.......
Mi piacerebbe e poi in futuro porgere una domanda .....visto che la letteratura al riguardo è assai modesta, come uno stato xde l' identità può garantire un welfare adeguato quando l' idea liberale ci governerà pienamente e dal lì passeremo alla fase ultraliberale........


la mòttorum breviarium in doctrina et dignitate :-o
 

Giken

Nuovo forumer
Giken ha scritto:
Amleto ha scritto:
Errori ne sono stati compiuti (specie gli aumenti di retribuzione puramente elettoralistici sullo stile del centro sinistra a favore dei dipendenti pubblici). Ma fornire dei dati disaggregati dalle contingenze socio-economiche degli anni 2001/2005 e' distorsivo e improprio.
Letti in quel modo non significano nulla.
Saluti

Adesso contano più le chiacchiere di Tremonti (l’altro giorno ha detto che i conti pubblici stanno andando nella direzione giusta) che i fatti.
Leggili tu in modo diverso, se ci riesci.
Le contingenze socio-economiche sono solo un alibi.La Cina e l’11 settembre (ormai del 2001) non hanno influito solo sull’Italia.Siamo gli ultimi in Europa (quella a 25) per crescita economica, competitività, libertà di informazione.Primi, invece, per il debito pubblico.
Rischiamo seriamente di essere buttati fuori…altro che Turchia.I Turchi siamo noi.Sveglia!

Le parole che ho scritto non sono chiacchiere da campagna elettorale né fesserie, sono fatti:

1) Indice di competitività globale: nel 2002 occupavamo la 33 esima posizione, nel 2005 ci siamo collocati al 47esimo posto appena prima del Botswana che è buon 48esimo.
Un risultato brillante.Nulla da dire.
Fonte: World Economic Forum - Growth Competitiveness Index
2) Libertà di stampa: 29 aprile 2004. L’organizzazione americana Freedom House ( fondata negli anni 40 da Eleanor Roosevelt e presieduta oggi dall’ex capo della Cia James Wooley; pericolosi comunisti, quindi…) pubblica il suo rapporto annuale sulla libertà d’informazione e declassa l’Italia da paese libero a “parzialmente libero”, confinandola al 74° posto nel mondo: l’ultimo in Europa, alla pari con la Turchia.
3) Crescita economica:
Con lo 0% del 2005 e i risultati non brillanti del quadriennio precedente, siamo ultimi in Europa (vedasi recentissimi dati ISTAT).
I pericolosi no global dell’ Economist ci hanno dedicato una copertina in cui siamo indicati come il vero problema dell’economia europea.
4) Debito pubblico : fino al 2004, tra i 25 paesi dell’ unione europea eravamo secondi solo ai Greci, che avevano in un debito pubblico pari al 110.5% del PIL.Oggi credo che li abbiamo sopravanzati.Che lotta!
E poi dicono che non siamo mai primi!Per fare un confronto, nel 2004 la media del debito per i 25 Paesi EU era del 63,8% del PIL.

All’uscita dei dati ISTAT, Tremonti non ha fatto una piega.Si aspettava di peggio.Ha detto che la cura del governo sta cominciando a dare i suoi frutti…Incredibile quest’uomo.Ha studiato economia con Alberto Sordi?
 

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