Monte Paschi SI (BMPS) gli affari di banca Monte dei Paschi (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
è la più antica banca italiana
ma da quando i partiti italiani ne hanno preso possesso è diventata una ciofeca

Mps e la beffa degli sportelli a Bnl: dopo averli strapagati si appresta a venderli a metà prezzo | Economia Web

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marcocaraibi1 da http://www.economiaweb.it/mp...beffa-degli-sportelli-a-bnl/

Mps e la beffa degli sportelli a Bnl

di Camilla Conti
Monte Paschi .... di Siena ?

La Rocca, nel 2007, pagò circa 9 milioni le agenzie che si appresta a cedere per 3-4 milioni l'una. Ma per Mediobanca valgono anche meno.
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Mentre nelle contrade senesi si faceva un gran parlare del rinvio a giudizio del neo presidente Alessandro Profumo per il caso Brontos, nelle sale operative si notava il gran balzo del titolo Mps tornato finalmente a viaggiare in positivo sopra quota 20 centesimi con volumi vivaci.
Merito, forse, delle indiscrezioni raccolte dal Sole24Ore relative alla cessione degli sportelli Antonveneta. Secondo il quotidiano di Confindustria, Deutsche Bank e Bnl (gruppo BNP Paribas ) hanno messo gli occhi sui 150-200 sportelli Antonveneta, che in media potrebbero essere valorizzati 3-4 milioni ciascuno.
UNA BEFFA PER IL MONTE: CEDE A METÀ PREZZO IL “BOTTINO” STRAPPATO AI FRANCESI NEL 2007.

In realtà più che una vittoria per il Monte si tratterebbe dell’ennesima beffa.

Dopo aver strapagato nel 2007 la banca padovana proprio per strapparla a Bnp Paribas (la cui offerta era assai inferiori ai 9 miliardi messi sul piatto da Siena), il gruppo di Rocca Salimbeni ne rivenderebbe una parte a prezzi ultrascontati agli stessi francesi. [questo mi ricorda l'affare Alitalia voluto da Berlusconi]
All’epoca il prezzo medio pagato per ogni sportello (tra 8,5 e 9 milioni ciascuno) era grosso modo in linea con i 9-10 milioni di euro a sportello pagato nelle acquisizioni fatte in quello stesso periodo sul mercato italiano.

Ma oggi, se le stime del quotidiano di Confindustria sono azzeccate, il valore sarebbe più che dimezzato.

PER GLI ANALISTI MEDIOBANCA GLI SPORTEL
 

tontolina

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Fratello Illuminato – Il blog » Una vergogna incredibile. Il gruppo MPS sta vietando oggi la possibilità di accedere ai blog non allineati con il capo della comunicazione MPS David Rossi
shamael.noblogs.org - 05/06/2012
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Una vergogna incredibile. Il gruppo MPS sta vietando oggi la possibilità di accedere ai blog non allineati con il capo della comunicazione MPS David Rossi

Quando si arriva alla censura di questo livello significa che la paura di affrontare i veri problemi è alta. Da oggi i blog che diffondono libera infomazione come il nostro non possono più essere visionati dai computer del gruppo MPS. Complimenti per l’alto concetto di libertà di stampa da parte del terzo gruppo bancario. Chi ha deciso questo provvedimento? Tra l’altro il nostro blog non ha mai parlato male del gruppo MPS ed ha sempre difeso le posizioni dei lavoratori. Le uniche critiche mosse hanno riguardato essenzialmente il capo della comunicazione MPS David Rossi. Come mai il terzo gruppo bancario non si pone il problema di altri intrecci nell’informazione e di certi conflitti d’interesse?
Sarà nostra premura informare le autorità competenti in materia di comunicazione. Bella figura, siete dei fenomeni!!!
 

tontolina

Forumer storico


Chi l'ha detto? Eurozona: "L'ipotesi che tutto si sfasci cresce di giorno in giorno"...




Chi l'ha detto?
Eurozona: "L'ipotesi che tutto si sfasci cresce di giorno in giorno"...
Crisi, Profumo (Mps) pessimista su sorti area euro
venerdì 1 giugno 2012 20:13
TRENTO, 1 giugno (Reuters) - Il presidente di Mps Alessandro Profumo si è detto oggi pessimista sulle sorti della zona euro in questo momento di crisi.
"L'ipotesi che tutto si sfasci cresce di giorno in giorno", ha detto Profumo intervenendo al festival dell'economia di Trento a proposito della crisi del debito sovrano nell'eurozona e delle sue ripercussioni sulla moneta unica.
E se lo dice uno come Profumo...
che di sfasci se ne intende...;-)

Vedi il suo "ottimo lavoro" svolto in Unicredit...
ed adesso, come premio..., eccolo Presidente di una Banca sfasciata...

Ma ormai tutte le Fonti Istituzionali
fanno a gara nel sottolineare il pericolo di Euro break-up
vedi due miei recenti tweet
- Ministro delle finanze spagnolo Luis de Guindos."Il futuro dell'euro sarà in gioco nelle prossime settimane in Spagna e in Italia"
- ...addirittura il "tenero Oli" ormai parla di disintegration possibile...EU's Rehn says Euro-area must act to avoid disintegration
Insomma ormai tutti lo dicono apertamente: L'EURO E' A SERIO RISCHIO
Io invece ve lo anticipo da almeno due anni
e da almeno due anni vi suggerisco
in modo imparziale e disinteressato
delle possibili USCITE DI SICUREZZA
Poi fate vobis....
 

tontolina

Forumer storico
la questione della bankia spagnola ha molto di simile dalla nostra MPS
o sbaglio?
Le cajas sono quasi tutte fallite (fatta eccezione forse per La Caixa ma non è più il caso di mettere la mano sul fuoco per nessuno) e lo sono perché sono state il motore finanziario della bolla speculativa 2005-2007 legata al ladrillo, noto da noi come mattone. Le cajas sono da sempre in mano ai partiti e lo sono così esplicitamente che gli spagnoli parlano ufficialmente di "cajas del PP, del Psoe, di CyU" e così via. Il buco si stima attualmente fra gli 80 e i 120 miliardi di euro ma, visto che Bankia (del PP, appena "nazionalizzata") è passata da un buco stimato di 10 a uno rivelato di 40, meglio anche qui non mettere la mano sul fuoco.
Dal 2007 in poi questo buco è stato attivamente coperto dai consigli delle varie cajas (composti quasi essenzialmente di politici, sindacalisti e qualche prete), dal Psoe, dal PP, dal governatore del Banco de España e anche da buona parte dei media spagnoli coscienti del potere delle cajas medesime. Chi provava a mettere in evidenza che i conti non tornavano veniva rimbrottato mentre, nel frattempo, le cajas continuavano a rifinanziare il capitale e gli interessi di progetti residenziali falliti, aumentando così la loro esposizione.
BANKIA



Assumere il controllo, però, deve voler dire davvero assumere il controllo. Ammesso e non concesso che su questa nuova proposta si aggreghi il consenso europeo, non è detto che ai politici spagnoli piaccia l'idea di dover perdere per sempre i loro giocattolini chiamati cajas che finirebbero per essere gestiti da tecnocrati provenienti dai quattro angoli d'Europa invece che dai loro amici di provincia. Perché forse sarà anche vero che questa crisi infinita è frutto dell'irrazionalità dei mercati ma quella spagnola è tutta e solo figlia della voracità e del cinismo dei politici. E non è la sola.
 

starman45

non affrettare il viaggio
Su MPS la situazione è incerta come su tanti altri titoli. Le 2 wick contrapposte lasciano molto pensare.
Se riparte, cosa in effetti non improbabile, dovrà fare i conti con area 2,5 e lì non sarà facile per i rialzisti.
 

tontolina

Forumer storico
economia
L'indagine segreta sulla finanza rossa

Sabato 13 Ottobre 2012 14:26 ugo


da L'indagine segreta sulla finanza rossa
Acquisizione di Antonveneta: caccia ad (almeno) un miliardo sparito. Nell'inchiesta indagato il presidente Abi Mussari. Qui ballano miliardi di euro, altro che Fiorito o Finmeccanica. A Siena procede in gran silenzio un'inchiesta delicatissima sul Monte dei Paschi a cui, stranamente, nessuno mostra interesse.




Eppure il filone portato avanti da tre pubblici ministeri e dal nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza sull'acquisizione di Antonveneta nel 2007, a un prezzo assolutamente folle, rischia di stravolgere il sistema bancario e politico nazionale.

Per cinque ordini di ragioni.

Per l'iscrizione sul registro degli indagati del numero uno dei banchieri italiani, Giuseppe Mussari (che da presidente di Banca Mps curò l'operazione).

Per la drammatica situazione in cui versa quella che fino a pochi anni fa era considerata la terza potentissima banca italiana.

Per l'indiretto coinvolgimento di più esponenti di primo piano del giro del governo Monti - ascoltati in qualità di persone informate sui fatti - come il ministro dell'Economia Vittorio Grilli (ex direttore generale del Tesoro all'epoca) e la presidente Rai Anna Maria Tarantola (a quei tempi funzionario generale di Bankitalia). Per le ripercussioni inevitabili sul Pd nazionale, nato in contemporanea a quell'operazione, che da sempre, attraverso proconsoli toscani del Pci prima, Pds e Ds poi, «controlla» il Monte anche attraverso la sua Fondazione.




LA «CRESTA»

E infine per quel miliardo e passa di euro (forse più, forse due) che a detta degli inquirenti mancherebbe all'appello e a cui si starebbe dando la caccia dentro e fuori i confini tricolore, ipotizzando operazioni estero su estero con giganteschi ritorni illeciti. Ma di tutto questo nessuno parla. Con preoccupazione se ne discute invece nei Palazzi del potere da quando, a maggio, l'inchiesta per aggiotaggio, manipolazione del mercato sul titolo azionario di Banca Mps e ostacolo alle attività di vigilanza, è deflagrata con le perquisizioni a Mussari (nel frattempo diventato presidente dell'Abi) di alti vertici presenti e passati di Mps indagati, di istituti di credito nazionali e soprattutto delle sacre, e fin lì inviolate mura, della storica sede di Rocca Salimbeni. A quel punto la banca più antica del mondo, nata vent'anni prima l'approdo di Colombo nelle Americhe, nota per la sua storica solidità (e liquidità) e per quella «senesità» che un tempo univa dipendenti, funzionari e dirigenti, ha traballato più della certificazione di bilancio del 2011 con quel passivo impensabile solo pochi anni fa: quasi 5 miliardi di euro.


Con l'esplosione del bubbone giudiziario la città di Siena, la «banca rossa» e i referenti romani hanno preso atto che qualcosa era cambiato per sempre. E si sono resi conto che adesso, oltre a scandagliare nei segreti di Antonveneta, rischia di venire a galla anche la politica panem et circenses di distribuzione a pioggia del denaro secondo un diktat politico&bancario che non ha eguali al mondo: la generosa Fondazione Mps che controlla la Banca Mps essendone l'azionista di maggioranza, è infatti formata da più «deputati» espressi in numero di otto dal Comune, cinque dalla Provincia, uno dalla Regione. Tutti a guida Pd.








L'ENTUSIASMO DEMOCRATICO

Ma entriamo nell'inchiesta. Figlia della defunta Abn Amro, di proprietà della Santander di Emilio Botin, la banca del Nord Est viene acquistata nel novembre 2007 dal Monte dei Paschi spendendo 9 miliardi e rotti di euro che poi diventano 10,3 miliardi (a fronte di un aumento di capitale di cinque) quando appena due mesi prima gli spagnoli l'avevano comprata per 6,6 miliardi di euro. Una plusvalenza di quasi quattro miliardi, che potrebbe ulteriormente salire se si trovassero riscontri alle indiscrezioni, tutte da dimostrare, di un altro bonifico partito lo stesso giorno per la Spagna. L'operazione valse al Santander il plauso dei mercati finanziari, soprattutto perché tenne per sé la partecipazione «Interbanca», il corporate di Antonveneta che valeva un 1,6 miliardi. A Mps restò solo l'entusiasmo della stampa locale e tricolore, della triplice sindacale e dei maggiorenti Pd.


A nulla servirono le proteste di impiegati e piccoli azionisti increduli su un'operazione che aveva dilapidato la Banca e la sua Fondazione, fatta in assenza di un'approfondita due diligence, con l'apertura ad hoc di un fresh da un miliardo di euro, sottoscrivendo un contratto a oggi mai reso pubblico.


[ame=http://www.youtube.com/watch?v=rNLQ6oqN9Fg&feature=player_embedded]"La situazione del Monte" - parte seconda - YouTube[/ame]


In un'assemblea del 2008 questa operazione venne presa di petto da poche persone: «Si è comprata una banca – attaccò l'ex dipendente Romolo Semplici - pagandola molto più del suo reale valore, costringendo il Mps a svendere pezzi storici del proprio patrimonio e aziende con buona redditività e obbligando anche la controllante Fondazione a dissanguarsi con un esorbitante e imprevisto impegno finanziario».






VALEVA 2,3 e PAGATA 9

A complicare le cose, tre anni dopo, arriverà la conferma del presidente uscente del collegio sindacale, Tommaso Di Tanno. Che ai soci rivelerà: «Il valore patrimoniale della banca era di 2,3 miliardi e fu acquistata per 9 miliardi. Non entro nel merito se il prezzo di 9 fosse appropriato...». Nel merito, oltre a Semplici (vicino al centrodestra) hanno provato a entrarci pochissimi altri. Uno è Pierluigi Piccini, storica espressione del vecchio Pci, già sindaco di Siena, dirigente di Mps France prossimo alla messa a riposo («La nostra lista civica – sbotta - più volte ha sollevato in consiglio comunale la questione Antonveneta, ma nessuno della maggioranza ci ha voluto ascoltare. Ecco il risultato»).

Un altro è Nicola Scoca, direttore finanziario della Fondazione Mps, che a Report (la trasmissione della Gabanelli su Rai3 link: Report Il monte dei fiaschi ) ha raccontato di esser stato licenziato dopo aver presentato uno studio che sollevava perplessità sulle copiose, insensate, uscite di denaro.

Poi, in questa città ovattata nel silenzio, ci hanno provato alcuni blogger locali (L'eretico, il Cittadinonline, Fratello illuminato, il Gavinone), Raffaele Ascheri autore di un volume su Mussari, il battagliero leghista Maurizio Montigiani, un ex comunista verace come Mauro Aurigi, ora del Movimento Cinque Stelle, l'avvocato Luciano Peccianti passato nel'Idv di quell'Elio Lannutti firmatario di numerose interrogazioni.
E infine Gabriele Corradi, papà del calciatore Bernardo, candidato di una lista civica sconfitto nella corsa a sindaco dall'ex parlamentare Pd Franco Ceccuzzi che definì l'operazione Antonveneta «un capolavoro di Mps». Rivela Corradi: «In una riunione dei capigruppo in consiglio comunale il presidente della Fondazione Mancini confessò che lui di Antonveneta era venuto a conoscenza solo dopo la sua acquisizione. Era gravissimo. Significava che la Fondazione era stata letteralmente bypassata dal presidente della Banca».






PROFUMO DI GUAI

Che in quel momento era giust'appunto Giuseppe Mussari, ex comunista dichiaratamente Pd, ex presidente della stessa Fondazione, diventato poi nel luglio del 2010 presidente dell'Abi grazie alle sue innegabili doti e a capacità relazionali assolutamente trasversali. Mussari, su cui pende la spada di Damocle del rinvio a giudizio per concorso morale in turbativa d'asta e falso in una vicenda collaterale legata all'ampliamento dell'aeroporto di Ampugnano (l'udienza davanti al gup è fissata per il 19 ottobre) ha sempre respinto ogni accusa e qualsivoglia insinuazione. E con lui il Monte, che non ha risparmiato querele e azioni civili.

Il successore di Mussari, Alessandro Profumo, dopo aver ricordato che quand'era ad di Unicredit gli venne «offerto di acquistare Antonveneta a un prezzo più basso» e che rifiutò «perché il costo mi sembrava alto», pochi giorni fa è tornato su Antonveneta dopo l'assemblea straordinaria che ha visto protestare i dipendenti-soci: «Ad oggi non abbiamo elementi per avviare azioni di responsabilità sulle passate gestioni di Banca Mps. Se li avessimo – ha detto Profumo - faremmo ogni azione necessaria per tutelare gli interessi della Banca. Quando il quadro sarà chiaro decideremo cosa fare». Più chiaro di così si muore, anche se si è in vita da prima di Colombo.
Gian Marco Chiocci - il Giornale - 13 ottobre 2012
1. Continua
 

tontolina

Forumer storico
Abi: caso B.Mps/Antonveneta, Mussari alla prova del board ROMA (MF-DJ)--Nella nebulosa delle notizie accertate e delle indiscrezioni di stampa, Giuseppe Mussari potrebbe essere chiamato dal prossimo Comitato Esecutivo dell'Abi a fare un po' di chiarezza.
Il presidente dell'Associazione Bancaria Italiana e' nuovamente sulla "graticola" per le indiscrezioni attorno all'indagine giudiziaria sull'acquisizione di Banca Antonveneta da parte di B.Mps condotta dalla Procura di Siena, nel piu' stretto riserbo. Quello stesso riserbo che ha fatto da moltiplicatore dei rumours sul coinvolgimento dello stesso Mussari, in quei giorni presidente della banca senese.
La Procura di Siena ha inviato il 9 maggio scorso la Guardia di Finanza per una massiccia operazione di perquisizioni nelle sedi della Banca e della Fondazione Montepaschi, nelle abitazioni e negli uffici dei vertici, e quindi anche a casa di Mussari. Altra certezza e' l'iscrizione nel registro degli indagati di quattro persone, tre ex componenti del Collegio dei revisori dei conti e un ex alto dirigente.
Dalla Procura non emergono altri particolari e, al momento, ne' Giuseppe Mussari ne' altri alti dirigenti come Antonio Vigni risultano nel registro degli indagati.
"Non ho niente da dire, non ho letto i giornali", sono le uniche parole di Mussari sull'argomento; ne' una smentita ne' una conferma, ma anche un'allusione a quella che viene considerata una campagna mediatica a suo carico.
Dal "Giornale" giungono quasi tutte le indiscrezioni sulla questione: secondo il quotidiano, Mussari sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati, le Fiamme Gialle avrebbero effettuato altre perquisizioni ed i magistrati senesi avrebbero condotto una serie di audizioni eccellenti, come persone informate dei fatti, da Vittorio Grilli ed Anna Maria Tarantola. Emergerebbe un'acquisizione condotta a prezzi altissimi:

un'operazione da 9,3 mld poi saliti a 10,3 mld, a cui si aggiungerebbero perdite di Antonveneta sanate per circa 7,9 miliardi di euro. Un conto salatissimo, da circa 18 miliardi di euro a fronte di un valoðre patrimoniale reale della banca acquistata di appena 2,3 miliardi, secondo quanto riferito dall'ex presidente del Colleðgio sindacale di Mps, Tommaso Di Tanno.
In questo clima, Mussari si presentera' mercoledi' al Comitato Esecutivo per una riunione che non avra' certamente in agenda la questione giudiziaria, ma potrebbe essere l'occasione per una richiesta di chiarimenti. ren
(END) Dow Jones Newswires
October 15, 2012 11:10 ET (15:10 GMT)
 

tontolina

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Riuscirà Monte Paschi Siena a sopravvivere al 2013? Quanto costerà a noi Contribuenti?

18 ottobre 2012 Di Giuseppe Sandro Mela

Giuseppe Sandro Mela.


La domanda é semplice: riuscirà Monte Paschi Siena a sopravvivere fino alla fine del 2013?
Se valutassimo la sola situazione economica di quella banca, la risposta sarebbe un secco “no“.
Ma siccome tutti dicono che in Italia impera il capitalismo, che come sanno anche i gatti soriani aborrisce l’intervento dello stato in economia, e che tutte le colpe sono le sue, ci mancherebbe!, potrebbe anche non fallire grazie ad un sostanzioso intervento statale, cortesemente offerto dai Contribuenti, tramite un compiacente Governo.
Non che ciò non sia già successo in passato, e Rischio Calcolato lo fece notare a suo tempo per la penna vigile di Funny King.
- 2012-01-09. FunnyKing. Io Non Avrei paura di Unicredit ma di Banco Monte dei Paschi Si.
- 2012-03-09. FunnyKing. Banca MPS Rumors di Svalutazioni Monster (3 mld. di Euro).
- 2012-06-22. FunnyKing. Attenzione REGALO di Mario Monti al Banco MPS.
- 2012-06-22. FunnyKing. Lo Sapete che (noi Cittadini) Stiamo Regalando Soldi al Monte dei Paschi di Siena per Permettere alla Fondazione Monte Paschi di Comandare?

Adesso alcune considerazioni.
1. Le pecore belanti magistralmente dipinte nel 1984 di Orwell asseriscono che stati e banche falliscono perché le società di rating le declassano, pugnalando alle spalle realtà floride e prospere.
Ma FunnyKing di gran lunga precedette il giudizio di Moody’s.
Quindi, la colpa del fallimento di Monte Paschi Siena dovrebbe essere attribuita a FunnyKing, non certo a Moody’s.
Scopro con piacere di avere l’onore di essere amico di un uomo terrificantemente potente.
2. Riuscirà la componente politica che da sempre gestisce MPS ad ottenere il bramato governo per rimpolpare la sua cassaforte? Più ovviamente tutte le sue altre sorgenti di prosperità?
3. Cari Contribuenti, preparatevi. Non illudetevi. Non fatevi nessuna illusione che il Vostro futuro voto non abbia ripercussioni su ciò che rimane, o, meglio, che rimarrà, del Vostro borsellino. Poi, non lamentatevi.

Reuters. 2012-10-18. Mps, Moody’s taglia rating a Ba2 da Baa3, outlook negativo.
MILANO (Reuters) – Moody’s ha tagliato i rating long-term debt e deposit su Mps di due notch a Ba2 da Baa3.
L’agenzia ha ridotto anche il rating a breve a ‘Not-Prime’ da ‘Prime-3′ e la forza finanziaria standalone a E.
L’outlook rimane negativo.

Sole24Ore. 2012-10-18. Moody’s taglia il rating di Mps di due gradini, portandolo a Ba2 (livello spazzatura).
Scure di Moody’s su Monte dei Paschi di Siena. L’agenzia internazionale taglia il rating dela banca di due gradini a “Ba2″ da “Baa3″: un taglio con il quale la valutazione scende a livello spazzatura. Nonostante l’iniezione di capitale da 1,5 miliardi di euro da parte del Governo italiano, Moody’s ritiene ci siano probabilità reali che l’istituto abbia bisogno di ulteriore aiuto esterno nell’arco dell’orizzonte del rating.
«Come gli stress test dell’European Banking Authority (Eba) e della Banca d’Italia hanno mostrato, Mps non è stata in grado di aumentare la propria base di capitale ai livelli richiesti», afferma Moody’s, sottolineando che la qualità degli «asset di Mps è debole e continuerà a peggiorare date le deboli prospettive di crescita dell’Italia per la parte restante del 2012 e per il 2013». Moody’s stima per l’Italia un Pil in calo fra il 2,5% e l’1,5% per il 2012 e una contrazione in una forchetta compresa fra il -1,0% e lo 0 nel 2013, con significativi rischi al ribasso che pesano sulle prospettive.
«Al momento le pressioni al rialzo sul rating di Mps sono limitate, anche se meritano di essere considerate l’esecuzione con successo del piano industriale e una significativa iniezione di capitale da parte degli azionisti», mette in evidenza Moodys’s, precisando che fra le pressioni al ribasso potrebbero invece figurare difficoltà nell’esecuzione del piano industriale e una debolezza della capacità dell’ ‘Italia di estendere l’appoggio sistemico.

 

tontolina

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Abi: caso B.Mps/Antonveneta, Mussari alla prova del board
Dal "Giornale" giungono quasi tutte le indiscrezioni sulla questione: secondo il quotidiano, Mussari sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati, le Fiamme Gialle avrebbero effettuato altre perquisizioni ed i magistrati senesi avrebbero condotto una serie di audizioni eccellenti, come persone informate dei fatti, da Vittorio Grilli ed Anna Maria Tarantola. Emergerebbe un'acquisizione condotta a prezzi altissimi:

un'operazione da 9,3 mld poi saliti a 10,3 mld, a cui si aggiungerebbero perdite di Antonveneta sanate per circa 7,9 miliardi di euro. Un conto salatissimo, da circa 18 miliardi di euro a fronte di un valoðre patrimoniale reale della banca acquistata di appena 2,3 miliardi, secondo quanto riferito dall'ex presidente del Colleðgio sindacale di Mps, Tommaso Di Tanno.
In questo clima, Mussari si presentera' mercoledi' al Comitato Esecutivo per una riunione che non avra' certamente in agenda la questione giudiziaria, ma potrebbe essere l'occasione per una richiesta di chiarimenti. ren
(END) Dow Jones Newswires
October 15, 2012 11:10 ET (15:10 GMT)

Il figlio del sindaco preso con le mani in pasta

Nomi eccellenti nell'inchiesta sul crac del pastificio "Antonio Amato".

Nei verbali il figlio di De Luca e una cena con l'ex presidente di Mps Mussari





Gian Marco Chiocci Simone Di Meo - Mer, 17/10/2012 - 08:30




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Le mani in pasta. Nei verbali del principale indagato per il crac dello storico pastificio «Antonio Amato» di Salerno, Peppino Amato jr, nipote omonimo del fondatore, spuntano i big della politica e della finanza rossa.
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Enzo De Luca, quattro volte sindaco di Salerno







Dal figlio del sindaco di Salerno, Enzo De Luca, all'attuale presidente Abi Giuseppe Mussari, protagonista di una «cena del capretto» in costiera amalfitana che tanto sembra interessare ai magistrati campani.


La procura, nel giugno scorso, ha ottenuto l'arresto oltre che di Amato jr anche dell'ex sottosegretario Paolo Del Mese (vicesegretario nazionale dell'Udeur), di suo nipote Mario, amministratore dell'immobiliare «Ifil C&D srl», e di un altro paio di personaggi minori.

Tutti accusati di aver saccheggiato le casse dell'azienda.



Il nome di Piero De Luca, avvocato e rampollo di Enzo 'o sindaco, spunta, insieme a quello di Del Mese jr, nel lungo interrogatorio di Amato al pm Senatore a proposito di trasferimenti di denaro all'estero.
«Ricordo perfettamente che Mario Del Mese mi raccontava di viaggi in Lussemburgo per raggiungere Piero De Luca (il figlio del sindaco di Salerno, ndr), al quale portava soldi da versare sul conto in Lussemburgo, proventi della Ifil», di cui il primogenito di Enzo De Luca, secondo Amato, sarebbe stato «socio occulto». È l'origine di queste somme che però interessa in particolare al pm, cui l'indagato spiega: «I soldi erano proventi della Ifil dalle attività, che sempre Mario Del Mese (che ha minacciato querela per calunnia, ndr) mi diceva di avere la Ifil in svariate delle opere che il Comune sta realizzando». Di Vincenzo 'o sindaco, Amato jr, parla per la segnalazione di «direttore dei lavori per l'Amato Re (società di real estate, fallita nel 2011)» e per un presunto patto elettorale tra lo stesso primo cittadino e Paolo Del Mese «affinché i voti nominali a lui (Del Mese, ndr) fossero poi accompagnati con una preferenza come sindaco».
Agli atti dell'inchiesta compare anche il verbale d'interrogatorio dell'ex sottosegretario Paolo Del Mese che al pm rivela di aver organizzato una cena di lobbying su richiesta del patron, Giuseppe Amato sr, nel settembre 2006.
Una conviviale, a base di capretto e patate, a cui partecipano Giuseppe Mussari, allora numero uno di Mps e oggi presidente Abi, il futuro primo cittadino di Siena, ex deputato Pd, Franco Ceccuzzi (grande sostenitore dell'acquisizione Antonveneta oggetto di un'inchiesta che vede Mussari indagato) e il sindaco De Luca.

«Amato aveva in programma un progetto edilizio e voleva aprire un discorso economico con il Monte dei Paschi», spiega Del Mese, aggiungendo che «il sindaco era comunque interessato alla vicenda», perché «c'erano in ballo le licenze edilizie» e che avrebbe presenziato all'incontro, tenutosi nella villa della famiglia Amato a Vietri sul Mare, «per dare un sostegno».

Sulla presenza di De Luca, però, Del Mese tiene a sottolineare che non fu una sua idea: «Mica l'ho invitato io, ma non c'è nulla di male».

Non smentisce il suo ruolo di «mediatore» nella vicenda («presentai Amato a Mussari») ma che cosa sia accaduto dopo non sa.

Il resoconto di quella sera, però, per Amato jr è un avviso lanciato dal vicesegretario nazionale dell'Udeur ai suoi commensali: «Secondo me il messaggio è al sindaco di Salerno e al presidente Mussari (Mps) e non so più a chi: “Vedete che io so tante cose, come racconto questo posso raccontare dell'altro, quindi datemi una cosa di soldi. Altrimenti parlo”».
Già a quell'epoca, l'azienda naviga in cattive acque nonostante la sponsorizzazione agli azzurri campioni del mondo («con la Nazionale non abbiamo venduto un maccherone in più», detterà sconsolato Amato jr a verbale). È in forte difficoltà, se è vero che «gli ammanchi in società iniziarono dal 2000 con la falsificazione delle schede dei pagamenti dei clienti. Facile, dunque, che l'incontro potesse servire ad avviare anche un'istruttoria per l'apertura di una linea di credito a favore dell'azienda.

Ma questi soldi sono stati concessi?

Quanto c'ha rimesso, eventualmente, il Monte dei Paschi di Siena nel crac da 57 milioni di euro del pastificio Amato?

Tranne Del Mese, nessuno dei commensali è indagato dalla Procura di Salerno, eppure i magistrati si sono parecchio incuriositi alla ragnatela di riferimenti incrociati emersi dai verbali. Soprattutto dopo il ritrovamento di una fattura di Piero De Luca tra libri contabili dell'azienda. Una fattura da 18mila euro saldata per poco meno della metà. Ai finanzieri che lo hanno sentito come persona informata dei fatti, il figlio del sindaco di Salerno ha spiegato che non aveva «ritenuto opportuno, per ragioni di correttezza e professionalità, intraprendere alcuna azione diretta a recuperare l'importo della fattura non pagato». A trovarne di avvocati dal cuore d'oro.
 

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