Giustino Caposciutti (2 lettori)

giustino

Art is looking for you
Giustino mi colpisce molto questa tua opera "cerchiamo fra i rifiuti".
Molti miei amici, più grandi di me, mi raccontavano che a un certo punto, nei primi anni settanta, avvenne una fuga dalla politica e l'inizio dell'interesse per le tematiche ambientaliste. In qualche modo ti riguarda questo percorso?

Domanda interessante Rui. :)
Dalla politica me ne stavo fortunatamente "di lato".
Quindi per me non si trattava di una fuga dalla politica per andare in un altro posto.
Il mio interesse era rivolto alle tematiche sociali e come conseguenza alle tematiche ambientali.

L'uso dell'immondizia e dei soldi significava: attenti che lo sviluppo economico non trascuri il valore dei rifiuti e di chi è rifiutato, emarginato.
Cercando lì in mezzo si possono scoprire valori e potenzialità utili al bene di tutti.

L'uso dei soldi era usato anche in modo critico verso il mercato dell'arte.
Il quadro aveva un valore economico indubbio non per il suo portato concettuale, capacità manuale, bellezza intrinseca, pompature e speculazioni varie... ma, anche se fatto con l'immondizia aveva incollati soldi veri.

Feci anche altri quadri simili dal titolo "Quadro che vale" appunto perchè c'erano attaccati dei soldi.
 

giustino

Art is looking for you
1970...
In quegli anni ero anche iscritto all'Università ma ormai non riuscivo più ad interessarmi a niente altro che non fosse l'arte.
Così previo esame di ammissione mi iscrissi al corso di Pittura presso l'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.
Fare arte per me significava sviluppare prima di tutto la capacità di osservazione e così, l'attenzione verso ciò che è rifiutato nell'aula di pittura si volse
verso gli stracci dove io e i miei compagni pulivamo i pennelli e che finita la loro funzione, alla fine si buttavano.
Mi ero accorto che talvolta essi presentavano colori, sfumature, forme interessanti
anche più del dipinto fatto intenzionalmente.
E così cominciai a raccoglierli montarli su un telaio e ad incorniciarli come nel caso qui sotto.

Recupero - 1971 - Tecnica mista - cm. 60x110
1-71-111.JPG
 
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giustino

Art is looking for you
1971/72
Ero al secondo anno di Accademia e incisione era obbligatoria dopo il terzo ma iniziai a frequentarne l'aula su invito del prof. Mario Calandri.
Dapprima feci qualche prova all'acquaforte poi, osservando dei fogli buttati nel cestino dell'immondizia vi ravvisai delle bellissime immagini.
Erano i fogli macchiati dal dietro delle lastre messi a protezione affinchè l'inchiostro in eccesso non sporcasse i feltri del torchio.
Salvai dall'immondizia alcuni di questi fogli e subito mi venne l'idea di fare delle incisioni che mettessero in comunicazione il fronte ed il dietro della lastra.

Questa fu la prima in assoluto.

e/o - 1972 - mm.300x40
1-IMGP9245.JPG
 

ruidavid

Forumer attivo
1971/72
Ero al secondo anno di Accademia e incisione era obbligatoria dopo il terzo ma iniziai a frequentarne l'aula su invito del prof. Mario Calandri.
Dapprima feci qualche prova all'acquaforte poi, osservando dei fogli buttati nel cestino dell'immondizia vi ravvisai delle bellissime immagini.
Erano i fogli macchiati dal dietro delle lastre messi a protezione affinchè l'inchiostro in eccesso non sporcasse i feltri del torchio.
Salvai dall'immondizia alcuni di questi fogli e subito mi venne l'idea di fare delle incisioni che mettessero in comunicazione il fronte ed il dietro della lastra.

Questa fu la prima in assoluto.

e/o - 1972 - mm.300x40
Vedi l'allegato 538904
Anche questa è molto bella.

Domanda interessante Rui. :)
Dalla politica me ne stavo fortunatamente "di lato".
Quindi per me non si trattava di una fuga dalla politica per andare in un altro posto.
Il mio interesse era rivolto alle tematiche sociali e come conseguenza alle tematiche ambientali.

L'uso dell'immondizia e dei soldi significava: attenti che lo sviluppo economico non trascuri il valore dei rifiuti e di chi è rifiutato, emarginato.
Cercando lì in mezzo si possono scoprire valori e potenzialità utili al bene di tutti.

L'uso dei soldi era usato anche in modo critico verso il mercato dell'arte.
Il quadro aveva un valore economico indubbio non per il suo portato concettuale, capacità manuale, bellezza intrinseca, pompature e speculazioni varie... ma, anche se fatto con l'immondizia aveva incollati soldi veri.

Feci anche altri quadri simili dal titolo "Quadro che vale" appunto perchè c'erano attaccati dei soldi.
Giustino, grazie per la tua bella risposta.
In quegli anni, in tutta Europa, nascono le prime forme di culture ambientaliste, parallelamente ai movimenti antinuclearisti.
Mi piacciono moltissimo i tuoi quadri con oggetti di recupero. Del resto ho sempre pensato che, nel nostro mondo usa e getta, riutilizzando un un'oggetto che non ha più valore finiamo per dargli un valore praticamente infinito.
 
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vecchio frank

could be worse...
1971/72
Ero al secondo anno di Accademia e incisione era obbligatoria dopo il terzo ma iniziai a frequentarne l'aula su invito del prof. Mario Calandri.
Dapprima feci qualche prova all'acquaforte poi, osservando dei fogli buttati nel cestino dell'immondizia vi ravvisai delle bellissime immagini.
Erano i fogli macchiati dal dietro delle lastre messi a protezione affinchè l'inchiostro in eccesso non sporcasse i feltri del torchio.
Salvai dall'immondizia alcuni di questi fogli e subito mi venne l'idea di fare delle incisioni che mettessero in comunicazione il fronte ed il dietro della lastra.

Questa fu la prima in assoluto.

e/o - 1972 - mm.300x40
Vedi l'allegato 538904
Il prototipo della nostra, per così dire :up:
 

giustino

Art is looking for you
1972...
Nel 1972 feci la prima mostra personale a Biella. Vi esposi alcuni quadri, nudi e paesaggi a olio messi a confronto con gli stracci dove pulivo i pennelli.
Il glorioso collegio Europa di Ivrea chiuse ed io andai a lavorare ed abitare a Torino.
Col nuovo lavoro di chimico presso il Laboratorio d'Igiene non potevo più frequentare se non saltuariamente le lezioni di pittura al mattino ma invece potevo frequentare quelle del pomeriggio fra cui incisione.

Continuai a fare le incisioni doppie ma vi introdussi l'acquaforte.

Eccone un paio:

e/o - 1972 - lastra di mm. 260x160
1-IMGP9232.JPG


Formale e/o informale 1973 - lastra mm. 260x160
1-IMGP9238.JPG


Continuai a fare incisioni doppie fino al 1976. Nelle ultime oltre ai tagli facevo anche buchi.


...e/o... 1975 - lastra di mm. 300x60

1-IMGP9274.JPG


... e/o... 1975 - lastra mm. 260x150
1-gr6.JPG
 

giustino

Art is looking for you
Il 1973 lo passai ad approfondire le tecniche dell'incisione, prima l'acquaforte e poi l'acquatinta
che mi piaceva perchè permetteva di fare qualcosa di più vicino alla pittura.

Le incisioni doppie mi avevano proiettato nello spazialismo, la parte davanti era qualcosa di molto vicino a Fontana.
Il dietro era "oltre Fontana".

Stavo cercando una nuova strada per affrontare lo spazio della tela e mi venne in soccorso la matematica.
Feci alcuni quadri ma non li ho più.

Ho invece qualche incisione come quella sotto.
E' basata sui logaritmi sia per quanto riguarda il disegno che i tempi di morsura.

Il tempo di morsura è il tempo di esposizione della lastra all'acido nitrico.
Normalmente si usa un acido diluito 1:5 ma, siccome in quel periodo per lavoro avevo accesso ai reagenti chimici
mi preparavo a casa un acido molto più diluito per esempio 1:20 così da renderlo meno aggressivo.
Questo mi permetteva di fare molte più morsure, anche 10 in modo da ottenere altrettante gradazioni di grigio.
Per la sua complessità una lastra di questo genere mi richiedeva settimane di lavoro.
Se sbagliavo anche un piccolo spazio buttavo via tutto.
La parte in viola è un'aggiunta a matita che feci come prova. In un'eventuale tiratura il lavoro è tutto in bianco e nero.

Loga-ritmi - 1973 - acquaforte e acquatinta - mm. 300x300
1-IMGP0431.JPG
 
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