Prima di passare alla presentazione del mio lavoro di artista che inizia ad avere continuità e consapevolezza intorno al 1968 permettetemi di fare un breve excursus sugli anni antecedenti.
1946-1967
Nel dopoguerra i tempi erano difficili soprattutto per chi come me abitava nelle vicinanze di Pieve al Toppo, una piccola frazione del paese dove poco prima si era perpetrata una delle più efferate stragi naziste.
29/06/1944 – La Strage – Archivio della Memoria Civitella in Val di Chiana
In casa mia non c'era l'acqua nè la luce. Tutte le elementari le feci a lume di candela.
A parte quelli scolastici, c'era solo un libro "Il conte di Montecristo" che mio padre ci leggeva la sera intorno al fuoco.
Appesa in cucina c'era una riproduzione della Madonna del Conforto che io ritenevo un'opera d'arte e che quindi copiai innumerevoli volte.
Nel 1955 in quarta elementare, il maestro spedì un mio disegno ad un concorso nazionale dal quale risultai fra i vincitori.
Come premio mi venne spedita un'enciclopedia in 3 volumi e per me questo rappresentò un'opportunità di informazione e conoscenza enorme.
Nel 1957 ci trasferimmo alla periferia di Arezzo e le cose cambiarono ulteriormente.
A quel tempo dopo le elementari c'erano le Medie (alle quali si accedeva previo esame di ammissione), le Commerciali e l'Avviamento Professionale al quale fui iscritto perchè più adatto a chi come me avrebbe poi dovuto interrompere gli studi per andare a lavorare.
Il disegno, in quel tipo di scuola era soprattutto di tipo geometrico ma l'insegnante che era un pittore mi seguiva da vicino anche nel disegno ornato e nei dipinti che avevo cominciato a fare all'acquarello.
In città ogni tanto facevano mostre al Circolo Artistico. I quadri avevano tutti una gran cornice ed il vetro ed io che volevo fare il pittore mi domandavo com'era fatto dentro e dietro un quadro e mi veniva voglia di rovesciarli, scoprirli nei loro segreti.
Le cose cambiarono quando nel 1959 visitai un'esposizione di respiro nazionale, il Premio Arezzo.
Lì scoprii la pittura astratta, l'informale, che i quadri si potevano fare anche assemblando materiali diversi, che potevano essere esposti anche senza vetro e cornice...
In quegli anni scoppiò in me anche la passione per l'enigmistica che praticavo non solo come solutore ma anche come autore di giochi e cruciverba e che un giornalino di Roma, Circolo Enigmistico, mi pubblicava regolarmente ripagandomi con libri. Dico questo perchè l'enigmistica insieme al gioco degli scacchi avranno poi un grande ruolo nel corso del mio sviluppo artistico.
Dopo l'Avviamento le possibilità di continuare gli studi non c'erano ma il destino volle che in quell'anno, 1960, ad Arezzo sorgesse una nuova scuola, l'ITIS alla quale si poteva accedere con esame di ammissione.
Anche in quella scuola il disegno era esclusivamente geometrico e di progettazione di impianti industriali in particolare chimici perchè questo era l'indirizzo che avevo scelto. Io amavo tantissimo anche questo tipo di disegno tanto che ne facevo anche per un altro paio di compagni di scuola.
Parallelamente continuavo a fare piccoli paesaggi all'acquarello che appendevo poi in casa.
Finite le superiori feci il servizio militare e mentre ero in caserma a Vercelli risposi ad un annuncio de La Stampa e così nel 1967 andai a fare l'educatore al Collegio Europa di Ivrea.
Il direttore del Collegio vide un mio dipinto ed apprezzandolo mi acquistò tutto il materiale per dipingere, scatola di colori, pennelli, cavalletto...