Macroeconomia Gioco semiserio per chi vuole tornare alla lira (1 Viewer)

generali1984

Forumer storico
abbiate pazienza sono ignorante,
ho fatto le scuole bassee non comprendo le dinamiche economiche,
rivolgo quindi a tutti coloro che vorebbero tornare alla lira un quesito,
potete anche considerarlo un gioco.
mi illustrereste i passaggi necessari per il ritorno alle lirette della mia gioventù ?
una cosa semplice però, senza paroloni e discorsi che non capirei o che non dicono niente
una cosa molto semplice in punti ben distinti fra loro vi faccio un esempio :
tema / vado a fare la spesa / svolgimento :
1) mi vesto
2) scendo e prendo l'auto
3) guido fino al supermercato
4) prendo un carrello
5) entrando dò un'occhio alla commessa maiala del negozio di intimo, inciampo rovesciando il carrello, mentre cado mi aggrappo a una vecchietta che urlando "porco maiale mi vuole stuprare" mi legna con il bastone, mi rialzo cercando di darmi un tono, mi riaggiusto il parrucchino e mi dirigo zoppicando ma con disinvoltura all'ingresso
6) entro e prendo il volantino delle offerte che tanto non leggo mai ma se lo prendono tutti io che sono più scemo ?
7) mi dirigo immediatamente verso gli scaffali del cioccolato e riempio il carrello per poco meno della metà
8) una meglio due bottiglie di vino bianco frizzante che stasera c'è la luisa a cena visto mai che riesco a sbronzarla e si ciula ?
9) aggiungo ciarpame vario e cerco di camminare quasi come passeggiando, inciampo ancora
10) alla cassa la cassiera guarda la spesa fatta e mi porge lo scontrino con disprezzo
11) carico la spesa in auto e rimetto a posto il carrello
12) rientro a casa stanco insoddisfatto e infelice

ecco una roba più o meno così che la capiscon tutti pure io
magari un pochino più seria di come l'ho messa giù non sarebbe male
su non siate timidi
illustrate in 10 - 20 o tutti i punti che vi servono, i vari passaggi tecnici per uscire dall'euro, modalità e varie
 
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generali1984

Forumer storico
Caspita oltre 220 visite e nessun partecipante al gioco
faccio una uppatina , visto mai passa un economista da forum che ci illumina ?
 

uno e trino

Forumer storico
Tornare alla lira tecnicamente non sarebbe complicato però.........leggi articolo che segue.


1) Quasi tutti gli economisti interpellati e molte banche concordano che in caso di ritorno alla lira la nuova moneta sarà svalutata del 30/60 %. Questo comporta che la banca centrale stamperà tante banconote mentre redditi fissi, stipendi, pensioni rimarranno fermi al livello attuale. Se la moneta si chiamerà ancora lira chi percepisce uno stipendio di 1300 € percepirà 1300 lire nuove.
2) Se lo stato svaluterà del 60% la nuova moneta manterrà costante la propria ricchezza rispetto al resto del mondo a danno della ricchezza dei suoi cittadini, sia quella monetaria che il lavoro. Lo Stato non farà altro che aumentare del 150% la moneta in circolazione in modo tale che chi prima aveva, ad esempio, l’1% della massa monetaria nazionale, dopo la svalutazione possiederà solo lo 0.4% della massa monetaria nazionale.
3) Gli acquisti dall’estero ci costeranno più cari dello stesso 150% di cui è aumentata la quantità di moneta in circolazione, perché chi vende vorrà guadagnare le stesse somme di denaro. Per esempio la benzina passerà da 1.5 € al litro a 1.5 lire al litro e dopo la svalutazione del 60% passerà a 3.75 lire al litro mentre – ovviamente – stipendi, pensioni e tutti i redditi fissi saranno sempre gli stessi. Per fare un altro esempio se adesso si spendono 2000 € all’anno per il riscaldamento, dopo la svalutazione si spenderanno 5000 lire all’anno con lo stipendio o la pensione che rimane fermo, che so, alle 1300 lire che dicevo prima. L’energia prodotta con gas e carbone importato aumenterà del 150%. Se ora costasse 1000 € all’anno, dopo la svalutazione costerebbe 2500 lire all’anno.
4) Il lato opposto della medaglia è che diventeremmo un paese molto appetibile per chi acquistasse prodotti italiani: auto, abbigliamento, turismo e questo potrebbe far ripartire l’industria e la produzione di beni e servizi. Chi potrà aumentare i prezzi lo farà, chi ha un reddito fisso diventerà più povero. Chi aumenterà i prezzi sarà sottoposto alla pressione dei nuovi poveri che non potranno comprare quello che compravano prima e la stabilità sociale fatta di equilibri già compromessi potrebbe esplodere in manifestazioni di piazza e tumulti. Cose già viste negli anni passati in Argentina e più recentemente in Grecia. La banca UBS ha valutato lo scenario di un default dei paesi a debole economia come l’Italia, con svalutazione del 60%, sulla base delle esperienza precedenti quali ad esempio l’Argentina. UBS ha calcolato che il costo pro capite medio di un default potrebbe essere di 9500/11500 € per il primo anno per poi ridursi a 3000/4000 € negli anni seguenti. A conti fatti una famiglia media composta da 3 persone perderebbe tra i 9 mila e i 12 mila euro all’anno.
5) Mentre lo Stato, stampando più banconote, avrà più soldi per pagare gli stipendi pubblici e le pensioni che rimarranno costanti, avrà realizzato una reale diminuzione della spesa pubblica a scapito dei redditi fissi che saranno tagliati del 60% rispetto a molti beni.
6) Una ulteriore conseguenza potrebbe essere che più nessun produttore di materie prime fondamentali come il petrolio potrebbe volercele vendere, vedendo in noi un paese fallito. I paesi, come le aziende, che falliscono sono considerati cattivi pagatori da mettere nelle “black list”
7) Un aspetto positivo potrebbe essere, negli anni a venire, un graduale assorbimento della grande massa di giovani disoccupati nelle industrie che riprenderebbero fiato grazie alle esportazioni.
Ma sono scenari che mi fanno paura.
Alla fine i pochi ricchi sarebbero solo un poco meno ricchi. Le classi medie, cioè la grande parte dei cittadini italiani, diventerebbero povere. E i poveri veri morirebbero di fame.
Siamo ancora sicuri di voler uscire dall’euro? Forse ha ragione Alberoni, quando esorta a “partire dall’idea che possiamo tornare poveri come lo eravamo nel dopoguerra e che siamo in concorrenza con Paesi ad alta tecnologia e basso costo della manodopera. Per cui dobbiamo partire da capo, con tenacia, con perseveranza, ricostruire la capacità tecnologica ricercando e studiando, poi sfruttare le nicchie in cui abbiamo ancora un vantaggio, facendo qualsiasi lavoro e facendolo bene. Ma anche imparando a difenderci dal dumping dei loro prodotti e ad aver paura degli sprechi, di tutti gli sprechi.”
Ma – aggiungo io – rimanendo saldamente ancorati all’Europa e alla moneta unica, cercando di riformare quelle istituzioni comunitarie che non funzionano e dando alla Bce quegli strumenti che attualmente le mancano per essere davvero una banca centrale sulla falsariga della Fed statunitense.
 

time-traveler

Forumer storico
Tornare alla lira tecnicamente non sarebbe complicato però.........leggi articolo che segue.


1) Quasi tutti gli economisti interpellati e molte banche concordano che in caso di ritorno alla lira la nuova moneta sarà svalutata del 30/60 %. Questo comporta che la banca centrale stamperà tante banconote mentre redditi fissi, stipendi, pensioni rimarranno fermi al livello attuale. Se la moneta si chiamerà ancora lira chi percepisce uno stipendio di 1300 € percepirà 1300 lire nuove.
2) Se lo stato svaluterà del 60% la nuova moneta manterrà costante la propria ricchezza rispetto al resto del mondo a danno della ricchezza dei suoi cittadini, sia quella monetaria che il lavoro. Lo Stato non farà altro che aumentare del 150% la moneta in circolazione in modo tale che chi prima aveva, ad esempio, l’1% della massa monetaria nazionale, dopo la svalutazione possiederà solo lo 0.4% della massa monetaria nazionale.
3) Gli acquisti dall’estero ci costeranno più cari dello stesso 150% di cui è aumentata la quantità di moneta in circolazione, perché chi vende vorrà guadagnare le stesse somme di denaro. Per esempio la benzina passerà da 1.5 € al litro a 1.5 lire al litro e dopo la svalutazione del 60% passerà a 3.75 lire al litro mentre – ovviamente – stipendi, pensioni e tutti i redditi fissi saranno sempre gli stessi. Per fare un altro esempio se adesso si spendono 2000 € all’anno per il riscaldamento, dopo la svalutazione si spenderanno 5000 lire all’anno con lo stipendio o la pensione che rimane fermo, che so, alle 1300 lire che dicevo prima. L’energia prodotta con gas e carbone importato aumenterà del 150%. Se ora costasse 1000 € all’anno, dopo la svalutazione costerebbe 2500 lire all’anno.
4) Il lato opposto della medaglia è che diventeremmo un paese molto appetibile per chi acquistasse prodotti italiani: auto, abbigliamento, turismo e questo potrebbe far ripartire l’industria e la produzione di beni e servizi. Chi potrà aumentare i prezzi lo farà, chi ha un reddito fisso diventerà più povero. Chi aumenterà i prezzi sarà sottoposto alla pressione dei nuovi poveri che non potranno comprare quello che compravano prima e la stabilità sociale fatta di equilibri già compromessi potrebbe esplodere in manifestazioni di piazza e tumulti. Cose già viste negli anni passati in Argentina e più recentemente in Grecia. La banca UBS ha valutato lo scenario di un default dei paesi a debole economia come l’Italia, con svalutazione del 60%, sulla base delle esperienza precedenti quali ad esempio l’Argentina. UBS ha calcolato che il costo pro capite medio di un default potrebbe essere di 9500/11500 € per il primo anno per poi ridursi a 3000/4000 € negli anni seguenti. A conti fatti una famiglia media composta da 3 persone perderebbe tra i 9 mila e i 12 mila euro all’anno.
5) Mentre lo Stato, stampando più banconote, avrà più soldi per pagare gli stipendi pubblici e le pensioni che rimarranno costanti, avrà realizzato una reale diminuzione della spesa pubblica a scapito dei redditi fissi che saranno tagliati del 60% rispetto a molti beni.
6) Una ulteriore conseguenza potrebbe essere che più nessun produttore di materie prime fondamentali come il petrolio potrebbe volercele vendere, vedendo in noi un paese fallito. I paesi, come le aziende, che falliscono sono considerati cattivi pagatori da mettere nelle “black list”
7) Un aspetto positivo potrebbe essere, negli anni a venire, un graduale assorbimento della grande massa di giovani disoccupati nelle industrie che riprenderebbero fiato grazie alle esportazioni.
Ma sono scenari che mi fanno paura.
Alla fine i pochi ricchi sarebbero solo un poco meno ricchi. Le classi medie, cioè la grande parte dei cittadini italiani, diventerebbero povere. E i poveri veri morirebbero di fame.
Siamo ancora sicuri di voler uscire dall’euro? Forse ha ragione Alberoni, quando esorta a “partire dall’idea che possiamo tornare poveri come lo eravamo nel dopoguerra e che siamo in concorrenza con Paesi ad alta tecnologia e basso costo della manodopera. Per cui dobbiamo partire da capo, con tenacia, con perseveranza, ricostruire la capacità tecnologica ricercando e studiando, poi sfruttare le nicchie in cui abbiamo ancora un vantaggio, facendo qualsiasi lavoro e facendolo bene. Ma anche imparando a difenderci dal dumping dei loro prodotti e ad aver paura degli sprechi, di tutti gli sprechi.”
Ma – aggiungo io – rimanendo saldamente ancorati all’Europa e alla moneta unica, cercando di riformare quelle istituzioni comunitarie che non funzionano e dando alla Bce quegli strumenti che attualmente le mancano per essere davvero una banca centrale sulla falsariga della Fed statunitense.
dopo averti letto inizio a fare le valigie per emigrare definitivamente in un altro Paese :(
 

samir

Forumer storico
dopo averti letto inizio a fare le valigie per emigrare definitivamente in un altro Paese :(

non c'è niente di più bello del baratto:io ti porto il pane fatto in casa la frutta e l'insalata dell'orto e la carne di gallina del pollaio, tu mi paghi in oro o argento vah è lostesso :D

nazionalizziamo nel frattempo la Banca d'Italia(ricordo a tal proposito certi posts di generali le cui parole profumavano di nostalgia sul fol di un tempo oramai lontano...ma mai dimenticato)

coltiviamo le nostre risorse di nicchia che non è certamente l''abbigliamento
ma la ricerca ed i servizi e allarghiamo ICE ai mercati in espansione
 

blackstar

Member
Tornare alla lira tecnicamente non sarebbe complicato però.........leggi articolo che segue.


1) Quasi tutti gli economisti interpellati e molte banche concordano che in caso di ritorno alla lira la nuova moneta sarà svalutata del 30/60 %. Questo comporta che la banca centrale stamperà tante banconote mentre redditi fissi, stipendi, pensioni rimarranno fermi al livello attuale. Se la moneta si chiamerà ancora lira chi percepisce uno stipendio di 1300 € percepirà 1300 lire nuove.
2) Se lo stato svaluterà del 60% la nuova moneta manterrà costante la propria ricchezza rispetto al resto del mondo a danno della ricchezza dei suoi cittadini, sia quella monetaria che il lavoro. Lo Stato non farà altro che aumentare del 150% la moneta in circolazione in modo tale che chi prima aveva, ad esempio, l’1% della massa monetaria nazionale, dopo la svalutazione possiederà solo lo 0.4% della massa monetaria nazionale.
3) Gli acquisti dall’estero ci costeranno più cari dello stesso 150% di cui è aumentata la quantità di moneta in circolazione, perché chi vende vorrà guadagnare le stesse somme di denaro. Per esempio la benzina passerà da 1.5 € al litro a 1.5 lire al litro e dopo la svalutazione del 60% passerà a 3.75 lire al litro mentre – ovviamente – stipendi, pensioni e tutti i redditi fissi saranno sempre gli stessi. Per fare un altro esempio se adesso si spendono 2000 € all’anno per il riscaldamento, dopo la svalutazione si spenderanno 5000 lire all’anno con lo stipendio o la pensione che rimane fermo, che so, alle 1300 lire che dicevo prima. L’energia prodotta con gas e carbone importato aumenterà del 150%. Se ora costasse 1000 € all’anno, dopo la svalutazione costerebbe 2500 lire all’anno.
4) Il lato opposto della medaglia è che diventeremmo un paese molto appetibile per chi acquistasse prodotti italiani: auto, abbigliamento, turismo e questo potrebbe far ripartire l’industria e la produzione di beni e servizi. Chi potrà aumentare i prezzi lo farà, chi ha un reddito fisso diventerà più povero. Chi aumenterà i prezzi sarà sottoposto alla pressione dei nuovi poveri che non potranno comprare quello che compravano prima e la stabilità sociale fatta di equilibri già compromessi potrebbe esplodere in manifestazioni di piazza e tumulti. Cose già viste negli anni passati in Argentina e più recentemente in Grecia. La banca UBS ha valutato lo scenario di un default dei paesi a debole economia come l’Italia, con svalutazione del 60%, sulla base delle esperienza precedenti quali ad esempio l’Argentina. UBS ha calcolato che il costo pro capite medio di un default potrebbe essere di 9500/11500 € per il primo anno per poi ridursi a 3000/4000 € negli anni seguenti. A conti fatti una famiglia media composta da 3 persone perderebbe tra i 9 mila e i 12 mila euro all’anno.
5) Mentre lo Stato, stampando più banconote, avrà più soldi per pagare gli stipendi pubblici e le pensioni che rimarranno costanti, avrà realizzato una reale diminuzione della spesa pubblica a scapito dei redditi fissi che saranno tagliati del 60% rispetto a molti beni.
6) Una ulteriore conseguenza potrebbe essere che più nessun produttore di materie prime fondamentali come il petrolio potrebbe volercele vendere, vedendo in noi un paese fallito. I paesi, come le aziende, che falliscono sono considerati cattivi pagatori da mettere nelle “black list”
7) Un aspetto positivo potrebbe essere, negli anni a venire, un graduale assorbimento della grande massa di giovani disoccupati nelle industrie che riprenderebbero fiato grazie alle esportazioni.
Ma sono scenari che mi fanno paura.
Alla fine i pochi ricchi sarebbero solo un poco meno ricchi. Le classi medie, cioè la grande parte dei cittadini italiani, diventerebbero povere. E i poveri veri morirebbero di fame.
Siamo ancora sicuri di voler uscire dall’euro? Forse ha ragione Alberoni, quando esorta a “partire dall’idea che possiamo tornare poveri come lo eravamo nel dopoguerra e che siamo in concorrenza con Paesi ad alta tecnologia e basso costo della manodopera. Per cui dobbiamo partire da capo, con tenacia, con perseveranza, ricostruire la capacità tecnologica ricercando e studiando, poi sfruttare le nicchie in cui abbiamo ancora un vantaggio, facendo qualsiasi lavoro e facendolo bene. Ma anche imparando a difenderci dal dumping dei loro prodotti e ad aver paura degli sprechi, di tutti gli sprechi.”
Ma – aggiungo io – rimanendo saldamente ancorati all’Europa e alla moneta unica, cercando di riformare quelle istituzioni comunitarie che non funzionano e dando alla Bce quegli strumenti che attualmente le mancano per essere davvero una banca centrale sulla falsariga della Fed statunitense.



:ciao:



4) E la stabilità sociale fatta di equilibri già compromessi potrebbe esplodere in manifestazioni di piazza e tumulti.

4 Questo dovrà per forza di cose capitare, dopo le finanziarie fatte da agosto in poi, Proprio perche toccherà partire da zero, altrimenti in questo paese per pagare tutti quei privilegi che ci sono, devono ormai pagarlo le nuove generazioni se non faranno come nel 68.

6) Una ulteriore conseguenza potrebbe essere che più nessun produttore di materie prime fondamentali come il petrolio potrebbe volercele vendere, vedendo in noi un paese fallito. I paesi, come le aziende, che falliscono sono considerati cattivi pagatori da mettere nelle “black list”


6 E qui noi non le vogliamo più perché potremmo portare l’Italia a una nazione indipendente, facciamo solare energie alternative, via privilegi e burocrazia l’Italia volerebbe, quanto lavoro ci sarebbe? ricostruiamo l’Italia e non vogliamo più niente dagli altri, anzi se vogliono qualcosa dovranno pagarla cara.


7) Un aspetto positivo potrebbe essere, negli anni a venire, un graduale assorbimento della grande massa di giovani disoccupati nelle industrie che riprenderebbero fiato grazie alle esportazioni.
Ma sono scenari che mi fanno paura.

Alla fine i pochi ricchi sarebbero solo un poco meno ricchi. Le classi medie, cioè la grande parte dei cittadini italiani, diventerebbero povere. E i poveri veri morirebbero di fame.

Siamo ancora sicuri di voler uscire dall’euro? Forse ha ragione Alberoni, quando esorta a “partire dall’idea che possiamo tornare poveri come lo eravamo nel dopoguerra e che siamo in concorrenza con Paesi ad alta tecnologia e basso costo della manodopera.

Per cui dobbiamo partire da capo, con tenacia, con perseveranza, ricostruire la capacità tecnologica ricercando e studiando, poi sfruttare le nicchie in cui abbiamo ancora un vantaggio, facendo qualsiasi lavoro e facendolo bene.

Ma anche imparando a difenderci dal dumping dei loro prodotti e ad aver paura degli sprechi, di tutti gli sprechi.”

Ma – aggiungo io – rimanendo saldamente ancorati all’Europa e alla moneta unica, cercando di riformare quelle istituzioni comunitarie che non funzionano e dando allaBce quegli strumenti che attualmente le mancano per essere davvero una banca centrale sulla falsariga della Fed statunitense.


7 Non dovremo più dare retta alla BCE ne alla FED, sono tutte strutture sanguisughe, private, che stanno scherzando con il fuoco, dobbiamo reagire non c’è alternativa.

Se non lo faremo sarà la fine ci piegheranno come vogliono.



:ciao::ciao::ciao:
 
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generali1984

Forumer storico
.........................

Tornare alla lira tecnicamente non sarebbe complicato però......



...leggi articolo che segue.


Anzitutto un saluto a Samir


poi veniamo all'uno e al trino
il disceso dalle nuvole ci informa che <tecnicamente non sarebbe complicato>
ammetto che dopo aver letto l'intervento di apertura e il nick ho guardato la data di iscrizione ,
quasi mi aspettavo di leggere 25 dicembre :D

bhè siamo qui attendiamo di essere illuminati
su ci illumini
certo per chi ha creato l'universo in sei giorni e il settimo si è guardato intorno,
tornare alla liretta deve essere un millionesimo di sbadiglio,
un acceno di pensiero
ma a me che sono ignorante e incompetente la cosa mi sfugge
su nom sia timido, butti giù i punti che ritiene necessari,
e non si limiti a "mi basta pensarlo" che così non ci illumina
attendiamo impazienti sue nuove

in quanto all'articolo citato
prendo atto che non ci sono riferimenti
non si sa se è suo o se lo ha rapinato in giro nel web
se fosse la seconda ho un certo disgusto per chi si comporta così
attendo risposta poi se il caso faccio commenti
per intanto mi limito a una generico alcune cose sono condivisibili
altre sono caxxate immani

rispondo solo al presunto studio di UBS che tanti citano
commentando i commenti degli altri
io me lo sono lettp e vale una pippa
mi consenta
studi e previsioni statistiche di quel genere le posso fare pure io
che sono ignorante e ho fatto le scuole basse
in pratica si parte dal concetto che una crisi è statisticamente inquadrabile e numericamente rapportabile , spazzatura

resto in attesa di leggere come dipana in semplici punti
l'uno e il trino


per gli altri invece che leggono e non tentano
guardate che sarebbe solo un gioco
nessuno vi dice nulla se sparate caxxate
l'importante è che non pretendiate di ammantarle sotto una cappa di superficialità come ha fatto il tipo sopra che ho quotato
io ammetto di essere ignorante sul quesito/gioco posto,
mi aspetto però che non si pretenda di passare per sapienti "sulla parola"
 

generali1984

Forumer storico
Uppiamo

ci fosse qualcuno a cui era sfuggito e che mi/ci può aiutare a capire come fare
anche qualcuno poco esperto e con svolgimento procedura senza troppi fronzoli e pretese

attendo speranzoso :-o
 

nagual

mondo patafisico
A me uno stipendio da duemilioni e mezzo non mi dispiacerebbe, se non le tasche almeno mi riempirebbe la bocca.
Se poi un idraulico mi chiedesse trecentomila lire per cambiarmi lo sciacquone lo manderei a cagare, nel suo di cesso, ovviamente.
 

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