Gioco d'azzardo italiano (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
Ndrangheta, confiscati beni per 330 milioni al 're videopoker'

Operazione della Gdf nei confronti di Gioacchino Campolo



Reggio Calabria, (TMNews) - Un patrimonio di circa 330 milioni di euro che comprende imprese, 256 immobili, rapporti bancari e azioni e 119 quadri: è l'oggetto della confisca eseguita dai finanzieri del nucleo di polizia tributaria e dal Gico di Reggio Calabria, in collaborazione con lo Scico di Roma, ai danni dell'imprenditore Gioacchino Campolo, conosciuto come "il re dei videopoker". Il patrimonio, già oggetto di sequestro nel luglio del 2010, secondo i magistrati è stato accumulato grazie ai legami con le cosche della 'ndrangheta del reggino: Campolo nel 2011 è stato condannato a 18 anni di reclusione, sentenza ora all'esame della Corte d'appello, per concorrenza sleale e estorsione. Campolo otteneva il denaro alterando gli apparecchi da gioco, soldi poi messi a disposizione della 'ndrangheta o usati per comprare immobili a Reggio Calabria e provincia, Roma, Milano, Taormina e Parigi. Tra i beni confiscati quadri, considerati autentici, di Dalì, Guttuso, De Chirico, Fontana e Sironi, e auto di lusso.
 

tontolina

Forumer storico
Anche il pc ha l'immunità

di Marco Travaglio L'incredibile storia di un computer trovato durante una perquisizione a casa di un imprenditore dell'azzardo e ripreso con la forza dall'onorevole Amedeo Laboccetta, che ha sostenuto che era suo, quindi non poteva essere sequestrato
(30 gennaio 2012)
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Amedeo Laboccetta
Il 10 novembre la Procura di Milano manda la Guardia di Finanza a perquisire la casa-ufficio romana di Francesco Corallo, titolare della Atlantis specializzata in gioco d'azzardo. La società, secondo l'accusa, avrebbe ricevuto un finanziamento irregolare di 150 milioni da Bpm grazie alla sponsorizzazione dell'ex presidente Massimo Ponzellini, indagato per associazione a delinquere. Francesco Corallo è il figlio di "don" Gaetano condannato negli anni Ottanta per l'assalto della mafia catanese di Nitto Santapaola al casinò di Sanremo. Ma dice di aver interrotto da tempo i rapporti col padre. E così, nonostante l'ingombrante cognome, Atlantis ha vinto l'appalto dei Monopoli di Stato per il controllo telematico delle new slot, le macchinette mangiasoldi legalizzate da una legge del governo Berlusconi, che ogni anno incassano 10 miliardi.

Nel 2010 la Corte dei Conti le ha chiesto indietro 31,3 miliardi, fra sanzioni e multe per l'omesso collegamento delle slot machine alla rete telematica di controllo e il mancato prelievo dei contributi dovuti ai Monopoli per ogni giocata: il valore della finanziaria Monti. Somma che naturalmente Atlantis nega di dover pagare. All'arrivo della Finanza, Corallo jr. chiama subito l'on. avv. Giulia Bongiorno, si dichiara ambasciatore della Repubblica Dominicana presso la Fao e invoca l'immunità diplomatica. Ma alla Farnesina non risulta, e nemmeno alla Fao. Niente immunità.

Lui insiste di essere ambasciatore ma, bontà sua, rinuncia all'immunità e fa entrare i militari. Questi trovano un computer portatile e lo impacchettano per sequestrarlo, mentre Corallo tenta di convincerli che non è suo, ma di una sua collaboratrice sudamericana presente nell'appartamento: Olga Lucia Mejia Aguirre. A quel punto sopraggiunge trafelato l'amico Amedeo Laboccetta, deputato Pdl, già rappresentante di Atlantis in Italia, che smentisce Corallo e assicura che il pc è suo, dunque coperto come lui da un'altra immunità: quella parlamentare.

E, con agile mossa, se lo porta via. L'onorevole, ovviamente membro della commissione Antimafia, dichiara all'Ansa che "quel pc è mio e, se qualcuno afferma il contrario, se ne assumerà la responsabilità. Le pare che durante una perquisizione qualcuno va a prendere il computer di un altro?".

La Procura avvia accertamenti sul reale proprietario, mentre Laboccetta continua a strepitare a mezzo Ansa: "E' sbalorditivo che qualcuno ipotizzi addirittura un favoreggiamento, di cui manca ogni presupposto giuridico oltre che di fatto. L'indagine, per quanto si legge sui giornali, si fonda su illazioni e congetture senza fondamento". Infatti la Procura lo indaga per favoreggiamento (e Corallo per falso). E chiede alla Camera l'autorizzazione a sequestrargli il pc.

La pratica passa alla giunta di Montecitorio, dove il Pdl si schiera subito per il no, mentre Laboccetta magnanimo è per il sì: "nulla da nascondere, il pc contiene le mie attività istituzionali". Invece, per i pm, "vi è fondato motivo di ritenere che contenga dati e informazioni relativi ai rapporti di affari" fra Atlantis e Bpm. Che ci faceva il pc in casa Corallo? "L'avevo lasciato su una sedia a caricare", spiega Laboccetta alla giunta. E Olga Lucia? "E' la mia ex colf", anch'essa dimenticata a casa Corallo e non è proprietaria del pc, ma "solo del giochino Blackberry" (testuale). Il 18 gennaio la giunta dice sì alla perquisizione, coi voti di Lega, Idv, Pd e Udc. E gira la pratica all'aula.

Ma Laboccetta, con la consueta agilità, previene il voto e il 20 annuncia: "Ho consegnato spontaneamente il pc agli organi inquirenti poiché il Paese ha questioni ben più importanti da affrontare" e per "mettere fine a una querelle sterile, artatamente alimentata da alcuni. Da parte mia non è mai mancato lo spirito di leale collaborazione".

infatti ha lealmente collaborato a sottrarre una possibile prova. E chissà - domanda Federico Palomba dell'Idv - "se il pc è ancora nelle stesse condizioni in cui è stato prelevato". Già, chissà. Ma il gesto di Amedeo Manolesta non è stato vano: ha dimostrato ancora una volta che i privilegi più odiosi della casta non sono i superstipendi: sono le immunità extralarge, che ormai si estendono financo agli amici degli amici, alle colf e ai loro pc. Per contagio.
 

aroypattayena

Nuovo forumer
e io che volevo giocare al superenalotto

in italia, quando uno vince rimane nascosto, invece alla lotteria usa deve essere chiaramente visibile,

come in qualunque lotteria che si rispetti voglio vedere un vincitore in carne.


chissà dove finiscono i soldi delle vincite italiane :D
 

tontolina

Forumer storico
Anche il pc ha l'immunità

di Marco Travaglio L'incredibile storia di un computer trovato durante una perquisizione a casa di un imprenditore dell'azzardo e ripreso con la forza dall'onorevole Amedeo Laboccetta, che ha sostenuto che era suo, quindi non poteva essere sequestrato
(30 gennaio 2012)
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Amedeo Laboccetta
Il 10 novembre la Procura di Milano manda la Guardia di Finanza a perquisire la casa-ufficio romana di Francesco Corallo, titolare della Atlantis specializzata in gioco d'azzardo. La società, secondo l'accusa, avrebbe ricevuto un finanziamento irregolare di 150 milioni da Bpm grazie alla sponsorizzazione dell'ex presidente Massimo Ponzellini, indagato per associazione a delinquere. Francesco Corallo è il figlio di "don" Gaetano condannato negli anni Ottanta per l'assalto della mafia catanese di Nitto Santapaola al casinò di Sanremo. Ma dice di aver interrotto da tempo i rapporti col padre. E così, nonostante l'ingombrante cognome, Atlantis ha vinto l'appalto dei Monopoli di Stato per il controllo telematico delle new slot, le macchinette mangiasoldi legalizzate da una legge del governo Berlusconi, che ogni anno incassano 10 miliardi.

Nel 2010 la Corte dei Conti le ha chiesto indietro 31,3 miliardi, fra sanzioni e multe per l'omesso collegamento delle slot machine alla rete telematica di controllo e il mancato prelievo dei contributi dovuti ai Monopoli per ogni giocata: il valore della finanziaria Monti. Somma che naturalmente Atlantis nega di dover pagare. All'arrivo della Finanza, Corallo jr. chiama subito l'on. avv. Giulia Bongiorno, si dichiara ambasciatore della Repubblica Dominicana presso la Fao e invoca l'immunità diplomatica. Ma alla Farnesina non risulta, e nemmeno alla Fao. Niente immunità.

Lui insiste di essere ambasciatore ma, bontà sua, rinuncia all'immunità e fa entrare i militari. Questi trovano un computer portatile e lo impacchettano per sequestrarlo, mentre Corallo tenta di convincerli che non è suo, ma di una sua collaboratrice sudamericana presente nell'appartamento: Olga Lucia Mejia Aguirre. A quel punto sopraggiunge trafelato l'amico Amedeo Laboccetta, deputato Pdl, già rappresentante di Atlantis in Italia, che smentisce Corallo e assicura che il pc è suo, dunque coperto come lui da un'altra immunità: quella parlamentare.

E, con agile mossa, se lo porta via. L'onorevole, ovviamente membro della commissione Antimafia, dichiara all'Ansa che "quel pc è mio e, se qualcuno afferma il contrario, se ne assumerà la responsabilità. Le pare che durante una perquisizione qualcuno va a prendere il computer di un altro?".

La Procura avvia accertamenti sul reale proprietario, mentre Laboccetta continua a strepitare a mezzo Ansa: "E' sbalorditivo che qualcuno ipotizzi addirittura un favoreggiamento, di cui manca ogni presupposto giuridico oltre che di fatto. L'indagine, per quanto si legge sui giornali, si fonda su illazioni e congetture senza fondamento". Infatti la Procura lo indaga per favoreggiamento (e Corallo per falso). E chiede alla Camera l'autorizzazione a sequestrargli il pc.

La pratica passa alla giunta di Montecitorio, dove il Pdl si schiera subito per il no, mentre Laboccetta magnanimo è per il sì: "nulla da nascondere, il pc contiene le mie attività istituzionali". Invece, per i pm, "vi è fondato motivo di ritenere che contenga dati e informazioni relativi ai rapporti di affari" fra Atlantis e Bpm. Che ci faceva il pc in casa Corallo? "L'avevo lasciato su una sedia a caricare", spiega Laboccetta alla giunta. E Olga Lucia? "E' la mia ex colf", anch'essa dimenticata a casa Corallo e non è proprietaria del pc, ma "solo del giochino Blackberry" (testuale). Il 18 gennaio la giunta dice sì alla perquisizione, coi voti di Lega, Idv, Pd e Udc. E gira la pratica all'aula.

Ma Laboccetta, con la consueta agilità, previene il voto e il 20 annuncia: "Ho consegnato spontaneamente il pc agli organi inquirenti poiché il Paese ha questioni ben più importanti da affrontare" e per "mettere fine a una querelle sterile, artatamente alimentata da alcuni. Da parte mia non è mai mancato lo spirito di leale collaborazione".

infatti ha lealmente collaborato a sottrarre una possibile prova. E chissà - domanda Federico Palomba dell'Idv - "se il pc è ancora nelle stesse condizioni in cui è stato prelevato". Già, chissà. Ma il gesto di Amedeo Manolesta non è stato vano: ha dimostrato ancora una volta che i privilegi più odiosi della casta non sono i superstipendi: sono le immunità extralarge, che ormai si estendono financo agli amici degli amici, alle colf e ai loro pc. Per contagio.
Bpm, arrestato Massimo Ponzellini
per i finanziamenti a Corallo
http://www.repubblica.it/economia/finanza/...llini-36119168/

Il banchiere è ai domiciliari, sull'imprenditore, invece, pende una misura cautelare che non può essere eseguita perché latitante. Fermato anche Antonio Cannalire "soggetto in stretti rapporti" con l'ex numero uno della Banca Popolare di Milano
di WALTER GALBIATI ed EMILIO RANDACIO

Bpm, arrestato Massimo Ponzellini per i finanziamenti a Corallo Massimo Ponzellini
MILANO - Massimo Ponzellini, ex presidente della Banca Popolare di Milano e attuale numero uno di Impregilo, è stato messo agli arresti domicialiari dalla Procura di Milano per i finanziamenti concessi alle società riconducibili a Francesco Corallo sul quale pende una misura cautelare, ma che non può essere eseguita perché latitante. Con Ponzellini ai domiciliari anche Antonio Cannalire emerso come "un soggetto in stretti rapporti con Ponzellini, su cui esercitava una forte influenza e con cui avrebbe curato pratiche di finanziamento chiaramente anomale con personaggi di rilievo istituzionale".

Le accuse, nell'inchiesta coordinata dai pm Roberto Pellicano e Mauro Clerici, sono di associazione per delinquere finalizzata all'appropriazione indebita e alla corruzione privata. Nell'ambito della stessa vicenda la Procura contesta ai banchieri anche il divieto di contrarre obbligazioni. Tra gli indagati figurerebbero anche Enzo Chiesa, ex dg della Bpm, e Marco Milanese ex braccio destro di Giulio Tremonti, ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti. A Ponzellini vengono, inoltre, contestate anche presunte "mazzette" per 5,7 milioni di euro.

Nel mirino degli inquirenti era finito lo scorso ottobre il finanziamento da 148 milioni di euro da parte di Bpm alla società Atlantis/BpPlus, "un finanziamento che - scrivevano i pm in un decreto di sequestro - appare incomprensibile, sia secondoi canoni di buona amministrazione sia, più gravemente, secondo le regole della disciplina in materia di riciclaggio". La banca avrebbe prestato soldi alla Atlantis che, risalendo la catena di controllo, farebbe capo attraverso una società offshore delle Antille Olandesi a Francesco Corallo, figlio di Gaetano, condannato per reati di criminalità organizzata, e legato al clan di Nitto SantaPaola.

I ricavi della Atlantis, attiva nei giochi d' azzardo e vincitrice di una gara d'appalto con l'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato (Aams), finirebbero al di fuori dei confini nazionali, senza saperne la destinazione. Dubbi sarebbero emersi anche su un aumento di una fideiussione concessa ad Atlantis, in occasione della quale non sarebbero stati verificati i requisiti della società, primo fra tutti la necessità che la società per ottenere le concessioni sui giochi d' azzardo dalla Stato italiano non avesse sede in Paesi a fiscalità agevolata. E per capire i legami tra il gruppo Atlantis e l'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato (Aams), la Guardia di finanza ha già perquisito gli uffici di Roma di quest'ultima, il cui direttore generale, Raffaele Ferrara, è presidente dell'Organismo di Vigilanza della Bpm.
 

tontolina

Forumer storico
B.P.Milano: Gip, Milanese corrotto per favorire normativa su giochi

MILANO (MF-DJ)--Marco Milanese avrebbe corrotto una disciplina normativa a favore di Francesco Corallo, in particolare riguardo alla normativa sui giochi del 2010 per introdurre le macchinette di seconda generazione. Fu una norma introdotta nei giorni della tematica riguardante il Terremoto dell'Abruzzo che serviva per reperire fondi da destinare alla ricostruzione.
E' quanto emerge dall'ordinanza di custodia cautelare emessa oggi dal Gip Cristina Di Censo, in merito agli arresti di Massimo Ponzellini, Antonio Cannalire e Francesco Corallo, che risulta latitante. L'ordinanza, composta da 60 pagine circa, spiega che viene contestato il reato di associazione a delinquere a Ponzellini, Cannalire, Milanese, Enzo Chiesa e al commercialista bolognese Guido Rubbi.
Secondo quanto si legge nel documento, all'interno della B.P.Milano esisteva una struttura parallela che erogava credito a propria discrezione facendo pressioni su alcune istruttorie. Ponzellini, sempre secondo l'accusa riceveva personalmente alcune segnalazioni che poi veicolava in prima persona attraverso Cannalire che faceva forti pressioni affinche' alcune pratiche fossero evase anche senza avere tutte le caratteristiche richieste dalle normative.
Nel caso del finanziamento alla societa' Atlantis da 148 mln, di cui 100 mln cash, l'accusa e' di corruzione privata perche', secondo l'ordinanza Corallo avrebbe corrotto Ponzellini per concedere tale prestito. L'ex presidente di B.P.Milano avrebbe ricevuto versamenti o promesse di versamenti per un totale di 5,7 mln. Da Corallo avrebbe ricevuto 1 mln euro mentre 3,5 mln di sterline sarebbero emersi da un contratto riferibile ai due.

Inoltre Ponzellini avrebbe pure ricevuto promesse o versamenti da Sisal, per 860.000 euro, Capgemini, Energreed e Prc(Almaviva). La sede privilegiata delle operazioni per concedere i finanziamenti era quella di Roma. mcn
(END) Dow Jones Newswires
May 29, 2012 06:47 ET (10:47 GMT)
 

tontolina

Forumer storico
Gip, tra richieste finanziamenti anche Paolo Berlusconi MILANO (MF-DJ)--Tra i soggetti che chiedevano finanziamenti alla B.P.Milano, tramite Antonio Cannalire a Massimo Ponzellini, c'era anche Paolo Berlusconi.
E' quanto emerge dall'ordinanza del Gip in cui si legge che il fratello dell'ex premier si era rivolto alla Bpm per un finanziamento, ma l'area divisione crediti aveva espresso perplessita' dato che Paolo Berlusconi secondo quanto dichiarato da un funzionario, chiedeva "una cosa che fatta cosi' sta un po' sull'impossibile'". mcn
(END) Dow Jones Newswires
May 29, 2012 06:53 ET (10:53 GMT)
 

tontolina

Forumer storico
B.P.Milano: Gip, da Ponzellini inviti a politici finche' abbiamo una banca

MILANO (MF-DJ)--"Le pratiche introdotte da Cannalire riguardano quasi sempre soggetti legati in qualche modo a personalita' di rilievo del mondo politico-istituzionale".
E' quanto si legge in un passaggio dell'ordinanza di custodia cautelare per Massimo Ponzellini, Antonio Cannalire e Francesco Coralli in cui viene riportata anche una intercettazione nella quale Cannalire chiama la segretaria dell'allora ministro Paolo Romani dicendo: "mi dice il mio capo, Ponzellini, finche' c'abbiamo una banca si puo' invitare stasera Paolo a cena". In particolare l'ex ministro Romani, secondo gli inquirenti, si era interessato affinche' Ilaria Sbressa potesse ottenere un finanziamento per il canale televisivo 33 del digitale terrestre. "L'imprenditrice - scrive il gip - mirando a ottenere un finanziamento di 500mila euro dalla Bpm, si e' rivolta direttamente a Cannalire, il quale a sua volta ha ricevuto una sollecitazione dell'allora ministro Paolo Romani ('che gli avrebbe fatto pelo e contropelo per il fatto che la pratica di finanziamento della Sbressa e' bloccata da un mese')".
Sempre secondo quanto emerge dall'ordinanza anche l'ex ministro Ignazio La Russa contattava Ponzellini. Per la societa' Quintogest, si legge nel documento "e' stato l'ex ministro Ignazio La Russa a chiedere un interessamento personale a Ponzellini, parrebbe qui soltanto per accelerare i tempi della pratica". Quel giorno "tale Giordano della Quintogest chiamava direttamente Cannalire riferendo di avere spiegato a La Russa che la sua pratica non era di facile trattazione e che questi aveva replicato 'allora chiamo io Massimo, vedrai che e' facile'". Anche Daniela Santanche' veicolava richieste di finanziamento attraverso Cannalire, che, scrive il Gip, "con il quale mostra un rapporto di notevole confidenza". E' il caso del finanziamento per Visibilia e "anche in questo caso - scrive il gip - l'attivita' della societa' non sembra finanziabile". mcn
(END) Dow Jones Newswires
May 29, 2012 07:13 ET (11:13 GMT)
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questi invece di governare il paese in grave stato di necessità
arraffavano e portavano al fallimento una banca
 
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