Indici europei, apertura contrastante dopo dato su stagnazione tedesca
La prima economia europea mostra il fianco proprio
mentre
si attende l’impatto dell’epidemia di coronavirus
La locomotiva d’Europa si è fermata nell’ultimo trimestre del 2019:
il Pil tedesco del 4T ha infatti segnalato una crescita pari a zero, a fronte di un’aspettativa (comunque più bassa rispetto al dato precedente) di un +0,1%.
Sono scesi i consumi e la spesa pubblica, ma a pesare è soprattutto il preoccupante dato sull’industria manifatturiera tedesca, indebolita in gran parte per via delle tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti.
La guerra commerciale ha infatti trovato una sorta di conclusione con una tregua caduta con particolare tempismo. La firma dell’accordo commerciale è avvenuta
il 15 gennaio; pochi giorni dopo, Pechino avrebbe annunciato i primi, preoccupanti dati sull’espandersi del coronavirus, che ha messo la sanità globale in stato di emergenza e minaccia di affossare le economie globali. Eppure ancora si scontano le ricadute della guerra dei dazi sull’industria tedesca, soprattutto quella automobilistica.
In quali condizioni versa l’economia tedesca?
L’unica buona notizia è che, allo stesso tempo, è stato rivisto al rialzo il dato del trimestre precedente, passato dallo 0,1% di crescita allo 0,2%.
L’ufficio federale di statistica ha osservato un aumento degli acquisti nel settore delle costruzioni, al contrario della spesa per macchinari e altri materiali, che hanno registrato una flessione rispetto all’estate.
Male l’export, che a dicembre ha registrato un aumento del solo 0,1% (a fronte di previsioni di crescita dello 0,5%), dopo un calo del 2,2% di novembre, mentre sia gli ordini all’industria che la produzione industriale hanno registrato una flessione anno su anno rispettivamente del 6,68% e dell’8,7%.
Cosa si prevede per il futuro?
Nelle ultime settimane si sono levate sempre più voci a chiedere uno stimolo fiscale da parte del governo centrale, considerate necessarie per sbloccare l’empasse dell’industria tedesca.
D’altra parte, quello di Angela Merkel è un governo che si avvia verso il tramonto - proprio nello stesso periodo in cui si sconteranno gli effetti dell’epidemia di coronavirus sull’economia tedesca. In realtà, secondo gli analisti, tale impatto si registrerà soprattutto nel primo trimestre del 2020; eppure molto dipende da quando l’epidemia raggiungerà il suo picco di espansione – e, dunque, da quando comincerà a scemare: alcuni esperti hanno parlato di una possibile recessione ad aprile.
Dunque, sebbene al voto manchino ancora parecchi mesi (le elezioni sono previste a ottobre del 2021), all’interno della Cdu i lavori per un cambiamento della leadership sono già iniziati – mettendo in pericolo tra l’altro la tenuta della Grande Coalizione con la Spd, che ha già minacciato elezioni anticipate. Le turbolenze nella politica interna si sono fatte ancora più forti dopo che, lunedì scorso, la candidata più plausibile alla cancelleria, Annegret Kramp-Karrenbauer, ha annunciato il proprio ritiro dalla presidenza della Cdu.
Come si presenta la situazione nell’UE?
Nel frattempo, in mattinata sono stati pubblicati anche i dati sulla crescita economica trimestrale dell’Eurozona. Il pil degli ultimi tre mesi del 2019 ha registrato una crescita dello 0,1%, confermando le aspettative di una flessione rispetto al dato del trimestre precedente (+0,3%). Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, invece, si registra una flessione dello 0,9%, lo 0,01% in meno rispetto al risultato atteso.
Come hanno reagito gli indici europei?
Nonostante i dati negativi, le Borse europee aprono per lo più in rialzo: il
Dax guadagna al momento lo 0,24%, mentre il
Ftse 100 lo 0,11% e l’
Ibex lo 0,31%. Viaggia quasi sulla parità
Piazza Affari, mentre
Parigi registra una flessione dello 0,14%.
I dati negativi sull’economia tedesca hanno comunque provocato solo un indebolimento della moneta unica, raggiungendo quota
1,0828, il livello più basso dal aprile 2017. Al momento, il cambio
EUR/USD viaggia a quota 1,0846.