Fiat (F) Futuro nero per FIAT (1 Viewer)

madness

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Schiaffo russo alla Fiat

Schiaffo russo alla Fiat


(WSI) – Milano - La Fiat globale di Sergio Marchionne perde un pezzo, quello russo. La linea ufficiale del Lingotto è minimizzare: è soltanto saltato un progetto di joint venture con l’impresa semipubblica Sollers, niente in tutto. Le cose, però, sono un po’ più serie. "Marchionne rilancia sulla Russia", titolava La Stampa un anno fa, il 12 febbraio. Questa la notizia sul quotidiano controllato dal gruppo torinese: "La Fiat si allea con la Sollers di Mordashov: nasce un polo da 500 mila auto l’anno".

Il flop di una "alleanza globale"

I toni erano quelli delle grandi occasioni, adatti a raccontare un’impresa presentata come analoga a quella del 1966, quando la Fiat si alleò con l’Urss per produrre a Togliattigrad l’indimenticata (nonostante la sua bruttezza) Zigulì. Questa volta il prodotto al centro dell’intesa italorussa non era un’utilitaria ma i veicoli più importanti nella strategia Fiat-Chrysler, cioè le auto dal segmento B al segmento D, dalle grosse ciy car ai Suv e alle Jeep (specialità della Chrysler). La Sollers sembrava un partner solido, dal 2005 assembla alcuni modelli Fiat (come l’Albea, in dotazione alla polizia russa) per il mercato locale. E l’oligarca che controlla tramite la Severstal anche la Sollers, cioè Alexei Mordashov, si interessa parecchio di business italiani, ha anche acquisito la Lucchini, nel settore siderurgico che è quello principale in cui opera il suo gruppo.

L’amministratore delegato di Fiat e Chrysler, Sergio Marchionne, all’epoca della firma era entusiasta: "Hanno scelto noi riconoscendo le nostre capacità, è una vera alleanza globale". Gli obiettivi dell’operazione da 2,4 miliardi di euro erano ambiziosi: mezzo milione di vetture prodotte nel 2016, di cui il 10 per cento per l’esportazione.

Numeri stellari, ma non impossibili visto che le stime prevedono che il il mercato russo possa raggiungere i 4 milioni di vetture nei prossimi dieci anni, superando il picco toccato nel 2008 di 2,8 milioni, secondo il Boston Consulting Group nel 2018 sarà un mercato più importante di quello tedesco. E tutta l’operazione di conquista si sarebbe dovuta svolgere a costo zero, secondo il più puro stile Marchionne che prevede che i soldi li rischino sempre i partner: "Il progetto includerà nuovi impianti produttivi e un parco tecnologico per la produzione di componenti.

Si prevede che il governo russo supporti l’attuazione del progetto della joint venture attraverso l’erogazione di prestiti agevolati a lungo termine che coprano l’intero ammontare degli investimenti necessari, stimati in 2,4 miliardi di euro", si legge nella relazione semestrale di Fiat. Comprensibile quindi che Marchionne, un anno fa manifestasse un certo entusiasmo per il regime autocratico di Vladimir Putin e Dmitri Medvedev. A proposito di Putin diceva: "Mi piace ‘a panza’, mi pare una persona che ha fatto e sta facendo molto per la Russia".

Meglio scegliere la solida Ford

Ora tutto è cambiato. Lo scarno comunicato di Fiat Auto si limita a dire che "Fiat e Sollers hanno deciso di seguire strategie indipendenti per sviluppare ulteriormente le rispettive presenze in Russia. Di conseguenza, le parti hanno concordato di terminare le trattative in corso che miravano ad ampliare la portata delle attività".

Fonti aziendali, ora, ridimensionano la portata dell’accordo di un anno fa: era solo un percorso, un tentativo, un fidanzamento che non si è concluso con il matrimonio.

Peccato che, nel giro di un’ora, la Sollers annuncia la firma di un memorandum of understanding (primo passo per un accordo vero) con la Ford, con l’obiettivo di produrre e distribuire veicoli Ford in Russia. E il gruppo di Detroit, l’unico che sta uscendo dalla crisi senza aiuti del governo americano, è già molto forte in Russia dove è il primo produttore straniero dal 2002. I tempi sono rapidi, si legge nel comunicato di Sollers che la produzione partirà alla fine di quest’anno.

E la Fiat? Nessun problema, rispondono dal Lingotto, perché i vecchi accordi di assemblaggio con Sollers restano in vigore. Certo, a giudicare dal sito dell’azienda i modelli Fiat non sono quelli che tirano il mercato: a gennaio Sollers ha annunciato forti sconti sui modelli Fiat che assembla – Albea, Doblò Panorama, Linea – per renderli "pià attraenti".

Per Marchionne la sconfitta russa sui Suv è la seconda rilevante da questa parte dell’Atlantico dopo quella (molto più importante) relativa alla tentata acquisizione dell’Opel che il governo tedesco preferì consegnare ad una cordata russo-canadese guidata da Magna (anche se l’affare non andò poi a conclusione). L’amministratore delegato della Fiat, però, potrebbe discolparsi citando un recente rapporto di Credit Suisse: "Crediamo che la recente vittoria del managment Fiat nei negoziati con i sindacati significhi che l’azienda ha più abilità di muovere gli investimenti, anche fuori dalle joint venture non consolidate come quella con Sollers". La Fiom tradurrebbe così: se gli operai di Mirafiori lavorano alle condizioni di quelli russi, non è più necessario andare in Russia.
 

Alxj

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madness spero tu abbia shortato quando te l'ho segnalato altrimenti questo post diventa noioso...

sbrigati che fra 4-5 settimane riscatta il long... :D
 

madness

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madness spero tu abbia shortato quando te l'ho segnalato altrimenti questo post diventa noioso...

sbrigati che fra 4-5 settimane riscatta il long... :D

L'ennesimo che non ha capito nulla, lo ripeto per la milionesima volta: questo thread non ha nessun scopo speculativo finanziario borsistico.
Ho aperto questo thread esclusivamente solo per fare informazione contro invece la gigantesca ed incredibile disinformazione fatta finora sull'azienda Fiat e il suo amministratore che ha utilizzato tutti i mass-media possibili per farsi una propaganda e pubblicità a favore raccontando purtroppo una montagna di balle enormi.
Ho voluto far capire a tutti che i mali della Fiat sono da ricondurre per la gran parte alla classe manageriale della stessa azienda nonchè a certi ingegneri e designers.
 

madness

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Fiat: nuovo calo vendite in Europa

L'assenza degli incentivi pesa su febbraio, -16,7%. La quota del gruppo scende a 7,6% da 9,2%.




16 marzo, 09:20
  • ROMA - A febbraio Fiat Group ha subito in Europa (Ue a 27 + Efta) un calo delle vendite del 16,7%, immatricolando 76.808 nuove vetture contro le 92.212 di febbraio 2010. A gennaio il gruppo torinese aveva registrato un calo del 20,1%, immatricolando 80.018 nuove vetture. Nei primi due mesi dell'anno il Lingotto ha venduto in Europa 156.937 unità, in calo del 18,4% rispetto alle 192.380 unità dello stesso periodo del 2010.
    Riguardo ai singoli brand del gruppo, a febbraio le vendite Fiat in Europa hanno segnato un calo del 22,5% a 56.960 unità, contro le 73.465 di un anno fa. In pesante flessione anche Lancia con 8.062 nuove immatricolazioni (-22,1% rispetto alle 10.346 di febbraio 2010). Sempre in controtendenza, invece, il brand Alfa Romeo le cui vendite il mese scorso hanno registrato un'impennata in Europa del 41,7% attestandosi a 11.461 unità contro le 8.088 di un anno fa.

    A FEBBRAIO QUOTA GRUPPO SCENDE A 7,6% DA 9,2% - A febbraio la quota di mercato di Fiat Group in Europa (27 Paesi Ue + Efta) scende al 7,6% contro il 9,2% segnato a febbraio 2010. A gennaio la quota del gruppo torinese in Europa era al 7,5%. Nei primi due mesi dell'anno la quota del Lingotto in Europa si è attestata al 7,5%, in ribasso rispetto al 9,2% dello stesso periodo di un anno fa. Riguardo ai singoli brand, la quota Fiat è scesa a febbraio al 5,6% dal 7,3% di un anno fa. In calo anche Lancia scesa allo 0,8% dal precedente 1%, mentre la quota di Alfa Romeo è salita all'1,1% dallo 0,8% di febbraio 2010.

    LINGOTTO, ASSENZA INCENTIVI PESA SU FEBBRAIO - In un mercato dell'auto che in Europa torna in rialzo dopo 10 mesi di caduta, su Fiat Group Automobiles continua a pesare il confronto negativo con un febbraio 2010 trainato ancora dagli eco-incentivi attuati da numerose nazioni europee. Inoltre, si rileva a Mirafiori a commento dei dati sulle vendite di auto in Europa diffusi dall'Acea, "alcuni mercati di maggior presenza (Spagna e Italia, per esempio) continuano a registrare forti perdite nelle vendite". Complessivamente le immatricolazioni di Fiat Group Automobiles a febbraio sono poco meno di 77 mila, il 16,7% in meno rispetto allo stesso mese del 2010 e la quota è del 7,6%, in calo di 1,6 punti percentuali. Tuttavia - sottolineano a Torino - se si confrontano questi dati con quelli ottenuti negli ultimi mesi, "appare evidente che il trend è positivo: la quota di FGA infatti era stata del 6,7% in novembre, del 7,6% in dicembre e del 7,5% in gennaio". Risultati positivi per il Lingotto arrivano "sia da alcuni mercati minori dove i volumi sono aumentati decisamente (per esempio in Olanda, +77% e in Svezia, +66,4%) sia da alcuni 'major market' come Francia (+9,1%) e Germania (+8,7%)". Altri dati positivi rilevati da Mirafiori sono la "crescita record nelle vendite per Alfa Romeo (+41,7%), trainate sempre dalla Giulietta già acquistata in Europa da oltre 46 mila clienti, che risulta il marchio con il maggior incremento nel mese e nell'anno", e la conferma della "Fiat Panda come vettura più venduta nel segmento A", mentre le vendite della 500 "sono aumentate dell'11,4%".
 
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La 500 ingrana la retro, Fiat crolla

Martedí 16.08.2011 10:31

Fiat in netta flessione a Piazza Affari dopo due sedute consecutive di recupero a causa dei timori sull'andamento delle vendite per la 500 in Usa, ma anche di un comparto auto sottotono in tutta Europa. Il titolo scivola del 3,6% a 4,998 euro con oltre 8 milioni di pezzi trattati nella prima ora di negoziazione. Alla fine della scorsa settimana, la responsabile del marchio Fiat negli Stati Uniti ha dichiarato che "probabilmente" Fiat 500 non raggiungerà l'obiettivo di 50mila auto vendute in Nordamerica per quest'anno.

La ragione è da attribuirsi al ritardo verificatosi nell'apertura dei concessionari la scorsa primavera: il target è di 130 nuovi Fiat Store per il 2011, attualmente a quota 100, di cui 30 inaugurati solo a luglio. Le vendite di Fiat500 nel mese scorso sono state poco piu' di 3mila portando il totale del 2011 a circa 8mila veicoli: "Il target originario - commenta Centrosim - e' quindi piuttosto lontano".
 

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