Fondo Sarasin emergingstar! (1 Viewer)

c'è qualcuno che lo segue .ho comprato oggi 1 quota (5000euro)
speriamo bene
per fineco è il migliore:

Rendimento 1 anno 46.5%
Attivo in gestione 280.50 USD
Invest. min. iniziale 5000 EUR
Invest. min. successivo 2500 EUR
Commissione di ingresso (max) 0.00 %
Commissione di uscita (max) 0.00 %
Commissione di gestione annua 1.5 %
Performance 15.00 %
Parametro Perf. 6% p.a. until 2000-12-31, thereafter 12% p.a.
 

giuseppe.d'orta

Forumer storico
Il solo rendimento, per giunta passato, non è segno di bontà o di mediocrità di un fondo.

Prima di tutto, il rendimento è passato, e nulla ci garantisce che in futuro si ripeta, o comunque si verifichi un buon rendimento.

Oltre al confronto col mercato di riferimento, poi, bisogna anche valutare se quel rendimento è stato raggiunto correndo rischi "giusti" o eccessivi.

Poi bisogna vedere, e qui si passa all'investitore, come è inserito nel totale delle attività, con quale peso e con quali obiettivi.

Ora sposto il thread nella sezione apposita per proseguire la discussione.
 

alan1

Forumer storico
st78 ha scritto:
c'è qualcuno che lo segue .ho comprato oggi 1 quota (5000euro)
speriamo bene
per fineco è il migliore:

Rendimento 1 anno 46.5%
Attivo in gestione 280.50 USD
Invest. min. iniziale 5000 EUR
Invest. min. successivo 2500 EUR
Commissione di ingresso (max) 0.00 %
Commissione di uscita (max) 0.00 %
Commissione di gestione annua 1.5 %
Performance 15.00 %
Parametro Perf. 6% p.a. until 2000-12-31, thereafter 12% p.a.

Non lo conosco,

se mi linki dove trovare informazioni (morninstar, bluerating, .........) lo studio un po'.
 

giuseppe.d'orta

Forumer storico
Ho visto che è al primo posto nell'elenco Fineco-Morningstar, elenco che posiziona in cima i fondi con maggiore rendimento ad un anno. Come detto, aver ottenuto un gran rendimento non vuol dire necessariamente ripeterlo, per le mutate condizioni del mercato e/o dei settori in cui si investe, o anche per minori capacità o fortune del gestore.

Anche sui criteri di attribuzione delle "stelle" Morningstar ci sarebbe da discutere.

Si tratta di un "fuori categoria", non rientrando in nessuna classificazione Assogestioni: SICAV a distribuzione dei proventi che investe in fondi rivolti ai paesi emergenti.

Ecco i primi cinque assets:

Korea Fund 9,54 %
Baring Emerging Euro Trust 5,07 %
Mexico Fund 4,89 %
Brazil Fund 4,82 %
Roc Taiwan Fund 4,51 %


(Per i non iscritti a Bluerating: iscrizione gratuita per accedere alla sezione analisi).

http://www.bluerating.com/Analisi/scheda_prodotto/dettaglio.asp?ID=SARAEM&sz=ES
 

alan1

Forumer storico
Quì Morninstar fa proprio un casino,
non si accorge che è un Fondo di Fondi o cmq panieri (infatti non l'ho visto scritto da nessuna parte),
dice che investe al 91% in Finanziari :D
32 % Regno Unito e 24% Nord America :D


Si tratta di un fondo con gestione di tipo qualitativo,
si combina il sottostante benchmark scegliendo prodotti con alto Information Radio,
un po' lo stile di Vitruvius e IAM.

Il fondo riesce sul lungo a fare un po' meglio del Benchmark, ma ovviamente si tratta di uno stile passivo i quanto a pesi, pertanto subirà sempre le escursioni del benchmark.

Se i Paesi Emergenti saliranno bene, altrimenti lui scenderà.

La vola è ovviamente alta.

Nei prossimi anni è probabile che gli Emerging facciano meglio dell'Occidente, ma si tratta sempre di investimento adatto a piccole % del portafoglio ed a lungo orizzonte temporale,
unitamente alla speranza che non si resti per anni in bear market.
 

giuseppe.d'orta

Forumer storico
alan1 ha scritto:
dice che investe al 91% in Finanziari :D
32 % Regno Unito e 24% Nord America :D


Vabbè, ha solo preso in considerazione i fondi in cui la SICAV investe, dimenticando solo di verificare dove effettivamente i fondi investono :D

L'importante è che le stelle siano al posto giusto :D
 

risparmier

Forumer storico
Approfondimento

07 Oct 2008
Le economie sviluppate si avviano verso una recessione sincronizzata, migliori le prospettive per i mercati emergenti. Analisi di John Greenwood, Chief Economist di Invesco

Le prospettive economiche mondiali sono sensibilmente peggiorate dopo i fallimenti, i quasifallimenti e i salvataggi che nelle scorse settimane hanno interessato importanti istituzioni finanziarie e la principale difficoltà consiste nel prevedere quando cadrà l’ultima tessera del domino. Secondo John Greenwood, Chief Economist di Invesco, resta solo da sperare che il piano di salvataggio da 700 miliardi di dollari approntato dal Tesoro USA sia sufficiente ad arginare l'ondata di fallimenti che sta spazzando l'intero sistema finanziario statunitense e a evitare ogni possibile effetto tsunami nel resto del mondo.

"Di fronte a una fuga di capitali di tale portata, l'unica risposta possibile è una soluzione globale e sistemica che rimuova la causa stessa del problema, i crediti inesigibili delle banche, e inietti più capitali nel sistema bancario", scrive Greenwood nel suo "Economic Outlook" sul quarto trimestre 2008. Il Chief Economist di Invesco avverte che "se i mercati non si affretteranno a esprimere fiducia nella fattibilità del piano", la stretta creditizia si protrarrà nel tempo, la crisi si aggraverà e la ripresa economica tarderà.
Secondo Greenwood, la recessione sta colpendo la maggior parte delle economie sviluppate di tutto il mondo, dove aumentano gli effetti di traboccamento dell'edilizia abitativa, la stretta creditizia, gli effetti ricchezza e l'effetto moltiplicatore negativo causato dal processo di deleveraging avviato dal settore finanziario e dalle famiglie. Il Chief Economist di Invesco prevede in particolare che Stati Uniti, Gran Bretagna e Australia e alcuni paesi dell'area euro sperimenteranno un prolungato periodo di crescita inferiore al tasso potenziale. Poiché l'indebolimento della domanda globale dovrebbe causare un nuovo calo dell'inflazione il prossimo anno, Greenwood prevede per i mesi a venire una riduzione dei tassi di interesse negli Stati Uniti, nell'area euro e in Gran Bretagna, pur ritenendo che le pressioni causate dal ridotto accesso al credito, dai vincoli alla spesa al consumo e dal protrarsi del processo di deleveraging prevarranno sulla capacità delle banche centrali di allentare la politica monetaria e le condizioni di credito.

Anche per il Giappone, sostiene Greenwood, vi sono poche speranze di una ripresa a breve termine, in quanto il paese è ancora afflitto da una domanda interna stagnante e dalla debolezza della produzione industriale e delle esportazioni. Abbastanza positivo, invece, il parere dell'esperto sulle prospettive di alcune economie emergenti asiatiche che presentano ancora elevati tassi di crescita: nonostante preveda un temporaneo rallentamento dovuto all'inflazione e all'indebolimento della crescita delle esportazioni che hanno di recente interessato tali economie, Greenwood ritiene assai poco probabile un ristagno dell'attività economica interna.
"A parte i tassi sottostanti di crescita e i tassi di risparmio elevati, durante il recente boom economico queste economie non hanno raggiunto livelli di indebitamento paragonabili a quelli delle economie sviluppate, di conseguenza perderanno meno tempo a risanare i bilanci e a ripristinare la stabilità economica", sostiene Greenwood. A suo parere, le economie asiatiche sono "ben posizionate ...

http://www.fondionline.it/indicecms.php?idpagina=art&idart=18651
 

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