La Depressione? E’ una “deliberata politica” UE, dice King
Maurizio Blondet 2 marzo 2016
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La Depressione? E' una "deliberata politica" UE, dice King - Blondet & Friends
Non vi capisco, voi che criticate Matteo Renzi. Fa’ al suo meglio il compito per cui è stato messo lì,
terzo nella lista dei “messi lì”: cantarvi le canzoncine mentre morite. “Mezzo milione di posti di lavoro in più! Il mio Jobs Act è impressionante! E tasse giù! Deficit in calo! Successo impressionante della lotta all’evasione!”.
Come le favole che si raccontavano ai bambini, perché sprofondassero nel sonno sognando fate e folletti. Solo che
quello in cui vi fanno cadere, è il sonno della morte, della grande depressione economica. La disoccupazione giovanile è sul 40%. I nuovi assunti sono i vecchi; il numero degli inattivi, ossia di quelli che hanno rinunciato a cercare, non fa’ che aumentare. Come le tasse, del resto.
Ma lui deve cantarvele. Perché ce lo chiede l’Europa.
Non ascoltate, vi prego, il vocione dell’adulto che può svegliarvi.
“La depressione in cui vi affondano è una scelta deliberata della UE”. Chi è che parla? E’ Lord Mervyn King, governatore della Banca centrale britannica dal 2003 al 2013, quindi che ha tenuto il timone monetario nel decennio della peggior crisi epocale. Già quando era banchiere centrale, quindi con l’obbligo di mentire, suscitò la mia personale attenzione per una certa tendenza a dire la verità: figurarsi adesso che è in pensione e scrive saggi. L’altra sera, nel presentare il suo ultimo libro alla London School of Economics,
ha mostrato un grafico strano.
Che compara la depressione in corso in Grecia con quella che soffrirono gli Stati Uniti nel 1929-39. La depressione in Grecia è peggiore, più profonda e mortale di quella di allora; ancor peggio, mentre negli Usa a cinque anni dalla crisi si notò un lento risalire,
la Grecia affonda e affonda. Non può salvarsi, ha spiegato King:
La Grecia peggio degli Usa anni 30 “I paesi alla periferia dell’area euro non hanno più nulla per controbilanciare l’austerità. Gli si impone puramente e semplicemente di tagliare la spesa totale, senza alcuna forma di domanda per compensare. Non avrei mai immaginato che avremmo rivisto, in un paese europeo, una depressione più profonda di quella che gli Usa soffrirono negli anni ’30.
E’ spaventoso, ed è avvenuto come un atto deliberato di scelta politica, il che lo rende ancora più grave”.
Lord King ha detto chiaro che la zona euro è condannata.
Le iniezioni di liquidità della BCE non servono più a niente, ci consegnanno a un destino di “salvataggi bancari senza fine, imposizione di austerità e pressioni delle elites “in Europa e Usa” di fare dell’eurozona una zona di trasferimento.
Questa è la storia del “occorre più Europa per sanare i difetti dell’ UE”: voi vi affidate al governo di Bruxelles rinunciate alle ultime briciole di sovranità,
e i paesi favoriti dall’ euro “trasferiranno” i loro surplus ai paesi in deficit, come succede per esempio nella federazione americana col dollaro.
Secondo questo sogno,
il popolo tedesco dovrebbe cacciare 280 miliardi per appianare i deficit di greci, italiani, spagnoli, irlandesi, portoghesi. E’ un’altra di quelle favolette che vi raccontano mentre vi fanno morire:
non solo i tedeschi non lo faranno mai – non essendo la UE una comunità di destino – ma anche questo, allo stato in cui siamo,
non servirebbe più. Troppo tardi.
Per i paesi del Sud, “Se la sola alternativa è l’austerità schiacciante, la continua disoccupazione di massa e l’impossibilità di porre rimedio al problema del debito,
allora lasciare la zona euro sarà l’unica strada da seguire per invertire la rotta verso la crescita economica e il pieno impiego”.
Tornare alle monete nazionali. Nessuno dice che sia facile e indolore, ovvio. Ma “ i benefici di lungo periodo superano i costi del breve”.
L’alternativa è ascoltare le canzoncine Renzi e Padoan mentre vi strangolano. Sono più bravi di Monti, perché lui non cantava le favole, ci godeva a vedervi morire. In questo eseguono il loro compito molto meglio.
L
ord King Perché secondo King anche il completamento dell’eurozona come zona di trasferimento non è la soluzione?
Perché è tardi.
“L’unione monetaria ha creato un conflitto tra le oligarchie centraliste da una parte, e le forze della democrazia a livello nazionale dall’altra”.
Non vedete il crescere dei partiti populisti? Per King sono – orrore, orrore –
“le forze della democrazia” che si svegliano (non riguarda voi, fanciulli italiani: dormite. Eccovi il ciucciotto, vi diamo le unioni civili, siete contenti no?).
Se le elites sovrannazionali provano a forzare un altro passo verso “più Europa”, ossia “i diktat di Bruxelles”, quel che
otterranno rischia di essere “una rivolta pubblica”. Il continuo tentativo delle oligarchie tecnocratiche di
“trasferire la sovranità, di nascosto, ad un centro non-eletto, è profondamente viziato, e incontrerà la resistenza popolare”.
Avete mai sentito un banchiere centrale ammettere che il processo europeo è
profondamente viziato? Tanto di cappello a Lord King.
L’eurocrazia, con la complicità entusiasta della Germania, ha stroncato la volontà popolare in Grecia, punendola in modo
disumano per la colpa di essersi lasciata indebitare troppo dalle banche tedesche e francesi. Facile, oltre che
disonesto.
Alcuni dei nostri assassini Ma ora, dice Lord King,vedete che Irlanda e Spagna sono senza governo, dopo le fresche elezioni, in quanto i loro governi di prima, che obbedivano alla UE imponendo austerità e “compiti a casa”, non sono stati votati dagli elettori.
La Commissione Europea come risponde? Che la democrazia non vale, contro i patti firmati – e i governi (quelli appunti che sono decaduti) hanno firmato le più stupide regole sull’austerità. Perché l’oligarchia si sente depositaria della sola cura, anzi della sola verità: Il “triangolo virtuoso di austerità, riforme strutturali e investimenti”.
Che l’Italia abbia bisogno di riforme strutturali è indubbio: ma sono precisamente quelle che Renzi, e prima di lui Monti, e prima ancora Berlusconi,
non fanno.
E forse non possono fare: dovrebbero rendere efficiente, snello e poco costoso il settore pubblico, vera palla al piede dell’economia, con la sua mentalità di potenza occupante di un popolo straniero;
instaurare la legge marziale per percettori di mazzette e gli assentisti;
obbligarli a ripetere “o concuorzo” con cui si sono fatti assumere;
vietarne la sindacalizzazione;
abolire, magari, le Regioni.
E chi “riforma” la casta degli insegnanti? (1).
Chi ha il coraggio di “riformare” la magistratura?
Di mettere le mani nella solidissima associazione a delinquere che si chiama Comune di Roma Capitale, il cui scandalosi furti paghiamo tutti noi a piè di lista?
Ci salverà la “destra”?
E su questo non me la prendo con Renzi ossia la cosiddetta “sinistra”. Me la prendo con la cosiddetta “destra”. Chi propone Salvini come sindaco di Roma?
Irene Pivetti, una (l’ho conosciuta) che da presidente della Camera (dove si è caduta in sindrome anti-berlusconiana, facendosi manipolare da Violante e intortare da Scalfaro e contribuire a provocare la prima crisi di governo anti-Cav, e perdendo la poltrona), ha poi deciso, a quarant’anni, che la sua vocazione era di farsi strada come
soubrette televisiva, con le sue gambette ahimé stortignaccole…
una fallita in tutti i campi che ha provato, proposta come sindachessa del più difficile comune d’Italia, che richiederebbe le competenze di un amministratore fallimentare, di un superpoliziotto, di un santo guerriero e di un martire, tutte insieme.
Ma probabilmente Salvini ha voluto fare una cosa umoristica, mica ci crede.
E allora vogliamo parlare della
Meloni? Quella che davanti a un milione di persone radunatesi per la difesa della famiglia cristiana – una folla che mai ha potuto sognare di vedere ai suoi comizietti – ha annunciato giuliva d’essere incinta di un rapporto extra-matrimoniale, aspettandosi l’applauso? Essa possiede un vero sesto senso per gli umori della folla, ne sente il polso, ecco un vero leader. C’è stato un momento in cui ha proposto come sindaco di Roma Rita Dalla Chiesa, figlia del generale omonimo, oggi presentatrice televisiva: e il bello che la Meloni ha proposto la Rita non solo senza avvertire gli alleati, ma senza nemmeno avvertire la Rita: la quale, assediata dai media, è caduta dalle nubi, s’é persino dichiarata inadatta al compito (il che le fa già onore, in confronto con la Meloncina, di tutto capace). Poi s’è capito che la grande politica della Destra aveva sparato il suo nome a casaccio, strumentalizzandolo nelle liti interne del centro-destra. Così la Destra, che ha la maggioranza a Roma, finirà per dare il Comune ai Cinque Stelle o ai Marchini, il “palazzinaro critico”: l’uomo giusto al posto giusto.
Quando il meno peggio è effettivamente quello proposto da Berlusconi, Bertolaso, metà poliziotto e metà soccorritore.
Il che è tutto dire. Che cosa suggerisce tutto ciò? Perché vi ho raccontato queste cose della “destra”, che già sapete? Perché dimostrano che non ha – non è – una classe dirigente. Che i voti potenziali della “maggioranza del Paese” siano in mano alla Meloni evoca il detto napoletano, di quella cosa “in mano ai lattanti”. Salvini mi è simpatico, ma non sa alzarsi oltre la felpa del capetto locale. Questa classe politica non ha riserve di personalità indiscusse da proporre. Non hanno che
presentatrici televisive e soubrettes fallite da mettere ai posti che contano. Sono la prova vivente del fatto che gli italiani non si sanno auto-governare. Non hanno classe dirigente capace di atti coerenti e coraggiosi, di un progetto politico che non sia dettato da fuori, da Bruxelles. Da Washington, da Berlino. Il coraggio non ce lo si può dare. Ma
non si può fare a meno del coraggio, nelle grandi crisi.
Volete credere che questi siano capaci dell’atto di audacia di uscire dall’euro, tornare alla moneta nazionale come suggerisce King, tenere il timone nella tempesta monetaria che seguirà, contrastando i nemici interni e le urla dei servi dei poteri esteri? Ci vedete la Meloni? Salvini? Non solo non hanno le competenze, non il coraggio; non hanno la legittimità e il polso per un simile cambio di politica.
E allora non vi lamentate di Renzi. Ascoltate le favole che vi canta mentre state distesi nella bara, sempre più freddi nella deflazione che è il gelo: ripresa, deficit cala, tasse scendono, lavoro! Impressionante il mio successo!
Note
Sulla classe insegnante, si veda il saggio di Giovanni Solimine, “Senza sapere. Il costo dell’ignoranza in Italia”. L’Italia sembra non rendersene conto: tutte le statistiche ci ricordano il basso livello di competenze degli studenti e della popolazione adulta, lo scarso numero di laureati e diplomati che il nostrono invecchiato e gracile sistema produttivo non è capace di assorbire, la debole partecipazione dei nostri concittadini alla vita culturale. Un paese povero di risorse materiali e in ritardo dovrebbe investire in formazione più degli altri paesi. Invece continua a non avere una politica della conoscenza, fondamentale per la costruzione del nostro futuro: gli investimenti in istruzione e ricerca ci costerebbero meno di quanto ci costa l’ignoranza. Questo è il paradosso di un’Italia senza sapere.
Senza sapere. Il costo dell'ignoranza in Italia - Solimine Giovanni - Libro - Laterza - Saggi tascabili Laterza - IBS
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I pezzi miei 5 Commenti
Rosario Passanante
12 ore ago
Permalink Avete mai sentito un banchiere centrale ammettere che il processo europeo è profondamente viziato? Tanto di cappello a Lord King.
E’ la realtà purtroppo. L’hanno capito anche i bambini della prima elementare!!
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Teseo
12 ore ago
Permalink Suggerisco un video di una precisione incredibile sulla logica e il meccanismo dell’attuale governo mondiale. E’ di Povia, e lo trovate all’indirizzo:
https://www.youtube.com/watch?v=K-ecOmENIhM Blondet, che ne dice?
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maria elisabetta fidora
12 ore ago
Permalink Già! Chi sarà il prossimo dopo Renzi a dare il colpo di grazia?
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Apollineo
5 ore ago
Permalink ” Eccovi il ciucciotto, vi diamo le unioni civili, siete contenti no?”
Non siete ancora contenti, italioti e italici fieri di non aver letto un libro dalla fine delle superiori?
Allora la Casta politica vi darà l’utero in affitto; oddio, la Chiesa lo vieta; ma ciò che è peccato non può essere reato, quindi, strillerà la signorina, deve essere consentito; anzi, la “chiesa” forse non lo vieta più ; per voi italici e italioti la vera chiesa è quel personaggio che ogni martedì…vabbè, avete capito. E’ inutile ragionare con chi non ha mai letto un libro.
Con chi si sente troppo furbo e intelligente.
Però non siete ancora contenti. Del resto, non siete un popolo, ma una massa. Rischiate forse di svegliarvi?
Allora diamo il tablet gratis a tutti gli studenti; no, non basta….
non sono del tutto rincretiniti; apriamo quindi una bella discussione, magari coinvolgendo i nuovi “cattolici” : una bella liberalizzazione della cannabis; vi diranno ” ci vuole misericordia con chi si distrugge il cervello, poverino…”
E poi…..vi diranno ” lo Stato ci può guadagnare”.
Del resto, lo Stato non guadagna un sacco dalle sale scommesse che solo 15 anni fa erano vietate? Chiessenefrega per quelli rovinati, mica lo Stato può vietare i vizi; ergo, li deve favorire. E magari vietare per legge di criticare il vizio. Propongo un nuovo reato “la tossicofobia”.
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Teseo
2 ore ago
Permalink Caro Maurizio (Blondet) ,
non ho citato a caso il link di Povia e della sua canzone “Chi comanda il mondo”. Sai meglio di me che la forma oggi è tutto. Puoi riversare il tuo messaggio in un articolo o una relazione accademica, raggiungerà 100 persone. Lo stesso messaggio con una canzone pop raggiungerà 100mila persone e più. In questo credo che Povia abbia fatto qualcosa di molto intelligente e meritevole.
Anche se non mi piace la musica pop, io sono un cultore della musica cosiddetta tradizionale – non per benpensantismo, ma perché suono uno strumento per orecchio ereditario, e capisco che la musica cosiddetta classica – per intenderci la quella fino al ‘700 e poi la triade Bach- Mozart – Chopin è l’unica musica degna di questo nome (scusa se escludo i modernisti o massoni da Beethoven in poi).
Tuttavia i ragazzotti ascoltano la musica pop, non quella classica, e soprattutto non ascoltano le prediche dei loro parroci (se ancora ne sono rimasti di degni capaci di prediche degne… ) e allora, ecco Povia che parla anche ai ragazzotti e riempie le sue forme opinabili di cose vere.
Ebbene il buon Povia, da quando ha diffuso “Chi comanda il mondo” è stato emarginato, ostracizzato, calunniato… e i suoi ingaggi sono molto diminuiti. E’ il solito sistema di ricatto. LORO hanno il potere economico e ti possono distruggere, se vogliono, solo tagliando i fondi a te o a chi ti sponsorizza. Il SISTEMA capisce da dove vengono gli attacchi, li prevede e li neutralizza.
Per questo, caro Maurizio, per combattere come fai da tempo (Dio ti ricompensi) questo sistema vergognoso, ti chiedo di sponsorizzare –se e come puoi, e dopo esserti documentato su di lui – il buon Povia. E’ un ragazzo coraggioso. Va aiutato, non credi?
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