HO FATTO IL TEST PER IL QI... TUTTO BENE, SONO NEGATIVA! (1 Viewer)

DANY1969

Forumer storico
:d:
Buona settimana a tutti :)
Riprendo il trekking sul ghiacciaio del Baltoro (Pakistan) :)

Vele di ghiaccio

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Concordia (confluenza del ghiacciaio del Baltoro e del ghiacciaio Godwin-Austen)
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Gasherbrum IV dal Concordia
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k2
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Val

Torniamo alla LIRA
Si pensava
si diceva
si sperava ma .......
nulla è cambiato. E' tutto come prima.


Nessuno ha il via libera.

Il lockdown vale per chiunque.

Anche chi ha fatto il vaccino e ha ricevuto due dosi deve restare a casa se abita nelle zone rosse.

Deve comportarsi come tutti.

Quindi, deve indossare le mascherine, curare l’igiene delle mani, non spostarsi in altre Regioni.


Con il vaccino, infatti, non è completamente esclusa la possibilità di infettarsi.

E ora che siamo al picco, occorre non rischiare.

Del resto, i vaccini non proteggono al cento per cento.

Con AstraZeneca, Pfizer e Moderna si va dal 70% al 95% di immunità.

Inoltre, c’è l’incognita della risposta individuale, alcune persone possono reagire in modo non ottimale.


Siamo in presenza di farmaci nuovi.


È chiaro che con alte probabilità non ci si ammala, ma è possibile sviluppare una forma asintomatica.

Non si sa ancora quanto dura realmente la protezione.

Molti vaccini hanno bisogno di un richiamo più o meno ravvicinato.


Il vaccino dà il “patentino” di immunità nel momento in cui ci sarà una certa percentuale di persone vaccinate, fino all’immunità di gregge.

Allora il virus circolerà di meno e i vincoli potranno cadere.



Quando il nostro corpo viene in contatto con un agente esterno potenzialmente dannoso
produce una reazione immunitaria composta da due fasi.

C’è quella aspecifica, presente già alla nascita e non dipendente da incontri pregressi.

E c’è quella specifica diretta in maniera precisa contro quel determinato agente esterno.

Quest’ultima è essenzialmente mediata da due tipi di cellule: i linfociti B e i linfociti T.

I primi sono i responsabili della produzione di anticorpi,

i secondi della risposta cellulare al virus.

In entrambe in casi in seguito da un’infezione o alla vaccinazione si creano specifiche cellule della memoria
in grado di attivarsi in caso di incontro con il patogeno.

Lo spiega la Fondazione Veronesi.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Ahahahahahahah poveri diavoli.


Il diavolo si nota nei particolari, non nell’immagine generale.

Ieri il buon Enrico, nel suo essere sereno, annunciava che stava battendo le ultime note alla sua relazione su una tastiera…

Le ultime aggiunte, le ultime correzioni. Ci vediamo oggi alle 11.45 sulla pagina Facebook del #PD e di ⁦@immaginaweb#iocisonoPD pic.twitter.com/pTmk3XqMcF
— Enrico Letta (@EnricoLetta) March 14, 2021



.. Che non era italiana, ma, probabilmente, una francese Azerty.

Il risultato non poteva che essere un discorso straniero, francese o marziano.


Perchè mettere al centro del programma del PD di oggi, marzo 2021 ed anno secondo del Covid,
lo Jus Soli ed il voto ai sedicenni significa mostrare di arrivare da Parigi
e non capire o conoscere nulla della situazione politica ed economica italiana attuale.



In un momento in cui ci si attende, quando saranno liberate le reti dei licenziamenti,
un’ondata di disoccupazione devastante, in cui abbiamo interi settori industriali alla disperazione,
parlare di jus soli è una provocazione alla povertà.

I sedicenni quindi avrebbero bisogno di tornare a scuola, rientrando fisicamente nelle classi,
e non di vivere in un angoscioso isolamento con la DAD.

Però Enrico “Stai Sereno” non vede tutto questo, e pensa di essere rimasto al 2014,
che basti un “Bella Ciao" per poter essere il segretario del PD del 2021,
fra l’altro senza rendersi conto che il governo largo di Draghi imporrebbe di astenersi dal gridare al vento certi temi divisivi e minoritari nel paese.


Letta, o meglio Lettà alla “Franciosa”, verrà acclamato segretario, proprio perchè non conosce nulla del Paese.

Quindi ha due caratteristi eccezionali e perfette per il PD di oggi:

  • è perfettamente manovrabile a seconda della realtà fittizia che gli presenteranno davanti;

  • sarà il perfetto capro espiatorio al prossimo fallimento o scandalo del PD. Farà quello che Zingaretti non ha voluto fare.

Ecco spiegato anche il grande consenso:

nessun altro vuole prendersi la responsabilità del fallimento, che questa volta sarà epocale.


Ecco che arriva Enrico direttamente dalla Francia. Sempre più sereno.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Mentre miliardi di persone si preparano per una vaccinazione diffusa contro COVID-19,
con una preoccupazione: sarà efficace nei confronti delle varianti?

Tre sono le principali varianti di COVID-19 emerse in tutto il mondo
ed i primi dati fanno pensare che potrebbe esserci qualche motivo di preoccupazione.


Con l’aiuto di Carmen Ang Carmen Ang di Visual Capitalist, cerchiamo ora di capire cosa le rende preoccupanti e particolari.


Le seguenti schede informative rispondono ad alcune domande chiave,
incluso quando queste varianti sono state scoperte per la prima volta,
fino a che punto si sono diffuse in tutto il mondo e, cosa più importante, il loro potenziale impatto sulla popolazione.


Prima di tutto, cos’è una variante e perchè i virus mutano?


Per infettare qualcuno, un virus si impossessa di una cellula ospite e la utilizza per replicarsi,
ma la natura non è perfetta e, a volte, vengono commessi errori durante il processo di replicazione:
quegli errori sono chiamati mutazioni.


Un virus con una o più mutazioni è indicato come una variante
.

La maggior parte delle volte, le varianti non influenzano la struttura fisica di un virus e alla fine scompaiono.

Tuttavia, ci sono alcuni casi in cui una mutazione colpisce una parte del corredo genetico di un virus che ne modifica la sua attività.


Secondo i Centri statunitensi per il controllo delle malattie (CDC), un cambiamento rilevante può alterare:

  • Velocità di trasmissione
  • Mortalità
  • Capacità di infettare potenzialmente qualcuno con immunità naturale o indotta da vaccino

La ricerca preliminare ha rilevato alcuni di questi cambiamenti nelle tre principali varianti di COVID-19: B.1.1.7, B.1.351 e P.1.


Le tre principali varianti sono emerse in tempi diversi e in diverse parti del mondo.

Ecco una panoramica di ciascuna variante, quando sono state scoperte e fino a che punto si sono diffuse finora.


B.1.1.7
La variante B.1.1.7 è stata rilevata nel Regno Unito nell’autunno del 2020.
A dicembre 2020 si era diffusa in tutto il mondo, con casi emergenti in Europa, Nord America e Asia.


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Attualmente, la variante è stata segnalata in circa 94 paesi.


Le prime ricerche suggeriscono che è il 50% più trasmissibile rispetto ad altre varianti
e potenzialmente il 35% più mortale del virus standard.


Fortunatamente, gli studi suggeriscono che alcuni dei vaccini esistenti funzionano bene contro di esso.


B.1.351
Nell’ottobre 2020 è stata scoperta la seconda variante principale: B.1.351.
È stato identificato per la prima volta in Sud Africa, ma alla fine dell’anno si era diffuso nel Regno Unito, in Svizzera, in Australia e in Giappone.


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Ci sono circa 48 paesi con casi segnalati e la ricerca suggerisce
che molti dei vaccini COVID-19 esistenti potrebbero non essere altrettanto efficaci contro questa variante.


P.1

La variante P.1 è stata l’ultima ad arrivare sulla scena.


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È stato scoperto per la prima volta nel gennaio 2021,
quando il Giappone ha segnalato quattro casi della variante, che è stata trovata in viaggiatori che erano arrivati dal Brasile.


Circa 25 paesi hanno segnalato casi della variante P.1 e le prime ricerche suggeriscono
che questa variante non solo è più contagiosa,
ma potrebbe anche avere la capacità d’infettare persone con immunità naturale che si erano già riprese dal ceppo originale.



Mentre ci sono stati studi preliminari che mostrano un calo nell’efficacia del vaccino,
alcuni esperti sottolineano che è troppo presto per dirlo con certezza.


Sono necessari più dati per ottenere una comprensione più profonda e accurata.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Premesso che nel CTS non ci sono virologi, matematici o esperti in statistica,
dai dati ISTAT UFFICIALI diffusi si evince che:

1)I decessi imputati al covid nel 2020 e gen.2021 (con 300 morti/giorno) indicano che quelli per altre malattie (infarto, tumori, ecc.)
si sono quasi annullati rispetto agli altri anni, il che significa che la maggior parte di queste morti è ARBITRARIAMENTE imputata alla pandemia!

2) Nel 2020, la mortalità IN ECCESSO rispetto alla media annuale 2015-19, è data in 100.526 unità, di cui 3.709 entro età lavorativa e 96.817 over 65:
perchè allora impedire drasticamente attività commerciali, industriali e scuole?

3)Le curve pandemiche 2020, compresa seconda ondata, sia di ITA, SPA, FRA (lockdown stretto), sia UK (lockd. medio), sia Sevezia (lockd. praticamente NULLO)
SONO ESATTAMENTE SOVRAPPONIBILI: il che significa che IL VIRUS SE NE FREGA DEL LOCKDOWN.

Perchè questi dati non vengono analizzati?
 

Val

Torniamo alla LIRA
Che il vaccino Astrazeneca sia letale o meno, con alta o bassa dose di letalità,
con conferme o smentite da parte del mondo scientifico, è del tutto giuridicamente irrilevante.

Ogni farmaco è indicato per taluni pazienti e controindicato per altri,
poiché la situazione clinica e anamnestica di ogni individuo è diversa da quella di ogni altro.


La salute, come interesse collettivo sancito dall’articolo 32 della Costituzione,
non può essere contraria al diritto alla salute individualmente inteso e come sancito dalla stessa disposizione costituzionale,
così come l’eguale diritto di tutti alla cura non può significare cure uguali per tutti,
poiché il principio di uguaglianza, per essere davvero tale, deve rispettare la diversità delle situazioni,
rendendosi quanto mai necessario rispettare la diversità del piano terapeutico.

Banalità di per sé evidenti di cui, però, oggi si è persa ogni consapevolezza nell’isteria pandemica di massa, che ha coinvolto perfino il mondo della scienza e le istituzioni.


In questa prospettiva, se tutti hanno il dovere morale – poiché per ora manca un espresso obbligo di legge
di vaccinarsi per rispettare il dovere di solidarietà sociale, è anche pur vero che nessuno
ha il dovere di avere somministrato un vaccino che per convinzione personale soggettiva, o per evidenza oggettiva,
in relazione al proprio quadro clinico non può o non vuole aver somministrato.

Impedire, come adesso si impedisce, e come del resto ha categoricamente sancito – pur senza averne l’autorità e la legittimità giuridica –
il documento dell’Aifa stilato alcune settimane or sono, di scegliere il vaccino sia da parte del medico somministrante
sia da parte del paziente a cui deve essere somministrato, è una palese violazione del diritto alla salute costituzionalmente garantito,
e un ritorno prepotente, scientificamente ignobile e giuridicamente criminale di una forma di paternalismo di Stato
con cui si mette gravemente a rischio la salute e la vita dei cittadini.


La necessità di far fronte alla situazione emergenziale pandemica non può giustificare
il sacrificio del diritto all’autodeterminazione terapeutica che la Costituzione, la giurisprudenza
e, in ultimo, perfino la legge 219/2017 hanno formalmente riconosciuto già da tempo.


In sostanza: se il medico prescrive al paziente X” un antibiotico, dovrà prescriverne uno compatibile con lo stato di salute,
con le eventuali allergie, con la sua reale ed effettiva condizione clinica;
il medico avrà, dunque, il dovere di prescrivere in scienza e coscienza l’antibiotico più adeguato in tal senso.

Il paziente, dal canto suo, avrà il diritto di pretendere un antibiotico che sia compatibile con le situazioni predette.


Se questo vale per gli antibiotici, di cui si conoscono gli effetti, a maggior ragione deve valere per vaccini elaborati in poco tempo,
per far fronte all’emergenza pandemica di cui s’ignorano gli effetti collaterali,
anche se possibilmente riguardanti soltanto una esigua percentuale della popolazione.

L’esiguità delle reazioni avverse, tuttavia, o perfino eventualmente letali, non comprime né sopprime, infatti,
il diritto alla vita, alla salute e all’autodeterminazione dei soggetti che malauguratamente vi si imbattono.


In questo senso è ora di porre fine a questo nuovo paternalismo e di restituire, da un lato, la responsabilità scientifica al personale medico,
cioè l’unico in grado di poter consigliare in scienza e coscienza il proprio paziente.

E dall’altro lato, la libertà e l’autodeterminazione terapeutica al cittadino,
cioè l’unico in grado di poter conoscere il proprio stato di salute e destinatario di quel diritto al consenso informato,
che rischia di essere leso e vilipeso da un grottesco egualitarismo vaccinale.
 

vetro

valgo zero ma non sono scemo
Che il vaccino Astrazeneca sia letale o meno, con alta o bassa dose di letalità,
con conferme o smentite da parte del mondo scientifico, è del tutto giuridicamente irrilevante.

Ogni farmaco è indicato per taluni pazienti e controindicato per altri,
poiché la situazione clinica e anamnestica di ogni individuo è diversa da quella di ogni altro.


La salute, come interesse collettivo sancito dall’articolo 32 della Costituzione,
non può essere contraria al diritto alla salute individualmente inteso e come sancito dalla stessa disposizione costituzionale,
così come l’eguale diritto di tutti alla cura non può significare cure uguali per tutti,
poiché il principio di uguaglianza, per essere davvero tale, deve rispettare la diversità delle situazioni,
rendendosi quanto mai necessario rispettare la diversità del piano terapeutico.

Banalità di per sé evidenti di cui, però, oggi si è persa ogni consapevolezza nell’isteria pandemica di massa, che ha coinvolto perfino il mondo della scienza e le istituzioni.


In questa prospettiva, se tutti hanno il dovere morale – poiché per ora manca un espresso obbligo di legge
di vaccinarsi per rispettare il dovere di solidarietà sociale, è anche pur vero che nessuno
ha il dovere di avere somministrato un vaccino che per convinzione personale soggettiva, o per evidenza oggettiva,
in relazione al proprio quadro clinico non può o non vuole aver somministrato.

Impedire, come adesso si impedisce, e come del resto ha categoricamente sancito – pur senza averne l’autorità e la legittimità giuridica –
il documento dell’Aifa stilato alcune settimane or sono, di scegliere il vaccino sia da parte del medico somministrante
sia da parte del paziente a cui deve essere somministrato, è una palese violazione del diritto alla salute costituzionalmente garantito,
e un ritorno prepotente, scientificamente ignobile e giuridicamente criminale di una forma di paternalismo di Stato
con cui si mette gravemente a rischio la salute e la vita dei cittadini.


La necessità di far fronte alla situazione emergenziale pandemica non può giustificare
il sacrificio del diritto all’autodeterminazione terapeutica che la Costituzione, la giurisprudenza
e, in ultimo, perfino la legge 219/2017 hanno formalmente riconosciuto già da tempo.


In sostanza: se il medico prescrive al paziente X” un antibiotico, dovrà prescriverne uno compatibile con lo stato di salute,
con le eventuali allergie, con la sua reale ed effettiva condizione clinica;
il medico avrà, dunque, il dovere di prescrivere in scienza e coscienza l’antibiotico più adeguato in tal senso.

Il paziente, dal canto suo, avrà il diritto di pretendere un antibiotico che sia compatibile con le situazioni predette.


Se questo vale per gli antibiotici, di cui si conoscono gli effetti, a maggior ragione deve valere per vaccini elaborati in poco tempo,
per far fronte all’emergenza pandemica di cui s’ignorano gli effetti collaterali,
anche se possibilmente riguardanti soltanto una esigua percentuale della popolazione.

L’esiguità delle reazioni avverse, tuttavia, o perfino eventualmente letali, non comprime né sopprime, infatti,
il diritto alla vita, alla salute e all’autodeterminazione dei soggetti che malauguratamente vi si imbattono.


In questo senso è ora di porre fine a questo nuovo paternalismo e di restituire, da un lato, la responsabilità scientifica al personale medico,
cioè l’unico in grado di poter consigliare in scienza e coscienza il proprio paziente.

E dall’altro lato, la libertà e l’autodeterminazione terapeutica al cittadino,
cioè l’unico in grado di poter conoscere il proprio stato di salute e destinatario di quel diritto al consenso informato,
che rischia di essere leso e vilipeso da un grottesco egualitarismo vaccinale.

hanno usato numeri di positivi ai tamponi per terrorizzarci, e numeri di morti dove non è mai chiaro se PER covid o CON covid:mmmm:
l'unica certezza è l'età media altissima dei deceduti, persone spesso con complicanze precedenti:ordine:

ora ci dicono i numeri dei vaccinati dove i casi sotto esame ema sono al'occhio IRRILEVANTI :mad:

dire irrilevanti i recenti tristi casi che hanno colpito persone in buona salute fino alla vaccinazione stride di fronte alla miriade di positivi guariti senza neanche bisogno di ricovero, tutti conosciamo persone che hanno superato senza conseguenze il covid o almeno la positività rilevata, da amici a parenti fin a personaggi politici come zingaretti o lo stesso sileri per non parlare del mondo dell'informazione come porro, allora la domanda sorge spontanea:

è il caso di rischiare di rientrare in quella IRRILEVANZA o di rischiare di non guarire una volta preso il covid?
il dovere morale verso gli altri penso che viene dopo il dovere di salvaguardare se stessi.
in questo dilemma al solito vedo un'unica certezza: il bisness.

mi piacerebbe sapere chi risponde delle nefaste conseguenze dei vaccini, non che interessi al morto, ma alla famiglia superstite si.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Se non si è capito, lo urlo all'infinito.
Ce l'ho con i giornalai da terrore.


Un'occhiata alle percentuali di positivi, perché le tv nazionali
- come ha giustamente rilevato Silvio Garattini fondatore dell'Istituto Mario Negri di Bergamo -
danno i numeri in valore assoluto e mai correlato alla popolazione.

Così la Lombardia figura sempre come la regione più infetta.

Ma non è così.

Osserviamo i dati dei nuovi contagi rilevati il 15 marzo in rapporto al numero degli abitanti.

E la classifica cambia radicalmente.

Domani osserveremo il numero degli attualmente positivi sempre in relazione al numero degli abitanti.


Emilia Romagna: 0,063

Piemonte: 0,040

Campania: 0,031

Toscana: 0,030

Lazio: 0,026

Lombardia: 0,022

Puglia: 0,018

Veneto: 0,017

Basilicata: 0,012

Sardegna: 0,005
 

Val

Torniamo alla LIRA
Oggi EMA ha aperto la strada all’approvazione del vaccino russo Sputnik V,
il primo immesso sul mercato, anche se solo in Russia, ed ora molto ricercato,
anche nell’ottica dei problemi di fornitura di Astra Zeneca.


Finora oltre 4o paesi hanno ufficialmente approvato l’uso dello Sputnik V
e l’interesse mondiale sembra crescere per il lancio del prodotto russo.

Rispetto a molte delle alternative occidentali, è molto più conveniente economicamente
e può essere immagazzinato e trasportato facilmente senza condizionamenti logistici.

Ciò è di particolare importanza per decine di nazioni più povere in Asia, Africa e nelle Americhe.

Attualmente sono circa un miliardo le dosi ordinate da vari paesi mondiali,
fra cui alcuni anche della UE, fra cui Ungheria e la Cechia.

San Marino ne ha ricevuto un piccolo lotto.


Ci sono perplessità sulla capacità produttiva delle industrie farmaceutiche russe,
timore probabilmente non infondato, ma il fondo RDIF, titolare della licenza,
si è detto disponibile alla sua cessione anche gratuita se necessario.

L’importante è vaccinare tanta gente in poco tempo.


La sua efficacia, secondo gli studi, è seconda solo a Pfizer e Moderna.


Il costo è meno della metà dello Pfizer, mentre il suo stoccaggio avviene a due gradi, quindi in un frigo normale.


Eccovi un’infografica completa dei principali dati sul vaccino.


Buona lettura





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