Fiat (F) Fiat scorpora Alfa Romeo: la pagò 200 milioni di euro nel 93 (1 Viewer)

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Marchionne to Make Alfa Romeo a Stand-Alone Company - The News Wheel

Un pò di storia per i più giovani.

Ma vorremmo chiudere invece con l’episodio della vendita Alfa Romeo alla Fiat. Prodi, allora presidente Iri cui apparteneva il marchio del Biscione attraverso Finmeccanica, in tempi recenti ha sostenuto: «Volevo vendere l’Alfa alla Ford, fecero di tutto per impedirmelo e ci riuscirono». È stato subito smentito da Fabiano Fabiani, ex ad di Finmeccanica e all’epoca dei fatti a capo della delegazione che trattava per conto dell’azionista pubblico la cessione della casa automobilistica di Arese: «Non ho percepito un’opposizione di Prodi all’acquisizione dell’Alfa Romeo da parte della Fiat». Le cose andarono così. L’Alfa perdeva centinaia di miliardi l’anno eppure la Ford, probabilmente ritenendo che si potesse usare un nome di grande tradizione e una casa con clienti affezionatissimi per sbarcare in Europa, avanzò un’offerta assai generosa: ben 3.300 miliardi (secondo alcune fonti 4.000) per acquisire gradualmente il pieno controllo entro otto anni, piano di investimento di 4.000 miliardi per il quadriennio successivo all’acquisto, ottime garanzie per coloro che risultavano impiegati nel carrozzone. L’offerta venne formalizzata il 30 settembre del 1986 e restava valida fino al 7 novembre dello stesso anno. Tutti d’accordo? Non proprio. Prodi informò subito Cesare Romiti: nulla di male, poteva essere un tentativo per ottenere un rilancio Fiat, che puntualmente arrivò il 24 ottobre. Ma era assai deludente: prevedeva un prezzo di acquisto di 1.050 miliardi, in cinque rate senza interessi, prima rata nel 1993 (alla fine Fiat sborsò in realtà tra i 300 e i 400 miliardi), poi 4.000 miliardi di investimenti entro il 1995 e molti posti di lavoro da tagliare per recuperare competitività. Bene : il 6 novembre l’Iri di Prodi cedette l’Alfa alla famiglia Agnelli, quella che dieci anni più tardi, con Mortadella al governo, sarebbe stata tenuta artificialmente a galla con gli ecoincentivi per l’auto.
«Per me in particolare sarebbe come sconfessare parte della mia storia professionale, visto che da presidente dell'Iri in quegli anni ho avviato uno dei più consistenti processi di privatizzazione intrapresi in Europa»: Prodi ha voluto ripetere nove volte questa frase, giovedì in Parlamento. Ma siamo davvero sicuri che sia un passato del quale menar vanto?
 

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Prodi informò subito Cesare Romiti: nulla di male, poteva essere un tentativo per ottenere un rilancio Fiat, che puntualmente arrivò il 24 ottobre. Ma era assai deludente: prevedeva un prezzo di acquisto di 1.050 miliardi, in cinque rate senza interessi, prima rata nel 1993 (alla fine Fiat sborsò in realtà tra i 300 e i 400 miliardi), poi 4.000 miliardi di investimenti entro il 1995 e molti posti di lavoro da tagliare per recuperare competitività. Bene : il 6 novembre l’Iri di Prodi cedette l’Alfa alla famiglia Agnelli, I disastri di Prodi all'IRI
200 milioni di euro di oggi.
Vedremo a quanto Fiat scorporerà Alfa.
Io dico circa 2 miliardi di euro.

il passaggio dell'Alfa Romeo dall'Istituto di Ricostruzione Industriale al gruppo Fiat auto spa
- maggio 1986: > l'Alfa Romeo annuncia che esiste una trattativa con il gruppo Americano Ford per la cessione di una parte del proprio capitale;

- 1°ottobre: > la Ford presenta la sua proposta: acquisizione immediata di una quota Alfa limitata al 19.5% (valore:200 miliardi di lire), per tre anni perdite ripartite tra Ford e Iri in base alle rispettive quote, acquisizione della quota di controllo nel 1990 a un prezzo fissato in base ai risultati raggiunti dall'Alfa. L'offerta della casa Americana prevede: impegno a mantenere il marchio del biscione; investimenti per 4000 miliardi di lire e aumento della produzione fino a 400 mila vetture all'anno; esclusione dell'ipotesi di licenziamenti collettivi.

- 7 ottobre: > la Fiat annuncia che avanzerà un'offerta che prevede un accordo tra Lancia e Alfa Romeo entro la fine del mese.

- 15 ottobre: > il presidente della Ford vola a Roma e spiega al presidente del consiglio Bettino Craxi e ai ministri competenti i vantaggi per l'Italia e l'Europa di un accordo Alfa Romeo-Ford.

- 24 ottobre: > Cesare Romiti, amministratore delegato della casa Torinese, presenta ufficialmente la controfferta: Fiat rileva subito il 100% di tutte le attività di Alfa Romeo: pagherà 1050 miliardi di Lire in cinque tranche annuali di 200 miliardi a partire dall'anno in cui Alfa tornerà in utile (data prevista: 1992) e si assume 700 miliardi di lire di debiti della società. La proposta prevede 8000 miliardi di lire di impegno globale, la creazione di una società unica Alfa Lancia, la produzione di 620 mila auto del segmento medio alto a regime, l'eccesso di mano d'opera verrà fronteggiato col turn-over, ma con l'espansione produttiva prevista, tutti i cassintegrati verranno riassorbiti.

- 6 novembre: > FINMECCANICA, la società IRI che controlla Alfa Romeo, si pronuncia a favore della Fiat, il preseidente IRI, Romano Prodi, dichiara: "la proposta Fiat è stata ritenuta vantaggiosa anche alla luce delle valutazioni degli studi specializzati della First Boston Corporation. E' certo una decisione dolorosa ma inevitabile".

- 7 novembre: > l'accordo è sulle pagine di tutti i quotidiani. Titolo del "corriere della sera": "vince Fiat, nasce Alfa-Lancia". Sul fronte sindacale, si registrano la cautela della FIOM (i metalmeccanici della CGIL) e il compiacimento della CISL e UIL. Giorgio Benvenuto, segretario UIL, sostiene: "è una garanzia per i lavoratori".
Quando l'IRI scelse la Fiat
 
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venerdì 7 novembre 1986
 

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