Fare (1 Viewer)

superbaffone

Guest
ok .
allora entriamo nel merito.
ovviamente , per motividi forum , stiamo "corti".

io mi imbarco su un volo Alitalia a e volo con Carpatair romeno.
in due parole, la compagnia di bandiera quasi in fallimento (e due) , attraverso accordi commerciali risparmia.
come risparmia il call center Cartasì o Visa a farti rispondere da un centralino polacco o ucraino, dove pure debbono mangiare...
risparmiando risparmiando, l' impresa avanza.
il lavoratore italiano viene licenziato.
e il consumatore - che comprava un bliglietto Alitalia - finisce fuori pista nel migliore dei casi.
Giannino parla di questo?

vado breve e per iperboli.
ma attendo risposte.

E questa sarebbe una discussione sui punti elencati sul mio primo post?
 

breznev

Guest
vediamo un po'.





Convertire in azioni le obbligazioni del Monte Paschi acquistate dallo Stato, che acquisirebbe così il controllo della banca; risanarla in 2-4 anni; venderla sul mercato, addirittura guadagnandoci.
No, non è la proposta di qualche impenitente statalista. E’ invece il contenuto di un articolo di Oscar Giannino e Michele Boldrin pubblicato sul sito della lista “Fare per Fermare il Declino”.

Chiariamo che l’ipotesi avanzata dai due esponenti di “FiD” è tutt’altro che insensata. Sicuramente è preferibile alla situazione attuale, nella quale il MPS si trova pesantemente indebitata con lo Stato a tassi di interesse insopportabili (Mario Monti in proposito ha spiegato che altrimenti sarebbe considerato un aiuto di Stato, non compatibile con le ormai bizzarre regole europee sulla concorrenza).
Il problema, va da sé, è che una proposta del genere appare smaccatamente in contraddizione con la filosofia di fondo che anima “FiD”, per la quale il mercato è sempre la soluzione, al punto che va introdotto anche nel cuore dello Stato, attraverso la concorrenza e la “selezione darwiniana” delle amministrazioni pubbliche.
Qualche domanda sorge spontanea e ci si perdoni se per una volta, con fini per così dire maieutici, prenderemo le parti dei difensori delle virtù taumaturgiche del mercato:
Se, come dice Boldrin [[ame="http://www.youtube.com/watch?v=RqI_XY3ozxk"]link[/ame]] il problema di MPS deriva dalla politica, come è possibile che la nazionalizzazione (e quindi maggiore potere alla politica) sia la soluzione?
Se, a detta di Giannino-Boldrin, i danni ad MPS sono stati procurati dal PD senese (e nazionale) attraverso la Fondazione, cosa ci assicura che danni maggiori non siano possibili (e anzi probabili) grazie al PD nazionale attraverso la statalizzazione della Banca?
Cosa induce Giannino e Boldrin a ritenere che lo Stato abbia la capacità di risanare MPS? Lo Stato possiede qualche capacità speciale, qualche dote previsionale, qualche talento pianificatore che i manager nominati dalla Fondazione, a sua volta controllata dai poteri pubblici locali, non posseggono? E’ forse portatore di un’intelligenza collettiva di cui i due esponenti di “FiD” non si erano precedentemente accorti e che invece, per qualche ragione ancora da indagare, manca agli Enti locali?
Se, come ama ripetere Giannino, lo Stato italiano è “ladro”, perché affidargli il compito di risanare una Banca? Non è probabile che, facendo così, lo Stato conquisti una scusa in più per “mettere le mani in tasca agli italiani”?
Si rendono conto Giannino e Boldrin del doppio azzardo morale che una proposta del genere implica? Da un lato lo Stato – così bravo ed efficiente nel risanare MPS – una volta scoperto che da esso può trarne significativo profitto potrebbe decidere di rimanerne proprietario e così distorcere la concorrenza. Ma, anche se ciò non accadesse, il rischio è che da ora in avanti qualunque azionista di una banca (compresi gli stessi manager che possiedono azioni dell’istituto che dirigono) saprà che in caso di malinvestimenti in qualche “bolla”, ci sarà sempre lo Stato (quindi i contribuenti) disposto a pagare, prima della bancarotta, un prezzo probabilmente molto superiore a quello che verrebbe offerto dal mercato dopo un fallimento o comunque dopo che le leggi del mercato abbiano fatto il loro lavoro nel determinare il giusto prezzo della società.
Cosa ci assicura che, una volta che i capaci manager scelti dal Ministero del Tesoro avranno reso MPS efficiente e profittevole, la politica non decida di venderla a qualche “amico degli amici”?
Se, per ipotesi, l’operazione di salvataggio/ripulitura di MPS dovesse fallire, chi ne pagherebbe le conseguenze? Chi restituirebbe i soldi malspesi ai cittadini? Sono gli autori della proposta disposti a far correre ai contribuenti questo rischio?
Ovviamente si tratta di domande puramente retoriche. E’ chiaro a chiunque, infatti, che una banca non può essere lasciata fallire. Ma allora c’è da chiedersi come mai, persino dopo aver visto gli effetti del fallimento di Lehman Brothers, Giannino abbia continuato a sostenere che si sarebbe dovuto lasciare agire il mercato, facendo fallire tutte le banche e non solo Lehman:
“Alcuni o molti di voi penseranno che è stato saggio e inevitabile, nei Paesi padri del modello finanziario ad alta leva e bassa congruità patrimoniale, nazionalizzare e salvare le banche. Al contrario, noi pensiamo che non sia vero affatto, perché la certezza di essere salvati non costituisce freno al moral hazard del banchiere e non spinge l’azionista a sorvegliarlo, ma solo a chiedergli utili e dividendi.” [link] (grassetto nostro)
E ancora:
Penso invece che la soluzione di Milton [Friedman, ndr] al problema TBTF [Too Big To Fail, troppo grandi per fallire, ndr] non sarebbe stata “evitiamo a tutti i costi” i fallimenti dei grandi intermediari. [...] Una linea forse più produttiva, del solo sì al fallimento Lehman che ha confermato poi a tutti i grandi istituti mondiali che tanto non rischiano nulla di definitivo” [link] (grassetto nostro)
Forse la risposta è quella che una volta diede Robert Lucas, economista certo non accusabile di statalismo: “Siamo tutti Keynesiani quando siamo in trincea” ([ame="http://www.youtube.com/watch?v=-CIM8hp4UT0"]We are all Keynesians in the foxhole[/ame]). In altre parole, di fronte ad una crisi è l’azione collettiva, incarnata dallo Stato, la sola soluzione praticabile anche per i più restii all’intervento pubblico, poiché seguire le leggi del mercato provocherebbe danni maggiori.
L’unica cosa che si potrebbe chiedere a Giannino e Boldrin, a questo punto, è un minimo di coerenza e, ci si permetta, di decenza: non sparare continuamente a palle incatenate su quello che poi viene chiamato, quando le cose si mettono male, a salvare il mercato da se stesso.


Nazionalizzare per Fermare il Declino | Keynes blog
 
NON INTERESSA s FID ... la salvaguardia di poltrone .... quindi se lo stato da soldi, entra in quota capitale con il controllo a termine 1-2 anni .. poi .. vendita delle quote imposta per legge e solo a prezzi superiori.

il management , dovra esser scelto per concorso pubblico europeo e avra la responsabilità totale .. anche quella del carcere nel caso tipo MPS ...

la vendita del pacchetto azionario al miglior offerente sul pianeta terra .. nno agli amici alla PRODI
 

ConteRosso

mod sanguinario
NON INTERESSA s FID ... la salvaguardia di poltrone .... quindi se lo stato da soldi, entra in quota capitale con il controllo a termine 1-2 anni .. poi .. vendita delle quote imposta per legge e solo a prezzi superiori.

il management , dovra esser scelto per concorso pubblico europeo e avra la responsabilità totale .. anche quella del carcere nel caso tipo MPS ...

la vendita del pacchetto azionario al miglior offerente sul pianeta terra .. nno agli amici alla PRODI

bello in teoria ...in pratica siamo in Italia
e va avanti per mafie e consorterie
 

andersen1

Patrimonio dell'umanitâ
Tante cose difficili da realizzare percge' trovi molti ostacoli. Io per rilanciare farei una sola legge: qualunque attivita' commerciale che e' legale in almejo 1 stato dell'unione europea e' automaticamente legale anche in italia. Crei subito 1 milione di posti di lavoro in piu'.
 

lorenzo63

Age quod Agis
Per capire meglio il programma di Giannino


https://www.fermareildeclino.it/10proposte


10 interventi per la crescita

Ridurre l'ammontare del debito pubblico
Ridurre la spesa pubblica di almeno 6 punti percentuali del PIL nell'arco di 5 anni
Ridurre la pressione fiscale complessiva di almeno 5 punti in 5 anni
Liberalizzare rapidamente i settori ancora non pienamente concorrenziali
Sostenere i livelli di reddito di chi momentaneamente perde il lavoro anziché tutelare il posto di lavoro esistente o le imprese inefficienti
Adottare immediatamente una legislazione organica sui conflitti d'interesse
Far funzionare la giustizia
Liberare le potenzialità di crescita, lavoro e creatività dei giovani e delle donne
Ridare alla scuola e all'università il ruolo, perso da tempo, di volani dell'emancipazione socio-economica delle nuove generazioni
Introdurre il vero federalismo con l'attribuzione di ruoli chiari e coerenti ai diversi livelli di governo
1 Ridurre l'ammontare del debito pubblico. E' possibile scendere rapidamente sotto la soglia simbolica del 100% del PIL anche attraverso alienazioni del patrimonio pubblico, composto sia da immobili non vincolati sia da imprese o quote di esse.

Approfondimento
2 Ridurre la spesa pubblica di almeno 6 punti percentuali del PIL nell'arco di 5 anni. La spending review deve costituire il primo passo di un ripensamento complessivo della spesa, a partire dai costi della casta politico-burocratica e dai sussidi alle imprese (inclusi gli organi di informazione). Ripensare in modo organico le grandi voci di spesa, quali sanità e istruzione, introducendo meccanismi competitivi all’interno di quei settori. Riformare il sistema pensionistico per garantire vera equità inter—e intra—generazionale.

Approfondimento
Approfondimento sanità
3 Ridurre la pressione fiscale complessiva di almeno 5 punti in 5 anni, dando la priorità alla riduzione delle imposte sul reddito da lavoro e d'impresa. Semplificare il sistema tributario e combattere l'evasione fiscale destinando il gettito alla riduzione delle imposte.

Approfondimento
4 Liberalizzare rapidamente i settori ancora non pienamente concorrenziali quali, a titolo di esempio: trasporti, energia, poste, telecomunicazioni, servizi professionali e banche (inclusi gli assetti proprietari). Privatizzare le imprese pubbliche con modalità e obiettivi pro-concorrenziali nei rispettivi settori. Inserire nella Costituzione il principio della concorrenza come metodo di funzionamento del sistema economico, contro privilegi e monopoli d'ogni sorta. Privatizzare la RAI, abolire canone e tetto pubblicitario, eliminare il duopolio imperfetto su cui il settore si regge favorendo la concorrenza. Affidare i servizi pubblici, incluso quello radiotelevisivo, tramite gara fra imprese concorrenti.

Approfondimento
Approfondimento Agricoltura
5 Sostenere i livelli di reddito di chi momentaneamente perde il lavoro anziché tutelare il posto di lavoro esistente o le imprese inefficienti. Tutti i lavoratori, indipendentemente dalla dimensione dell'impresa in cui lavoravano, devono godere di un sussidio di disoccupazione e di strumenti di formazione che permettano e incentivino la ricerca di un nuovo posto di lavoro quando necessario, scoraggiando altresì la cultura della dipendenza dallo Stato. Il pubblico impiego deve essere governato dalle stesse norme che sovrintendono al lavoro privato introducendo maggiore flessibilità sia del rapporto di lavoro che in costanza del rapporto di lavoro.

6 Adottare immediatamente una legislazione organica sui conflitti d'interesse. Imporre effettiva trasparenza e pubblica verificabilità dei redditi, patrimoni e interessi economici di tutti i funzionari pubblici e di tutte le cariche elettive. Instaurare meccanismi premianti per chi denuncia reati di corruzione. Vanno allontanati dalla gestione di enti pubblici e di imprese quotate gli amministratori che hanno subito condanne penali per reati economici o corruttivi.

7 Far funzionare la giustizia. Riformare il codice di procedura e la carriera dei magistrati, con netta distinzione dei percorsi e avanzamento basato sulla performance; no agli avanzamenti di carriera dovuti alla sola anzianità. Introdurre e sviluppare forme di specializzazione che siano in grado di far crescere l'efficienza e la prevedibilità delle decisioni. Difendere l'indipendenza di tutta la magistratura, sia inquirente che giudicante. Assicurare la terzietà dei procedimenti disciplinari a carico dei magistrati. Gestione professionale dei tribunali generalizzando i modelli adottati in alcuni di essi. Assicurare la certezza della pena da scontare in un sistema carcerario umanizzato.

Approfondimento
8 Liberare le potenzialità di crescita, lavoro e creatività dei giovani e delle donne, oggi in gran parte esclusi dal mercato del lavoro e dagli ambiti più rilevanti del potere economico e politico. Non esiste una singola misura in grado di farci raggiungere questo obiettivo; occorre agire per eliminare il dualismo occupazionale, scoraggiare la discriminazione di età e sesso nel mondo del lavoro, offrire strumenti di assicurazione contro la disoccupazione, facilitare la creazione di nuove imprese, permettere effettiva mobilità meritocratica in ogni settore dell’economia e della società e, finalmente, rifondare il sistema educativo.

Approfondimento Questione Femminile
9 Ridare alla scuola e all'università il ruolo, perso da tempo, di volani dell'emancipazione socio-economica delle nuove generazioni. Non si tratta di spendere di meno, occorre anzi trovare le risorse per spendere di più in educazione e ricerca. Però, prima di aggiungere benzina nel motore di una macchina che non funziona, occorre farla funzionare bene. Questo significa spendere meglio e più efficacemente le risorse già disponibili. Vanno pertanto introdotti cambiamenti sistemici: la concorrenza fra istituzioni scolastiche e la selezione meritocratica di docenti e studenti devono trasformarsi nelle linee guida di un rinnovato sistema educativo.Va abolito il valore legale del titolo di studio.

Approfondimento
10 Introdurre il vero federalismo con l'attribuzione di ruoli chiari e coerenti ai diversi livelli di governo. Un federalismo che assicuri ampia autonomia sia di spesa che di entrata agli enti locali rilevanti ma che, al tempo stesso, punisca in modo severo gli amministratori di quegli enti che non mantengono il pareggio di bilancio rendendoli responsabili, di fronte ai propri elettori, delle scelte compiute. Totale trasparenza dei bilanci delle pubbliche amministrazioni e delle società partecipate da enti pubblici con l'obbligo della loro pubblicazione sui rispettivi siti Internet. La stessa "questione meridionale" va affrontata in questo contesto, abbandonando la dannosa e fallimentare politica di sussidi seguita nell'ultimo mezzo secolo.

Approfondimento
Approfondimento Ambiente
Approfondimento Riforme
 
Condivido quasi tutto ... :up:

E cmq:
Lascia stare.
Fino a quando vivranno di ideali invece di utilizzare la fredda e spietata ma compassionevole calcolatrice, c'è nulla dafare.
 
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