Euro sì-euro no - euro fallisce? (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
Crisi dell
Crisi dell’Euro e monete alternative: più di 4000 comunità hanno scelto di rinunciare ai soldi

Scec, Simec e miniassegni: è il ritorno del baratto in chiave moderna?

Da tempo ormai si parla di crisi dell’Euro e si studiano soluzioni alternative alla moneta unica. C’è chi guarda indietro rievocando il ritorno dell’amata-odiata Lira e chi invece si organizza diversamente, con metodi tradizionali ma riletti in chiave moderna.

Pagare senza soldi: la crisi fa di necessità virtù

E se il problema maggiore in tempo di crisi è la mancanza di soldi contanti ecco rispuntare metodi di pagamento alternativi, ispirati all’antenato di tutti gli scambi commerciali, il baratto. Attualmente si contano circa 4 mila comunità che utilizzano metodi di scambio alternativi per non fermare l’economia dinanzi alla crisi che avanza. I numeri parlano chiaro: basti pensare che nel 1990 le comunità indipendenti organizzate in questo modo erano appena un centinaio.

Scec, simec e miniassegni: la risposta italiana all’euro?

In Italia sono state nella storia prevalentemente tre le valute alternative anticrisi adoperate: i miniassegni, i Simec e lo Scec (in ordine temporale).
Lo Scec (acronimo per Solidarietà ChE Cammina) è stato inventato a Napoli nel 2005. Si tratta in sostanza di buoni sconto del valore nominale di un euro che possono essere scambiati (anche cumulativamente ma comunque in maniera percentuale al valore del bene) presso gli esercizi aderenti all’iniziativa. Non si tratta quindi propriamente di una nuova valuta ideale ma di un buono sconto che si esprime sempre in euro. Attualmente sono 11 le Regioni italiane in cui è stato ammesso lo Scec. Uno dei primi esempi istituzionali è stato il IV Municipio, nel quartiere Montesacro. A differenza dei buoni sconto tradizionali lo scec dopo l’utilizzo non va stracciato ma può essere riutilizzato: i commercianti possono darlo come resto ai clienti che aderiscono al circuito e questi ultimi possono riusarlo proprio come fosse una moneta da un euro.
Ben più antichi sono invece gli ormai superati miniassegni (chiamati così proprio per le dimensioni ridotte rispetto a quelli tradizionali), istituiti nel 1975 e poi spariti dopo tre anni quando il Poligrafico dello Stato fu in grado di sopperire alla carenza di monete per via dell’inflazione. I mini assegni infatti, nati per sopperire alla penuria di monete dal taglio piccolo, si rivelarono un vero affare per le banche: molti di quelli emessi infatti non tornarono indietro per la conversione perché si erano deteriorati, erano andati persi oppure venivano collezionati.
Il Simec (acronimo di Simbolo Econometrico di valore indotto) è invece un sistema attivato nel 2000 a Guardiagrele e inventato dal professor Giacinto Auriti, forte sostenitore della teoria del valore convenzionale della moneta: scambiati con valore paritario a quello delle lire per pensioni e salari venivano messi in commercio con il doppio del valore originario. Il tribunale di Chieti interruppe bruscamente la pratica tramite ordinanza di sequestro dietro pressione della Banca d’Italia.

E negli altri Paesi?

Ma la crisi non è certamente un problema esclusivamente italiano. I sistemi alternativi studiati variano di Paese in Paese, pur avendo spesso bai comuni. Nel Regno Unito e in Australia la maggior parte delle comunità usa
il Lets (Local Exchange Trading System)

o il More (Member Organised Resource Exchange system);

in Francia e in altri Paesi di lingua francese si è fatto ricorso al Sel (Système d’Echange Local) e al Tronc de Services; il Rocs (Robust Complementary Community Currency System) e i Rers (Réseaux d’échange Réciproque des Savoirs) sono diffusi in Francia, Svizzera, Belgio e Olanda, Svizzera e Spagna, i Tauschring e il Wir in Germania e Svizzera. Ma ci sono anche i Ducati immaginari, il Green dollar, gli Hureai kippu, gli Ithaca hours e gli Hero dollar.
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tontolina

Forumer storico
Leader Tedesco Spd (ex-ministro finanze), Euro rimane ma qualche paese ne uscirà
(AGI) Berlino 21 Luglio - L'euro continuera' a rimanere in vita, anche se non tutti i Paesi che adesso ne fanno parte continueranno a starci. ..................
Lo teme l'ex ministro socialdemocratico delle Finanze,
Per Steinbrueck, probabile sfidante di Angela Merkel alle elezioni per la Cancelleria del prossimo anno.

In un'intervista al domenicale 'Bild am Sonntag' l'esponente socialdemocratico spiega che "in alcuni casi aumentano i miei dubbi che nell'Eurozona possano rimanere tutti i Paesi che adesso ne fanno parte.
Non riesco a vedere come alcuni Paesi riescano a colmare la lacuna della loro competitività"
“Sono sicuro che l’euro continuerà ad esistere”, prosegue Steinbrueck, “ma non faccio previsioni su chi farà ancora parte dell’Eurozona dopo il superamento della crisi”. Secondo il leader socialdemocratico, la crisi attuale rischia di mettere in pericolo la democrazia in Germania.
“Il modo in cui ad intervalli sempre più frequenti il Bundestag è quasi obbligato a decidere su temi estremamente complessi e su rischi di grandezza quasi inimmaginabile sta conducendo al limite della funzionalità della nostra democrazia”



 

tontolina

Forumer storico
Leader Tedesco Spd (ex-ministro finanze), Euro rimane ma qualche paese ne uscirà
(AGI) Berlino 21 Luglio - L'euro continuera' a rimanere in vita, anche se non tutti i Paesi che adesso ne fanno parte continueranno a starci. ..................
Lo teme l'ex ministro socialdemocratico delle Finanze,
Per Steinbrueck, probabile sfidante di Angela Merkel alle elezioni per la Cancelleria del prossimo anno.

In un'intervista al domenicale 'Bild am Sonntag' l'esponente socialdemocratico spiega che "in alcuni casi aumentano i miei dubbi che nell'Eurozona possano rimanere tutti i Paesi che adesso ne fanno parte.
Non riesco a vedere come alcuni Paesi riescano a colmare la lacuna della loro competitività"
“Sono sicuro che l’euro continuerà ad esistere”, prosegue Steinbrueck, “ma non faccio previsioni su chi farà ancora parte dell’Eurozona dopo il superamento della crisi”. Secondo il leader socialdemocratico, la crisi attuale rischia di mettere in pericolo la democrazia in Germania.
“Il modo in cui ad intervalli sempre più frequenti il Bundestag è quasi obbligato a decidere su temi estremamente complessi e su rischi di grandezza quasi inimmaginabile sta conducendo al limite della funzionalità della nostra democrazia”




Chi si è arricchito con la Grecia e come

Goofynomics: Chi si è arricchito con la Grecia e come
 

tontolina

Forumer storico
Sei in: Il Fatto Quotidiano > Blog di Alberto Bagnai > Quelli che: ...
Quelli che: “abbiamo vissuto al di sopra dei nostri mezzi”


di Alberto Bagnai | 26 luglio 2012Commenti (467)

Più informazioni su: austerità, Banche, capitalismo, crisi, euro, Francesco Giavazzi, lira.


Share on print Share on email More Sharing Services 214



Uno spettro si aggira per l’Italia: lo spettro del luogocomunismo. Sapete quelli che “abbiamovissutoaldisopradeinostrimezzi”? Le grandi frasi che non dicono nulla (direbbe Flaiano), ma dicono molto su chi le pronuncia (aggiungo sommessamente io).

Sono quelli che dalle colonne dell’informazione di regime ci accusano di avere “nostalgia della lira” (Gramellini, caro, lo so che i capelli non li ho persi per colpa dell’euro, grazie, il problema è un altro, e te lo spiegherei se tu non pensassi di saperne più di un premio Nobel, o anche di uno studente del primo anno. Sai, fai un po’ tenerezza anche tu…).
Il paradosso è che loro, quelli che “guardano avanti”, in realtà esprimono una patetica, perdente nostalgia per i sani principi patriarcali che reggevano l’Italia contadina.

Carissimi: purtroppo siamo in una moderna economia capitalistica e finanziaria! E la finanza, caso mai non lo aveste capito (non è mai troppo tardi) serve proprio a vivere al di sopra dei propri mezzi, che non è necessariamente una cattiva idea, perché in economia esiste una cosa che si chiama “tempo”: il debito è un modo per raccordare il presente al futuro (questa è la forza del capitalismo) e non è detto che sia un modo sbagliato. Dipende da cosa si fa coi soldi che si prendono in prestito.


Per fortuna Alesina e Giavazzi ci danno un assist inaspettato nella lotta contro le orde luogocomuniste. Eh già! Perché nel disegnare un’ampia sintesi dell’accaduto, i funamboli dell’austerità espansiva, presi da un irreprimibile accesso di sincerità, cosa ci dicono? “Le banche, dopo aver concesso mutui con grande leggerezza, senza chiedersi se il debitore sarebbe stato in grado di sostenere le rate, subiscono perdite ingenti e devono ricapitalizzarsi… se interviene lo Stato, il debito pubblico esplode”.


Ma va là!

Allora se tante imprese e tante famiglie hanno contratto mutui insostenibili la colpa non è tutta e solo loro?

Allora è come dico io (litigando, da un anno a questa parte, sul mio blog, con i vostri accesi ammiratori):
in un’economia capitalistica il creditore deve essere accorto, deve valutare i progetti da finanziare!

Quando il raccordo fra presente e futuro si inceppa, la responsabilità è anche e soprattutto di chi ha dato, non solo di chi ha preso.

Grazie, colleghi.




Vogliamo fare un passettino in più? Vogliamo chiederci perché le banche paiono così “leggere” al vento della globalizzazione (quali colombe dal disio chiamate)? Voi, pudichi e ritrosi, la domanda non la fate, ma la risposta ve la do lo stesso, e gratis: le banche hanno prestato incautamente perché avevano la tronfia e spudorata certezza che al momento opportuno sarebbero state tirate fuori dai guai dai governi, i quali avrebbero fatto carne di porco dei loro cittadini pur di salvare le riverite terga dei banchieri.



Cosa che sta puntualmente accadendo ad opera dei tanti [ame="http://www.youtube.com/watch?v=nqjQG-Tw9FY"]garzoni di bottega[/ame] inviati a riscuotere i sospesi, i quali, sapendo che l’euro sta per saltare, strozzano i cittadini per rimborsare i propri mandanti in moneta “buona”, prima dell’inevitabile svalutazione. E i cittadini accettano (per ora) di essere strozzati anche perché tanti lungimiranti e progressisti informatori ripetono loro: avetevissutoaldisopradeivostrimezzi. Penitenziagite!


Come ogni ideologia, anche il luogocomunismo è finalizzato a controllare le masse, e fallirà. E dopo, cari Solone e Licurgo, per risolvere i problemi di moral hazard della finanza ci sarà bisogno non di meno, ma di più Stato: di spezzare le reni non alla Grecia (vergogna!), ma alla finanza, dividendo le banche sia funzionalmente sia dimensionalmente (il ring fencing del quale si parla in paesi più liberi del nostro) e limitando i movimenti internazionali di capitali.


Perché tanto da qui non si scappa: negli ultimi trent’anni, tutti i paesi andati a gambe per aria erano stati prima sommersi da un diluvio di capitali esteri. I soldi che le banche prestavano “con grande leggerezza” venivano da fuori.


Ve lo spiegano questo Reinhart e Rogoff? Perché eventualmente c’è un amico mio che potrebbe spiegarvelo.
Le crisi finanziarie non sono catastrofi naturali: forse non ci crederete, ma le crisi avvengono perché qualcuno ci guadagna (sì, lo so: l’esempio non è buono: purtroppo in Italia c’è chi ci guadagna anche dai terremoti: ma almeno ancora non può provocarli…).

Sempre a proposito di letture consigliate, lo studio di Reinhart e Rogoff sui rapporti fra debito pubblico e crescita non servirebbe a nulla nemmeno se fosse stampato sulla carta igienica.

Ma per fortuna chi fa ricerca seria su questi temi in Europa c’è: Panizza e Presbitero è una lettura consigliata per voi.
E a tutti consiglio Oltre l’austerità.
 

f4f

翠鸟科
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Quelli che: “abbiamo vissuto al di sopra dei nostri mezzi”


di Alberto Bagnai | 26 luglio 2012Commenti (467)

Più informazioni su: austerità, Banche, capitalismo, crisi, euro, Francesco Giavazzi, lira.


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Uno spettro si aggira per l’Italia: lo spettro del luogocomunismo. Sapete quelli che “abbiamovissutoaldisopradeinostrimezzi”? Le grandi frasi che non dicono nulla (direbbe Flaiano), ma dicono molto su chi le pronuncia (aggiungo sommessamente io).

Sono quelli che dalle colonne dell’informazione di regime ci accusano di avere “nostalgia della lira” (Gramellini, caro, lo so che i capelli non li ho persi per colpa dell’euro, grazie, il problema è un altro, e te lo spiegherei se tu non pensassi di saperne più di un premio Nobel, o anche di uno studente del primo anno. Sai, fai un po’ tenerezza anche tu…).
Il paradosso è che loro, quelli che “guardano avanti”, in realtà esprimono una patetica, perdente nostalgia per i sani principi patriarcali che reggevano l’Italia contadina.

Carissimi: purtroppo siamo in una moderna economia capitalistica e finanziaria! E la finanza, caso mai non lo aveste capito (non è mai troppo tardi) serve proprio a vivere al di sopra dei propri mezzi, che non è necessariamente una cattiva idea, perché in economia esiste una cosa che si chiama “tempo”: il debito è un modo per raccordare il presente al futuro (questa è la forza del capitalismo) e non è detto che sia un modo sbagliato. Dipende da cosa si fa coi soldi che si prendono in prestito.


Per fortuna Alesina e Giavazzi ci danno un assist inaspettato nella lotta contro le orde luogocomuniste. Eh già! Perché nel disegnare un’ampia sintesi dell’accaduto, i funamboli dell’austerità espansiva, presi da un irreprimibile accesso di sincerità, cosa ci dicono? “Le banche, dopo aver concesso mutui con grande leggerezza, senza chiedersi se il debitore sarebbe stato in grado di sostenere le rate, subiscono perdite ingenti e devono ricapitalizzarsi… se interviene lo Stato, il debito pubblico esplode”.


Ma va là!

Allora se tante imprese e tante famiglie hanno contratto mutui insostenibili la colpa non è tutta e solo loro?

Allora è come dico io (litigando, da un anno a questa parte, sul mio blog, con i vostri accesi ammiratori):
in un’economia capitalistica il creditore deve essere accorto, deve valutare i progetti da finanziare!

Quando il raccordo fra presente e futuro si inceppa, la responsabilità è anche e soprattutto di chi ha dato, non solo di chi ha preso.

Grazie, colleghi.




Vogliamo fare un passettino in più? Vogliamo chiederci perché le banche paiono così “leggere” al vento della globalizzazione (quali colombe dal disio chiamate)? Voi, pudichi e ritrosi, la domanda non la fate, ma la risposta ve la do lo stesso, e gratis: le banche hanno prestato incautamente perché avevano la tronfia e spudorata certezza che al momento opportuno sarebbero state tirate fuori dai guai dai governi, i quali avrebbero fatto carne di porco dei loro cittadini pur di salvare le riverite terga dei banchieri.



Cosa che sta puntualmente accadendo ad opera dei tanti garzoni di bottega inviati a riscuotere i sospesi, i quali, sapendo che l’euro sta per saltare, strozzano i cittadini per rimborsare i propri mandanti in moneta “buona”, prima dell’inevitabile svalutazione. E i cittadini accettano (per ora) di essere strozzati anche perché tanti lungimiranti e progressisti informatori ripetono loro: avetevissutoaldisopradeivostrimezzi. Penitenziagite!


Come ogni ideologia, anche il luogocomunismo è finalizzato a controllare le masse, e fallirà. E dopo, cari Solone e Licurgo, per risolvere i problemi di moral hazard della finanza ci sarà bisogno non di meno, ma di più Stato: di spezzare le reni non alla Grecia (vergogna!), ma alla finanza, dividendo le banche sia funzionalmente sia dimensionalmente (il ring fencing del quale si parla in paesi più liberi del nostro) e limitando i movimenti internazionali di capitali.


Perché tanto da qui non si scappa: negli ultimi trent’anni, tutti i paesi andati a gambe per aria erano stati prima sommersi da un diluvio di capitali esteri. I soldi che le banche prestavano “con grande leggerezza” venivano da fuori.


Ve lo spiegano questo Reinhart e Rogoff? Perché eventualmente c’è un amico mio che potrebbe spiegarvelo.
Le crisi finanziarie non sono catastrofi naturali: forse non ci crederete, ma le crisi avvengono perché qualcuno ci guadagna (sì, lo so: l’esempio non è buono: purtroppo in Italia c’è chi ci guadagna anche dai terremoti: ma almeno ancora non può provocarli…).

Sempre a proposito di letture consigliate, lo studio di Reinhart e Rogoff sui rapporti fra debito pubblico e crescita non servirebbe a nulla nemmeno se fosse stampato sulla carta igienica.

Ma per fortuna chi fa ricerca seria su questi temi in Europa c’è: Panizza e Presbitero è una lettura consigliata per voi.
E a tutti consiglio Oltre l’austerità.




Carissimi: purtroppo siamo in una moderna economia capitalistica e finanziaria!


dunque?
fallirà il sistema?
e cosa lo sostituirà?


prscindo, per adesso, una analisi stirica sui vari Savonarola che sempre sorgono nei momenti di passaggio ( o crisi, se si preferisce)
ma , già da adesso, voglio far ricordare la fine dei vari Savonarola Muntzer J Smith Knipperdolling e compagnia cantante ...

.. e il mondo è andato avanti, stranamente :rolleyes: :rolleyes:
 

big_boom

Forumer storico
gia' e' vero il mondo andra' avanti anche senza gli esseri umani tanto per dire qualche cosa di effetto :lol:

ogni tanto ricordatevi di vivere su un pianeta senza possibilita' di fuga

[ame=http://www.youtube.com/watch?v=Ip2ZGND1I9Q]Earth HD| Time Lapse View from Space, Fly Over | NASA, ISS - YouTube[/ame]
 

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