Esperienze ai mercatini: consigli, dritte, osservazioni (1 Viewer)

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
E' solo il senso della sfida che può spingere a condividere conoscenze ed esperienze che sarebbero da tenere gelosamente per sé. Speriamo che molti siano spinti a confidarsi.

Io inizio con una osservazione che può apparire lapalissiana, ma che, con le debite modifiche, risale addirittura al poeta latino Ovidio. Che dice, nell'Ars Amandi: se vuoi trovarne (in quel caso: donne :pig:) vai dove c'è molta gente (piazze, mercati ecc.). Per i nostri interessi significa: frequentando i mercati più grossi è più facile trovare qualcosa.

Naturalmente anche i piccoli offrono opportunità, ma in misura minore. Poi, se si riesce a capire quali sono le "specialità" di un mercato, meglio ancora. Assai più dubbio è trovare qualcosa alle fiere, cioè sotto i capannoni e in versione ufficiale: di solito i mercanti sanno fin troppo bene quello che hanno, e se vanno lì spendono tanti soldi. Ciò significa che ugualmente ne chiederanno molti. Troppi.

Peraltro, anche i mercatini "della miseria", quelli in cui gli espositori spendono pochissimo, sono affollati di calzini, biciclettine, vecchi computer, riproduzioni incorniciate, bicchieri e mille altre carabattole di cui si vuole vuotare la casa. Abbastanza difficile che in mezzo ci sia la grande scoperta. Al massimo una incisione di cui non hanno compreso la firma.
Ciò non toglie che nell'ultimo anno personalmente abbia comprato lenzuola matrimoniali nuove a 2 euro, bei sottobicchieri a 0,50 cent, portarifiuti di acciaio, teli e molte altre cose di vera occasione:piazzista:: ma siamo fuori dell'ambito collezionistico :ot:
 

baleng

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Una seconda osservazione, che riguarda i mercati più grossi, ci dice che nella periferia del mercato stesso è più facile trovare l'occasione piuttosto che nel centro, solitamente battuto da mercanti professionali con presenza regolare, che si devono mantenere con il venduto e difficilmente ignorano il valore di quanto espongono.
Se poi cerchi un quadro, evita pure quelli che espongono solo quadri ben presentati, cornici nuove ecc. Sono negozi ambulanti, dove l'occasione non c'è mai. Nel campo della grafica, invece, con pazienza un buon pezzo si può trovare anche dal professionista, meglio se in cartella, cioè non incorniciato.
Un accorgimento psicologico per valutare un acquerello incorniciato per il quale saremmo disposti a mollare un po' la dovuta tirchieria consiste nell'immaginare di comprarlo senza cornice: davvero ci metteremmo tutti quei soldi? :squalo:
 

Loryred

Forumer storico
I miei sono proprio "i mercati della miseria"!!! Dove anch'io, limitandomi al "non artistico" faccio spesso buoni acquisti, sia perchè abitando in una cascina trovo sia oggetti vecchi adatti allo stile, vecchi arnesi e biancheria "della nonna", in particolare tende, lenzuola e copriletti di cotone che qualche capo o accessorio vintage per me a prezzi davvero stracciati. Per quegli articoli i mercatini locali sono più convenienti, ma anche a Gonzaga sono riuscita per 4 Euro ad acquistare un lampadario per la cucina, rimesso a nuovo da mamma ed a 5 Euro un orologio da muro.
 
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baleng

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Tra i mercatini della miseria nel Veneto trovo che Spresiano (4a domenica) sia il migliore.
Brugine (1a) è divenuto un suk fangoso dove si paga per entrare :-x e magari metà banchi sono già spariti all'una.
A me questa sembra una truffa.
 

baleng

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ASPETTARE E FAR ASPETTARE

Mettiamo di aver trovato qualcosa di interessante per noi. Trattiamo il prezzo. Il mercante, partito da 50 è arrivato a 35: che fare?
Se l'affarone è ormai evidente, si compra. Se invece si vuole spuntare un prezzo migliore, meglio rinunciare al momento, riservandosi intimamente di tornare più tardi.
Certo, vi è il rischio che il pezzo venga acquistato: ma se non è una occasionissima, oppure se si è quasi certi che nessun altro sarà in grado di interessarsi ad esso, allora meglio far aspettare il venditore. Al ritorno il tempo passato lo avrà ammorbidito (nel peggiore dei casi vorrà gli stessi identici quattrini di prima, non di più), e probabilmente accetterà la cifra che noi, nel nostro paperonesco e scroogesco cuore gli avevamo riservato. Magari anche 25.
L'unica contromossa del mercante, a questo punto, è del tipo: No, me l'ha riservato uno per 35, però se non viene entro 10 minuti il pezzo lo do a lei (ma sempre a 35, s'intende).

Quando si fa questa scelta del rinvio, di solito è perché, se il pezzo andrà via, anche magari a 30, in realtà non ce ne importa granché. Se invece questa eventualità ci mette angoscia, comprare a 35. :maestro:

In ogni caso evitare di dire al commerciante, mentre ci si allontana, "ci devo pensare" :no:: che è esattamente la frase che il 95% della gente dice quando ha già deciso di non pensarci più :prr: e il commerciante lo sa bene :ghh:

Perché ci vuole anche un po' di rispetto ...
 

baleng

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COMPRARE UN QUADRO

Per quanto possibile non acquisto mai un pezzo unico (olio su tela o acquarello, ecc) di primo acchito, salvo che non costi quasi niente. Se devo impegnare una cifra già superiore ai 15 €, però (lo so, sembro esagerato, ma è così) preferisco che il tempo dia modo al lavoro di mostrarmi bene i suoi pregi e i suoi difetti. Quelli che a prima vista possono venir nascosti da alcune particolarità del soggetto, da certi colori particolarmente graditi ecc.
Breve, se possibile guardo il lavoro in tutte le posizioni, anche rovescio, poi chiedo al venditore se me lo può tenere riservato solo per alcuni minuti.
Quando torno, di solito la decisione è già presa, che si tratti di un sì o di un no.
 

baleng

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CHIEDERE IL PREZZO

Si può discutere su come il cliente debba chiedere il prezzo, se vuole che la risposta lo abbassi il più possibile.
Quanto costa? Quanto chiede? Quanto vale? Quanto vuole? Costa molto? Il prezzo? Mi dice quanto chiede? ecc.

Ci sono molti modi, certo. Analizziamoli, ma cum grano salis, senza pretendere di aver capito e centrato tutto, solo per ragionarci su.

Se dico Quanto vale? il commerciante si sentirà confermato nell'attribuire un valore all'oggetto: il prezzo richiesto rischia di essere il massimo.:-x
Quanto vuole? concede comunque, con quel "vuole", una certa autorità al venditore, che potrebbe sentirsi incoraggiato a tenersi alto. Certo, detto col tono giusto potrebbe già suonare scoraggiante per lui, tipo: cosa crede di poterne ottenere? E qui pesano le capacità teatrali del cliente.:angel:
Quanto costa? è simile a quanto vale, anche se un po' meno masochista da parte del cliente. C'è un costo, oggettivo. Sarà difficile abbassarlo ... :tristezza:
Quanto chiede? mi sembra più adatto ad una trattativa: tu puoi chiedere quello che vuoi, tanto poi vediamo cosa posso o voglio offrire io. :fiu:
Costa molto? da una parte propone una scelta in un range basso di prezzi, però quel "molto" potrebbe incoraggiare il venditore, poiché esprime un timore, che non può che sorgere da un desiderio relativamente forte. Mah, ambivalente. :sad:
C'è un prezzo? detto da chi abbia rigirato il pezzo cercando una etichetta o simili, può far sentire in colpa il venditore :up:
Quanto mi fa? Quanto mi farebbe (meglio)? è una buona apertura di trattativa, a condizione che non esprima troppo l'interesse dell'acquirente. Va detto col tono di chi ha finito i soldi. :violino:
Quanto vorrebbe? suona abbastanza aggressivo :-D può anche risultare controproducente, scatenando le fantasie di guadagno del venditore. :ihih:

(segue??)
 

baleng

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CHE COS'Ė?

Io cerco spesso grafiche.
Capita di riconoscere nel mucchio l'opera di pregio.
Allora chiedo al venditore "Chi è?" (lo so benissimo, ma voglio vedere quanto se ne intende lui) o addirittura "Che cos'è?" (se il venditore appare specializzato in altre cose e non nella grafica: anche qui, lo so, ma voglio prendergli le misure)
Risposta frequente: è una serigrafia (e magari è un'acquatinta) di Pink Pallin (e magari invece è Pino Pallini). Poi capita che il venditore inizi a magnificare l'autore ecc. Batto allora subito in ritirata ringraziando esageratamente, già ho capito che il prezzo va su. Se invece il venditore chiede il mio aiuto per capire cos'è, glielo do anche, ma solo se l'opera non mi interessa.
Se la voglio comprare non spiego proprio nulla, anzi butto giù con discrezione (eh la conservazione, eh non si capisce la tecnica, eh ma questo lei non lo conosce? ecc)
Non bugie, si badi bene: solo omissioni, in fin dei conti il venditore è lui.
Ci sono situazioni divertenti: quando inizia a lodare l'autore male identificato. O irritanti: quando conosce e loda l'autore che voi avreste voluto ignorasse per portarglielo via a poco.
Comunque, il mostrarsi ignoranti serve a far uscire dalla tana il venditore: lo si può fare quasi sempre. Attenzione a non esagerare :eeh:
 

baleng

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IL LINGUAGGIO DEL CORPO

Qui si possono dire davvero tante cose.
Comincio osservando che il venditore, per convincervi subconsciamente all'acquisto, potrebbe utilizzare - sapendo di farlo o meno - la tattica del porre la mano proprio sopra l'oggetto e tenerla ferma là.
Il messaggio inconscio che passa è, più o meno: questa roba è importante, è MIA e a me ciò va benissimo, non la mollo, me la tengo, chi la vuole la dovrà pagare molto.( In tale frangente, meglio è vestito il venditore e più alto sarà il prezzo.). Tale affermazione di proprietà stimola fatalmente il nostro lato competitivo. In seguito non riusciremo a capire come sia stato possibile che abbiamo pagato così tanto questa roba.
 
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baleng

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LA LENTE

Sempre sulle grafiche: sarebbe bene avere con sé ad ogni mercatino una lente d'ingrandimento, soprattutto se il nostro occhio non è più "quello di una volta", ma anche se ci si vede benissimo.
La prima cosa che si può scoprire è la presenza di un retino tipografico, che esclude definitivamente ogni acquisto: trattasi di riproduzione, anche se fosse firmata e numerata a matita dall'artista (in questo deplorevole caso, mettere il nome dell'artista sul libro nero). In altri casi sarà possibile evidenziare una struttura del segno, o del colore, da serigrafia o invece da litografia. In generale, si potrà valutare l'eventuale spessore del segno: nelle riproduzioni in nero al tratto (quindi senza retino, in pratica sono come create con un timbro metallico da tipografia) lo spessore mancherà, e tutti i neri saranno livellati, a differenza che nell'acquaforte.
Difficile è, sempre, valutare una grafica sotto vetro, e certe cose si fa proprio fatica a vederle.
 

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