Eni (ENI) Eni è il regno Marcegaglia (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
ENI


dopo la violazione di area 18.00, livello tecnico (doppio minimo) e psicologico di particolare rilevanza, ENI ha subito una forte pressione ribassista che si è esaurita con estrema precisione su un riferimento tecnico spesso sottovalutato come il 61.8% dei ritracciamenti di Fibonacci.
Area 15.00 ha infatti tenuto molto bene e ha innescato una logica rimbalzista ancora in essere, destinata a completarsi in zona 17.50 dove riteniamo molto probabile l'ipotesi di un nuovo pullback ribassista che dovrebbe nuovamente spingere il titolo al ribasso.
Operativamente il rapporto rischio/rendimento non premia un posizionamento ai livelli attuali e preferiamo attendere l'eventuale test di area 17.50 per ipotizzare un nuovo posizionamento in short selling.
 

tontolina

Forumer storico
Petrolio sempre sugli scudi, in preda alla volatilità e alle news in arrivo da più fronti. Un giorno l’OPEC, il giorno dopo le quantità estratte, e poi le scorte e così via. Ieri poi ha pesato sul mercato la Mega fusione tra Shell e BG che creerà un colosso petrolifero da circa 270 miliardi di Euro da una parte, e i nuovi massimi produttivi dell’Arabia Saudita dall’altra.
Malgrado tutto, sembra che sul settore stia migliorando il clima ed il sentiment in generale. Probabilmente i minimi del prezzo petrolio sono già stati toccati, soprattutto se guardiamo il petrolio come commodity. Ma possiamo dire altrettanto delle società petrolifere?

In realtà occorre dire una cosa molto importante.
Sempre in merito di riserve petrolifere,

il mercato non ha ancora scontato la realtà dei fatti. E vi spiego perché.


Come ben sapete, le società estrattive hanno un bilancio che è fortemente correlato all’andamento del prezzo del petrolio. Quindi, con un oro nero molto debole, avremo bilanci molto deboli e rischi di default a catena. Ma per certi versi questi default non si sono ancora visti.


Come mai?
Anche se il greggio ha già cominciato dall’estate scorsa una debacle che ha portato il suo prezzo a dimezzarsi, le compagnie petrolifere USA hanno ancora avuto la possibilità di contabilizzare il petrolio a bilancio ad un prezzo irrealistico, il che ha reso gli stessi bilanci quantomeno discutibili ed incoerenti. Il prezzo medio contabilizzato nel quarto trimestre del 2014 è stato pari a 90 $/barile. Fatevi due conti e capirete che forse siamo abbastanza lontani dai 50 dollari /barile fatti registrate ieri sera.



Per carità, nulla di illegale visto che la SEC permette alle società di fare queste valutazioni.

Ora però i prezzi devono essere rivisti fortemente al ribasso. Tanto per cominciare, per questo primo trimestre il prezzo medio non potrà superare quota 80 $ circa.

Ma ovviamente non ci si ferma qui, perché per i trimestri prossimi, se non cambierà la tendenza ed il petrolio resterà inesorabilmente pizzicato tra i 50 ed i 60 USD al barile, ci ritroveremo con ulteriori e sonori ribassi.
E’ chiaro che il grande problema sono le società che hanno un taglio più “aggressivo” e conti meno solidi, ovvero quelle dello “Shale oil”.

Il motivo è noto.

Sono società che raggiungono il break even solo se il petrolio è a ridosso di quotazioni importanti.

Guardate questo grafico, è stato fatto quando i petrolio valeva ancora di più.

Oggi siamo a 50 $.

Quante di queste società USA specialzzate nello shale oil ha la prospettiva di un futuro?



Non dimenticate poi che le società di shale oil sono per la maggior parte delle vere start up indebitatissime che quindi salteranno con una facilità estrema.

Nel 2014 sono saltati debiti delle stesse per 45 miliardi di USD. Ora le banche saranno costrette a “stringere” ulteriormente le corde dei finanziamenti proprio per tutelarsi. E stringere quelle corde, per le società di shale oil, significherà rimanere impiccate.
Molte società hanno cercato di approfittare del momento positivo del mercato per rifinanziarsi emettendo nuovi bonds sul mercato o allungare il debito e magari rinegoziare i loro finanziamenti. Ma il quadra sta progressivamente degenerando, il che mette fortemente a rischio il destino di queste società.
Domanda banale ma necessaria: guardando il grafico dell’indice XOI, l’indice che racchiude il mondo energetico USA che conta, sta scontando tutto questo?

STAY TUNED!
Danilo DT

http://intermarketandmore.finanza.com/chi-sono






PETROLIO e SHALE OIL: quello che ancora non dicono i bilanci | IntermarketAndMore
 

tontolina

Forumer storico
Quotazione PETROLIO: e il grande rimbalzo (da scorte) è arrivato


Scritto il 16 aprile 2015 alle 11:11 da Danilo DT

In queste ultime ore la commodity più venduta e massacrata degli ultimi mesi, ha vissuto nuovi momenti di euforia. Ovviamente c’era una logica, un perché. E questo perché sono i dati delle scorte.
L’EIA (Energy Information Administration) ha comunicato che, nella scorsa settimana, le scorte di petrolio negli USA sono salite solo di 1,294 milioni di barili. Le stime parlavano di ben 4,057 milioni di barili. Ed è per questo che il petrolio è subito partito all’impazzata.
Ora, quello che vogliamo farvi vedere non è tanto il grafico in apertura, con il volume delle scorte, ma un semplice e banale grafico del petrolio WTI.
Credo sia quantomai evidente l’importante rottura della resistenza a 54$. Il che avrà effetti non solo sullo stesso petrolio ma anche su tutto il mondo che ci gira attorno.

STAY TUNED!
Danilo DT
 

tontolina

Forumer storico
Eni: e’ il gas la risorsa del futuro. E l’Europa degli sciocchi attacca Gazprom

Eni: e? il gas la risorsa del futuro. E l?Europa degli sciocchi attacca Gazprom | Imola Oggi


questo ieri e subito oggi

S&P taglia il rating dell'Eni: pesano il prezzo del petrolio e le tensioni geopolitiche Il giudizio passa da A ad A-: tra i motivi che hanno deciso il declassamento i prezzi di petrolio e gas che resteranno bassi "per un paio d'anni" e le crisi geopolitiche nei Paesi "ad alto rischio" in cui opera il gruppo. L'outlook è promosso a stabile
- See more at: S&P taglia il rating dell'Eni: pesano il prezzo del petrolio e le tensioni geopolitiche - Rai News
 

erbufalo

Forumer attivo
salve volevo chiedere cosa ne pensate del petrolio iraniano che a breve innonderà il mercato,secondo voi eni ne trarra vantaggio,visto che molti impianti saranno obsoleti?
 

tontolina

Forumer storico
mi sa che la Marcegaglia posrta sfiga

dicono che la domanda di oil è in ribasso ma mentono invece è aumentata
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tontolina

Forumer storico

Corriere della Sera



Eni, investimento totale in mega giacimento Egitto raggiungerà 7 miliardi di dollari


Reuters Italia - ‎1 ora fa‎




IL CAIRO (Reuters) - L'investimento complessivo di Eni per il mega giacimento di gas scoperto dal gruppo italiano nell'offshore egiziano del Mar Mediterraneo dovrebbe raggiungere i 7 miliardi di dollari. Lo ha stimato il responsabile della compagnia ...
Editoriale:Eni scopre il più grande giacimento mediterraneo di gas. Renzi: risultato straordinarioAdnkronos
 

tontolina

Forumer storico
Uhm… Quindi ora Bisognerà Portare i “Valori dell’Occidente” in Egitto e in Italia?

Di FunnyKing , il 31 agosto 2015 - 65 commenti

Mah, qui mi sa che gli Americani tanto per incominciare dovranno portare un pochino di sani “valori dell’Occidente” (oppure dell’Isis che è la stessa cosa) in Egitto.
E poi nel caso ENI recalcitrasse anche in Italia.
Perchè vedete, a fine 2016 il primo liquefattore di Sabine Pass sarà ultimato, questa robina qui (da un post di RC d’annata):
Quindi se tutto va bene la prima bomboletta di GAS USA arriverà in Europa NON prima della fine del 2015 (ad essere ottimisti), probabilmente nel 2016-2017, attraverso quello che ad oggi mi consta essere l’UNICO progetto operativo ovvero vi presento:
Sabine Pass Liquefaction Project (link)


A regime il Liquefattore riuscirà a processare 4 miliardi di piedi (BCF) di Gas al Girno:
2 bcf/d dalla fine del 2105
4 bcf/d dalla fine del 2017
Come noto gli Stati Uniti d’America, nel gas naturale ci stanno affogando tanto che tappano i nuovi giacimenti perchè letteralmente non sanno cosa farsene di altro gas.
Gli manca una infrastruttura per esportarlo dal continente.
Uno dei motivo delle guerre intorno all’Europa, forse il principale, è stato minare alla base il rifornimento di gas naturale al continente europeo ovvero da:
Russia
Libia
Tunisia (ci stanno lavorando)
Egitto (gli è andata maluccio per ora)
E ora?
Ora che il fantamegasuper giacimentone di classe mondiale ce lo abbiamo a due passi nel mediterraneo e per giunta a metterci le mani c’è l’occidenatlissima ENI?
Che si fa?
Difficile che il prezzo del gas salga più di tanto, diciamo che con le nuove tecniche di prospezione e le nuove tecniche di estrazione trovarne per i prossimi diciamo 2-3 secoli e in abbondanza non pare un impresa ardua
Quindi bisogna impedire di farlo arrivare a chi lo consuma.
Prevedo rivoluzioni colorate in egitto.
Popcorn al cubo. Per tutti.






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