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Eni, utile netto adj trim1 scende 1,19 mld, pesano calo E&P e rosso R&M

martedì 29 aprile 2014 08:10

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MILANO, 29 aprile (Reuters) - Eni ha chiuso il primo trimestre del 2014 con un utile netto adjusted (senza le componenti straordinarie) di 1,19 miliardi di euro, in contrazione del 14,3% rispetto allo stesso periodo 2013, mentre l'ebit adj si contrae del 6,8% a 3,49 miliardi, secondo un conunicato.
Hanno pesato sui conti le divisioni Exploration & Production (-13,7%), a causa della flessione del prezzo del petrolio (-3,9% per il riferimento Brent) e dell'apprezzamento dell'euro rispetto al dollaro (+3,7%), e Refining & Marketing (-66,4%) penalizzata dal continuo deterioramento dello scenario di raffinazione e della domanda di carburanti.
Nel trimestre la produzione di idrocarburi si attesta a 1,583 milioni di barili/giorno, in aumento dello 0,6% su base omogenea e beneficia dell'entrata a regime dei giacimenti nel Regno Unito e Algeria che hanno più che compensato le riduzioni dovute al perdurare delle condizioni di instabilità politica in Libia e i declini delle produzioni mature.
Sempre debole il Gas and Power con le vendite di gas scese dell'11,3%, che chiude però il trimestre con un Ebit positivo, in un quadro, spiega la società, di perdurante debolezza della domanda, di pressione competitiva ed di eccesso di offerta ai quali si è aggiunto l'effetto climatico.
Per l'anno in corso Eni vede la produzione di idrocarburi sostanzialmente in linea rispetto al 2013, al netto dell'effetto della cessione dell'interest Eni nella jv Artic Russia, e vendite gas in leggera flessione anche a causa del clima mite registrato nel trimestre.
(Giancarlo Navach)
Sul sito Reuters.com altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia
 

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Reuters. 2014-06-06. Eni, a assemblea Blackrock e fondi italiani favorevoli a clausola onorabilità. MILANO (Reuters) – La Libyan Investment authority, insieme ad Allianz, è fra gli azionisti Eni che in assemblea hanno votato contro la clausola sui requisiti di onorabilità per gli amministratori, proposta dal ministero dell’Economia per le società a controllo pubblico. A favore ha votato Blackrock insieme alla gran parte dei fondi italiani.
E’ quanto si evince dalla lettura dei verbali relativi all’assemblea dell’8 maggio scorso che ha sancito l’uscita di scena di Paolo Scaroni dalla guida del gruppo dopo nove anni.
La clausola è stata votata da 721 azionisti, pari a 1,3 miliardi di titoli (59,45% del capitale presente), mentre i voti contrari sono stati 2.428 per 851 milioni di titoli (il 38,9% del capitale presente). Perché i requisiti più stringenti fossero approvati, occorrevano i due terzi dei voti presenti.
Spulciando il verbale emergono fra i favorevoli Generali, Axa, la già citata Blackrock, Cnp Assurances, Hsbc, Prudential.
Contrari oltre alla società libica, molti istituzionali esteri fra cui Aberdeen Asset Management, Allianz global investor Europe fund, Arca, Eurizon Capital sgr, Fidelity, Ing, JP Morgan, Lazard, Morgan Stanley, Norges Bank, Putnam, Templeton, Ubs. People’s Bank of China risulta sia tra i favorevoli che tra i contrari.
Fra i 230 astenuti (35 milioni di azioni), Bnp Paribas, Anima e Amnesty International, presente in assemblea con una sola azione.
La modifica dello statuto proposta dal ministero dell’Economia è stata respinta anche dalle assemblee Finmeccanica e Terna mentre è passata a Enel.

Beh? Nulla di strano?
 

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il governo italiano in combutta con la Troika
alza l'iva al 22%
alza le accise
insomma non sa fare altro che aumentare la pressione fiscale e non taglia le sue spese esose della P.A.
con quale risultato?
che anche le società sane licenziano e chiudono i battenti, mentre altre come Fiat e GTech migrano su altri mercati



17:07 ROMA (MF-DJ)--"Cio' che sta accadendo alla raffinazione italiana, e in particolare alla raffineria Eni di Gela, per quanto doloroso e preoccupante, non deve sorprendere perche' e' il naturale epilogo del diffuso disinteresse in cui in questi anni tale crisi e' maturata". E' quanto afferma il presidente dell'Unione petrolifera, Alessandro Gilotti, commentando i licenziamenti presso l'impianto siciliano. Gilotti spiega come sia a rischio non solo il sito di Gela ma tutte le raffinerie italiane, "anche le piu moderne ed efficienti, a causa di una competizione internazionale distorta su cui grandi responsabilita' hanno le istituzioni europee". Secondo l'Unione petrolifera, nel 2014 i consumi petroliferi italiani dovrebbero attestarsi intorno a 56 milioni di tonnellate, a fronte di una capacita di raffinazione di 99 milioni di tonnellate e dunque con un surplus di oltre 40 milioni di tonnellate. com/zap (fine) MF-DJ NEWS 1617:07 lug 2014
 

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Siamo in una Gravissima Recessione, Consumi Petroliferi al Disastro Assoluto (Cose Mai Viste)

Devo modificare il mio giudizio sullo stato dell’economia reale italiana, non siamo in stagnazione o in una moderata recessione. Siamo tornati nell’abisso. Una gravissima recessione peggiore ad ogni più fosca prevsione e che porterà il PIL NOMINALE Italiano ancora più in basso rispetto ai livelli di oggi 1565-1570mld.
I dati sui consumi petroliferi, e soprattutto sui consumi di carburante diesel non possono mentire. L’Italia è una nazione con ...
Verso la Bancarotta: Siamo in una Gravissima Recessione, Consumi Petroliferi al Disastro Assoluto (Cose Mai Viste) - Rischio Calcolato
 

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Eni, evasione fiscale per creare fondi neri: indagati 2 manager

Autore: Giovanni Gaudenzi
– 1 ottobre 2014
La Procura della Repubblica di Roma indaga su un presunto artifizio contabile messo in atto dall‘Eni, allo scopo di creare fondi neri ai quali attingere.

Secondo l’ipotesi accusatoria, in un’inchiesta con 4 persone coinvolte per associazione per delinquere finalizzata all’evasione fiscale, gli indagati riuscivano a falsificare le bolle di accompagnamento del carburante, arrivando in tal modo a non pagare le accise ed a creare in bilancio un surplus occulto.
I soggetti che avrebbero partecipato al raggiro sono l’imprenditore Roberto Turriziani, il manager Angelo Fanelli, il suo vice Domenico Elefante e il collaboratore di Eni Servizi Angelo Caridi, ex direttore generale della Divisione Refining & Marketing dell’azienda.
Stando a quanto si apprende, la multinazionale avrebbe dichiarato al Fisco la vendita di meno carburante rispetto a quello che effettivamente riusciva a piazzare sul mercato, accantonando la differenza, attraverso l’alterazione dolosa dei documenti di trasporto della merce.
I danni accertati per l’Erario, al momento, sarebbero pari a 2 milioni di euro, ma il sospetto degli inquirenti è che la cifra sottratta in tal modo allo Stato sia ben più alta.

Accertamenti sono in corso anche sugli eventuali beneficiari del meccanismo illegale.
Eni, evasione fiscale per creare fondi neri: indagati 2 manager | Attualità - The Blazoned Press
 

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