Enel (ENEL) Enel: iniziano le dismissioni (1 Viewer)

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pure le obbligazioni Enel vanno a ruba
Bond Enel: libri ancora aperti, ordini a oltre 14 mld

Enel lancia due nuovi prestiti obbligazionari



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Enel è tornata sul mercato obbligazionario con due nuovi bond di durata pari a 5 anni e mezzo e 10 anni e mezzo. Alle ore 13 gli ordini dei nuovi prestiti obbligazionari, hanno superato quota 14 mld, con i libri ancora aperti. Il collocamento è curato da un pool di banche che comprende Bank of America, Barclays Capital, Rbs e SocGen. La forte domanda ha consentito a Enel di ottenere una riduzione del costo di collocamento. Lo spread per il bond Enel a 5,5 anni è infatti sceso a 270 punti sul midswap contro gli iniziali 285 pb, mentre quello sul bond a 10,5 anni è sceso da 330 pb a 320 pb.


Link: Bond Enel: libri ancora aperti, ordini a oltre 14 mld | Obbligazioni - Investireoggi.it
 
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Debito Enel a 43 mld entro la fine dell’anno

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L’ad di Enel Fulvio Conti, intervenendo al meeting di Comunione e Liberazione in corso a Rimini, ha affermato che l’azienda da lui guidata è perfettamente in grado di raggiungere il target di riduzione del debito Enel precedente fissato a 43 mld di euro. Entro al fine dell’anno arriveremo a 43 mld di debito, così come abbiamo messo in preventivo, ha affermato Conti, smentendo così le perplessità degli analisti di Ubs che questa mattina a avevano sottolineato che l’obiettivo dei 43 mld di euro di debito era fuori dalla portata di Enel. Conti, durante l’incontro con la stampa, ha anche ricordato che la stagionalità dei flussi di cassa tende crescere il debito nella prima parte dell’anno e a farlo ridurre nei secondi sei mesi. Secondo Conti inoltre Enel chiuderà entro la fine del 2012 la cessione di Endesa Ireland e farà dei concreti passi in avanti verso la cessione di una quota posseduta in una partecipata belga.


Link: Debito Enel a 43 mld entro la fine dell’anno - Finanza - InvestireOggi.it
 

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Enel: perfeziona cessione capitale Endesa Ireland ROMA (MF-DJ)--Enel informa che la controllata spagnola Endesa ha perfezionato la cessione dell'intero capitale della societa' irlandese Endesa Ireland a Scottish and Southern Energy, in attuazione dell'accordo raggiunto lo scorso 14 giugno.
Il corrispettivo complessivo, si legge in una nota, concordato con SSE per la cessione dell'intero capitale di Endesa Ireland e' pari a 286 milioni di euro, comprensivo della valutazione di diritti di emissione di CO2 e delle riserve di combustibile della Societa'. L'Enterprise Value, riferito all'intero capitale di Endesa Ireland e inclusivo della posizione finanziaria netta al closing, e' risultato pari a circa 361 milioni di euro.
L'operazione, perfezionata a seguito dell'ottenimento delle necessarie autorizzazioni da parte delle autorita' competenti, rientra nel piano dismissioni annunciato da Enel ai mercati e determina un impatto positivo sull'indebitamento finanziario netto consolidato del Gruppo Enel pari a circa 361 milioni di euro, tenuto conto del previsto rimborso da parte di SSE del debito intercompany di Endesa Ireland pari a circa 75 milioni di euro. liv
(END) Dow Jones Newswires
October 09, 2012 11:20 ET (15:20 GMT)
 

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Mentre Enel vorrebbe e spero non ci riesca convertire un'altra centrale a carbone in USA succede decisamente il contrario
gli impianti a carbone sono stati convertiti in impianti a gas



da FondiOnLine.it

Una rivoluzione nel settore dell’energia

11 Oct 2012
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La produzione di petrolio negli Stati Uniti recentemente è aumentata rapidamente. Il Nord Dakota ha ora superato l’Alaska diventando il secondo stato per produzione, dopo il Texas. Quali sono le ragioni di questo cambiamento e perché risulta interessante per la Russia?

In pochi anni la produzione di gas e petrolio di scisto (shale & gas oil) è aumentata esponenzialmente negli Stati Uniti. Si pensa che la Russia beneficerà molto di questa nuova tecnologia, poiché anche i vecchi giacimenti potranno tornare ad essere produttivi.
Inoltre, il prezzo del gas naturale negli Stati Uniti è sceso bruscamente, da 13 dollari per milioni di Btu a 2,50 dollari per milioni di Btu. Questo dipende dal forte incremento della produzione di gas e petrolio di scisto. E ora, gli Stati Uniti sono passati da essere importatori del 15-20% del fabbisogno di gas naturale, a essere vicini a diventare esportatori netti di gas naturale.

I progressi tecnologici hanno reso oggi possibile l’estrazione di gas e petrolio ubicati al di sotto delle riserve esistenti, una volta inaccessibili. Attraverso un processo chiamato fracking ora è possibile recuperare gas e petrolio. Il procedimento implica che acqua mista a sabbia venga spinta con una forte pressione nei fori ottenuti con la perforazione verticale e poi orizzontale.

Questa tecnica esiste da molto tempo, ma negli ultimi anni è stata affinata, alimentando l’interesse. Ci sono continui progressi in questo settore, non ultimo per cercare di risolvere alcune problematiche ambientali e di sicurezza che son state sollevate, pertanto prevediamo altre sorprese in futuro in termini di volume di produzione, sia di gas che di petrolio.

Il prezzo basso del gas naturale ha stimolato alcune dinamiche interessanti nel settore dell’energia negli Stati Uniti. Innanzitutto, gli impianti a carbone sono stati convertiti in impianti a gas, e questo ha determinato una flessione dei consumi di carbone negli Stati Uniti.
Inoltre, il gas viene sempre più utilizzato come carburante per i trasporti. La conversione di camion e autobus è già iniziata.


Il processo è stato rallentato a causa della mancanza di meccanismi in grado di effettuare la conversione, il cui costo per un un’auto si aggira intorno a 1.000 dollari per il materiale, e ai 4.000-6.000 dollari per la manodopera, a seconda degli stati.

Finora ci sono state limitazioni per quanto concerne i distributori di gas naturale ai singoli automobilisti, ma la situazione sta rapidamente migliorando .

Un altro effetto interessante di un basso prezzo del gas è che il settore industriale negli Stati Uniti sta diventando più competitivo. Il prezzo del gas in Europa è intorno a 12 dollari per milioni di BTU, mentre in Giappone è ancora più alto. I settori che hanno beneficiato di più di questa tendenza sono stati l’industria petrolchimica e dei fertilizzanti, dove il gas naturale rappresenta una materia prima importante. Da qui in avanti è prevedibile un effetto domino anche su altri settori.

Da due anni assistiamo a una inversione di tendenza nella produzione di petrolio negli USA, dopo 40 anni di declino ora i livelli sono in ripresa. Negli stati che dispongono di grandi riserve di petrolio di scisto la ripresa è notevole, soprattutto in Texas, Wyoming e Nord Dakota, ma non solo. Gli Stati Uniti non diventeranno autosufficienti nella produzione di petrolio, ma la percentuale di petrolio importato sicuramente diminuirà. Questo dipende dall’aumento dell’estrazione di petrolio a livello locale e dal fatto che il settore dei trasporti accelererà il processo di conversione veicoli.

In che modo questa situazione si ripercuoterà sull’Europa dell’est? Il paese che ha più da guadagnare dal gas di scisto è la Russia. Dal momento che dove c’è petrolio si trova anche shale oil, l’interesse si è concentrato sui giacimenti più vecchi nella Siberia occidentale, dove è stato riferito si trovino ingenti depositi di petrolio.

Per quanto concerne il gas di scisto, la Polonia si posiziona al primo posto, con numerosi nuovi grandi progetti. Tuttavia, nel breve termine potrebbe essere il colosso del gas russo Gazprom a risentire della riduzione del prezzo. Questo perché il gas naturale liquefatto proveniente dal Medio Oriente, che veniva importato dagli Stati Uniti, oggi potrebbe essere indirizzato verso il mercato europeo. L’anno scorso, Gazprom ha riportato un utile record di 44 miliardi di dollari, ma c’è il rischio che, con gli Stati Uniti ritornati ad essere una nazione produttrice, queste cifre possano scendere per un certo periodo.
 

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Exor: supera Enel ed e' 2* per fatturato piu' alto (MF)


MILANO (MF-DJ)--Exor scavalca Enel e si porta al secondo posto tra le societa' italiane con il piu' alto fatturato.
Il sorpasso, scrive MF, e' stato segnalato nell'ultima edizione del rapporto dell'Ufficio Studi di Mediobanca. Eni si e' confermata la regina dei ricavi, grazie all'ascesa del prezzo del greggio. Subito dopo si trova Exor, la societa' della famiglia Agnelli che controlla Fiat Spa e Fiat Industrial. Il gruppo torinese, con un giro d'affari balzato a quota 84,4 miliardi grazie al consolidamento di Chrysler, ha scalzato Enel, scesa al terzo posto con 77,5 miliardi.
Accanto ai giganti, Mediobanca ha individuato anche le "imprese dinamiche". Nel gruppo sono entrate anche Prada, Ferragamo e Ducati.
La forza lavoro complessiva e' calata dello 0,4% con una perdita di oltre 1300 posti nel 2011, che porta a oltre 20 mila i posti tagliati da fine 2007. red/bca
(END) Dow Jones Newswires
October 26, 2012 02:07 ET (06:07 GMT)
Copyright (c) 2012 MF-Dow Jones News Srl.


Titoli citati nella notizia
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Exor Fiat Industrial Enel Eni
MF Dow Jones - Economic Indicator








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Le nuove regole a Madrid pesano sui conti di Endesa e di riflesso su Enel


Di Ilaria Ammendola

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A Piazza Affari Enel scivola a quota 2,756 euro (-1,92%) dopo la pubblicazione dei conti di Endesa (-3,34% a 15,19 euro alla borsa di madrid). La controllata spagnola ha chiuso i primi nove mesi dell'anno con un utile netto di 1,662 miliardi di euro, in calo del 16% rispetto al corrispondente periodo del 2011 a causa principalmente della flessione delle remunerazioni in alcune attività regolamentate determinata dalle nuove normative varate dal governo di Madrid.

I ricavi sono invece aumentati del 3,5% a 25,463 miliardi di euro grazie ai maggiori prezzi di vendita,
mentre l'ebitda è cresciuto solo dello 0,1% a 5,457 miliardi di euro.

Opposto l’andamento dell’ebit sceso del 5,1% a 3,648 miliardi. Il flusso di cassa al 30 settembre è migliorato del 3,2% a 3,1 miliardi e la posizione finanziaria netta è salita di 105 milioni a 11,107 miliardi rispetto alla fine del 2011.

Per Intermonte i risultati a livello operativo di Endesa sono sostanzialmente in linea con le attese, pertanto gli analisti hanno confermato il loro giudizio outperform su Enel con un prezzo obiettivo di 3,60 euro.

Tuttavia di recente Moody's ha rivisto il rating a lungo termine di Enel a Baa2 dal precedente Baa1 citando proprio le modifiche al quadro regolatorio e fiscale del settore elettrico annunciate in Spagna e le sfide macroeconomiche, politiche e regolatorie che le utilities affrontano in Italia e Spagna, anche alla luce del rating assegnato al debito sovrano spagnolo (Baa3, con outlook negativo) e italiano (Baa2, con outlook negativo).

Gli operatori guardano ora al 13 novembre, quando Enel pubblicherà i conti, e al 20 dicembre quando verrà approvato l'aumento di capitale di Enersis. Per Equita l'approvazione è positiva perché doterebbe il colosso elettrico di cash per 2,5 miliardi di dollari (a riduzione immediata dell'indebitamento consolidato) per razionalizzare la struttura in America Latina (riacquisto quote di minoranza) e sostenere il piano di capex. Sono però state imposte alcune condizioni sull’utilizzo del cash dell’aumento come l’impossibilità di distribuire dividendi straordinari.
Dopo le valutazioni prodotte dagli advisor indipendenti degli azionisti di minoranza, Enel/Endesa ha deciso di ridurre l'ammontare di questo aumento di capitale a 6,5 miliardi di dollari dagli 8 miliardi di dollari precedenti. La struttura del deal non è però cambiata con Endesa che conferirà gli asset Endesa Chile e le quote di minoranza Enersis che sottoscriveranno un aumento di capitale per 2,5 miliardi di dollari (rispetto ai 3,2 miliardi di dollari precedenti).
 

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