ELMETTI BIANCHI veri bufalari e false flag in Siria (1 Viewer)

tontolina

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Nella giornata di oggi Wikileaks riporta il testo pubblicato il 17 ottobre scorso dal Dipartimento di Stato statunitese dal titolo "Security Message for U.S. Citizens: Travel Warning – Syria" sulla situazione in Siria e c'è un aspetto molto interessante nel testo.
Diviene ancora più interessante oggi che i paesi responsabili della distruzione di Iraq, Afghanistan e Libia minacciano un prossimo intervento bellico contro Assad e il suo prossimo e sicuro (sic!) attacco chimico contro Idlib.

Il Dipartimento Usa, nel testo che vi invitiamo a leggere con molta attenzione, ammette senza neanche troppi giri di parole che Idlib sia controllata da al-Qaeda in Siria (Al Nusra) ed altri gruppi terroristici - questa è cosa ormai assodata che sfugge solo a Repubblica e pochi altri - che fanno uso, tra le altre cose, di "armi chimiche".

"Le tattiche di ISIS, Hayat Tahrir al-Sham e altri gruppi estremisti violenti includono l'uso di kamikaze, rapimenti, armi piccole e pesanti, ordigni esplosivi improvvisati e armi chimiche", riporta il documento firmato Ambasciata Usa a Damasco.


LANTIDIPLOMATICO.IT

"I terroristi che controllano Idlib usano armi chimiche". Parola di Dipartimento Usa!
 

tontolina

Forumer storico
Mondo 26 novembre
Piccole Note -Aleppo: l'attacco chimico dei "ribelli"
Aleppo: l'attacco chimico dei ribelli

Un attacco chimico contro Aleppo causa l’intossicazione di cento siriani. Ordigni al cloro, come altri gettati nel tormentato conflitto. Ma gli altri hanno avuto grande eco: i relativi video hanno fatto il giro del mondo.

Stavolta è diverso, poca o nulla la pubblicità. Neanche l’Osservatorio siriano dei diritti umani, considerato un oracolo da tanti giornalisti per le sue informazioni dettagliate, ha dato notizia dell’attacco.

Il motivo è semplice: a rimanere intossicati sono stati dei cittadini siriani e l’attacco è da ascriversi alle forze di opposizione dei ribelli.

Dinamiche da propaganda di guerra, consegnata al regime-change siriano. Ripetitive e noiose.

L’unico quotidiano mainstream a dedicarci una pagina è la Repubblica, con un articolo di Francesca Caferri pubblicato oggi (“Attacco chimico su Aleppo” Assad e Mosca contro i ribelli).

Ma nel pezzo si mette in dubbio la matrice jihadista dell’attacco. Possibile, infatti, secondo la cronista, che si tratti di una false-flag di Damasco.

La regione di Idlib controllata dagli jihadisti, dalla quale secondo russi e siriani sarebbero partiti gli ordigni, è stata al centro di un accordo tra Russia e Turchia, che prevede il cessate il fuoco e la creazione di una zona cuscinetto.

L’accordo, come rileva Repubblica, sta stretto a Damasco, che vorrebbe riprendersi tutto il territorio ante-guerra. Da qui l’ipotesi di una false-flag siriana per attaccare Idlib.

Bizzarro che domande su possibili false flag nella guerra siriana, legittime, non siano mai state poste nel contesto degli attacchi chimici attribuiti a Damasco, la cui responsabilità non è mai stata messa in discussione nonostante non avesse alcun interesse a scatenare la reazione occidentale, ovvia in caso di attacchi di tal fatta.

Ma al di là. A supporto della tesi di un attacco chimico false-flag, la cronista cita un tweet di Joseph Bahout, analista del Carnegie Endowment for International peace, che spiega: “È da notare che pochi giorni fa il ministro degli Esteri Sergej Lavrov aveva parlato di un possibile attacco chimico in preparazione da parte dei ribelli”.
Un’anticipazione sospetta, sottende l’autore del tweet, che lascerebbe appunto intendere che si stava preparando un falso attacco da parte dei russi e/o dei siriani.
Dichiarazione di Lavrov vera, peccato che l’analista dimentichi di aggiungere come egli avesse spiegato che l’attacco lo stavano preparando per dar la colpa ad Assad (Daily News). Cambia tutto.
Al di là. L’ipotesi di una false-flag dei siriani ha una criticità evidente, che la rende del tutto irragionevole: i russi non hanno alcuna intenzione di rompere con Ankara, che si sta dimostrando un alleato prezioso in Medio oriente.
E Damasco non ha alcuna intenzione di rompere con Mosca, indispensabile alla sua protezione (vedi alla voce S-300).

Né quest’ultima ha possibilità di intraprendere un’azione occultandola ai russi, che hanno occhi e orecchie in tutta la Siria.

Ma tornando al rapporto tra Russia e Turchia, che ha avuto nell’accordo di Idlib un passo decisivo, è alquanto ovvio che l’attacco dei cosiddetti ribelli mirava a rompere tale intesa.
Come spiega (sorpresa!) anche lo stesso Bahout, che indica nell’aggressione di Aleppo il “chiodo nella bara dell’accordo di Sochi su Idlib”.
Non crediamo a tale irrevocabilità, ma certo, chi ha immaginato l’attacco mirava proprio a questo.

Come anche a creare criticità in vista dell’incontro tra Putin e Trump di Buenos Aires, che avrà proprio sulla Siria uno dei suoi focus.

Al di là, alcune simpatiche annotazioni: nell’articolo della Repubblica le bande armate di Idlib vengono definite “ribelli”.
Ciò, nonostante che alcuni giorni fa Hayat Tahrir al-Sham, già al Nusra, ovvero al Qaeda, abbia annunciato di aver creato un coordinamento con le altre bande armate dell’area, della quale ha il controllo. Terroristi, dunque, non ribelli.

Vecchio difetto: i terroristi che uccidono in Occidente, in Siria sono ribelli anti-Assad. A meno di essere presi di mira dai bombardieri Usa in azione nel Paese; nel qual caso tornano a essere terroristi… Dipende dai punti di vista o, forse, dalla propaganda.

Ps. Il Capo di Stato Maggiore britannico Mark Carleton-Smith ha definito la Russia una minaccia peggiore di al Qaeda e dell’Isis (Daily Telegraph). Affermazione da spiegare ai parenti delle vittime delle Torri Gemelle, del Bataclan etc. Tanta la confusione sotto il cielo.
 

tontolina

Forumer storico
Il superscandalo (con morti) di cui nessuno parla: OPCW
e non c'è da stupirsi con la forte censura che c'è nelle nazioni occidentali





OPCW significa “Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche” e si occupa dell”+’investigazione e della verifica dei casi in cui siano stati utilizzate armi chimiche, vietate dalle convenzioni internazionali.

Ora sul sito Counterpounch il noto giornalista internazionale Jonathan Steele ha pubblicato un articolo nel quale viene rivelata una clamorosa falsificazione delle rilevazioni e dei report fatti dalla OPCW nel caso del sospetto uso di armi chimiche a Douma (Siria) da parte di Bashar al Assad. Questo fatto avvenne nell’aprile 2018 e portò, sulla base dei primi resoconti, ad un attacco missilistico USA con morti e feriti da parte siriana. Il report definitivo è stato emesso a marzo di quest”anno ed ha parlato della possibilità di utilizzo di contenitori pieni di cloro gettati dagli elicotteri.

Steele attacca il report OPCW sulla base di testimonianze fornite da due diversi Whistle-blower, informatori interni che gli hanno fornito una visione completamente diversa rispetto a quanto successo.

  • Prima di tutto ci sarebbero state fortissime pressioni da parte degli USA affinché fossero fosse dichiarato che quanto successo a Douma fosse responsabilità di Assad;
  • Uno dei due informatori, soprannominato Alex, ha affermato che gli ispettori sul campo hanno ritenuto il report OPCW scientificamente fragile e non comprovato;
  • Il report parla di contenitori di cloro presumibilmente lasciati cadere da elicotteri, mentre gli ispettori ritengono molto più probabile che questi siano stati portati a mano;
  • Il report OPCW parla di evidenti segni o tracce di cloro quando, in realtà, gli informatori parlano di un contenuto inferiore alle percentuali internazionalmente ammesse nell’acqua potabile.
Insomma OPCW avrebbe ingannato i suoi stessi ispettori, oltre al pubblico. Una situazione gravissima, resa ancora più pesante dal fatto che da un lato i rapporti preliminari al report hanno giustificato l’attacco USA 2018, e che l’ente rifiuta pervicacemente di confrontarsi su questo tema con i giornalisti. Peccato che sulla base di delle sue affermazioni sia poi morta della gente…
 

tontolina

Forumer storico
neppure killary era innocente anzi; ecco perchè ha perso le elezioni
S. Hersch, giornalista premio Pulitzer: Hillary Clinton approvò l’invio di gas sarin ai ribelli siriani per incastrare Assad


S. Hersch, giornalista premio Pulitzer: Hillary Clintonapprovò l’invio di gas sarin ai ribelli siriani per incastrare Assad con false accuse
di Saint Simon - maggio 8, 2016
Il sito Free Thought Project riporta un articolo sui legami di Hillary Clinton con l’attacco chimico al gas sarin a Ghouta, in Siria, nel 2013. Dalle relazioni tra USA e Siria (ne avevamo parlato qui), al ruolo della Clinton nella politica estera USA e nell’approvvigionamento di armi dalla Libia verso l’Isis (ne avevamo parlato qui e qui), alle dichiarazioni del giornalista premio Pulitzer Seymour Hersh su un accordo del 2012 tra l’amministrazione Obama e i leader di Turchia, Arabia Saudita e Qatar, per imbastire un attacco con gas sarin e darne la colpa ad Assad, tutte le prove punterebbero in una direzione: i precursori chimici del gas sarin sarebbero venuti dalla Libia, il sarin sarebbe stato “fatto in casa” e la colpa gettata sul governo siriano come pretesto perché gli Stati Uniti potessero finanziare e addestrare direttamente i ribelli siriani, come desideravano i sauditi intenzionati a rovesciare Assad. Responsabile della montatura l’allora Segretario di Stato USA e attuale candidata alla presidenza per i Democrat, Hillary Clinton.

di Matt Agorist, 2 maggio 2016

Nell’aprile del 2013, la Gran Bretagna e la Francia informarono le Nazioni Unite che c’erano prove credibili che la Siria avesse usato armi chimiche contro le forze ribelli. Solo due mesi più tardi, nel giugno del 2013, gli Stati Uniti conclusero che il governo siriano in effetti aveva usato armi chimiche nella sua lotta contro le forze di opposizione. Secondo la Casa Bianca, il presidente Obama ha subito usato l’attacco chimico di Ghouta come pretesto per l’invasione e il sostegno militare americano diretto e autorizzato ai ribelli.

Da quando gli Stati Uniti finanziano questi “ribelli moderati”, sono state uccise più di 250.000 persone, più di 7,6 milioni sono state sfollate all’interno dei confini siriani e altri 4.000.000 di esseri umani sono stati costretti a scappare dal paese.

Tutta questa morte e distruzione portata da un sadico esercito di ribelli finanziati e armati dal governo degli Stati Uniti era basata – è quello che ora ci viene detto – su una completa montatura.

Seymour Hersh, giornalista noto a livello mondiale, ha rivelato, in una serie di interviste e libri, che l’amministrazione Obama ha falsamente accusato il governo siriano di Bashar al-Assad per l’attacco con gas sarin e che Obama stava cercando di usarlo come scusa per invadere la Siria. Come ha spiegato Eric Zuesse in Strategic Culture, Hersh ha indicato un rapporto dell’intelligence britannica che sosteneva che il sarin non veniva dalle scorte di Assad. Hersh ha anche affermato che nel 2012 è stato raggiunto un accordo segreto tra l’amministrazione Obama e i leader di Turchia, Arabia Saudita e Qatar, per imbastire un attacco con gas sarin e darne la colpa ad Assad in modo che gli Stati Uniti potessero invadere e rovesciare Assad.

“In base ai termini dell’accordo, i finanziamenti venivano dalla Turchia, e parimenti dall’Arabia Saudita e dal Qatar; la CIA, con il sostegno del MI6, aveva l’incarico di prendere armi dagli arsenali di Gheddafi in Siria. ”

Zuesse nel suo rapporto spiega che Hersh non ha detto se queste “armi” includevano i precursori chimici per la fabbricazione del sarin che erano immagazzinati in Libia. Ma ci sono stati molteplici rapporti indipendenti che sostengono che la Libia di Gheddafi possedeva tali scorte, e anche che il Consolato degli Stati Uniti a Bengasi, in Libia, controllava una “via di fuga” per le armi confiscate al regime di Gheddafi, verso la Siria attraverso la Turchia.

Anche se Hersch non ha specificamente detto che la “Clinton ha trasportato il gas”, l’ha implicata direttamente in questa”via di fuga” delle armi delle quale il gas sarin faceva parte.

Riguardo al coinvolgimento di Hillary Clinton, Hersh ha detto ad AlterNet che l’ambasciatore Christopher Stevens, morto nell’assalto dell’ambasciata Bengasi,

“L’unica cosa che sappiamo è che [la Clinton] era molto vicina a Petraeus che era il direttore della CIA in quel periodo… non è fuori dal giro, lei sa quando ci sono operazioni segrete. Dell’ambasciatore che è stato ucciso, [sappiamo che] era conosciuto come un ragazzo, da quanto ho capito, come qualcuno che non sarebbe stato coinvolto con la CIA. Ma come ho scritto, il giorno della missione si stava incontrando con il responsabile locale della CIA e la compagnia di navigazione. Egli era certamente coinvolto, consapevole e a conoscenza di tutto quello che stava succedendo. E non c’è modo che qualcuno in quella posizione così sensibile non stesse parlando col proprio capo [Hillary Clinton, all’epoca Segretario di Stato, figura che nel governo statunitense ha la responsabilità della politica estera e del corpo consolare, NdVdE], attraverso qualche canale. “

A supportare Hersh nelle sue affermazioni è il giornalista investigativo Christof Lehmann, che dopo gli attacchi ha scoperto una pista di prove che riporta al Presidente dello Stato Maggiore Congiunto Martin Dempsey, al Direttore della CIA John Brennan [subentrato nella guida della CIA l’8 marzo 2013 dopo le dimissioni di Petraeus nel novembre 2012 e il successivo interim di Morell, NdVdE], al capo dell’intelligence saudita principe Bandar, e al Ministero degli Interni dell’Arabia Saudita.

Come ha spiegato Lehmann, i russi e altri esperti hanno più volte affermato che l’arma chimica non avrebbe potuto essere una dotazione standard dell’arsenale chimico siriano e che tutte le prove disponibili – tra cui il fatto che coloro che hanno offerto il primo soccorso alle vittime non sono stati lesionati – indicano l’uso di sarin liquido, fatto in casa. Questa informazione è avvalorata dal sequestro di tali sostanze chimiche in Siria e in Turchia.

Anche se non è la prova definitiva, non si deve glissare su questa implicazione. Come il Free Thought Project ha riferito ampiamente in passato, il candidato alla presidenza ha legami con i cartelli criminali internazionali che hanno finanziato lei e suo marito per decenni.

Quando Hillary Clinton divenne Segretario di Stato nel 2009, la Fondazione William J. Clinton ha accettato di rivelare l’identità dei suoi donatori, su richiesta della Casa Bianca. Secondo un protocollo d’intesa, rivelato da Politifact, la fondazione poteva continuare a raccogliere donazioni provenienti da paesi con i quali aveva rapporti esistenti o che stavano tenendo programmi di finanziamento.

Le registrazioni mostrerebbero che dei 25 donatori che hanno contribuito con più di 5 milioni di dollari alla Fondazione Clinton nel corso degli anni, sei sono governi stranieri, e il maggior contribuente è l’Arabia Saudita.

L’importanza del ruolo dell’Arabia Saudita nel finanziamento dei Clinton è enorme, così come il rapporto tra Siria e Arabia Saudita nel corso dell’ultimo mezzo secolo è tutto quello che concerne questa guerra civile.

Come Zuesse sottolinea nel suo articolo su Strategic Culture,

Quando l’intervistatore ha chiesto ad Hersh perché Obama sia così ossessionato dalla sostituzione di Assad in Siria, dal momento che “il vuoto di potere che ne deriverebbe avrebbe aperto la Siria a tutti i tipi di gruppi jihadisti”; e Hersh ha risposto che non solo lui, ma lo Stato Maggiore Congiunto, “nessuno riusciva a capire perché.” Ha detto, “La nostra politica è sempre stata contro di lui [Assad]. Punto.”

Questo è stato effettivamente il caso non solo da quando il partito che Assad guida, il partito Ba’ath, è stato oggetto di un piano della CIA poi accantonato per un colpo di stato finalizzato a rovesciarlo e sostituirlo nel 1957; ma, in realtà, il primo colpo di stato della CIA era stato non solo pianificato, ma anche effettuato nel 1949 in Siria, dove rovesciò un leader democraticamente eletto, con lo scopo di consentire la costruzione di un oleodotto per il petrolio dei Saud attraverso la Siria verso il più grande mercato del petrolio, l’Europa; e la costruzione del gasdotto iniziò l’anno successivo.

Ma poi c’è stato un susseguirsi di colpi di stato siriani (innescati dall’interno anziché da potenze straniere – nel 1954, 1963, 1966, e, infine, nel 1970), che si sono conclusi con l’ascesa al potere di Hafez al-Assad durante il colpo di stato del 1970. E l’oleodotto trans-arabico a lungo pianificato dai Saud non è ancora stato costruito. La famiglia reale saudita, che possiede la più grande azienda mondiale di petrolio, l’Aramco, non vuole più aspettare. Obama è il primo presidente degli Stati Uniti ad aver seriamente tentato di svolgere il loro tanto desiderato “cambio di regime” in Siria, in modo da consentire la costruzione attraverso la Siria non solo dell’oleodotto trans-arabico dei Saud, ma anche del gasdotto Qatar- Turchia che la famiglia reale Thani (amica dei Saud), che possiede il Qatar, vuole che sia costruita lì. Gli Stati Uniti sono alleati con la famiglia Saud (e con i loro amici, le famiglie reali del Qatar, Kuwait, Emirati Arabi Uniti, Bahrain e Oman). La Russia è alleata con i leader della Siria – così come in precedenza lo era stata con Mossadegh in Iran, Arbenz in Guatemala, Allende in Cile, Hussein in Iraq, Gheddafi in Libia, e Yanukovich in Ucraina (tutti rovesciati con successo dagli Stati Uniti, ad eccezione del partito Baath in Siria).

Matt Agorist è un veterano congedato con onore del Corpo degli US Marines ed ex operatore di intelligence direttamente incaricato dalla NSA. Questa precedente esperienza gli fornisce una visione unica nel mondo della corruzione del governo e dello stato di polizia americano. Agorist è stato un giornalista indipendente per oltre un decennio ed è apparso sulle reti tradizionali in tutto il mondo.
 

tontolina

Forumer storico
Il professionista incaricato dall'OPAC (Organizzazione mondiale per la proibizione delle armi chimiche) di verificare se a Duma il governo siriano avesse utilizzato armi chimiche parla in un video ed afferma che dalle analisi venne scongiurata l'ipotesi.
L'attacco era stato una messa in scena, i piccoli quantitativi di sostanze chimiche trovati erano stati piazzati in loco e non lanciati con bombe.

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