Educare il gusto (1 Viewer)

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Comunque, caro @sans souci, se quella volta che ti innamorasti perdutamente della biondina in secondo banco avessi saputo che il vero colore dei suoi capelli era nero corvino, che portava un reggiseno ampiamente sovradimensionato, che il suo tacere assai sexy era dovuto a crassa ignoranza e che il suo fascinoso sorriso era stato copiato con lunghi esercizi da quello della nota attrice, magari saresti rimasto affascinato lo stesso, magari no, ma certo avresti vissuto le cose con maggiore coscienza. Il che non impedisce affatto di sognare, ma sposta il limite del sogno un po' al di là, in avanti, in meglio.
 

Barlafuss

Forumer storico
Comunque, caro @sans souci, se quella volta che ti innamorasti perdutamente della biondina in secondo banco avessi saputo che il vero colore dei suoi capelli era nero corvino, che portava un reggiseno ampiamente sovradimensionato, che il suo tacere assai sexy era dovuto a crassa ignoranza e che il suo fascinoso sorriso era stato copiato con lunghi esercizi da quello della nota attrice, magari saresti rimasto affascinato lo stesso, magari no, ma certo avresti vissuto le cose con maggiore coscienza. Il che non impedisce affatto di sognare, ma sposta il limite del sogno un po' al di là, in avanti, in meglio.

Paragone assai calzante .Fosse stata pure un maschio in divenire femminile,forse,si sarebbero aperte nuove strade,nuove visioni,nuove consapevolezze.
 

sans souci

Nuovo forumer
Carissimo Gino, innanzitutto il mio discorso non vuole essere - assolutamente - una critica alle tue splendide lezioni, anzi il contrario, e in secondo luogo non vorrei alcun tipo di compiacimento nella storica, e falsa, competizione tra cuore e cervello.
Il cuore è una semplice pompa, non serve che a pompare il sangue e per niente a farti innamorare della biondina al secondo banco; tutti i processi umani partono dai cinque sensi e attraverso le varie parti neuronali del nostro organismo assumono propri indirizzi e risultanze, comprese quelle che chiamiamo emozioni, passioni, sentimenti.
Per il resto sono d'accordo con te al 101%.

Quando affermo che troppa cultura, o meglio informazione, sia deleteria, è perché viviamo, credo, in una atmosfera di enorme manipolazione; la storia dell'arte non rappresenta più uno strumento ma una imposizione generale da parte di tutti i guru di questo mondo per cui se dici di piacerti Antonio Pedretti e di non capire Kounellis sei additato come una ignorante pecora nera.
Ho letto il blog che hai segnalato, relativo all'imbecillità dei sostenitori dei tagli di Fontana, non lo approvo ma capisco cosa intenda l'autore in un clima di universale inchino al buon Lucio, esattamente quanto sto cercando di esprimere con questi miei flash.

Se non diventiamo noi i critici per noi stessi nell'osservazione di un'opera d'arte, temo che di aiuti esterni, a parte i tuoi, ne riceveremo ben pochi.

p.s. aggiunto: ho dimenticato di scusarmi per il mio attuale off topic: lo faccio ora.
Il fatto è che dello storico binomio dell'artista - genio e sregolatezza - a me rimane solo la seconda.:)
 
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Loryred

Forumer storico
Mi sorprende e affascina sempre Gino da "montagne russe", da commenti "alti" e colti a paradossi un pò folli e "popolari" sempre a stravolgere e cambiare la prospettiva!

A me hanno insegnato che nell'arte con le diverse espressioni esistono diversi livelli di lettura, penso anch'io che la bellezza "assoluta" sia un valore riconosciuto e collettivo che "arriva" per usare un'espressione brutta ed abusata e supera la temporaneità, conoscere il "codice" consente di approfondire e cogliere altri aspetti. Condivido il dato di "immedesimarsi nell'agire stesso dell'artista", comprendere il pensiero/senso della ricerca e l'intenzione oltre al vissuto individuale che va contestualizzato storicamente e socialmente.

Un paio di domande rispetto al nero e linea nera spessa, il paragone Mirò si applica anche a Buffet e parimenti in Soulages e Kunellis, anche se credo che il colore abbia una funzione "autonoma" nell'astrattista rispetto all'Arte Povera in cui il nero mi pare evidenzi una "drammatizzazione"? In Mirò sarà che l'armonia dell'insieme smorza l'effetto, il nero pesante non mi infastidisce come nei lavori di Buffet, non so se accentuato dal rapporto "takete" "maluma", come nel mio libro di grammatica delle medie si sottolineava il rapporto onomatopeico del suono spigoloso e rotondo.
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
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Quale "leggerezza" riscontri in questi Kounellis?
 

Barlafuss

Forumer storico
Hanno una gioia ed un'armonia stupende i Miro'.E' come far scivolare la schiena su una pietra levigata.Di contro gli altri mi trasmettono una sensazione sgradevole,come strofinarsi sulla carta vetrata.Se mi si consente il paragone.
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
La volontà di pesantezza dei primi due è evidente. Il nero è certo colore drammatico (non si dica che non è un colore: balle). Ora, l'artista può esprimersi intervenendo sulla realtà oppure facendosene dominare. In questo secondo caso siamo ad un livello "più indietro". Il monocromo, poi, esalta le forze dell'oggetto, del colore esterno e materiale, ma a prezzo di un grande passo indietro del soggetto (il pittore), soprattutto quando le forze espresse siano quelle elementari, e non elaborate, del mezzo.
Sono tutti figli illegittimi di Kline

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che però, quantomeno, cercava di valorizzare anche lo sfondo bianco come colore.
Breve, ogni imbianchino sa ormai che se si schiarisce il colore di una parete man mano che ci si avvicina al soffitto avremo un effetto di leggerezza, o che se il colore delle pareti è scuro avremo un effetto di cupezza. Mirò sfugge alla materialità dei due precedenti proprio perché modula, disegna, alleggerisce ciò che di per sé è pesante: interviene. Un po' come l'attore che non si appoggia sulla parola più drammatica, assecondando le aspettative più logiche, ma, viceversa, si astiene dal sottolineare quanto è già di per sé evidente.
Pesantezza, dunque, di Soulages e Kounellis e, come logica conseguenza, prevedibilità, noia, risultati scontati e non elaborati. A.M.I.O. (a mia immodesta opinione). :p

Poi, uno può anche notare che se nei due i segni tendono quasi sempre al rettangolare, in Mirò abbiamo una varietà di forme molto vasta, con angoli, figure circolari, stelle. Una ricerca di armonia vs un atteggiamento sostanzialmente violento.

Arte per masochisti?
Sì.
 

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