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L'ECONOMISTA/''ADESSO LA RIPRESA È EVIDENTE''


JOURNAL - 14:16 - 1 Agosto 2003

Per molti il rialzo delle Borse di questi mesi era una scommessa al buio, ma ieri sono arrivati i primi segnali dall’economia reale e meglio di così non poteva andare. Il dato sul Pil americano nel secondo trimestre dell’anno è risultato in crescita del 2,4% contro le attese che si fermavano ad un più timido +1,5%. Nel primo trimestre il Pil americano era cresciuto dell’1,4%. Il clima degli affari nell’area di Chicago è migliorato sensibilmente e ora l’indice segnala che è in atto una fase di espansione. Anche le richieste di sussidi per disoccupazione hanno stupito gli analisti rimanendo inferiori alla soglia psicologica delle 400.000 unità.




Ma forse non è proprio tutto oro quel che luccica: “Bisogna stare molto attenti nell’analizzare questi dati”, spiega Luca Mezzomo, capoeconomista di Banca Intesa che aggiunge: “Il dato del Pil è solo preliminare e anche se dovesse risultare un’anomalia, in passato è successo di assistere a correzioni fra il dato preliminare e quello definitivo anche di un punto percentuale”.

Potrebbe accadere anche stavolta?
“No, credo di no. Ma a leggere il Beige Book, l’analisi sullo stato sull’economia che la Federal Riserve prepara per la casa Bianca, questo dato sembra davvero inatteso. Anche le nuove richieste di disoccupazione potrebbero riservare sorprese. A luglio è davvero difficile calcolare il dato destagionalizzato che potrebbe essere inficiato da una particolare situazione legata al periodo estivo. Per avere i dati puliti bisognerebbe attendere quelli di settimana prossima”.

Se scomponiamo il dato sul Pil, ci accorgiamo che gran parte della crescita è stata sostenuta dall’aumento delle spese statali che hanno inciso per l’1,4% nella crescita. Qualcuno sperava che col dollaro debole il vero traino sarebbe arrivato dalla domanda esterna…
“In realtà i buoni segnali arrivano proprio dal cuore dell’America: la domanda interna è cresciuta del 3,3%, ovvero più dello stesso Pil (+2,4%). Un altro segnale positivo è quello degli investimenti. La spesa per investimenti delle aziende Usa è salita al 7% dei fatturati, di molto sopra le attese. Le aziende iniziano a investire perché credono in una ripresa”.

Dunque gli imprenditori sono ottimisti?
“Sì, e non sembrano i soli. L’indice sullo stato dell’economia elaborato sulla visione dei direttori degli acquisti di Chicago è risultato pari a 55,9 punti contro le attese di 53,8 punti. Ulteriori segnali positivi arrivano dall’indice locale della Fed, condotto nello Stato di Philadelfia in crescita a 8 punti contro i 4,3 attesi. Ci siamo accorti che quest’ultimo indice ha una forte correlazione con l’Ism Manifatturiero, l’indice nazionale elaborato dall’Institute of Supply Management che registra l’orientamento sul futuro del business dei direttori degli acquisti delle principali aziende americane. Il dato verrà pubblicato oggi alle 16:00. Le attese degli analisti (52 punti) prevedono il superamento della soglia dei 50 punti che indica espansione. Secondo me il buon dato di Philadelphia sposterà le attese verso una crescita dell’Ism oltre i 52 punti. Insomma, anche se gli ultimi dati non sono ancora definitivi, i segnali di ripresa sono evidenti”.
 

Dylan1

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A giudicare dai futures non mi sembra che tutto questo ottimismo sia condiviso. Ancora c'è da capire il perchè della discesa di venerdì , e il perchè anche oggi con ogni probabilità si scenderà.
C'è qualcosa che non torna in tutto questo, ed io da tempo ho imparato a diffidare di queste "trap news" che un giorno ti fanno vedere un economia scintillante , salvo ricredersi il giorno dopo, dove tutto il panorama cambia da bello a tempestoso.
La situazione economica non cambia così da un giorno all'altro, o si sale o si scende.
 

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