Economia USA in RECESSIONE? (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
Banche centrali e mercati
FED: Tutto chiacchiere
e distintivo?

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20 MAGGIO 2016 – Mentre la mente di tutti gli osservatori iniziava a mettere nel mirino Brexit come prossimo appuntamento con la volatilità, la doccia fredda è arrivata da un fronte che molti avevano sostanzialmente “congelato”: minute della Fed ben più hawkish di quanto il mercato si aspettasse hanno riacceso nuovamente i riflettori sulla politica monetaria della Federal Reserve e sul suo faticosissimo percorso verso la normalizzazione che tra i mille fattori deve fare anche i conti con il calendario corto e l’appuntamento elettorale di novembre.
Dal nostro punto di vista il problema non è tanto se e quando la FED alzerà i tassi (a questo punto idealmente anche il meeting del Giugno è tornato teoricamente “live”) ma piuttosto ci appare molto pericoloso lo “scollamento” tra percezione del mercato e dichiarazioni ufficiali della FED.

Il mercato appare non credere alla capacità della Banca Centrale Americana di tener fede al suo progetto con rialzi multipli nel corso del 2016: dopo l’incipit di dicembre 2015 e la brusca frenata legata alle turbolenze del primo trimestre 2016, mercato e FED sono andati sostanzialmente su due percorsi diversi. Il mercato ha derubricato come velleitarie le intenzioni della FED, mentre sull’altro fronte autorevoli esponenti della stessa FED hanno esplicitamente e vocalmente dichiarato che il mercato in maniera troppo autoreferenziale e compiacente sta assegnando una probabilità eccessivamente bassa allo scenario in cui banca centrale americana vada avanti per la sua strada consegnando gia prima dell’estate il secondo rialzo.
La situazione di oggi appare piuttosto surreale perché dopo lunghisismi anni di politica monetaria ultra accomodante, idealmente il cambio di passo verso un regime di tassi al rialzo è un percorso delicato anche per la psicologia del mercato e sarebbe auspicabile una guida in cui riporre la piena fiducia: in realtà, proprio in questo momento così delicato, Fed e mercato sembrano parlare due lingue diverse.
Comunque vada rischia di essere un insuccesso: se la Fed andrà avanti “nonostante il mercato”, l’effetto sulla volatilità, sul dollaro e su tutti i risky assets potrebbe essere molto violento (in questi ultimi due giorni abbiamo avuto un piccolo assaggio).


Se dopo tanto parlare ancora una volta la Fed opterà per la linea morbida, il mercato potrebbe perdere fiducia nella capacità di indirizzo della FED mettendone in discussione il ruolo fin qui indiscusso di guida dell’economia mondiale
, dei suoi fragili equilibri e dei suoi tempi. Delle due opzioni, forse la seconda potrebbe essere nel medio termine anche più pericolosa della prima.
In un mondo popolato di nuovi diavoli e in cui si aggirano ancora vecchi fantasmi, un vigile che si faccia garante di regolare il traffico appare indispensabile.
 

tontolina

Forumer storico
WALL STREET CALA IL TRIS!
Scritto il 14 luglio 2016 alle 10:41 da icebergfinanza

La scorsa settimana avevamo avvertito che gli indici americani sulla scia della “sorpresa” del mercato del lavoro avrebbero realizzato nuovi massimi storici.

Il portafoglio del nostro Machiavelli in soli sei mesi ha portato a rendimenti variabili dal 9 al 14 %, il miglior semestre di sempre. Come sottolineato più volte riteniamo temporaneamente, ribadisco temporaneamente, conclusa questa spettacolare esperienza. L’incertezza potrebbe durare sino a fine mese.

I Treasury, già in rialzo, si spingono vicino ai massimi di giornata dopo la forte domanda all’asta di titoli a 30 anni per 12 miliardi di dollari. Il Tesoro americano ha offerto rendimenti pari al 2,172%, un minimo record. Il precedente risale al gennaio 2015 ed era pari al 2,43%.Nonostante ciò, c’è stato un boom della domanda dall’estero come riflesso dagli acquirenti indiretti, a cui è andato il 68,5% dell’asta, sopra la media pari al 61%. E’ la dimostrazione della sete degli investitori per titoli che abbiano un certo appeal, specialmente in un momento in cui nelle economie avanzate i titoli di stato viaggiano in alcuni casi con rendimenti negativi.

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Expenditures by foreign direct investors to acquire, establish, or expand U.S. businesses totaled $420.7 billion in 2015, an increase of 68 percent from 2014, when expenditures were $250.6 billion. In 2015, as in 2014, the majority of the expenditures were to acquire existing businesses. In 2015, expenditures for acquisitions were $408.1 billion. Expenditures to establish new U.S. businesses were $11.2 billion, and expenditures to expand existing foreign-owned businesses were $1.4 billion. Planned total expenditures, which include both actual and planned future expenditures, totaled $439.2 billion.

Fu vera gloria quella di Wall Street? Ai posteri la neanche tanto ardua sentenza.

Oggi arriva il momento della verità con le trimestrali di tre colossi del credito americano, JPMorgan, Citigroup e Wells Fargo. E’ molto probabile un temporaneo ridimensionamento di questa iniziale euforia che in Europa coincide con l’incertezza relativa al sistema bancario e all’attesa per i risultati dei nuovi stress test previsti per il 29 di luglio.

Sarà interessante osservare se le banche americane sono riuscite ad inventarsi qualche magia contabile per evitare la volatilità ed incertezza di questi ultimi mesi o se presenteranno trimestrali negative.

(…) JPMorgan Chase sarà la prima tra le grandi banche americane a pubblicare i conti del secondo trimestre, seguiranno Wells Fargo e Citigroup venerdì e poi via via le altre big. Sono attese performance in chiaroscuro, ma, alla luce dell’esito del referendum sulla Brexit e delle incertezze internazionali, analisti e investitori non concentrano la propria attenzione sul periodo concluso a giugno, ma su quello che succederà in futuro. Lo scenario non è esaltante per le grandi banche, intanto perché non è al momento chiaro quando ci sarà un altro rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve dopo quello di dicembre scorso, cosa che sosterrebbe i margini del credito.

Inoltre, i tassi di interesse di lungo termine sono ai minimi storici, cosa che rende meno redditizi gli investimenti su strumenti come i titoli garantiti da mutui. Senza contare che le incertezze legate all’uscita del Regno Unito dall’Unione europea dovrebbero tenere sotto pressione le attività di trading, sottoscrizione e consolidamento per i prossimi mesi. Ci sono comunque alcuni aspetti positivi. Nel breve termine, il tumulto dei mercati subito dopo il referendum britannico del 23 giugno potrebbe avere dato sostegno al fatturato generato dal trading e, cosa più importante, la solidità relativa dell’economia americana sembra sostenere la domanda di prestiti, compresi quelli commericali e industriali e quelli immobiliari. Secondo Jason Goldberg, analista di Barclays, il credito totale erogato nel secondo trimestre è aumentato del 7,2%, contro la media del 5,2% degli ultimi 25 anni. Questo in un contesto in cui default e svalutazioni potranno aumentare, ma si mantengono comunque ai minimi storici. Inoltre, tassi bassi stimoleranno l’erogazione di mutui: secondo Goldman Sachs, se i tassi resteranno ai livelli attuali, l’attività di rifinanziamento potrebbe salire più del 50% nella seconda metà dell’anno. Questo potrà mettere sotto pressione istituti che, come Bank of America, hanno un ampio portafoglio di titoli garantiti da mutui, ma dovrebbe favorire chi fa affidamento sulle commissioni legate ai prestiti per la casa, come Wells Fargo. America 24

Nel frattempo ieri i prezzi all’importazione e all’export in America spazzano via per l’ennesima volta le illusioni di chi si attende un rialzo dell’inflazione.
Solo 0,2 % contro attese dello 0,5 % e scludendo i prezzi petroliferi si è registrato un calo dello 0,3% che porta il calo complessivo dal giugno del 2015 al 2%!


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Nel frattempo ieri è uscito il Beige Book della Fed che testimonia come la ripresa americana resta estremamente modesta e che l’incertezza prodotta dal Brexit avrà riflessi sulla crescita globale aggregata.


State sintonizzati, come ha più volte ricordato il nostro Machiavelli il volo dell’Araba Fenice non sarà affatto facile.
WALL STREET CALA IL TRIS! | icebergfinanza
 

tontolina

Forumer storico
riporto un commento di celeron pubblicato su FB dal famoso Celeron
Paolo Nardovino - Questa sera ho avuto un lungo ed... | Facebook
Paolo Nardovino
9 gennaio ·

Questa sera ho avuto un lungo ed interessante faccia a faccia con lo zio William Delbert. Era molto tempo che non facevo un discorso così approfondito con lui.
Per prima cosa mi ha rimproverato perchè mi ostino a guardare il Nasdaq che vola, il Dow Jones che si affaccia ai 20000 e lo S&P500 che aggiorna di poco il suo massimo storico, ma non ho guardato con la dovuta attenzione il NYSE.
"Oramai non lo guarda più nessuno..." mi ha detto.
Mi ha fatto capire che lo spike anomalo del 27 dicembre 2016 sul NYSE non è un errore nei dati, né un'anomalia temporanea, ma è un segnale.
Anzi mi ha detto che è un segno.

Un segno dovuto. Per chi lo sa leggere, naturalmente.

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Poi mi ha confermato che gennaio 2017 è iniziato con il vento a favore e che il cielo sarà buono ancora per un paio di giorni, o sedute.


Poi dall'11 genn sarà il signore della guerra a far cambiare l'atmosfera.

"Si guarderà allo specchio, diritto negli occhi, e sarà lui a far cambiare lo scenario. Non sarà nulla di drammatico, ma inizierà una nuova fase."
Mi ha dato il giorno e l'ora e mi ha detto di tenermi pronto.
E mi ha detto di indossare un abito nuovo.
Anzi ha usato proprio le parole del Machiavelli : mi ha detto di «Rivestirmi condecentemente, e di entrare nelle antique corti delli antiqui huomini».
 

tontolina

Forumer storico
Paolo Nardovino
17 ore fa ·
Ci siamo quasi sul Nyse.
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Dobbiamo sperimentare quel livello segnato a fine dicembre in spike, poi cancellato e rettificato
. Paolo Nardovino - Questa sera ho avuto un lungo ed... | Facebook
Da lunedì 27 febbraio torna a farsi sentire il signore della guerra.
Lotta con il più forte di tutti, ma ha il padre dei ciclopi che lo aiuta.
La battaglia sarà ancora lunga e dura.

La prima decade di marzo sarà molto importante.
L'8 marzo inizierà a venire meno anche il sostegno del signore del Tempo, e la ruota potrebbe girarsi.
 

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