e' la Germania a dover uscire dall'euro (1 Viewer)

big_boom

Forumer storico
Secondo me e' la Germania che potrebbe uscire dall'euro senza causare troppi problemi, proprio perche' una sua uscita non porterebbe una svalutazione del marco ma bensi' una forte rivalutazione e una svalutazione dell'euro che diventerebbe molto piu' adatto al resto dei paesi europei.

Quindi primo motivo economico e secondo motivo di capacita' di gestione della europa unita.

Con la Germania fuori dall'euro ci sarebbe un euro molto piu' debole e inflazionato.
 

lorenzo63

Age quod Agis
f
Secondo me e' la Germania che potrebbe uscire dall'euro senza causare troppi problemi, proprio perche' una sua uscita non porterebbe una svalutazione del marco ma bensi' una forte rivalutazione e una svalutazione dell'euro che diventerebbe molto piu' adatto al resto dei paesi europei.

Quindi primo motivo economico e secondo motivo di capacita' di gestione della europa unita.

Con la Germania fuori dall'euro ci sarebbe un euro molto piu' debole e inflazionato.

Complimenti!! Sei finalmente arrivato laddove tutti si era già da un bel pezzo ... Ma l' altra parte del discorso che attiene alla Germania, quella importante dove è?
 

f4f

翠鸟科
ma pensa, io non ci sono mica ancora arrivato ...
e sono anche in compagnia, manco al G8 ci sono arrivati tutti
 

f4f

翠鸟科
grazie :) ma era come un dovere
ho un pubblico che mi segue, che mi apprezza per quello che immaginano che io sia e non per quello che dico
per altro, quello che dico non lo capiscono, quindi forse è meglio così :rolleyes:
 

tontolina

Forumer storico
Che la Germania torni al marco [1] La prossima battaglia

Che la Germania torni al marco [1] La prossima battaglia

Un'uscita della Grecia costerebbe mille miliardi, quella di Berlino molto meno. Merkel e' sempre piu' isolata in Europa e in calo nei sondaggi in patria: piu' della meta' dei tedeschi vede piu' svantaggi che vantaggi nella moneta unica.

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Hans Joachim Voth, economista tedesco tra quelli schierati a favore di un'uscita della Germania dall'area euro. "Le esportazioni non sono tutto".


Wall Street Italia da' il via a un secondo filone di articoli sulla crisi europea, dopo l'appello per una Grecia fuori dall'euro, per capire se una Germania ex moneta unica non sarebbe forse meglio per tutti. I tedeschi non ne possono piu' di pagare per gli sprechi degli italiani e la corruzione dei greci. Difficilmente, tuttavia, il governo di Merkel agira' in questo senso, perche' sarebbe un brutto colpo per le proprie esportazioni. Ma gli scambi commerciali non sono tutto e popolo ed economisti incominciano a ritenerla la situazione ideale per risolvere la crisi debitoria del blocco a 17. Anche perche' impedirebbe alle banche dell'area periferica di collassare.
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Che la Germania torni al marco [1] La prossima battaglia
 

big_boom

Forumer storico
la Germania ha i migliori politici in europa :rolleyes:

non ci posso credere :wall: :eek:

[ame=http://www.youtube.com/watch?v=QEYUEa-IxzI]La gaffe della Merkel. Berlino? In Russia - YouTube[/ame]
 

tontolina

Forumer storico
Eurolandia flop

piu' crac Grecia


e


Merkel si frega le mani

di: Luca Spoldi Pubblicato il 17 maggio 2012| Ora 15:50


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Chiedendosi se e quanto guadagna la Germania da questa situazione a livello economico si scopre che tassi bassi ed euro debole significano per gli esportatori tedeschi una leva formidabile per l'export.
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Angela Merkel, cancelliere tedesco dal 2005, durante un incontro tra i leadere delle maggiori potenze del mondo a Davos.





Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Affari Italiani - che ringraziamo - esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.


da Eurolandia flop piu' crac Grecia e Merkel si frega le mani
Tenere alta la tensione per cercare di strappare quante più concessioni possibili agli altri membri dell'Eurozona: finora la gestione della crisi del debito sovrano da parte della Grecia è sembrata alternare tra il sincero tentativo di rispondere alle sollevazioni "rigoriste" di Bruxelles (ovvero della Germania, che più di tutti gli altri partner europei ha voluto il fiscal compact e le misure di austerity che stanno mettendo in ginocchio l'economia greca e pesando fortemente su quelle di Portogallo, Spagna e Italia) e la tentazione di giocarsi fino in fondo l'unica carta a disposizione, quella dei costi (non meno di 500 miliardi di euro complessivamente) che ricadrebbero sulle spalle di investitori istituzionali, privati, Bce e Fmi (che da sole hanno in cassa oltre 200 miliardi di titoli di stato greci) in caso di un nuovo e definitivo fallimento di Atene e del suo conseguente ritorno alla dracma.

Ma a volte l'interesse più evidente non è quello più cospicuo e la storia della crisi del debito sovrano, che anche oggi manda alle stelle gli spread tra i titoli di stato dei "periferici" e i Bund tedeschi e fa rotolare le quotazioni delle maggiori banche spagnole e italiane, può essere forse meglio raccontata rovesciando il punto di vista e chiedendosi se e quanto guadagni la Germania da questa situazione.

Se Berlino, che contribuisce per il 27% al bilancio della Bce, appare il Paese che rischia più di tutti da un'eventuale rottura dell'euro, tanto che da sempre si oppone a un ulteriore ammorbidimento dei criteri chiave per la concessione di credito alle banche greche (in sintonia con Mario Draghi, che ieri ha "temporaneamente" stoppato il finanziamento ad alcuni istituti giudicati non solvibili finché non ricapitalizzeranno) o peggio alla trasformazione della Bce in "prestatore di ultima istanza" (e dunque acquirente per quantità potenzialmente infinite di titoli di stato greci, portoghesi, spagnoli e italiani), è evidente che altri aspetti della crisi convengono eccome ad Angela Merkel e alle banche, assicurazioni e aziende tedesche in genere.

Primo tra tutti, la possibilità che la Bce riduca ulteriormente, forse già a inizio giugno, tassi già ai minimi storici e che almeno dagli anni Novanta sono stati, secondo molti economisti, tenuti a livelli inferiori a quelli "corretti" per le condizioni economiche prevalenti in Europa prima per favorire la riunificazione tedesca e poi per rendere meno traumatiche possibili le riforme strutturali che hanno nel tempo consentito alla Germania di recuperare efficienza e diventare il maggior esportatore dell'area europea. Tassi bassi ed euro in crisi significano per gli esportatori tedeschi una leva formidabile a favore delle proprie esportazioni e non è un caso se Berlino ha da tempo messo nel mirino non tanto i mercati europei (che pure restano al momento il suo principale mercato di sbocco), quanto quelli asiatici (dove le vendite delle aziende tedesche crescono ogni anno).

Più la crisi si protrae, dunque, più la Germania guadagna a spese dei "reprobi" del Sud Europa, condannati a riformare sotto le bombe o rischiare il fallimento.

Ma non è tutto: secondo voci che periodicamente si rincorrono in borsa (e in qualche caso trovano conferma, come per la Ducati appena rilevata da Audi), i gruppi tedeschi sono fin d'ora pronti a lanciare offerte "amichevoli" per rilevare a prezzi di saldo i migliori concorrenti italiani o spagnoli, in tutti i settori, dalla finanza all'industria. Così l'ipotesi, a lungo confinata nei libri di fantascienza, di vedere passare sotto la bandiera tedesca (salvo qualche nuova "zampata" dei gruppi francesi) gruppi come l'Alfa Romeo, Prelios, il Monte dei Paschi, per non parlare di marchi di moda o di aziende di nicchia, spesso di dimensioni contenute e a gestione famigliare ma altamente redditizie se supportate dai giusti capitali, col passare dei mesi sta assumendo contorni sempre più concreti.

Così fare la parte del "poliziotto cattivo" può davvero convenire alla Germania, che vede consolidato il suo ruolo egemone in Europa e si prepara a recitare una parte da primo attore nel ventunesimo secolo
, un secolo che sarà all'insegna dei mercati emergenti e in cui vincerà chi saprà offrire a quei mercati prodotti e servizi che siano al tempo stesso dotati di un forte appeal ma in grado di garantire elevati margini di profitto. Un "piatto" molto ricco di una partita molto ampia che si sta giocando sui mercati almeno dalla fine del secolo scorso ma di cui solo oggi si iniziano a comprendere a fondo costi e benefici potenziali. Non ultimo l'euro debole, in ritirata da quota 1,3 contro il dollaro: la debolezza strutturale dell'Europa deprime la moneta unica, trend che fa da volano alla prima economia manifatturiera al mondo. E Frau Angela si frega le mani...
 

tontolina

Forumer storico
La chiave in Europa oggi è la percezione della Germania del suo interesse nazionale. Una volta che risulterà evidente che le loro condizioni non funzionano, i leaders Tedeschi dovranno scegliere tra un naufragio e un cambiamento in corso. Non so cosa sceglierà la Germania. E non so se lo sanno i suoi leaders. Ma da questa scelta dipende il destino dell’Europa.”
Financial Times: L’Enigma dell’Egoismo Tedesco - Dall'Estero - Investireoggi.it

 

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