E COMUNQUE IO PARLAVO DA SOLA ANCHE PRIMA DEL COVID19 (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
Probabilmente perché la sensazione di pace che si prova a non usare il cervello
da un senso di benessere tipicamente provato da chi si fa di eroina.

Votano PD per continuare ad avere la loro dose di droga.
 

Val

Torniamo alla LIRA
La resurrezione sembra vicina.

Per chi crede, è una speranza perpetua che si rinnova.

Per la scienza è una prospettiva che necessita di indiscutibili evidenze empiriche.

Ma, dopo la via crucis (e migliaia di morti) una luce fulgente si scruta nel tunnel.

La molecola di... Dio ha un nome: si chiama eparina.

Non è un nuovo farmaco, è un conosciuto anticoagulante dal costo irrisorio,
ma, a quanto pare, dall'efficacia decisiva nella lotta contro il Sars-CoV-2.

Fluidificante del sangue, previene la formazione di coaguli sanguigni anomali.

Sono, infatti, i trombi gli alleati più preziosi della Covid-19,
secondo le rilevazioni degli specialisti italiani dopo le prime autopsie effettuate sui cadaveri infetti.

AUTOPSIE
L'uovo di Colombo si è schiuso a poche ore dalla Pasqua in alcuni ospedali italiani dopo essere stato tenuto in quarantena.
Nessuno osava toccarlo, visto che il nuovo Coronavirus è catalogato tra i patogeni di livello 4 in quanto a pericolosità (al pari di ebola).

Ma è scandagliando il corpo umano che anatomopatologi, su suggerimento di altri specialisti (cardiologi, neurologi),
hanno fatto una scoperta che potrebbe cambiare clamorosamente lo scenario:

«Il problema principale non è il virus - spiegano gli specialisti in continuo contatto con altri medici italiani
(Milano, Brescia, Pavia, Bergamo, Napoli, Palermo) che in questa fase sperimentale preferiscono mantenere l’anonimato -
ma la reazione immunitaria che distrugge le cellule dove il virus entra.

Il problema è cardiovascolare, non respiratorio.


La gente va in Rianimazione per tromboembolia venosa generalizzata, soprattutto (ma non solo) polmonare
(sono attesi anche gli esami autoptici sul cervello, ndr).

Molti morti, anche quarantenni (ecco spiegati presumibilmente i decessi di persone giovani, ndr),
avevano una storia di febbre alta per 10-15 giorni non curata adeguatamente.

L'infiammazione ha distrutto tutto e preparato il terreno alla formazione dei trombi.

Non era facile capirlo perché i segni delle microembolie apparivano sfumati, anche all'ecocardio».

COCKTAIL
Il cocktail che potrebbe sconfiggere definitivamente il morbo è costituito appunto da anti-infiammatori
(«la letteratura scientifica, soprattutto cinese, affermava fino a metà marzo, che non bisognava usarli»)
e anti-coagulanti, una miscela che potrebbe farci tornare molto presto alla normalità.

«La nostra - spiegano gli ambienti della ricerca - è la più ampia casistica mondiale,
poiché i cinesi hanno pubblicato praticamente quasi nessun report sulle autopsie».

Ma gli studi sono comunque agli albori.

Gli anatomopatologi hanno chiesto di procedere soprattutto per investigare i decessi di pazienti relativamente giovani,
e altrimenti sani, aggiungendo quanti più dati possibili circa la data di esordio dei sintomi, le eventuali comorbilità,
le terapie effettuate, il sistema di supporto di ossigeno, il passaggio in terapia intensiva,
per capire quanto ci sia di pregresso nei polmoni disastrati esaminati e spiegarsi alcuni reperti anomali.

Ma le terapie a base di eparina, di fatto in corso da qualche giorno, anche prima del via libera dell'Agenzia italiana del farmaco,
hanno acceso l'entusiasmo (ma senza abbandonare la necessaria prudenza).

«Non vorremmo sembrare eccessivi - chiariscono i ricercatori - ma crediamo di aver dimostrato la causa della letalità del Coronavirus.

Se così fosse non servono le rianimazioni e le intubazioni perché innanzitutto devi sciogliere, anzi prevenire, queste tromboembolie.


Serve a poco ventilare un polmone dove il sangue non arriva.

L'efficacia del trattamento terapeutico, poi, ci induce a ritenere che sia questo il motivo principale per cui in Italia
le ospedalizzazioni si riducono (come registrato anche dalla Gazzetta - ndr).

Starebbe diventando una malattia curabile a casa.

Per me si potrebbe tornare alla vita normale e riaprire le attività commerciali.

Insomma, basta con le attuali restrizioni. Non subito, certo. Ma molto presto».

PROTOCOLLO
Il prossimo passo è adottare ufficialmente i protocolli terapeutici già seguiti.

Anche a Bari un gruppo di medici sta preparando un documento da sottoporre agli organi istituzionali.

«La causa principale dell’aggravamento di una parte dei pazienti, fino a rendere necessario il ricovero nelle terapie intensive,
sembra in effetti essere una attivazione potente del sistema coagulativo del sangue.
In poche parole sembrerebbe che il virus scateni una reazione infiammatoria piuttosto intensa da parte dell’organismo,
che a sua volta produrrebbe un danno delle cellule che rivestono i piccoli vasi sanguigni.
Il danno, né più né meno di quando ci procuriamo una ferita, scatena la reazione coagulativa del sangue.

Naturalmente, essendo il virus diffuso in larghe parti del nostro organismo, il tutto determinerebbe una microtrombosi diffusa.
Le terapie in atto sembrerebbero fornire già ottimi risultati, che sarebbero ancora più importanti
se questa terapia fosse instaurata precocemente, all'inizio del decorso.

Già in molti ospedali di tutta Italia si sta iniziando ad operare in tal senso
e la pratica si sta diffondendo anche a livello territoriale perché i pazienti con i sintomi iniziali della patologia da Covid-19
potrebbero tranquillamente essere seguiti a domicilio riducendo drasticamente sia il numero dei ricoveri
sia soprattutto l’incidenza di quelle severe complicanze che portano il paziente in terapia intensiva e spesso a morire».


RESURREZIONE
Dopo la... passione e la morte, c'è sempre una resurrezione.

Il momento di abbassare guardia e mascherine non è ancora giunto.

Ma il ritorno all’abbraccio potrebbe essere più vicino di quanto si pensi grazie alla molecola di... Dio.

Poi, ci vorrà un altro miracolo.

Ma stavolta non saranno medici e ricercatori a essere in prima linea.

Sconfitto il Sars-CoV-2, sarà il momento di far ripartire il Paese.

E qui ci vorranno santi politici navigatori (e navigati).
 

Val

Torniamo alla LIRA
Questo è un caso di quanto accaduto all'ospedale di ...........(ometto)

Sabato 28 marzo: ricevo una telefonata da una conoscente:

“Dottore buongiorno, sono Alessandra. C’è la mamma che non sta bene, volevo chiederle un consiglio…”.

La signora Alessandra mi spiega che sua madre, 79 anni, cardiopatica, accusa dolori toracici.
Potrebbe essere un problema cardiaco, la signora Giusy ha già dovuto fare due interventi.
La figlia però ha un po’ di timore a chiamare un’ambulanza, perché non vorrebbe che la mamma finisse nel calderone dei casi Covid.
Le suggerisco di portare lei stessa la mamma in ospedale, portando con sé la documentazione
dei precedenti ricoveri e delle visite specialistiche, facendo presente che si tratta di una persona cardiopatica.


Dopo alcune ore, Alessandra mi chiama direttamente dal Pronto Soccorso
di uno dei vari ospedali lombardi che lavorano al limite delle proprie possibilità.
La voce di Alessandra è spaventata, angosciata, e mi spiega quello che è successo.
Dopo aver detto che la madre accusava dolori toracici, questa è stata sottoposta a esame radiografico del torace.
Le viene assegnato un codice giallo, indice di una certa gravità.
Alla visita tuttavia il medico visitante non riscontra né febbre né dispnea.
Poi arriva l’esito dell’RX:

“Diffuso ispessimento della trama interstiziale; reperti sospetti per patologia flogistica interstiziale”.

La diagnosi è presto fatta: polmonite interstiziale. Una diagnosi che in questi giorni è stata fatta migliaia di volte, purtroppo.

A questo punto Alessandra, che ha compreso quello che sta succedendo,
chiede ulteriori chiarimenti. Il medico, con tranquilla professionalità, le spiega che purtroppo la situazione è grave,
e che l’età e le condizioni della signora devono far sì che si cominci a preparare al peggio.

Il medico tuttavia rassicura Alessandra, dicendole che la madre non soffrirà.

Verrà “accompagnata dolcemente” alla morte con il supporto della morfina.

Alessandra chiede se non vogliano tentare una terapia antibiotica.

“È troppo tardi” è la risposta del sanitario.

Ormai non resta che “l’accompagnamento” indolore all’inevitabile esito.

Così dicono quei protocolli non scritti previsti per chi è sopra i 75 anni, e qualche volta anche meno, se hai una importante patologia invalidante.


Alessandra mi spiega tutto al telefono, con voce rotta dall’emozione.
A mia volta avverto una sensazione strana.

“Lei signora mi sta dicendo che ha ricevuto una sentenza di morte per la mamma?”.

“Sì, dottore. Cosa devo fare? Mi dica lei”.

In quell’attimo non ho esitazioni.

“La porti a casa, Alessandra. Firmi e la porti a casa. Me ne prenderò cura io, se vuole.
Non le garantisco nulla, se non che me ne prenderò cura e, se dovrà morire, potrà farlo con lei accanto”.


Alessandra segue il mio consiglio.
Nella dimissione dal Pronto Soccorso, si possono leggere queste righe:

“Diagnosi: polmonite interstiziale. I parenti resi edotti della situazione, prospettate le eventuali complicanze,
rifiutano il ricovero assumendosi ogni responsabilità. Esito: rifiuto del ricovero.”


La signora Giusy torna dunque a casa, amorevolmente assistita da sua figlia.
Le prescrivo la terapia, con un mix di farmaci che forse non saranno ancora ufficialmente adottati negli ospedali
previ trials clinici e studi in doppio cieco, ma qui c’è da salvare una vita, e non ho dubbi che occorra tentare.

Passano i giorni, e la signora Giusy migliora ogni giorno di più.
Se fosse rimasta in ospedale, dopo 48 di “accompagnamento dolce” sarebbe morta, da sola,
senza più vedere nessuno dei suoi cari, come successo a tantissime altre persone.
Alessandra non vuole che finisca così, e io nemmeno.

Certo, in questo difficilissimo momento, gli operatori sanitari stanno facendo un’esperienza professionale difficile:
quella di vedere i propri sforzi e il proprio impegno vanificati da una malattia nuova e difficile da curare,
ma il compito del medico può essere solo quello di supporto, accompagnando i pazienti sino alla fine?

Io credo di no.

Così comincia questa avventura: salvare la signora Giusy da una morte programmata.
Dico subito alla figlia che non è una lotta, una battaglia.
In questi tempi ho sentito fin troppo usare metafore belliche.
La trincea, la prima linea, il nemico… Tutta vuota retorica.

Il compito di un medico, il mio compito, non è combattere un virus: è prendermi cura di una persona.

È fare in modo che possa riacquistare la salute, che possa respirare normalmente,
che si rallenti la replicazione virale, che non salga la febbre.

Niente guerre e niente armi: solo farmaci, ossigeno
(finché dopo pochi giorni la signora Giusy satura talmente bene, da non averne più bisogno),
solo la vicinanza e la tenerezza di una figlia, che le rimbocca le coperte, che la aiuta a mangiare.
Eh sì, perché passano i giorni e Giusy sta sempre meglio: i parametri sono tutti buoni.


Oggi sono passati dieci giorni, e la signora Giusy è in piedi.

Vorrebbe anche andare a fare una passeggiata al sole, ma la figlia le spiega che è ancora proibito.

Alessandra la guarda con tenerezza: la sua mamma è ancora viva.

La sentenza di morte non è stata eseguita.

E io tiro un sospiro di sollievo, e penso che la Medicina ha sempre avuto questo compito:
puoi guarire spesso, puoi anche assistere al fallimento, ma puoi e devi curare, sempre.
 

Val

Torniamo alla LIRA
La sentenza di morte era già stata scritta.

Dolce – per quanto la morte possa essere dolce – ma pur sempre morte.
L'avrebbero accompagnata con la morfina, lasciando che si spegnesse senza soffrire,
pur nella solitudine di un letto d'ospedale ai tempi del Coronavirus.

La signora Giusy, 79 anni, cardiopatica, a distanza di oltre 10 giorni da quella infausta pronuncia è in piedi,
tornata a respirare a pieni polmoni il profumo di vita grazie alle amorevoli cure della sua Alessandra, docente universitaria.

"Il medico mi spiega che la mamma probabilmente ha il virus, che la situazione è compromessa e che,
se non voglio vederla morire soffocata nelle prossime 48 ore, mi conviene lasciarla in ospedale
dove verrà accompagnata dolcemente con la morfina. Chiedo se si può tentare in ospedale una terapia antibiotica,
ma la risposta è che è già troppo tardi. Mia mamma però non ha febbre, pressione e battiti sono perfetti, respira bene."

"Intanto davanti ai miei occhi, vedo che tre anziani vengono ricoverati, dicono ad alta voce gli operatori sanitari,
«con morfina al bisogno», senza un tampone. Nessuno di loro aveva febbre né problemi a respirare."

"Magari domani muore per un infarto o altro perché ha un quadro clinico complesso,

ma non per il virus che non è stato nemmeno diagnosticato con un tampone.

Io ho provato a chiederlo ma mi hanno detto che lo facevano solo ai ricoverati gravi.

Qualsiasi cosa accada, potremmo dire che le siamo state vicine e ci dona i suoi baci e il suo sorriso ogni volta".



Tornata a casa, Alessandra, su indicazione dei medici, si mette alla caccia del Plaquenil,
uno dei farmaci indicati dai medici e utilizzato negli ospedali per il coronavirus,
da aggiungere all'antibiotico e alle maltodestrine.

"Tutte pastiglie che si prendono per bocca facilmente e che costano sei euro l'una
– spiega ancora all'AGI - È questo il valore della vita delle persone?"
 

Val

Torniamo alla LIRA
Queste cose non le capisco proprio. Perchè multare una persona che ha fatto il bagno ?
Mi torna alla mente il discorso precedente legato alle libertà personali ........perchè non fosse per questo,
che nesso esiste fra "il contenimento e la gestione dell'emergenza" ed un bagno da solo ?

MARINA DI RAVENNA, 12 APR - Complice anche il clima quasi estivo,
non ha resistito alla tentazione del primo bagno in mare e si è tuffato nelle acque di Marina di Ravenna:
i carabinieri lo hanno sorpreso e lo hanno multato.

Protagonista della vicenda un francese di 37 anni, che in tarda mattinata è stato sanzionato
nell'ambito dei servizi di controllo svolti in occasione delle festività pasquali
per garantire il rispetto delle misure tese al contenimento e alla gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19.

L'uomo è risultato domiciliato sul litorale ravennate per ragioni di lavoro.

I servizi dall'Arma sono stati fatti anche con l'ausilio, per il supporto dall'alto,
di un elicottero dell'elinucleo di Forlì che ha sorvolato il territorio a partire dalle 15.30.

Sempre dall'alto, la polizia locale ha usato droni sia sul litorale ravennate che su quello cervese.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Riporto questo articolo. Non sono io ........

Da ragazzo ho sempre creduto che essere di sinistra significasse difendere la Costituzione e i suoi principi.
Ne ero certo. Tant’è che ho votato PD fino al 2010. Convintamente e, occorre dirlo, stupidamente.

Poi ho iniziato a capire che qualcosa non andava.

Su tutti l’arroganza e l’impunità di magistrati politicizzati, il settarismo culturale
e soprattutto un sistema di potere fortemente radicato sui territori.

Una rete perfetta con la quale dal PDS al PD la sinistra (si fa per dire!) ha occupato il Deep State, sia a livello locale che centrale.
I ministeri sono pieni zeppi di quadri e funzionari in gran parte vicini ai Dem.

Dunque, più passava il tempo e più mi convincevo che tutto ciò in cui avevo creduto non era altro che esercizio del potere per il potere.

Col passare degli anni ne ho avuto sempre maggiori conferme.

Basti vedere l’utilizzo strumentale della Costituzione e dei diritti.

Nessuno del PD ha ad esempio in questi giorni rimproverato a Conte l’uso privato della TV pubblica per attaccare le opposizioni.

Ciò che ha fatto Conte si vede soltanto nei regimi autoritari, eppure il PD – che della Costituzione si è sempre lavato la bocca –
ha lasciato fare senza battere ciglio. Se al posto di Giuseppe Conte vi fosse stato Matteo Salvini, i Dem avrebbero strillato alla dittatura,
sarebbe venuto giù il finimondo. Se invece al governo ci sono loro, quelli “giusti”, allora tutto va bene, tutto è consentito.

Il Partito democratico è il partito del potere, della conservazione del potere.

Non ha più nulla del vecchio PCI. Da comunisti, sovranisti e keynesiani sono diventati neoliberisti.

Il PD non ha esitato un attimo, da sconfitto alle elezioni politiche del 2018, ad allearsi coi nemici storici del M5S pur di tornare al potere
(senza peraltro passare da democratiche elezioni) e occuparne le stanze più importanti, la cabina di regia del governo

. Il potere per il potere.

Eppure il 4 marzo 2018 la coalizione di centrosinistra, di cui il PD faceva parte, era arrivata terza.

Fino a luglio 2019 definivano Conte e il M5S come pericolosi incompetenti e cialtroni, oggi Conte è addirittura uno statista.

I Dem sono soliti cantare “Bella Ciao” e osannare la “resistenza”, ma governano il Paese
ed intere comunità territoriali da decenni: contro chi vorrebbero “resistere”?

Contro loro stessi o contro le opposizioni?

Chi sarebbe il nuovo oppressore?

Il leader dell’opposizione che non governa?


Hanno massacrato Berlusconi per l’uso che faceva delle televisioni,
ma non hanno detto mezza parola sul dittatorello Conte che in prima serata, a reti unificate,
si è scagliato contro i leader dell’opposizione, che non hanno neppure goduto
di una più che legittima replica alle medesime condizioni, con i medesimi strumenti.

Due pesi e due misure.

Sono soliti lavarsi la bocca coi diritti fondamentali, su tutti il lavoro, ma sono stati proprio loro, quelli del PD,
a rendere meramente residuale l’applicazione dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori con l’approvazione del “Jobs act”.

E ancor prima approvando le due “leggi Fornero”.

Non potendo più difendere i diritti sociali per via delle regole europee
e del funzionamento della moneta unica, hanno sposato acriticamente l’europeismo becero,
il neoliberismo e si sono buttati sui diritti civili, talvolta cosmetici.


Loro hanno votato la fiducia a Monti,
loro hanno ratificato il MES e il Fiscal Compact,
loro hanno votato a favore dell’inserimento in Costituzione del pareggio di bilancio
e sempre loro hanno legato i diritti dei lavoratori al sistema dei cambi fissi.

Ma la colpa non è mai la loro, è di Craxi, di Berlusconi, di Salvini e così via.


Tra il PD ed il potere non ci sono dunque le elezioni ma il nemico da distruggere, con qualsiasi mezzo.

Si dicono democratici, ma in realtà sono più fascisti dei fascisti.

Il libero pensiero va bene, ma solo se conforme e allineato al loro.

Se la pensi diversamente, ben presto sarai etichettano come “fascio-leghista”, xenofobo, razzista etc.


Senza parlare della cultura.

Hanno occupato scuole e Università, giornali e case editrici, incarichi di qualsiasi tipo
e addirittura le giurie dei concorsi letterari, piene zeppe – come le Università – di sacerdoti del “pensiero politicamente corretto”.

Un tempo i professori universitari erano presidio di libertà, oggi sono acritiche linee di congiunzione
tra il pensiero unico dominante e l’aspirante classe dirigente del Paese, con una pletora di beneficiari privi di capacità di critica.

Ovviamente non tutto il mondo dell’Università è così, gran parte dei docenti sono persone degne e meravigliose,
ma una parte – non minoritaria – è l’essenza della mediocrità e funge da megafono del potere.

Hanno occupato kermesse letterarie di prestigio internazionale, sostenute da denaro pubblico,
scaraventando in mezzo ad una strada libri contenenti un pensiero opposto al loro.

Sono arrivati a vietare la presentazione di un libro perché contenente l’intervista a Matteo Salvini, all’epoca ministro dell’interno.

Un neo-fascismo più pericoloso del fascismo perché travestito da finto antifascismo
.

Io ricordo i nazisti di Hitler e i comunisti di Stalin scaraventare i libri dalla finestra, pensavo che in Italia il pensiero fosse libero.

Insomma, oggi l’Ancien Regime si può individuare – dal punto di vista nazionale – col potere per il potere conseguito dal PD.

L’ex PCI, partito di straordinario valore, si è trasformato in un’associazione atta al solo esercizio del potere,
anche a costo di sacrificare libertà, democrazia e lavoro sull’altare degli indicibili scopi del capitale internazionale.

Governare un Paese, anche attraverso contingenti forzature costituzionali, e al contempo attaccare le opposizioni,
è sicuramente l’emblema del decadimento culturale e democratico di un Paese – ancora il più bello del mondo – ormai allo stremo.
 

Val

Torniamo alla LIRA
È la sindrome della “colpa altrui”.

Ce l’hanno in molti!

È comune a chi invece di vedere la trave nel proprio occhio, bercia per la pagliuzza in quello altrui.

Piangono per la miseria del bobolo, coprendosi di privilegi a spese nostre.

Non avere una idea verticale della vita, del mondo, della giustizia, porta a creare la pletora di schiavi col “reddito universale”,
predicata anche da Bergoglio e sventolato da una banda di cialtroni e di corrotti, guidati da un comico.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Il PD è l'involucro postmoderno della classe dirigente più trasformista dell'Italia post fascista, anzi forse dell'Italia unita.

Quella che all'improvviso sul finire dell'anno '91 in un pugno di mesi ha girato la prua della nave, fino ad allora diretta ad est, di 180°.

Compagni! avevamo sbagliato, l'orizzonte luminoso non è a est, ma ad ovest.

Però al comando della nave rimaniamo noi, eh! niente scherzi, siamo sempre i più bravi!.

In piena crisi di identità e non solo, pur di essere accettati nel salotto buono del grande capitale (la UE)
buttarono a mare ideali e quant'altro, diventando i più fedeli servitori dei nuovi padroni.

Per quasi trent'anni moltissimi hanno continuato a credere loro .........e molti continuano a dar loro fiducia ancora oggi, purtroppo.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Non sorprenda l'evoluzione che abbiamo avuto. DC e PCI si definivano e rinforzavano a vicenda
come i buoni Don Camillo e Peppone. Quindi con la caduta di uno dei due antipodi (il comunismo URSS)
sono entrambi collassati prima nelle loro filosofie portanti, per poi unirsi per conservare la loro stessa esistenza.

Privati di un insieme filosofico coerente, hanno fondato il loro essere sull'antagonismo a qualsiasi "altro" disponibile,
la prima sponda gli fu fornita da Berlusconi come erede del PSI di Craxi che già ai tempi d'oro era al di fuori del sistema DC-PCI,
in seguito la "resistenza ad oltranza" si è focalizzata su ogni elemento comparisse all'orizzonte.

Un'analisi linguistica rende evidente la funzione di opposizione permanente attualmente propria del PD
che fonda la sua filosofia su una "resistenza" intesa non come quella partigiana che fu "lotta di liberazione"
ma come la resistenza inerziale di un macigno, privo di un moto finalistico dettato da un idea filosofica del mondo.
Iil macigno-PD viene spinto inerzialmente dai piani inclinati esterni (NATO, UE, contingenze)
erodendosi progressivamente fino alla catarsi attuale dove per "resistere" diventa esso stesso la sua nemesi.

Come non appoggiare un liberticida Conte che promette la "resistenza assoluta" della forma perfetta di un 1984
in cui il pendolo della storia ha incontrato la resistenza assoluta, cristallizzando in un presente eterno inerzialmente immutabile tutto!

Orwell non vede per il suo protagonista un'uscita, ma la realtà non consente l'immobilismo, saranno costretti a cambiare visione
o ad accettare la perdita di ogni potere pena la distruzione del sistema che li sfama e arricchisce:
l'Italia è un paese povero di risorse naturali come intuirono Mattei ed Olivetti
e può fornire redditività solo come innovatore o trasformatore di risorse.

Bloccare il naturale evolversi e l'adattarsi della società, elimina quindi gli unici elementi di ricchezza,
anche tentare di ottenere un paese di schiavi a basso salario sarebbe controproducente poichè,
come fatto notare a Davos, i migliori schiavi sono gli impianti robotici e non gli umani.
 

Users who are viewing this thread

Alto