E COMUNQUE IO PARLAVO DA SOLA ANCHE PRIMA DEL COVID19 (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
Ieri Conte ha mentito.

E visto che mi è capitato sotto gli occhi un confronto tra Calenda e Bagnai sulla natura del MES, di dicembre scorso,
mi sono sentita interpellata, perché sono io che ho diffuso la notizia del fondo MES privato.

Calenda diceva che era una bufala, il fondo non è un fondo privato di diritto lussemburghese
e Bagnai rispondeva bene ma sul vago, come è d’obbligo in questo caso.

Il #MES è la nuova arma di distrazione di massa.
Salvini si aggira per le TV dicendo balle e nessuno sa bene di cosa si tratti. Così ci faremo male.

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— Carlo Calenda (@CarloCalenda) December 3, 2019

Calenda ha mentito, forse non sapendo di mentire, e Bagnai non avendo le carte non ha potuto contraddirlo completamente,
perché il fondo sicav MES è una società anonima di diritto lussemburghese.

E adesso vi spiego perché.

Ma neanche io ho tutte le carte, ho solo quelle dell’EFSF.
Ma è tanto quanto basta. Per il resto chiedete a Tremonti e a Monti.

Il primo fondo salva stati, l’EFSF – European Financial Stability Facility – fu costituito davanti a Notaio il 7 giugno 2010,
nella forma di Società Anonima (SPA) di diritto lussemburghese.

Lo statuto di quel primo fondo lo trovai qualche mese fa, in occasione del mio articolo qua pubblicato
MES: il golpe è servito” e lo trovai sul sito stesso del MES (European Stability Mechanism, in italiano Meccanismo europeo di Stabilità),
da cui però adesso sembra sparito. Sempre sullo stesso sito si spiegava nello storico che l’European Stability Mechanism
nacque sulla scorta dell’EFSF, che ha chiuso la sua operatività di erogare prestiti a fine 2012.
Si dice anche che il MES, fatto a immagine e somiglianza dell’EFSF, sarebbe stato la continuazione
e la sostituzione del primo fondo, nato nel 2010, che andava a chiudersi.

Questo lo statuto societario dell’EFSF:





Quindi è inoppugnabile, il primo fondo salva-stati è una società privata di diritto lussemburghese.

Anche il MES lo è ma visto che tutti i suoi documenti sono segreti, non sono visibili da nessuna parte.
E lo è perché è fatto della stessa “carne”.

Ricordo che il primo fondo salva stati EFSF nacque sulla scorta della crisi del 2008
per prestare aiuto agli Stati in difficoltà in seguito alla crisi finanziaria mondiale,
e prevedeva l’emissione degli eurobond, su cui tutti erano d’accordo, dal governo Berlusconi al Movimento 5 Stelle,
tutti appassionatamente affezionati all’idea di moneta-debito.

Alla prima bozza del MES partecipò attivamente a livello europeo l’allora Direttore al Tesoro, Vittorio Grilli (1), nel 2011,
che mentre era pagato dal popolo italiano per fare il Direttore generale del Ministero delle Finanze in Italia,
passava gran parte del suo tempo a Bruxelles come Presidente di un misterioso Comitato Economico Finanziario
per elaborare il MES (tratto da Il Club dei Monti, 2012), con un ufficio dentro la Commissione europea,
per lavorare alla formazione di un governo monetario più integrato, a favore dell’asse francotedesco,
con tanto di segretariato, e la missione di vigilare sul rispetto del trattato di Maastricht e di completare la terza fase dell’Unione monetaria europea.

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Il 25 marzo 2011 venne adottata la decisione dal Consiglio Europeo, (quindi dei capi di Stato e di governo, ergo Berlusconi)
non per approvare lo statuto del MES, ma per modificare l’articolo 136 dei Trattati sul funzionamento dell’Unione europea.


La cosa fu grave, come contestai già all’epoca (qua) perché vi fu un cambiamento dei Trattati
che normalmente richiede una procedura intergovernativa detta CIG (Conferenza intergovernativa)
per arrivare a un accordo consensuale e dibattuto nei paesi e dagli Stati membri,
visto che cambiare i Trattati a livello europeo è come cambiare la Costituzione a livello italiano.

Tale cambiamento invece avvenne con normale decisione del Consiglio come per le materie di ordinaria amministrazione.

L’aggiunta all’articolo 136 era la seguente:


E fu proprio Gualtieri, allora eurodeputato, ad avere lavorato alla stesura per conto del Parlamento europeo dell’articolo 136.

Il “nostro” ministro delle Finanze, colui che va a negoziare in riunione segreta all’Eurogruppo per il MES “light”, fu il vero e proprio padrino del MES.

Approfitto della solerzia di Borghi che su facebook ha appena pubblicato il frontespizio del parere del Parlamento europeo
sulla modifica dell’art 136 in cui proprio Gualtieri era co-relatore assieme a Elmar Brok:



Il 3 agosto 2011 il Consiglio dei Ministri approvò “il disegno di legge per la ratifica della decisione del Consiglio Europeo 2011/199/Ue,
che modifica l’articolo 136 del Trattato sul funzionamento della Ue relativamente a un meccanismo di stabilità (Esm – European Stability Mechanism)”,
pertanto approvò l’articolo 136 e NON il testo del MES.

Il 5 agosto, però, cadde la letterina della BCE.

Tremonti spiega abbastanza bene quello che succedette, in un articolo di qualche mese fa sul Sole 24 Ore.

In breve, sebbene il governo avesse già incassato i complimenti per la manovra varata dalla BCE e da Bankitalia,
improvvisamente la BCE nella famosa lettera che doveva rimanere segreta, chiede una manovra aggiuntiva di oltre 20 miliardi.

Chiedeva pure di cambiare la Costituzione, di modificare le leggi sul lavoro, pena il ricatto dei mercati
che non avrebbero più comprato i titoli del debito italiano
, e secondo Tremonti, la pressione venne esercitata per
“per forzare l’Italia verso l’ipotesi di un abnorme finanziamento al “Fondo Salva Stati”,
fondo che avrebbe dovuto essere usato non per salvare la Grecia, ma le banche tedesche e francesi
esposte a rischio sulla Grecia (sia detto per inciso, forse anche questo “precedente” è oggi tra le ragioni di diffidenza
in ordine alla estensione del campo di applicazione del MES al salvataggio delle cosiddette “banche sistemiche”!).”

Quindi il governo Berlusconi/Tremonti non era d’accordo su come si stava prospettando il MES per l’Italia.

Con il golpe Monti, egli potenziò nel testo la possibilità di salvare le banche,
iscritto nel testo dei trattati del MES approvato dagli Stati membri il 2 febbraio 2012,
e sempre in quelle pressioni vi fu l’origine, secondo Tremonti, delle famose clausole di salvaguardia
con la promessa di aumentare l’IVA, che ogni governo successivo si è rimpallato.

Il resto dovrebbe essere arcinoto, ma lo ripeto perché ci sono sempre dei ritardatari che abboccano alle varie fake news:

la Camera e il Senato approvarono il nuovo MES a luglio del 2012, con l’opposizione totale della Lega, alcuni renitenti di FI e molti assenti della stessa forza.


Votazione Camera del MES, luglio 2012



La Meloni non votò e neanche Crosetto, che andarono a fondare un nuovo partito, FdI.

Pubblico un video che ho fatto ieri sul MES e la sua cronistoria per dissipare tutte le fake news che girano sulla paternità del MES.

L’ho fatto prima delle parole di Conte, di ieri sera, dove ha spudoratamente mentito sul ruolo della Meloni e della Lega nella stesura del MES attuale.

L’ambiguità nasce dal fatto che vi fu una prima stesura del MES nel 2011 ma quel testo,
dopo il siluramento al governo con tanto di ricatto, non andò mai in porto, e la sottoscritta,
che si occupa di MES dal 2011, non ebbe mai modo di leggere quel testo.

Con Monti fu approvato un altro testo al Consiglio di febbraio 2012 poi ratificato dal Parlamento.

Un testo in cui si parla di salvare le banche e non gli Stati.

Nforcheri 11/04/2020

Qua la cronistoria istituzionale dell’attuale MES: programmazione finanziaria, membro dell’Aspen Institute Italia, finanziato da Rockefeller, ha ricoperto la carica di presidente della Rete di privatizzazione dell’OCSE ed è amministratore in numerose società non quotate. Presidente del Fondo EFSF, architetto del MES, (cfr. Il blog di Nicoletta Forcheri : MES, la nuova dittatura europea, ratifica entro il 31 dicembre .
Assieme a Bassanini, Grilli ha in comune l’appartenenza al consiglio di amministrazione della Cassa Depositi e Prestiti di cui quest’ultimo è il presidente, quel Bassanini che assieme a Monti, è stato cooptato nel Comitato Jacques Attali (cfr.http://www.senato.it/notizie/136525/150605/genpagina.htm ) dal nome del banchiere della BERS, per la liberazione della crescita economica… francese. Che ci fanno questi grand commis cooptati dalla Francia, ai vertici delle istituzioni del nostro paese???

Non c’è che dire, è proprio un governo ombra arrivato allo scoperto:

non per niente Scilipoti alla Camera il giorno delle dimissioni di Berlusconi, sia pur interrotto dal presidente della Camera, Fini (sic!)
– membro della European Council of Foreign Relations, finanziata da Rockefeller e Soros
(in compagnia in particolare di Emma Bonino, D’Alema, Barnabé, Cohn Biendit, Pascal Lamy, presidente dell’OMC,
Etienne Davignon, ex presidente onorario del Bilderberg, Javier Solana, ex Segretario generale della NATO )
nonché al Bilderberg, ha parlato di un golpe finanziario, il golpe del club dei Monti.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Basta scaricabarile sulla creazione della zona rossa in Val Seriana
per tentare di arginare la diffusione del coronavirus,
le responsabilità sono chiare e vanno cercato a Roma e non in Lombardia.

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È questo il succo di un messaggio di Roberto Calderoli all’indirizzo del premier Giuseppe Conte.

Il presidente del Consiglio, nei giorni scorsi, aveva criticato l’operato del governatore lombardo Attilio Fontana
parlando delle mancate chiusure dei comuni di Alzano e Nembro.

"È indiscutibile che la gestione dell’ordine pubblico e della sicurezza, anche delle eventuali zone rosse,
sia assoluta ed esclusiva competenza dello Stato, come si legge nel Dpcm dello scorso 8 marzo
dove viene ribadita la competenza esclusiva statale in questi ambiti",


ha dichiarato il senatore leghista e vice presidente del Senato.

Calderoli ha continuato affermando che

"se proprio vogliamo vedere il caso specifico della zona rossa in Val Seriana, se vogliamo dissipare ogni dubbio,
basta riguardare le immagini del 4, 5 e 6 marzo, con centinaia di carabinieri e militari
radunati per due giorni in un hotel a Ciserano pronti, dopo aver già effettuato i sopralluoghi, per salire in Val Seriana per i blocchi stradali"
.

In considerazione di tutto ciò, il senatore leghista chiede:

"E chi comanda i carabinieri e i militari, chi decide dove dislocarli e richiamarli?
I ministeri, non certo la Regione Lombardia che non ha alcun potere a riguardo".


"Per cui- ha continuato il vice presidente del Senato- basta con questi scaricabarile".

Al centro della disputa vi è la disputa sulla creazione della zona rossa nella Bergamasca
tra Regione e governo durato diversi giorni, dal 3 marzo fino alla "chiusura" della Lombardia.

Nei giorni scorsi, il presidente del Consiglio aveva dichiarato che

"se la Lombardia avesse voluto, avrebbe potuto fare di Alzano e Nembro zona rossa"
visto che "le Regioni non sono mai state esautorate del potere di adottare ordinanze contingibili e urgenti".

Il governatore Attilio Fontana, intervenuto al Tg4, aveva prontamente replicato:

"Ammesso che ci sia una colpa, la colpa eventualmente è di entrambi, ma io non ritengo che non ci siano delle colpe in questa situazione
perché noi avevamo chiesto che venisse istituita una zona rossa intorno a Nembro e Alzano e la risposta è stata una zona rossa in tutta la Lombardia".

Secondo Fontana, con il provvedimento del governo dell'8 marzo non si poteva intervenire per realizzare un'ulteriore zona rossa
“che in realtà era già stata realizzata, il concetto di zona rossa era di impedire la circolazione,
assumere tutte quelle restrizioni che sono state assunte con il provvedimento ed estese a tutta la Lombardia".

Conte aveva successivamente controreplicato precisando di non aver voluto sollevare polemiche o

"ricercare le responsabilità di altri. Ho bisogno della collaborazione di tutti, governatori e sindaci.
Mi è stato chiesto se il governatore della Lombardia poteva assumere ordinanze più restrittive
e abbiamo risposto che non abbiamo impedito di farlo, altri governatori lo hanno fatto.
Ma non voglio imputare o scaricare responsabilità. Abbiamo sbagliato o fatto bene?
Noi riteniamo di aver agito in scienza e coscienza e ce ne assumiamo tutta la responsabilità.
Ci sarà poi il tempo per giudicare e io non mi sottrarrò".
 

Val

Torniamo alla LIRA
Uno degli aspetti stupefacenti dei tragici tempi in corso è l’ostinazione con cui una massa sterminata di persone
– parte delle quali, purtroppo, è classe dirigente del paese – continua a spacciare la bufala doc del “Sogno europeo”.

Cioè di un progetto non solo mai realmente “sognato” da alcun cittadino;
non solo sbagliato alla radice per elementari motivi storici, culturali, linguistici, sociali e perfino di costume;
ma soprattutto fallimentare.

L’Europa unita ha fallito anche e soprattutto da un punto di vista economico, ha impoverito milioni di persone,
ha distrutto il tessuto industriale di interi Paesi prosperi e progrediti, ha beneficato un pugno di Stati a discapito di tutti gli altri,
si è rivelata una macchina con zero difetti per produrre miseria, disoccupazione, iniquità, morte.

E parlo di morte vera, beninteso, non metaforica.
Parlo dei suicidi per la “crisi”, parlo dei bimbi greci uccisi dall’austerity.

Eppure.

Eppure, nonostante le innumerevoli prove empiriche, ci rifiutiamo ancora di “vedere”.

Certo, sempre più persone stanno “guarendo” e, per paradosso, grazie al Covid.

Ma resta comunque impressionante l’altissimo numero di “dormienti”;
poveri zombi inerti i quali seguitano a ripetere meccanicamente le stesse password insufflate in loro dalla Matrice
attraverso decenni di lavaggio del cervello: bisogna-superare-gli-egoismi-nazionali, solo-l’Europa-ci-può-salvare,
l’Europa-ci-permette-di-resistere-e-competere-nella-economia-globale.

E l’aspetto ancora più incredibile è come tutto ciò accada in un mondo dove ci vantiamo di essere “scientifici”,
dove abbiamo un sacro rispetto per il “fact-cheking”, dove detestiamo le “fake news”.

Tutto ciò mentre abbiamo non un elefante, ma addirittura un mammuth nella stanza:
la macchina giuridico-amministrativa dell’Europa non solo è inutile, fa anche innumerevoli danni.

E non solo è un manicomio, è un manicomio criminale, e criminogeno.
È l’eutanasia scientifica delle nostre democrazie, per dirla soft.

Non ci ha fatto guadagnare come se lavorassimo un giorno di più, lavorando un giorno in meno (Prodi dixit).

Ci ha fatto indebitare (male) sempre di più facendoci vivere (bene) sempre di meno.

Ma l’evidenza, evidentemente, non serve.

E la spiegazione sta in una parola: dissonanza cognitiva.

È la sindrome di cui soffrono le vittime delle psico-sette, soprattutto.

O di chiunque abbia per anni creduto in un mito poi rivelatosi falso.

Quando la tua coscienza si è “compromessa” per troppo tempo, e in maniera troppo intensa,
e in totale buona fede, con una menzogna, ti viene naturale seguitare a coltivarla pur di non essere costretto a fare i conti con il tuo errore.

Per questo motivo, in Italia il cambiamento va a rilento.

Per questa ragione, abbiamo la sensazione che nulla cambi mai davvero.

Per questo, infine, comunque si voti, in alto ci finiscono sempre gli stessi.

Ma c’è un altra spiegazione. È vero che l’Europa è un prodotto marcio, sbagliato, se vista da una prospettiva “popolare”, sociale, costituzionale.
Ma è un prodotto perfetto per garantire la “stabilità dei prezzi”, una bassissima inflazione, l’eliminazione del rischio di cambio.

In una parola: i grandi capitali e gli squali delle borse.

Insomma, è il paradiso dei rentiers, dei detentori della vera ricchezza.

Loro hanno creato, e sponsorizzato, il Sogno in cui troppi di noi ancora credono.

E hanno anche istruito i cani da guardia dei sedicenti “rappresentanti del popolo”,
e dei pifferai dei media di regime, per custodire i propri caveau.

Ma finchè lo stato di (dissonante) ipnosi cognitiva non cesserà,
il corpo grosso della massa ebete continuerà a votarli ancora, e ancora, e ancora.

Fino alla fine.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Benvenuti nell’Ital-Corea di Kim Jon-Cont
Bugie, omissioni, insulti e ora... repressione, il Paese è in mano a un piccolo dittatore vanesio e permaloso
che ora schiera anche la Polizia contro gli italiani affamati.

Tutto il pazzo minuto per minuto:

giovedì “non firmerò mai il Mes”;

giovedì sera accetta di ricevere soldi in prestito tramite il Mes (come voleva già un anno fa Gualtieri).

Venerdì mattina, più che l’opposizione è il popolo che lo copre di improperi e maledizioni sui social e lui, il piccolo dittatore del Tavoliere, si inalbera.

Così venerdì sera, a reti unificate, invece di dire agli italiani quando (e se) arriverà qualche aiuto (dopo 6 settimane di negozi e attività chiuse),
se la prende con chi lo attacca. “Lesa maestà”… È così arrabbiato che gli trema il labbro, proprio come al suo fratello gemello,
il coreano Kin Jong-un, quando Trump lo minacciava.

Sbava talmente che, oltre a non dire la verità sull’accordo che inchioda l’Italia a nuovi debiti,
oltre a non dire niente sugli aiuti a chi soffre, riesca invece a dire delle palesi assurdità contro una dei leader dell’opposizione…

È talmente “nord coreana” questa sua esternazione isterica che – impossibilitati a scendere in piazza – gli italiani, sabato,
si scatenano nuovamente sui socia
l, mentre gli oppositori al regime piagnucolano cercando ascolto dal Vecchio della Montagna… il silenzioso Mattarella.

L’ira popolare è condivisa anche da molti di quelli che, fino a ieri, pur di non sembrare “oppositori”,
avevano avallato anche le decisioni più illogiche e irresponsabili del piccolo dittatore.

A questo punto, chiuso nel suo fortino di Palazzo Chigi e confortato solo dal disastroso ma servile Casalino…
Kim Jon-Cont ha incominciato a meditare la vendetta.

Come il suo cugino asiatico appena il mondo lo copriva di ridicolo chiamava i suoi generali ordinando di sparare razzi…
così anche il vanesio Giuseppi ha convocato la sua colonnella: Luciana Lamorgese

(che è chiaramente parente della colonnello Rosa Klebb del film 007 dalla Russia con amore come dimostra l’immagine)…

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Con la stessa grinta astiosa della Klebb, anche la Lamorgese ha subito diramato i suoi ordini:

«Alle difficoltà delle imprese e del mondo del lavoro» determinate dall’emergenza coronavirus
«potrebbero accompagnarsi gravi tensioni a cui possono fare eco, da un lato, la recrudescenza di tipologie di delittuosità comune
e il manifestarsi di focolai di espressione estremistica, dall’altro, il rischio che nelle pieghe dei nuovi bisogni si annidino perniciose
opportunità per le organizzazioni criminali».


Da qui l’ordine perentorio ai Prefetti di mettere in campo «una strategia complessiva di presidio della legalità».

Traduzione dal coreano: siccome oltre ai problemi legati alla pandemia
ci sono anche quelli legati al fatto che la gente è rimasta senza soldi e visto che il governo non è in grado di aiutare nessuno,
c’è il pericolo che la gente stufa, disperata e lecitamente arrabbiata, infranga i divieti
e vada a prendere Kim Jon-Cont direttamente dentro al suo Palazzo.


Per cui la colonnella schiera la Polizia, i Carabinieri, l’Esercito e, se serve, anche la tenutissima Finanza
o gli ancora più pericolosi Vigili Urbani di Roma a “presidiare la legalità”, ovvero a salvaguardare l’incolumità del bel Giuseppi…

Crepino pure gli italiani. Se non sarà per il virus, sarà per fame…
Ma il dittatore “passerà alla storia” come lui ama ripetere (e come crede anche il cugino coreano).
 

Val

Torniamo alla LIRA
Ed i "pensatori", pensano solo a fermare le attività di produzione, così la concorrenza estera
prenderà il posto nelle forniture delle nostre aziende e noi avremo solo fallimenti, disoccupazione e miseria.

Per il consumo di acciaio le aspettative erano quelle di un 2020 con tasso di crescita inferiore rispetto al 2019 ma comunque positivo.

Invece la pandemia di Covid-19 fa sì che

«il 2020 sarà a suo modo un anno memorabile per il mondo e, quindi, anche per la siderurgia globale,
in quello che è un terremoto sanitario, sociale, economico ed occupazionale».

Lo afferma una nota dell’ufficio studi di Siderweb diffusa in occasione del monitoraggio che da quattro anni
la community dell’acciaio realizza su base annuale per quanto riguarda produzione nazionale ed estera, prezzi e import-export.

Da gennaio ad agosto 2019 la produzione siderurgica mondiale è stata in aumento,
mentre da settembre a novembre è calata per tornare positiva nell’ultimo mese dell’anno.

Questi, da gennaio a dicembre, l’andamento rispetto agli stessi mesi del 2018:
+1%, +4,1%, +4,9%, +6,4%, +5,4%, +4,6%, +1,7%, +3,4%, -0,3%, -2,8%, -1%, +4%.

La produzione siderurgica italiana ha segnato un calo del 3% circa a gennaio e a febbraio,
è rimasta sugli stessi livelli del 2018 in marzo, ha perso il 5,5% in aprile per tornare positiva a maggio con un +5,4%.

Torna a calare del 2,4% in giugno e del 7,8% in luglio. In agosto la flessione è stata di quasi il 27%,
a settembre si è tornati a un +1,1% e a un nuovo calo del 3,6% in ottobre.

In chiusura d’anno i cali sono molto sostenuti, con un -9,1% di novembre e un -17,3% di dicembre.

Ora si guarda all’anno in corso e agli effetti della pandemia sui diversi settori di applicazione.

«Tutti i dati a disposizione ci dicono che la contrazione del settore sarà forte, con l’automotive a -15%/20%,
il petrolio a -15/20% e le costruzioni a -20/25%. Anche se alcuni comparti faranno meglio della media
(per esempio il biomedicale, l’industria alimentare e altri), per la siderurgia mi attendo una contrazione dei volumi
in linea con quella dei settori utilizzatori», ha affermato Stefano Ferrari, responsabile dell’ufficio studi di Siderweb
durante il webinar gratuito organizzato da Siderweb martedì scorso, 7 aprile.

Ferrari ha anche ricordato che «al momento i ragionamenti che si possono fare sono di natura indiretta,
in quanto ad oggi non esistono previsioni aggiornate sui consumi di acciaio.
Si può quindi solo stimare quale sarà la domanda dei settori utilizzatori e farsi un’idea delle ripercussioni sul comparto».

Guardando ai principali settori, per le costruzioni il think tank analitico Cresme Lab il 26 marzo ha previsto
per l’edilizia e il genio civile nel nostro Paese, includendo investimenti in nuova costruzione e manutenzione straordinaria,
una contrazione, valutata a valori costanti, del -22,6% rispetto al 2019.

«Ci potrebbe essere – ha aggiunto Ferrari - rispetto alle previsioni (che erano positive per il 2020; +2,4%),
una perdita potenziale di 34 miliardi di euro di investimenti.

Se invece si guarda al dato del 2019, la caduta è quantificabile in 31 miliardi di euro».

Per il settore dell’auto,

«marzo ha visto una contrazione delle vendite del 90% sul mercato italiano – ha proseguito Ferrari -.
Per l’anno 2020 le attese degli analisti sono per una riduzione a livello globale del 15% circa».

In particolare Standard & Poor’s si attende un -15%/-20% in Europa, seguito da un +9%/+11% nel 2021.

Se queste previsioni si avverassero, a fine 2019 avremmo vendite in Europa pari a 19 milioni di autoveicoli, contro i 20,7 milioni di autoveicoli del 2019.

Infine per il settore petrolifero il forte calo dei prezzi del greggio dovrebbe portare secondo IEA
ad una riduzione del 50%-85% dei profitti delle compagnie petrolifere rispetto al 2019,
con un conseguente taglio degli investimenti.

La riduzione dovrebbe essere di circa il 15%-20% rispetto alle attese, con un conseguente calo dei consumi di acciaio.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Il nostro "Carabiniere dentro",dettaglio non trascurabile, ha partecipato nel 2018 all'annuale riunione del gruppo Bilderberg.

Domanda di assai facile risposta: di chi pensate finirà per fare gli interessi ?

Della maggioranza del popolo italiano in drammatica difficoltà economica

o delle elite economico finanziarie a cui appartiene e per cui ha lavorato !?

Io vedo che e' un Bocconiano, uomo dell'alta finanza, che fa parte del Bilderberg.

L'ennesimo non eletto a dirigere il paese, c'e' quindi da domandarsi a chi risponde ? ... e temo che non fara' i nostri interessi...
 

Val

Torniamo alla LIRA
La mia domanda è: con decine di Ministri, Vice ministri, Segretari, Sottosegretari ecc che paghiamo profumatamente,
dobbiamo prendere consulenti per guidare la Fase2?

Beh se la risposta è Sì, perché non mandiamo a casa tutti i su citati nullafacenti, incompetenti e lacchè ?

Poveri noi, paghiamo incompetenti tutto l’anno e nei momenti di difficoltà dobbiamo rivolgerci a consulenti esterni,
in un’azienda sana, in uno Stato sano, tutto questo sarebbe ridicolo, per noi
e da noi, è scontato il contrario....miei cari Italiani , rendiamoci conto che ci trattano e ci considerano idioti,
dobbiamo farci forza ed alzare la testa ed anche la voce!
 

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