E ANCHE SE SONO UN LIBRO APERTO, MICA TUTTI SANNO LEGGERE! (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
I più violenti facevano parte della rete antagonista bolognese e dei centri sociali che pullulano una regione storicamente rossa.

Sono il braccio armato della sinistra radical chic che l’indomani ha lodato sui giornali le imprese delle “sardine”.

Eppure queste ultime non sono poi tanto diverse dai no global dal volto coperto che sbraitava contro gli agenti.

Certo, non muovono le mani.
Certo, si trincerano dietro un finto pacifismo.
Certo, si nascondono nell’alone della democrazia per poi usare gli stessi slogan.

Ma, al grido “Bologna antifascista” e “Bologna non si Lega”, si oppongono ugualmente alla campagna elettorale della Borgonzoni.

Non si tratta di un impegno a favore di un candidato, ma di una azione di contrasto fisica.

L’hanno ammantata di surrealismo, inventandosi la “prima rivoluzione ittica della storia”, e hanno raccolto tutta la gente comune che odia Salvini.

Cosa c’è di democratico in tutto questo? Nulla
 

Val

Torniamo alla LIRA
Proviamo a fare un esercizio di fantasia: un sit in leghista o di tutto il centrodestra unito
che si ritrova per zittire la candidatura di un politico del Pd.

Cosa pensate che succederebbe?

I giornali parlerebbero di attentato alla democrazia.

In parlamento pioverebbero interrogazioni urgenti al ministero dell’Interno.

E la società civile (scrittori, attori, pensatori e così via) inscenerebbe caroselli di protesta.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Non passa giorno che antagonisti, radical chic o uomini di chiesa non insultino l’ex ministro dell’Interno con toni che ballano sempre sulla querela.

Episodi che non destano mai la benché minima indignazione di chi da settimane si batte per aprire una commissione contro il dilagare dell’odio nel Paese.

E, quando in tv Giorgia Meloni fa notare che è la sinistra ad avere qualche scheletro nell’armadio in questo senso, http://www.ilgiornale.it/news/polit...eloni-ora-faccio-togliere-laudio-1783406.html
La Gruber la minaccia di "farle togliere l'audio" per zittirla.

Perché la censura piace quando e se viene da sinistra.

E presto potrebbe colpire tutti noi.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Avanti popolo...che i forconi aspettano.


Raccontiamo i fatti: Venezia viene tragicamente allagata, la politica e i media si mobilitano.

È un caso mondiale: un patrimonio dell’umanità seppellito sotto quasi due metri di acqua.

Il sindaco della città, Luigi Brugnaro, indice una conferenza stampa.

Come avrebbe fatto il primo cittadino di qualunque città del pianeta terra.

Il Tg2 trasmette la diretta della conferenza di Luigi Brugnaro.

Come avrebbe fatto qualsiasi testata giornalistica di buon senso.

L'Usigrai sale sulle barricate e critica la scelta di aver dato la parola a Brugnaro. Come non avrebbe fatto nessuno sindacato al mondo. Forse ai tempi dell’Unione sovietica.

"Per un attimo abbiamo pensato a un nuovo assunto in Rai. Poi abbiamo visto meglio e abbiamo capito:
il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, con in mano un microfono della Rai, mandato in onda - così a caso - in diretta durante il Tg2 - scrivono i sindacalisti in un comunicato surreale -.
Ma il massimo è stato raggiunto quando è stato mandato in onda il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi".

Ah, eccolo il problema: il sindaco di una città colpita da una tragedia, se è di centrodestra e, per sovrammercato,
ha vicino Silvio Berlusconi deve essere messo al bando dalla televisione pubblica.


Una posizione talmente liberticida da aver spaccato lo stesso sindacato, mentre il Comitato di redazione del Tg2 - con un comunicato -
faceva quadrato attorno al direttore Gennaro Sangiuliano, difendendo la scelta di trasmettere l'intervento di Brugnaro.

Ed è tutto qui il problema: che chi fa libera informazione e cerca di fornire un servizio al cittadino si debba "difendere" da chi,
anche di fronte a una tragedia, non perde occasione per fare una stupida polemica di parte.
Far parlare il primo cittadino di una città in ginocchio non è una scelta politica, è l'abc del giornalismo.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Non c'è altro sistema per cercare i voti. Oramai siete al digestivo.

"Non chiamateli decreti sicurezza", ha tuonato alla convention di Bologna.
"Sono decreti Salvini e vanno superati", ha poi scandito proponendo sia di abolire la legge Bossi-Fini,
che regola i flussi di ingresso in Italia, e di superare i due decreti Sicurezza che, su impulso del leader del Carroccio,
sono stati approvati per combattere l'immigrazione clandestina e chiudere i porti alle ong straniere.

"La prima norma per rendere sicura l'Italia è regolarizzare quelle persone - ha, infine, concluso - è una questione identitaria per il partito".

Come se questo non bastasse ci ha pensato Zingaretti a metterci sopra il carico da novanta tornando a parlare di cittadinanza facile agli immigrati.

"Per noi - ha detto - è una scelta di campo".

Già nei prossimi giorni i gruppi parlamentari del Pd chiedereanno che vengano messi in agenda sia lo ius culturae sia lo ius soli.
 

Val

Torniamo alla LIRA
"Una misura che non serve a niente a chi non ha raggiunto i 18 anni, perché l’unica differenza,
tra chi ha la cittadinanza e chi non la ha, in termini di diritti è solo il voto,
il diritto elettorale attivo e passivo, per il resto non cambia nulla"
 

Val

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È ormai di comune dominio che in una repubblica parlamentare le maggioranze si formino in Parlamento
a prescindere dal principio democratico, cioè indipendentemente dalla volontà degli elettori.

Chi ragiona in questo modo parte dall’assunto che in una democrazia rappresentativa sovrano sia il Parlamento, ma non è così.

Sovrano è il popolo; il Parlamento si limita ad esercitare la sovranità che appartiene, promana e risiede (sempre!) nel popolo,
esattamente com’era nelle intenzioni dei Padri Costituenti.

La narrazione è suffragata e coadiuvata con approfondimenti rappresentati da articoli e interviste.
Nella ricostruzione vengono portati alla luce alcuni retroscena molto importanti che ancora nessuno conosce.

La crisi di governo agostana ha messo in ginocchio il principio democratico, rompendo il rapporto di fiducia tra Popolo e Istituzioni.

Qualcuno doveva pure scriverla la storia di questa crisi di governo, eppure tutti i particolari, per la prima volta svelati, sono reali e documentati con precisione.

Si trattava di far fuori Salvini ma anche di neutralizzare la forza innovativa del MoVimento 5 Stelle.

Con l’aiuto di Grillo e Renzi e sotto l’abile regia di Mattarella l’impresa è riuscita.
 

Val

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Entra in servizio il caccia di V generazione Sukhoi Su-57.

Alcuni mesi fa avevamo annunciato che il governo aveva emesso un ordine ufficiale per questo aereo,
ma ora è arrivata la notizia che siamo passati dall’ordine alla consegna ed all’entrata in servizio del nuovo caccia nell’Aeronautica russa.

I numeri non sono molto elevati, perchè si tratta di un ordine di soli 78 aerei che dovranno essere consegnati da qui al 2028,
un numero che sembra minimo ma che deve essere comparato con le grandi innovazioni dal punto di vista tecnologico.

L’aereo ha un nuovo tipo di rivestimento radar-assorbente molto avanzato, che è alla base, con il design , delle sue caratteristiche stealth,
oltre che ad un’elettronica avanzata e ad un sistema di rilevazione radar non concentrato sul muso ma diffuso su tutta la fusoliera.

Il SU 57 nella sua funzione di cacciabombardiere è già stato testato in un teatro bellico, in Siria,
ed è figlia di un’evoluzione piuttosto lunga , tanto da aver effettuato il suo primo volo nel 2010.

L’aereo può anche avere funzione antinave ed inoltre può portare i nuovi missili ipersonici in corso di sviluppo.

Su-57 over Syria. Video from Russian MoD pic.twitter.com/iCEnKfvV74

— Yuri Lyamin (@imp_navigator) November 19, 2018
 

Val

Torniamo alla LIRA
Bene, così poi Facebook avrà il database completo con tutte le nostre password bancarie: 2 miliardi e mezzo di password bancarie A DISPOSIZIONE dei suoi amici hackers

Nel momento in cui il progetto Libra sembra diretto su un binario morto,
ecco che Facebook tira fuori un’altra soluzione per i pagamenti online.

In un post ufficiale viene introdotto Facebook Pay, che non è una valuta virtuale,
ma un sistema elettronico di pagamento online, non una criptovaluta, ma una soluzione molto diversa da Libra,
ma che lo stesso servirà alle necessità (ed agli utili) di Facebook e che permetterà un nuovo livello di pagamento dei servizi.

Invece di caricare volta per volta i dati delle carte di credito (o di paypal) per pagare servizi e prestazioni,
su FB si potrà, praticamente, precaricare la carta di credito e quindi utilizzare questa per fare donazioni o effettuare pagamenti.

Una specie di Paypal quindi dove invece che l’email l’identificativo di pagamento è costituito dall’identificativo di Facebook
e, in futuro, anche da Whatapps e Instagram.

Se effettivamente lavorerà come un Paypal per il social non ci saranno i problemi di Mining e di base monetaria che contraddistinguono il progetto “Libra”.

Non si attenterà alla posizione del dollaro, dell’euro o di nessuna altra moneta, dato che la base del pagamento sarà comunque la moneta di partenza.

Niente riserve, niente backing, ma nello stesso tempo si supereranno i problemi dei micropagamenti e, anche se non subito, anche dei pagamenti internazionali .

Si potranno trasferire i fondi anche attraverso una chat di FB, quindi in modo semplice ed immediato.

In una prima fase il sistema sarà riservato agli USA, ma poi si estenderà ad altri apesi, sicuramente con come obiettivo quello di diventare globale.

Un piccolo problema per i vari Paypal, Skrill e Circle.

Inoltre un passo indietro rispetto al progetto Libra: niente blockchain, niente decentralizzazione, sistemi sicuri, ma centralizzati, niente concorrenza alle banche centrali.

FB torna nei ranghi, anche perchè tutti gli operatori finanziari legati al progetto Libra si sono ormai tirati indietro.
 

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