E ANCHE SE SONO UN LIBRO APERTO, MICA TUTTI SANNO LEGGERE! (1 Viewer)

DANY1969

Forumer storico
Buona settimana a tutti :)
Dalla Groenlandia passiamo all'Alaska :)... inizio con solo due foto altrimenti finisco l'archivio :d:

Immagine71.jpg
Immagine72.jpg
 

Val

Torniamo alla LIRA
Personalmente sono contrario a questa idea di europa, perchè gli stati americani del 1800
non erano come gli stati europei...e non siamo più nel 1800.
Il mio faro è la Svizzera. Piccola, autonoma, autosufficiente, per mancando di risorse primarie
....a parte la neve.

L'ondata populista che rischia di mandare in frantumi il nostro Paese non è finita.

La borghesia impoverita che voleva di nuovo il benessere, chi ha ideali, speranze e valori
aspetta ancora una classe politica colta, selezionata, esperta, che studia e conosce il mondo,
capace di intuire cosa avviene, cosa sta per avvenire e anticiparlo.


Questa è un'epoca che sulla grande distesa di illusoria uguaglianza seguita alla caduta del muro di Berlino al Wto ed a Internet
ha visto il formarsi di grandi potenze sovrannazionali (Google, Facebook, Amazon) e immensi fondi di investimento dove i singoli piccoli Paesi sono come formiche.

Ed alla formazione di nazioni come Usa, Russia, Cina e India, che non sono imperi ma nazionalismi spietati.

Queste forze ci annienteranno.


E noi Europa non abbiamo capito che solo uno Stato confederale europeo,
con pochi ma forti poteri federali avrebbe potuto difenderci dai nemici esterni e negoziare con questi le regole del nuovo ordine mondiale.
Noi dovevamo chiedere una Europa fatta di tanti stati e sopra di essi un unico leggero potere come gli Usa nel 1800.
Invece abbiamo continuato nei nostri tradizionali bisticci a starnazzare come galline in un pollaio.

In un mondo in cui emergono le nazioni, noi italiani potremmo diventare il Paese che dà gli ideali,
che cerca di ricostruire i fondamenti della cultura europea a partire dalla tradizione democratica greco-romana e comunale,
e un sapere italiano ed europeo che vede procedere insieme la scienza e la filosofia, l'arte e il commercio.

Invece ci siamo fermati, assorbiti dall'americanizzazione consumistica.

Non ci siamo occupati di università, cultura, giovani e imprese.

Dobbiamo prepararci ad affrontare una realtà spiacevole ma che va governata.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Europa giallo-rossa ? ......no grazie.

Il taglio del budget Pac destinato all’Italia
Per quanto riguarda la nuova Politica agricola comune, la proposta avanzata dalla Commissione a maggio 2018
prevede che l’Italia abbia una dotazione complessivadi circa 36,3 miliardi di euro a prezzi correnti
(24,9 miliardi per i pagamenti diretti, circa 2,5 miliardi per le misure di mercato e circa 8,9 miliardi per lo sviluppo rurale)
e di circa 32,3 miliardi di euro a prezzi costanti(oltre 22,1 miliardi per i pagamenti diretti, circa 2,2 miliardi per le misure di mercato e 7,9 miliardi per lo sviluppo rurale).

Si tratta di un taglio di circa 4,7 miliardi di euro rispetto agli oltre 41 miliardi previsti per l’Italia dalla Pac 2014-2020,
di cui 27 miliardi per i pagamenti diretti, 4 miliardi per le misure di mercato e 10,5 miliardi per lo sviluppo rurale.

Secondo la proposta della Commissione europea, l’Italia sarebbe il quarto Paese beneficiario dei fondi Pac 2021-2027,
dopo Francia(62,3 miliardi a prezzi correnti; 55,3 miliardi a prezzi costanti), Spagna(43,7 miliardi; 38,9 miliardi) e Germania(40,9 miliardi; 36,4 miliardi).

La trattativa sulla nuova ripartizione delle risorse
Più in generale, la Commissione propone di destinare il 29,1% del bilancio complessivo per la politica di coesione,
il 28,6% per la Pac, il 35,6% per altri programmi e il 6,7% per l’amministrazione,
mentre la proposta di compromesso della Presidenza finlandese del Consiglio Ue
destinerebbe alla politica di coesione tra il 29,6% e il 29,8% delle risorse, alla Pac tra il 30,5% e il 30,9%,
agli altri programmi tra il 32,8% e il 33% e all’amministrazione sempre il 6,7% delle risorse.

La partita sul bilancio all’interno dell’Ue
È in atto un braccio di ferro tra due “fazioni”.
Da una parte gli Stati (Austria, Danimarca, Paesi Bassi, Germania e Svezia) che premono per un bilancio sostenibile, che non superi l’1% del reddito nazionale lordo dei 27.
Questi paesi chiedono un budget che finanzi le nuove priorità e i settori che possono sostenere di più la competitività europea.
Risorse che, a loro avviso, dovrebbero scaturire anche dai tagli alle politiche tradizionali, come Pac e coesione.

Dall’altra parte, un gruppo di cui fa parte anche l’Italia (con Estonia, Grecia, Francia, Lituania, Lettonia, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Ungheria)
che chiede non solo di finanziare in maniera adeguata le nuove priorità (migrazioni, difesa, sicurezza)
e i settori fondamentali per la competitività dell’Ue (ricerca e innovazione, infrastrutture, spazio, digitale), ma anche le politiche tradizionali. Tra queste, appunto, la Pac.

Commissione europea in pressing per un’intesa sul nuovo bilancio
La Commissione europea ha chiesto ai leader Ue di raggiungere un’intesa in Consiglio entro la fine di quest’anno
- la prossima riunione del Consiglio europeo sarà il 12 e 13 dicembre -, così da avviare i nuovi programmi nei primi mesi del 2021.

Se ciò non accadesse, e le distanze tra i 27 dovessero permanere, l’intesa potrebbe slittare al 2020, probabilmente nel secondo semestre, ovvero sotto la presidenza tedesca.
 

Val

Torniamo alla LIRA
In Italia, e più in generale nell’intera Unione Europea, esistono enormi differenze quanto a reddito prodotto nelle diverse aree.

Il maggior livello di dettaglio, in questo senso, arriva dai numeri dell’agenzia europea di statistica, ora aggiornati al 2016 per tutte le province dell’unione.

Dal punto di vista economico, si vede subito, il cuore economico del continente risiede soprattutto intorno al suo centro-nord,
dai paesi scandinavi alla Danimarca; verso Germania, Olanda, Belgio, Austria e anche un pezzo di Italia settentrionale

dove si trovano diverse fra le aree in cui il reddito degli abitanti supera spesso la media europea.

Più isolate geograficamente, ma non per questo meno importanti per le rispettive nazioni, anche le aree capitali di Spagna e Francia.
Proprio nella provincia di Parigi e dintorni, per esempio, il Pil per abitante arriva a livelli quasi doppi rispetto alla Lombardia – l’area italiana più ricca.

Il Meridione , d’altra parte, è ormai da tempo bloccato e ha di frequente un livello di reddito simile
e a volte persino inferiore a diverse aree dell’Est come la Polonia – ben più povere appena qualche decennio fa.

Tutte le statistiche fornite da Eurostat sono già aggiustate per tenere in conto che di solito nelle aree più ricche il costo della vita è maggiore, e viceversa.
Esse includono anche stime dell’economia sommersa e delle attività illegali.

 

AndreaPas79

Nuovo forumer
Ciao Val sono d'accordo con te su diversi punti da te esposti, ma prendere come esempio la svizzera......
senza offese per nessuno ma questo paese per me è l'esempio di grande egoismo e arrivismo. Non sono autonomi perché se non avessero gli altri stati a rifornirli di tutto sarebbero montanari che vanno avanti a formaggio, mele e carne di mucca, hanno fatto soldi con il segreto bancario coprendo politici corrotti di molte nazioni, delinquenti, tra cui i mafiosi di mezza italia. A livello etico per me non sono un esempio da seguire. Durante la seconda guerra mondiale sono rimasti a vedere lo scempio attorno senza prendere posizione di alcun tipo....e nessuno li ha toccati perché le loro banche avevano i soldi di mezza Europa, ancora una volta si sono fatti scudo con i soldi.
Ripeto saranno pure economicamente ricchi, avranno uno stato organizzato bene, tutto quello che vuoi, ma per me non sono un esempio da seguire, in quanto la loro moralità è al quanto discutibile. Non è classificabile come delinquente solo chi commette il fatto, ma anche chi sapendo nasconde, difende e supporta.
Tu hai citato le grandi potenze coloniali che attivamente stanno accrescendo il loro potenziale, USA, Cina, India e così via. Per loro è stato facile, provengono tutti da un'unica grande nazione, con popoli che hanno per lo più un gruppo etnico e dove i gruppi minori vengono schiacciati e oppressi, senza possibilità di contraddittorio. Nel vecchio continente è diverso, è come in una stanza dove ci sono tutte persone adulte con diritti, responsabilità riconosciute vicendevolmente. In una situazione del genere, formare un gruppo è sicuramente più difficoltoso, proprio per la differenze di punti di vista e mentalità. Il progetto Europeo è sicuramente problematico, lungo e forse anche utopico; è da aggiustare e rivedere, però degli uomini attorno a un tavolo, semplicemente usando le parole stanno facendo quello che molte guerre non sono riuscite a fare, ossia creare un unico e grande "Stato" mettendo assieme popoli e nazioni, con lingue differenti, abitudini e costumi e la grande cosa che nessuno vuol vedere è che questo sta accadendo senza versare una goccia di sangue, e rispettando e lasciando intatti gli usi e costumi di tutti i paesi membri. Questa eterogeneità è la sua debolezza adesso, ma sarà la sua forza in futuro, se e quando si riuscirà ad aggiustare le burocrazie che ancora ci dividono raccoglieremo i frutti, magari non noi magari i nostri figli o i nostri nipoti.
Ci dimentichiamo che i nostri nonni hanno versato sangue nella loro gioventù e i loro padri prima di loro e così via. questo è forse il periodo più lungo di pace che l'Europa sta attraversando, e questo è dovuto anche e sopratutto al progetto EU.
L'economia collettiva è cambiata, cosi come è cambiato il turismo, lo studio, il lavoro e tanto altro, nei cambiamenti ci sono sempre situazioni non ottimali ma non dovrebbero essere sufficienti per girarsi e tornare indietro, se no è come quando i vecchi dicono che internet è da abolire perché toglie posti di lavoro, essere reazionari spesso è solo essere spaventati dei cambiamenti e non vederne le potenzialità e non volersi adattare.
L'Italia aveva grossi problemi prima e ha grossi problemi ora, i nostri problemi sono legati alla nostra politica, e il problema è ancora più evidente ora perché il confronto con paesi come la Germania o i paesi scandinavi è più facile. Il problema è nostro perché accettiamo e abbiamo accettato per anni politici corrotti, che hanno paralizzato e distrutto non solo il paese, la grande e la piccola industria, ma anche e soprattutto lo spirito del popolo. Chi poteva se n'è andato, e come Stato abbiamo perso menti importanti e persone volenterose, ciò ha impoverito ancora di più il tessuto sociale e lavorativo. I fasti e la potenza di Roma è terminata con la corruzione, l'Italia è corrotta dai tempi della formazione della nuova Repubblica nel 46, ad oggi il Parlamento è uno scempio e motivo di imbarazzo collettivo per la sua inefficienza e i suoi retroscena. Sino a che non risolveremo questa vergogna il nostro Stato non potrà ripartire e come nazione non avremo futuro, anzi proprio per via di questa situazione indecorosa essere dentro l'Europa ci para le spalle, basti vedere i soldi che dall'Europa scendono a pioggia ovunque, certo spesso e volentieri al popolo non arrivano perché o siamo così inefficienti da non riuscire a sfruttarli oppure vengono fagocitati dai soliti corrotti. Quando si fa parte di una famiglia o di un gruppo non ci si deve solo chiedere cosa può fare il gruppo per noi, ma cosa facciamo noi per il gruppo?
Il motivo per cui spesso inveiamo contro l'Europa è perché sono il nostro specchio e quando siamo fuori forma gli specchi non ci piacciono perché ricordano chi siamo e le nostre scelte.
Ora possiamo buttare tutti gli specchi e crogiolarci nel passato o nel colpevolizzare qualcun'altro, oppure rimboccarci le maniche e cambiare la nostra situazione interna che è ridicola e imbarazzante.
Hai detto che era meglio essere pochi e forti paesi a formare l'EU.....mi sta bene... però a questo punto tieni fuori le nostre aziende dai paesi limitrofi, non mi sta bene che si vada li a sfruttare manodopera a basso costo e poi si lasci quei paese con un pugno di mosche in mano. Non mi sta bene che si prenda nelle nostre aziende o nelle nostre case manodopera a basso costo, badanti a basso costo trattando la gente come cittadini di serie B perché non hanno diritti o devono elemosinare per un permesso di soggiorno. Quei paesi che tu reputi deboli sono potenzialità illimitati, che se non fossero con noi sarebbero di nuovo sotto l'influenza russa o americana. Non si vuole capire che ogni terreno lasciato libero viene preso dagli altri, poi vai a cacciare gli USA o la Russia dopo che si sono presi l'egemonia di uno Stato. Lettonia, Estonia, Lituania stanno rifiorendo, cosi come la Polonia e tutti gli altri stati balcanici. Sono stati soggiogati per anni alla Russia, e se ad oggi sono dei cani arrabbiati e per molti aspetti lontani anni luce dalle nostre mentalità borghesi europee possono sicuramente crescere e migliorare e migliorarci

Ricordiamoci che la Gran Bretagna che ha fatto tanto la gran donna con il referendum sulla Brexit ora si sta, e scusate il termine, cagando le mutande, infatti è dal 2016 che stanno temporeggiando cercando una soluzione per l'idiozia fatta.

Detto questo ti dico chiaramente che non sono un pacifista, ne tanto meno un sostenitore della sinistra, ho servito per anni nelle forze armate, e ci sono andato perché ho quella forma mentis, sono per la proprietà privata e per il diritto di impresa, però reputo tutta la questione Europea trattata con troppo di pancia e poco di testa.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Dunque, il 2020 rappresenta un anno estremamente importante sul fronte previdenziale,
con il nuovo governo giallorosso chiamato a intervenire nuovamente con la Legge di Bilancio 2020 sul tale capitolo.

In particolare, il testo definitivo del programma di governo punta a irrobustire le politiche per il welfare,
e in particolar modo a quello rivolto ai giovani appartenenti a famiglie a basso reddito.

In realtà la proroga di Opzione donna al 2020 è stata inserita nel programma di massima del nuovo Governo Conte bis.

L’opzione donna è uno strumento, disciplinato dall’art. 1, co. 9 dalla L. 23 agosto 2004, n. 243 (Legge Maroni),
che consente alle lavoratrici – sia autonome che subordinate – di andare in pensione in maniera anticipata rispetto ai trattamenti previdenziali ordinari.

Inizialmente, la misura era stata prevista in maniera sperimentale fino al 31 dicembre 2015.
Successivamente, la Legge di Stabilità 2016 e la Legge di Bilancio 2017 hanno prorogato l’opzione donna, sia per il 2016 che per il 2017.
Tali disposizione normative hanno inteso ampliare l’ambito di applicazione dell’opzione donna per coloro che avessero maturato gli specifici requisiti previsti dalla legge,
entro il 31 dicembre 2015 (cfr. INPS, Messaggio n. 1182/2017).

Dunque, dopo lo stop dello scorso anno – la Legge di Bilancio 2018 non ha previsto alcuna proroga per il 2018 –
è tornata l’opzione donna per il 2019.

Stando alle prime indiscrezioni governative, la pensione anticipata per le “quote rosa” dovrebbe essere confermata anche il 2020.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Nel frattempo, nei giorni scorsi le ultime notizie hanno riportato di un nuovo grave buco Inps nella gestione del Tfr,
notizia che ha fatto inizialmente allarmare tutti i lavoratori che hanno temuto che il loro Tfr potesse essere a rischio.

In realtà, come riportano le ultime notizie ad oggi, dai 36 miliardi di euro raccolti dal 2007 ne sarebbero rimasti solo 1,5.

La Corte dei Conti ha cercato di capire che fine avessero fatto i soldi e la conclusione a cui si è arrivati è che sono stati spesi
per diversi interventi dello Stato,
fondi di salvataggio,
rifinanziamenti,
alta velocità,
interventi ad alta efficienza energetica,
ristrutturazione delle imprese in difficoltà,
spese funzionamento della Difesa.

Nessun rischio, però, è stato spiegato, vi è o vi potrebbe essere per il Tfr ai lavoratori perché quando un lavoratore va in pensione,
lo Stato ha l’obbligo di garantire i soldi dovuti al lavoratore
.

Il rischio reale potrebbe essere piuttosto quello di un ulteriore aumento del debito pubblico che per essere potrebbe implicare un aumento delle tasse a tutto discapito, sempre, dei cittadini.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Guarda che in Svizzera c'è una multi-varietà di imprese.
Tutto corretto il discorso legato alla finanza, non lo metto in dubbio. Ma......

Senza Europa saremmo stati meglio. Molto meglio.
Perchè il nostro è l'unico Paese al mondo che abbia avuto (oggi sempre meno) una così vasta presenza di piccole e medie imprese.
Che hanno creato lavoro, benessere ed export. Imprese sempre invise ai potenti stati del nord europa.

Personalmente penso che non ci potrà mai essere unione fra i nostri popoli......e neppure la desidero.
 

AndreaPas79

Nuovo forumer
Ciao Val
c'è un detto che dice "l'unione fa la forza" e non è solo un detto popolare perché altrimenti si potrebbe rispondere con un semplice " chi fa da se fa per tre" ma è una legge universale.
Lo è dalla biologia cellulare alla zoologia, per poi passare in ambiente sociale, scientifico accademico, militare, economico e così via.. non c'è un settore in cui il singolo riesce a tenere testa a un gruppo ben organizzato e spesso non tiene testa neanche ad un gruppo male organizzato.
Se la divisione facesse la forza perché non tornare ai principati prima del Regno d'Italia, o perché non addirittura alle piccole comunità rurali dove ogni paese era un regno a parte, se si sta meglio in solitudine, perché non chiudere internet e campare solo all'interno delle proprie mura fortificate. Il ragionamento che mira all'uscita dall'Europa è lo stesso che porta alla scissione dell'Italia in due da parte della Lega e gruppi indipendentisti generali, ma è un atteggiamento che reputo retrogrado, e ci tengo a precisare che non voglio offendere nessuno, ma che dimentica chi in passato a combattuto per garantirci l'unione del nostro Stato prima e chi ha cercato di scongiurare futuri scontri militare in Europa tramite politiche di unione.
Come dici tu "Quando bevi l'acqua dal pozzo, ricordati sempre di chi l'ha scavato", se i nostri antenati e predecessori sono passati da piccole città stato a unioni di città e di stati sempre più grossi ci sarà un motivo, non erano rimbambiti.

Per quanto riguarda il fatto che il nostro è un Paese di medie e piccole imprese.....beh un'unità commerciale, con scambi veloci, facili ed economici è una manna per queste piccole imprese che altrimenti avrebbero potuto contare solo sul'utenza nazionale. In più, sempre economicamente parlando, avere la possibilità di avere alleati alle spalle permetti di aver maggior peso economico nelle trattative di accordo con altri mercati esteri.
Quindi le nostre piccole medie imprese non possono che beneficiare di questo mercato europeo libero. Internet, e grandi shop online vengono spesso criticati al pari come distruttori delle piccole aziende, quando a mio avviso è l'esatto contrario. Chiunque oggi ha la possibilità di accedere a un mercato globale tramite internet e shop online, il problema nasce nel momento in cui un'azienda non si vuole adeguare al passo coi tempi, non vuole farsi un sito, informatizzarsi e cosi via. In quel caso la colpa non è di internet ma nella non lungimiranza dell'azienda. Sempre rimanendo in questo ambito è vero che si accede al mercato globale ma c'è una cosa che si chiama dogana che rallenta e ne aumenta i costi...non fortunatamente a livello europeo in cui si può commerciare liberamente.

I problemi per le nostre aziende non sono legati all'Europa ma sono legati alle leggi sul lavoro, e la relativa tassazione che per decenni hanno selezionato una categoria di imprenditori sempre più incattiviti e furbi. Nel corso degli anni chi faceva le cose in regola falliva o si trasferiva all'estero o è andato avanti trascinandosi a fatica, chi evadeva, faceva la cresta sugli operai e dipendenti, o lavorava con materiali scadenti aveva successo e si espandeva. Ma questo problema c'è da molto prima dell'Europa Unita, l'EU ha solo messo in risalto un problema che andava avanti da troppo tempo.
Ancora oggi molte aziende piccole evadono il fisco, e questa operazione è socialmente accettata qui da noi perché spesso non è possibile fare altrimenti se no si chiude...quindi non si distingue più chi delinque per necessità e chi lo fa per speculazione. Il problema sono troppe leggi, spesso ingiuste e datate, che non sono accettate socialmente. Ci fossero poche leggi giuste, tasse giuste e punizioni severe e fatte rispettare prontamente avremmo risolto tutto, e stare in Europa non sarebbe visto come una pena.
Ci sono scandali tutti italiani che sono al limite della decenza umana, come ad esempio la tassazione delle macchinette video poker che ammontava quasi al debito pubblico dell'epoca e che si risolse con una multa di un paio di milioni di Euro....ma come questa ce ne sono tante di situazioni.
Siamo uno Stato che per far rispettare la legge non va in tribunale, va in TV dalle Iene o da Striscia la Notizia, perché i nostri tribunali sono bloccati, perché i nostri finanzieri stanno fuori dai panifici a vedere se fanno lo scontrino di 1€ e 50...perché chi commette reati, chi non paga le fatture può continuare a farlo tanto i processi sono ritardati di 10 anni, con spese a carico del frodato. Questi sono i problemi. Il problema è il teatrino della politica in cui gli elettori si dividono peggio della tifoserie calcistiche.
E vogliamo ancora dare la colpa all'Europa, o ai migranti, o ai comunisti mangia bambini o ai fascisti?.... perché intanto tolta l'Europa troveremo qualcun'altro a cui dare la colpa per la nostra mancanza di vigore nel risolvere il vero problema che sta alla radice.
L'Inghilterra che può mangiare la pappa in testa alla maggior parte dei paesi comunitari se la sta facendo addosso, perché sa che è uscita da un gruppo economicamente forte, è uscita da un polo, e come hai detto tu, visto che siamo di fronte a poli economici molto forti sia statali (USA, Russia, Cina, India) sia privati internazionali (Google, Facebook,Amazon, Apple ecc) essere soli non è bello. Essere soli in una foresta piena di lupi non è una bella sensazione. L'Inghilterra lo sa, sa che ha fatto il passo più lungo della gamba, vorrebbe tornare indietro ma non sa come farlo senza perdere la faccia, anche se la sta perdendo ugualmente visto che sono 3 anni che sta temporeggiando. Gli stessi fautori del referendum hanno riconosciuto di aver fatto una sciocchezza, e hanno ammesso di averlo fatto solo perché pensavano che non sarebbe mai passato. Era una manovra per guadagnare rispetto e l'hanno perso perché sono stati accontentati.
Non è mia intenzioni far cambiare idea a nessuno, ma penso che vedere la situazione nel suo insieme e sopratutto con un po' di lungimiranza può aiutare a non cadere nella trappola degli slogan del momento che tendono a distrarre da quelli che sono i veri problemi.

Io capisco lo sconforto che può prendere pensando a questa situazione, che fa venire voglia di chiudersi nel giardinetto di casa propria e aspettare il primo straniero per accoglierlo a colpi di fucile...ma non penso che sia la soluzione.. non penso che avremo mai abbastanza proiettili e che avere qualcuno che vigila sul tuo giardino mentre dormi o sei in vacanza sia una soluzione più profittevole.
 
Ultima modifica:

Val

Torniamo alla LIRA
Le piccole e medie aziende Italiane erano competitive sui mercati mondiali - non solo europei - ancora prima della nascita dell'europa.
E prima che qualcuno ci desse in pasto al nemico - economicamente parlando - con la scellerata entrata dell'Italia nell'euro.
Vera nefandezza. Probabilmente difficile da comprendere per chi non ha toccato con mano.
Il "nero" o come si chiama oggi - evasione fiscale - ha creato la ricchezza di cui ancora disponiamo, seppur diminuita.
Il "nero" ha favorito l'imprenditore e l'operaio.
Che vantaggio avrebbe avuto lo stato ? ZERO.
Quale vantaggio avremmo avuto noi ? ZERO.
Perchè a fronte di 100 incassato avrebbero dilapidato ugualmente 200 o meglio 2000.

Oggi vengono favoriti gli speculatori.

Siamo su una strada in discesa, verso il declino, e la discesa si fa sempre più ripida.
Piccole e medie aziende con centinaia di migliaia di posti di lavoro sono scomparse.
E lo stato cosa fa ? Come cerca di porre un limite ? Con nuove tasse.
 

Users who are viewing this thread

Alto