Don piero (1 Viewer)

samir

Forumer storico
è dura fare il prete oggi, ma ti assicuro che è ancora più dura per noi Donne avere pietà per te e resistere alla voglia viscerale di tagliarti i coglioni
 

tontolina

Forumer storico
Che poi una persona appena appena normodotata si chiederebbe come mai tutti questi qua non si suicidino subito, ma passino sempre prima da casa della ex...
ma son frociiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
e detestano le donne
che a loro avviso
servono solo per filiare

per il resto un bel burka e schiavitù... diveramente sono colpevoli
 

doncraudio

intellettuale stronzissimo
ma son frociiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
e detestano le donne
che a loro avviso
servono solo per filiare

per il resto un bel burka e schiavitù... diveramente sono colpevoli


diciamolo... per arrivare ad amare senza strazio una donna fuori di noi dobbiamo prima accettare e comprendere la donna che è dentro di noi ed è un percorso arduo, lungo, doloroso... il tuo atteggiamento non aiuta molto...
 

tontolina

Forumer storico
Ritirato il volantino shock del prete
L'ira del vescovo: Cancellate quelle parole


Il capo della diocesi di La Spezia ordina la rimozione de documento in cui il parroco di San Terenzo giustifica il femminicidio con l'atteggiamento provocante delle donne. Fole "tentare una inconsistente giustificazione" alle violenza sulle donne. Il presidente di Telefono Rosa chiede l'intervento del Papa : "Intollerabile". Sul sito dei cattolici ultraconservatori la replica contro la "crociata dei pezzenti"

di BRUNO PERSANO
Lo leggo dopo
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Don Piero Corsi




E' scomparso dalla bacheca della chiesa il volantino shock del parroco di San Terenzo che accusa le donne di 'provocare la violenza con abiti succinti'. E' stato il vescovo di La Spezia ad ordinare che il documento fosse subito rimosso: "In nessun modo - scrive monsignor Luigi Ernesto Palletti, tradendo un incontenibile disappunto per lo scandalo - può essere messo in diretta correlazione qualunque deprecabile fenomeno di violenza sulle donne con qualsivoglia altra motivazione, né tantomeno tentare di darne una inconsistente giustificazione".

La notizia però ha sollevato la replica ben più furiosa dal presidente del Telefono Rosa: "Intervenga subito il Papa e il vescovo di La Spezia e sia rimossa quella dannata lettera". E' inferocita Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente dell'associazione a favore delle donne: "In Italia, che è il Paese con il maggior numero di femminicidi d'Europa e ha un altissimo numero di violenze consumate all'interno delle mura domestiche, un episodio come questo non è più tollerabile". Definisce il messaggio "una vera e propria istigazione a un comportamento violento nei confronti delle donne - scrive Telefono Rosa - così si offre un'inaudita motivazione ad atti criminali contro di esse".

Stessa reazione è temuta dai cattolici ultraconservatori ma con toni opposti: anche loro temeno una reazione violenta, ma non contro le donne, bensì contro il prete addidato come sostenitore del femminicidio da "quei tuttologi dell'informazione che hanno lanciato una sorta di crociata dei pezzenti". Proprio così scrive un corsivista sul sito dei cattolici ultraconservatori Pontifex.it, lo stesso che ha pubblicato nei giorni scorsi l'intervento di don Piero Corsi, parroco di San Terenzo a Lerici, due passi da La Spezia. "Se il figlio della madre uccisa da un amante dovesse scagliare una pietra contro il sacerdote, a chi sarebbe ascrivibile la colpa?".

IL TESTO DEL VOLANTINO

La lettera affissa nella bacheca della Chiesa è stata ritirata. In quello scritto, don Piero Corsi attaccava le donne e le loro "responsabilità" nel caso di omicidi, stupri e violenze sessuali. La sua tesi è semplice: "Colpa della donna che provoca con abiti succinti". Nel documento si legge, testualmente: "Femminicidio: le donne facciano autocritica, quante volte provocano?" o, ancora: "Le donne cadono nell'arroganza e si sentono indipendenti" o, ancora: "Donne e ragazze in abiti succinti provocano gli istinti, facciano un sano esame di coscienza: forse ce lo siamo andato a cercare".

Non è la prima volta che don Piero Corsi lascia sbigottiti con le sue iniziative. A inizio ottobre il sacerdote aveva esposto, sempre nella bacheca della sua chiesa, le vignette anti-islamiche all'origine delle reazioni musulmane in tutto il mondo. Qualche mese prima, don Corsi si era poi reso protagonista di un furibondo corpo a corpo con un clochard che chiedeva l'elemosina, con tanto di candeliere brandito in sacrestia contro l'intruso. (26 dicembre 2012)
 

Claire

ἰοίην
Gli uomini hanno paura delle donne che "decidono" in autonomia e con liberi pensieri. Non tutti, ma tanti.
I sacerdoti hanno paura delle donne che si liberano dalla dottrina della chiesa, gestendo in autonomia il loro corpo o il loro cervello, senza mettersi a servizio di qualcosa o di qualcuno
E anche molti uomini.
Paura perché hanno sempre visto, volenti o nolenti, la donna e il suo corpo al servizio di qualcuno. Quasi sempre al servizio di un uomo.
La madre è un corpo al servizio del figlio.
La moglie, un corpo al servizio del marito.
La figlia è al servizio della famiglia.
La sposa, la ragazza, la fidanzata, un corpo al servizio (sessuale e non) del fidanzato.
Fa paura una donna che decide di non essere più al servizio di un uomo.
Fa paura una donna libera, perché sovverte "l'ordine" che molti uomini hanno in testa. Quell'ordine per il quale l'uomo comanda e la donna ubbidisce.

Quanti uomini pensano che una donna in minigonna si vesta in quel modo per farsi vedere da un uomo?
Quanti uomini pensano che una donna in abiti succinti lo faccia per il piacere di un uomo? Per farsi notare sessualmente da un uomo?
Quasi tutti.
E, ahimé, anche molte, troppe donne lo pensano.

Perché?
Perché anche noi donne siamo abituate a vederci "al servizio" di un uomo.
"In funzione" di un uomo, "con gli occhi di un uomo".

L'uomo che uccide la donna che lo lascia, che DECIDE di non volerlo più, che DECIDE di poter stare da sola, rimane destabilizzato.
Perché lei interrompe l'ordine che lui ha in testa.

Non è colpa della donna che decide, ovviamente.
La colpa è dell'uomo che uccide.

L'uomo che si scaglia contro i corpi nudi e liberi delle donne, come i sacerdoti, o coloro che giustificano gli stupri con un "da come va in giro vestita, è andata a cercarselo" sono quelli che hanno più paura e quindi si nascondo dietro queste cretinate e questi falsissimi moralismi.

Un corpo nudo a servizio di un uomo, come in pubblicità, in televisione, nei locali a luci rosse, ecc. infatti, trova sempre uomini contenti e ammiccanti, uomini che pensano che vada tutto bene.
Una donna che si spoglia per i fatti suoi o che decide di usare del proprio corpo come le pare (abortendo, per esempio), allora viene sempre giudicata.
Perché?
Perché in quel momento la donna usa il suo corpo in funzione solo di sé stessa e dei suoi desideri e non di quelli del maschio di turno.
Se ci fate caso, la maggior parte degli antiabortisti, infatti, è costituita da uomini.

E allora si ricade, per difesa delle proprie piccinerie, nella consueta distinzione tra puttane e sante.

Gli uomini sono anche la maggior parte degli omofobi.
Anche qui, non è un caso.
Il diverso fa paura, soprattutto agli uomini.

Vittime anche loro, senza rendersene conto, di stereotipi che li penalizzano impedendo loro di accogliere e di condividere, di emozionarsi e di partecipare, di crescere e di elevarsi.

Mi domando sempre come mai gli uomini non si ribellino al modello unico che viene proposto nei media della virilità :mumble:
Uomini rappresentati in balia degli istinti sessuali e incapaci di svolgere le più semplici mansioni casalinghe come fare il bucato e di occuparsi della propria salute. Eterni bambocci in preda agli ormoni.

Quando gli uomini smetteranno di vedere le donne libere come una "minaccia" all'ordine del patriarcato, allora le cose miglioreranno. Per tutti, non solo per le donne.

Chiudo dicendo che sono molte anche le donne che portano avanti l'ordine patriarcale.
Un po' perché fanno di necessità virtù, avendo poca libertà di scelta, nei fatti.
Un po' perché per sovvertire tale ordine occorre un livello di consapevolezza e di forza notevole che non è certamente facile sviluppare in un contesto sociale come quello in cui viviamo.
 

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