Enel (ENEL) dividendi,debito e spagnoli (1 Viewer)

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[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Da qui al 2012 Enel dovrebbe investire 37 miliardi di euro, ma se i tempi difficili della crisi finanziaria dovessero proseguire, la società elettrica potrebbe spendere anche meno: l'obiettivo è proseguire sulla strada della riduzione del debito, che oggi ammonta a 51 miliardi di euro.

Ieri l'amministratore delegato Fulvio Conti ha anticipato che l'attività tradizionale sta andando meglio del previsto e ha confermato che il dividendo prossimo sarà di almeno 0,49 euro per azione, invariato rispetto all'anno scorso e pari a un rendimento del 9%. Viene meno anche il timore di un esercizio della put di Acciona che in teoria potrebbe obbligare Enel a comprare il 25% di Endesa: il partner spagnolo ha negato oggi le speculazioni sull'argomento

Le indiscrezioni sull'arrivo di un supercedola dalla controllata Endesa, le indicazioni sul buon andamento dell'attività operativa e l'atteggiamento più cauto in termini di investimenti stanno surriscaldando Enel : il titolo è in rialzo del 5,6% a 5,64 euro, da inizio anno il ribasso è del 31%, un valore analogo a quello dell'indice Dow Jones Stoxx del settore utility.

Il quotidiano spagnolo El Confidencial scrive oggi che il cda di Endesa (posseduta da Enel al 67%) potrebbe deliberare la distribuzione di un dividendo di 5,77 euro derivante, per circa tre quarti, dai soldi incassati con la cessione ad E.On di asset per 11,5 miliardi di euro: la società aveva anticipato che questo denaro sarebbe andato agli azionisti ed a marzo aveva comunicato che la dismissione aveva generato plusvalenze pre tasse per circa 4,5 miliardi di euro.

Se quanto riportato dalla stampa risulterà vero, ad Enel spetteranno 4,1 miliardi di dollari, una somma che dovrebbe contribuire a raffreddare i timori sulla tenuta della struttura finanziaria del gruppo: a fine giugno il debito era 51,3 miliardi di euro a fronte di un patrimonio di 25,08 miliardi di euro, e il management ha più volte detto che scenderà sotto i 50 miliardi a fine anno. Un obiettivo che il mercato non dà per scontato: ad esempio Merrill Lynch si aspetta un incremento a 53 miliardo.

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[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif] L'amministratore delegato Fulvio Conti ha ben chiaro che nell'attuale crisi finanziaria la leva del debito deve essere manovrata con grande attenzione: ieri, intervenendo alla cerimonia di inizio dei lavori di un impianto nucleare in Slovacchia, ha dichiarato che si renderà necessaria una maggiore prudenza nella spesa per nuovi investimenti. Il piano industriale al 2012 stanzia 37 miliardi di euro, circa due terzi in nuovi progetti.

Conti ha anche rinfrancato gli animi di chi comincia a diffidare sulla tenuta del dividendo ed ha confermato che sarà di almeno 0,49 euro, lo stesso livello dell'anno scorso, che ai prezzi di oggi significa un rendimento del 9%.

In precedenza, la società aveva cercato di dare evidenza della propria solidità finanziaria mostrando, nell'ultimo incontro con gli analisti, che il costo del debito è relativamente basso (5,3%), che le scadenze sono per la maggiora parte lontane nel tempo e che la parte a breve termine (10,8 miliardi di euro) è sostenibile. La società può contare sulle cospicue risorse generate dall'attività tradizionale, su 8,7 miliardi di cassa e su 4,2 miliardi di euro di linee di credito non utilizzate.

Le rassicurazioni non sono riuscite a salvare il titolo dalla caduta ma qualche effetto lo hanno avuto. Basta guardare alle quotazioni delle obbligazioni societarie: il bond a tre anni con cedola fissa al 4,125% rende il 3,90% e viene quindi considerato sicuro come un titolo di Stato.

Se si guarda con attenzione alla struttura del debito, si vede che la prima scadenza importante è nel 2010, prima di quella data dovrebbero arrivare circa 6 miliardi di euro provenienti dalle dismissioni della rete del gas, della rete ad alta tensione e del 40% di Enel Green Power.

Il mercato azionario sembra essere molto più allarmato di quello obbligazionario e dietro a questo atteggiamento sembra esserci il timore che la società sia costretta a comprare, a prezzi salati, la quota di Endesa detenuta da Acciona: l'opzione put in mano al costruttore spagnolo scade nel 2010 e per Enel si tradurrebbe, secondo i calcoli di Ubs, in un costo da 14 miliardi di euro.

Acciona ha a sua volta un debito preoccupante e negli ultimi giorni si è speculato molto sull'eventualità che, per far fronte agli impegni con le banche, la società sia costretta a correre ai ripari nell'unico modo che le è possibile, l'esercizio dell'opzione. Anche da questo fronte è arrivata oggi una schiarita: Acciona ha smentito le indiscrezioni sulla sue presunte difficoltà finanziarie ed ha comunicato che sono in corso negoziati con le banche per la revisione dei termini del finanziamento dell'acquisto del 25% del capitale di Endesa.
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