DITEMI COSA VI ASPETTATE DA ME CHE LO ASPETTIAMO INSIEME (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
......durante queste colluttazioni tra la Polizia e gli ultras non è passato inosservato un personaggio molto importante del mondo del calcio: Sinisa Mihajlovic.

Il serbo, attuale allenatore del Bologna, infatti si stava recando allo stadio per assistere alla partita di domenica
anche perché la sua squadra giocherà proprio contro quella di Simone Inzaghi nel prossimo turno di campionato.

Mihajlovic, però, è stato provocato da una persona che l'ha così apostrofato: "Zingaro".

A questa offesa ha replicato piccatamente: "Zingaro a chi?".

Nel video si vede Mihajlovic che cerca di andare a muso duro contro chi l'ha insultato con ben sette agenti di Polizia che tentano a fatica di tenerlo a bada.

Dal suo profilo Instagram la moglie Arianna ha precisato:
"A insultare Sinisa non è stato un tifoso biancoceleste, scenario che in effetti lasciava piuttosto perplessi
vista la lunga e fruttuosa militanza del serbo nel club capitolino, bensì un rappresentante delle forze dell'ordine,
addetto al controllo dei varchi all'accesso allo stadio Olimpico".
 

Val

Torniamo alla LIRA
Nick Kyrgios è considerato ormai da anni un tennista talentuoso ma che per colpa del suo carattere fumantino non è mai riuscito a ottenere risultati significativi in carriera.

Il 24enne ha vinto cinque titoli dell'Atp ma non è mai riuscito a vincere un torneo veramente importante.
Kyrgios, recentemente aveva fatto infuriare il fuoriclasse Roger Federer per un atteggiamento poco consono in campo
e anche questa volta agli Internazionali di Roma ha confermato di avere una testa calda.

L'australiano, infatti, ha perso la testa durante il match contro il norvegese Casper Ruud con il punteggio in bilico e sotto 6-3 6-7(5) 2-1.

Kyrgios ha avuto un'accesa discussione con il giudice di sedia, ha litigato anche con il pubblico,
ha preso a calci una bottiglietta d'acqua ed ha poi deciso, dulcis in fundo, di scagliare una sedia in mezzo al campo.

Questo assurdo comportamento gli è costato naturalmente la squalifica.
 

Val

Torniamo alla LIRA
"L'artista" ???????????????????????? che rappresenta il Bel Paese all'Eurovision Song Contest, Mahmood,
è tornato al centro dell'attenzione mediatica, a seguito di una gaffe di cui è diventato protagonista
nel corso di una delle sue ultime interviste concesse all'edizione made in Israele dell'Eurovision.

“How do we end the video in Italian?” ha chiesto un giornalista al cantante Mahmood.

"L'artista" ???????????????????????? e vincitore di Sanremo 2019, dal suo canto,
non ha esitato a rispondere in italiano, esclamando: “Non ho capito un c****!".
 

Val

Torniamo alla LIRA
«In nessun caso il ministro ha utilizzato questi servizi per motivi estranei al suo ruolo istituzionale.
Salvini è abituato a utilizzare voli di linea, rigorosamente in economy, nonostante abbia il livello di tutela personale più elevato».

Lo sottolineano fonti del Viminale in riferimento ai “voli di Stato».
Il ministero dell’Interno smonta cosi l’inchiesta subito avviata dai pm romani dopo la “segnalazione” de la Repubblica contenuta in un articolo.
Tutto questo polverone viene alzato, guardacaso, in piena campagna elettorale.

Voli di Stato per motivi di sicurezza
In precedenza c’era stata una nota del Dipartimento di Pubbica Sicurezza che ha così ricordato:

«Al Ministro dell’Interno, per disposizione normativa, è attribuito il primo livello di protezione
che dà diritto all’utilizzo di aerei di Stato al pari di tutti i soggetti sottoposti al medesimo livello di sicurezza.
Infine si precisa che i costi di un’ora di volo sono di 1415 euro complessivi di cui 315 euro sono i costi per il carburante
e 1100 euro per la manutenzione e che parte di queste ore fanno riferimento a pacchetti esercitativi per i quali l’aereo,
al di là dell’utilizzo specifico, comunque deve necessariamente essere movimentato»
 

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È a processo per truffa nei confronti della Regione Lazio, che nel processo è anche parte civile.

Ma lo stesso il governatore Nicola Zingaretti l’ha nominata capo della Direzione regionale per lo Sviluppo economico, le attività produttive e Lazio Creativo.
Una scelta che ha suscitato le critiche di opposizione e sindacati, ma che la Regione difende: «C’è la presunzione di innocenza».

Un incarico da 155mila euro l’anno
La dirigente in questione è Tiziana Petucci.
Dal 22 gennaio ha assunto quell’incarico da 155mila euro l’anno ai quali va poi aggiunta l’indennità di risultato.
La donna è a processo per una sanitopoli laziale, una truffa al sistema sanitario della Regione,
quantificata in 163 milioni di euro, che ruota intorno alla casa di cura San Raffaele di Velletri.

Con Petucci, che all’epoca dei fatti contestati era dirigente dell’Area sistemi di finanziamento,
sono imputati anche Antonio e Giampaolo Angelucci e altre 13 persone tra dirigenti della casa di cura e funzionari della regione.

L’accusa ha chiesto una condanna a 10 anni
per ciascuno degli imputati, anche per la dirigente fresca di nuovo incarico
chiamata a rispondere di falso ideologico e abuso d’ufficio.
La sentenza – come ricorda l’edizione del Fatto Quotidiano, che riporta la vicenda – è attesa per il 26 giugno.

La Regione si appella alla presunzione di innocenza
Alla luce di questi elementi, non sorprende quindi che il “caso Petucci” abbia suscitato più di una perplessità.

A sollevarla in consiglio regionale è stato il capogruppo della Lega, Orlando Tripodi,
che ha presentato un’interrogazione urgente a Zingaretti in cui, ricordando il procedimento penale, chiedeva conto della nomina.

«L’incarico è stato scelto su valutazioni dei curriculum, si sarebbe andati incontro a possibili richieste di risarcimento danni in caso di assoluzione»,
è stata la spiegazione della Regione, che, “interrogata” anche dal Fatto online, ha precisato che
«i criteri oggettivi del bando hanno determinato come la dottoressa Petucci fosse la più titolata a occupare quel ruolo fra i dirigenti interni che hanno risposto».

«La dirigente è una dipendente della Regione Lazio e finché non si conclude il processo esiste la presunzione d’innocenza.
Se l’avessimo discriminata per questo, in caso di assoluzione avrebbe potuto rivalersi sull’Ente aprendo anche scenari di danno erariale», è stato sostenuto ancora.

«Nicola Zingaretti si scopre garantista e giustizialista a seconda della convenienza», è stato il commento della Lega.

Ma le critiche al governatore non arrivano solo dalla politica.
«Ormai non si contano più i direttori apicali nominati da Zingaretti su cui pendono accuse in fase istruttoria o addirittura dibattimentale.
Anche l’Anac ha censurato le scelte del presidente, che ormai fa come gli pare.

La Regione ha la facoltà di legge di tenere i dirigenti imputati per reati così gravi al minimo sindacale,
con incarichi che comunque sfiorano i 100mila euro l’anno», ha ricordato la segretaria del sindacato dei dirigenti, il Direr, Roberta Bernardeschi.
 

Val

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E’ un’eresia dire meno male che Marco (Rizzo) c’è?

Il capo dei comunisti che ancora si chiamano così non sopporta quelli che giocano con le idee e ci tiene a dirlo. Almeno non fa torto alla verità.

Ed è andato ieri a dire quello che pensa alla trasmissione radiofonica “Un giorno da pecora”,
dove ha bollato come merita Roberto Saviano e ha dato un ceffone niente male alla sinistra che scopre il fascismo in campagna elettorale.

In Italia “ci sono tanti antifascisti da passerella. Il neofascismo si combatte stando nelle periferie e parlando di lavoro con la povera gente.
Se si pensa di fare gli antifascisti cantando ‘Bella Ciao’ al Salone del Libro e basta, si fa dell’antifascismo da passerella, alla Pd”.
Grosso modo ha ragione sui suoi ex compagni di lotta politica.

Quello di cantare ‘Bella Ciao’ è però un gesto simbolico importante, gli dicono in trasmissione.
“I simboli non si portano solo in certi momenti. Se canti ‘Bella Ciao’ dal tuo salotto o fai il radical da tastiera, alla fine risulti solo antipatico”.

Chi sono i radical da tastiera? “Fazio o Saviano”.

Nemmeno Saviano, secondo lei, è di sinistra?
“Lasciamo perdere, sta in un attico a New York a dire cose senza senso, banali, non mi piace assolutamente e non è di sinistra”.

Pratica sistemata e sicuramente sia Fazio che Saviano se ne staranno a cuccia
nelle loro vasche da bagno modello Paperon de’ Paperoni, piene di soldi guadagnati a suon di demagogia.

I comunisti come Rizzo certamente non simpatizzeranno mai per la destra ma non gradiscono quelli che additano come traditori.

E in fondo è mille volte meglio così. Perché se di fronte hai avversari seri ne guadagna la democrazia.
 

Val

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L'ho letta 3 volte .......senza senso.

“Pur conoscendo le nuove regole regionali – commenta il Codacons -, l’amministrazione deve intervenire preventivamente
per arginare il problema imponendo limiti di velocità in città a 30 km/h,
introducendo costi di accesso per chi vuole raggiungere il centro in auto,
utilizzando autobus elettrici, rafforzando il servizio pubblico,
consentendo l’accesso gratis alla metro nei giorni di superamento del livello massimo di pm10,
costruendo piste ciclabili, favorendo il bike-sharing etc etc..”

“Il novero delle possibilità è assai ampio – continua l’associazione – tuttavia il torpore amministrativo continua, prova ne è lo smog.
Le conseguenze? Malattie all’apparato respiratorio, problemi vascolari, allergie, morti premature.
Il Codacons quindi intendendo tutelare la collettività, presenta esposto alla Procura della Repubblica
per danno ambientale e violazione dell’art. 32 Cost. per violazione del diritto alla salute“.
 

Val

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“concetti di sovranità ed indipendenza sono sinonimi nei quali dovremmo riconoscerci tutti.
Invece questo non accade più” e aggiunge, oltre a credere di dover riaffermare questi concetti in politica, che l’Italia
“deve impegnarsi a vedere riconosciuti i propri interessi e la propria dignità.
Finora l’Ue ha agito contro le nostre esigenze e ha lasciato che alcuni Paesi, vedi la Francia, agissero a danno di altri Stati membri”.

L’incapacità dell’Ue di prendere decisioni comuni in politica estera: il caso dell’intervento in Libia,
deciso unilateralmente da Francia, Regno Unito e Stati Uniti, dimostra infatti come non esista una visione politica comune all’interno dell’Ue
e soprattutto come si possa agire in modo del tutto unilaterale in barba ad ogni senso di “comunità” che dovrebbe essere tra i cardini dell’Europa unita.

Se Francia e Inghilterra hanno potuto agire in quel modo non è solo per l’ignavia ed incapacità di Bruxelles,
ma anche perché l’Italia è strutturalmente debole dal punto di vista diplomatico essendo sempre alle prese con dissidi interni e,
non da ultimo, a causa del suo tradizionale atteggiamento di ambiguità che si esprime in un perenne temporeggiamento
(per non scontentare nessuno) quando occorre prendere una decisione.

Se siamo stati esclusi dalla locomotiva Franco-tedesca sull'Esercito Europeo e ancora prima su Pesco,
lo strumento di cui si è dotata l’Europa per effettuare quel salto di qualità necessario nei programmi di procurement militare,
è soprattutto perché l’Italia è sembrata dimostrare scarso interesse nelle questioni di questo tipo proprio grazie al lungo traccheggio
che ha espresso quando invece bisognava tempestivamente essere protagonisti.

“Le Forze Armate sono uno strumento di politica estera. Ma se non esiste una politica estera europea, come può esserci un esercito comune?”.
Occorre però ricordare che una posizione “isolazionista” dell’Italia in questo senso ed in questo momento storico,
potrebbe essere addirittura peggiore: se è vero che non esiste una politica estera europea condivisa,
è altrettanto vero che per affrancarsi delle decisioni prese a Washington ed imposteci tramite la Nato,
altrettanto controproducenti come certe velleità veterocoloniali di Francia e Regno Unito sul Nord Africa,
è necessaria una credibilità e deterrenza strategica proprio data da un Esercito comunitario.
La Germania – e la Francia – lo ha capito, noi ancora fatichiamo all’idea di tagliare quel cordone ombelicale “atlantico” che,
se da un lato ci ha permesso e permette di avere asset militari di prim’ordine e godere di un “trattamento speciale” da parte di Washington,
dall’altro ci lega subordinatamente alla loro visione di politica estera impedendoci di perseguire nei nostri interessi: il caso delle sanzioni alla Russia e all’Iran lo dimostra.

“Le Forze Armate non hanno bisogno dei provvedimenti pericolosi promossi dalla Trenta” riferendosi
alla creazione dei sindacati per i militari e al concetto di dual use delle FFAA. http://www.ilgiornale.it/news/crona...co-non-trasformate-lesercito-ong-1693659.html
Questi provvedimenti sono assolutamente deleteri per le Forze Armate: il primo perché elimina quegli ultimi residui di disciplina e gerarchia ancora presenti,
il secondo perché implica la svalorizzazione del mestiere del soldato che non deve essere paragonato a quello di un operatore di Protezione Civile.

“i militari sono sovranisti in quanto giurano e impegno il proprio onore per la Patria” sostenendo poi che “di certo essi (i militari ndr)
sono dei conservatori in quanto vogliono conservare il Paese come gli è stato dato”.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Cosa sono questi ? Democratici ?

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