DITEMI COSA VI ASPETTATE DA ME CHE LO ASPETTIAMO INSIEME (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
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Val

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Senza parole. A quale livello siamo arrivati.

All’assemblea pubblica indetta lunedì scorso nel palazzo occupato di via di Santa Croce in Gerusalemme, alla fine, il cardinale non si è presentato.


C’era invece il vicepresidente emerito della Corte Costituzionale, Paolo Maddalena,
a difendere le ragioni dei 450 abusivi che dal 2013 vivono nell’ex sede Inpdap.

L’ex capo di gabinetto al ministero della Pubblica istruzione fino al 1991 con Gerardo Bianco,
leader della sinistra democristiana e vicino a Rosi Bindi, ci ha spiegato il perché della sua presenza.

Professor Maddalena, perché un uomo di diritto difende un’occupazione abusiva?
"Perché c’è ancora la convinzione che la proprietà privata sia quella scritta nell’articolò 832 del codice civile,
secondo il quale il proprietario gode e dispone della cosa in modo pieno ed esclusivo."

Cosa ci è sfuggito?
"Che l’articolo 42 comma 2 della Costituzione ha modificato questa definizione stabilendo che la proprietà privata
è riconosciuta e garantita dalla legge allo scopo di assicurarne la funzione sociale."

Quindi?
"Quindi il bene abbandonato non appartiene più al proprietario nominale ma alla comunità che risiede nel luogo dove la cosa si trova."

Ma è un esproprio...
"No, chi parla di esproprio è seguace del pensiero unico dominante del neoliberismo, secondo cui la ricchezza deve rimanere nelle mani di pochi."

In una città dove ci sono centinaia di immobili abbandonati, non si rischia, così facendo, di legittimare l’abusivismo?
"Non sto legittimando l’occupazione, sto dicendo che la pubblica amministrazione non deve vendere a privati i propri beni e che gli immobili abbandonati vanno dati a chi ne ha bisogno."

Cosa pensa del gesto di Krajewski?
"Io dico che il cardinale ha fatto un’opera coraggiosa e legittima. Non lo si può accusare di aver compiuto un atto illegale."

Perché?
"Perché è andato contro ad una legge (la Lupi-Renzi, ndr) contraria alla Costituzione, che viola diritti fondamentali come quelli alla luce e all’acqua.
Quindi l’elemosinere ha ricostituito la legalità costituzionale. Sarebbe assurdo se un giudice lo condannasse."

Qualcuno ha trovato singolare la saldatura tra i centri sociali e la Santa Sede…
"È la conseguenza della politica del governo, che agisce nell’interesse dei ricchi e contro quello del popolo, noi spesso ci troviamo a doverci difende dalla legge."

In che senso?
"Basti pensare che il decreto sicurezza toglie il principio di umanità dall’ordinamento giuridico.
Non lo può togliere, perché l’ordinamento giudico non lo fa Salvini, e dire prima gli italiani è una bestemmia. Stiamo ridiventando barbari."
 

Val

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Nel 2013 quelli del blog di Grillo lo candidarono al Quirinale, ma alla fine vinse Ferdinando Imposimato, ubi maior…

E d’altra parte “c’è il gruppo Bilderberg dietro alle stragi di stato italiane”, come disse Imposimato,
è una di quelle sparate talmente prive d’ogni scala comparativa da far impallidire le quisquilie
spensieratamente snocciolate dal Nostro, malgrado anch’egli, ben inteso, sappia raggiungere quote himalayane.

Tipo: “Le banche e le multinazionali si sono appropriate di tutte le istituzioni finanziarie mondiali ed europee”. Boom!
“Il Fondo monetario è formato da dodici grandissime banche private, Rotschild, Goldman Sachs e JPMorgan…
con le quali sono collegate 600 mila banche che eseguono immediatamente su impulso di computer quello che comandano”. Boom! Boom! E ancora boom!

Occorre a questo punto prendere un bel respiro, superare l’impressione immediata d’essere in presenza di una mente giunta in zona Basaglia,
e specificare che la persona di cui stiamo parlando non è un personaggio di Maurizio Crozza, ma un ex giudice ed ex vice presidente della Corte costituzionale.

Si chiama Paolo Maddalena, ha fondato una specie di movimento politico animato da Alberto Micalizzi, meglio noto come “il Madoff della Bocconi”,
un ex ricercatore universitario più volte arrestato per truffa a Milano, e malgrado abbia un’ età che indurrebbe al rispetto,
da alcuni anni è stato cinicamente proiettato sul palcoscenico girevole della cretinocrazia dominante da uno sbrigliatissimo quotidiano
che l’ha trasformato in una star dei web-sciroccati, un eroico editorialista da balzo e da rimbalzo, uno capace in questi giorni,
mentre l’orrore della malaria si riaffaccia in Trentino, d’interpretare la seguente acrobatica linea editoriale:
la difesa della Costituzione coniugata con la battaglia contro i vaccini e il complottismo globalista. Mica niente.


La televisione non si è ancora accorta di lui, ma qualche responsabile di horror-show saprà presto porre rimedio.

Lo scorso 2 settembre, a Firenze, intervenuto a un convegno di antivaccinisti, il dott. Maddalena non le ha mandate a dire:
“C’è qualcosa di strano in questa legge sui vaccini. Perché tanta volontà di affermarla?”.

Già, perché? “Perché mentre con i pesticidi moriamo tutti e ci sono malattie che nascono e non si fa nulla,
c’è invece tanto sussiego nel prescrivere queste vaccinazioni che non è certo che sono valide? Ma insomma che gioco giochiamo? Chi la vuole questa legge?”.

Già, chi la vuole? “Non è che per caso la vuole qualcuno con il quale noi non abbiamo nulla da condividere?”. Ovvio.

Così, urlando, tra gli applausi, ecco finalmente i colpevoli: “I nostri nemici sono le multinazionali e la finanza. Via! Via dall’Italia! Riprendiamoci quello che è nostro”.

Con un finale in crescendo irredentista: “Riprendiamoci il sacro suolo della patria, come dice l’articolo 52 della Costituzione”.

E sono, come si vede, sparate storiche, enciclopediche, costituzionali come il loro estensore.
Che certo non è ancora Imposimato, ma sfiora le sue vette.
 

Val

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Un articolo del tizio sopra indicato.

L’Italia è di nuovo in recessione. Il Governo, anziché fronteggiare questo gravissimo problema,
tenta di salvare le promesse elettorali, attualmente inottenibili, attraverso espedienti di facciata
che dovrebbero apparire gradite all’elettorato di maggioranza
(ad esempio riduzione delle pensioni d’oro che quasi nulla porterebbero alle casse dello Stato)
e con aggiustamenti di vario tipo della manovra.


Un esempio concreto ci viene dalla Francia dove i gilet gialli avanzano proposte concrete per risollevare dal fondo l’economia francese
. I politici italiani non capiscono che l’errore madornale è stato quello di trasferire le fonti di produzione di ricchezza dallo Stato ai privati
i quali le hanno gestite malissimo (vedi ponte di Genova) appropriandosi di enormi ricchezze che sarebbero dovute andare al popolo italiano.


Nessun provvedimento è stato adottato contro le privatizzazioni, le delocalizzazioni, le svendite del patrimonio pubblico,
l’accaparramento dei profitti delle nostre fonti di ricchezza da parte degli stranieri e così via dicendo.

E’ chiaro che L’Italia, non avendo difeso la propria economia, è diventata l’ultima ruota del carro.

lg.php

Non si tratta di essere sovranisti o non sovranisti.
Si tratta di difendere la propria patria (articolo 52 Cost.), la quale vuol sedere a condizioni di parità nell’Unione Europea.

Ripetiamo ancor una volta che l’articolo 11 della Costituzione prevede che
“l’Italia può consentire a cessioni di sovranità in condizioni di parità con gli altri stati”.

Problema urgente dunque è ricostruire il patrimonio pubblico italiano cioè la proprietà pubblica.
 

Val

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Secondo Voi, perchè un Ex-Giudice di Corte Costituzionale
se la prende con il taglio delle Pensioni d'oro ? ........ahahahahah

Chissà se non ha un interesse privato - NON PUBBLICO - in tutto ciò ?
 

Val

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Giusto perchè si sappia.......

Un accenno, infine, anche alle retribuzioni delle toghe della Consulta.
La retribuzione lorda del presidente è pari a 549.407 euro annui, mentre quella di un "semplice" giudice è pari a 457.839 euro.

Come ricordava lavoce.info, un confronto con ciò che accade negli altri paesi è doveroso:
in Gran Bretagna la retribuzione media è pari a 217mila euro,
in Canada a 234mila euro,
negli Usa, invece, siamo a 173mila euro per il presidente contro i 166mila euro dei giudici.
 

Val

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Più sopra Vi scrivevo di Silea.......e del nuovo consiglio di amministrazione .......mi è sfuggito un particolare. Piccolo

5 neo consiglieri elettti. E chissà come mai nel consiglio entra un altro PD. Eletto dai sindaci PD.
Il nome ? Domenico Salvadore. Ma chi è ? Semplice. Un PD benedetto.

Esce dal Consiglio di Amministrazione di Lario Reti Holding, società municipalizzata
ed entra in questo Consiglio.....ed oggi è stato pure eletto Presidente di questo Consiglio,
inoltre dall'8 settembre 2018 è Assessore Ambiente del Comune di Lecco.

Che strano vero ? Nessuno però indaga............tutto regolare....nei Comuni a guida PD è la normalità.
 

Val

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Questo è il terzo membro, sempre del sopracitato Consiglio....bel currriculum non c'è che dire.....
già passato da Silea..........e - che strano - oggi l'hanno rieletto Vice Presidente .......

Partecipazioni a commissioni comunali:

  • dal 1994 al 2005 membro della commissione edilizia del Comune di Missaglia.
  • dal 1997 al gennaio 2006 membro della commissione edilizia del Comune di Barzanò.
  • dal 1999 al 2004 esperto paesistico – ambientale presso la commissione edilizia del Comune di Monticello Br.
  • dal 1994 al 1997 e dal 1999 al Marzo 2007, membro della commissione edilizia del Comune di Sirtori.
  • dal 2001 al 2005 esperto paesistico – ambientale presso la commissione edilizia del Comune di Perego.
  • dal 2004 al maggio 2007 membro della commissione edilizia del Comune di Monticello Br..
  • dal maggio 2007 ad oggi, esperto paesistico – ambientale presso la commissione del paesaggio del Comune di Monticello Br.
Attività amministrativa:

  • dal 1993 al 1997 Consigliere Comunale presso il Comune di Sirtori.
  • dal 1998 al 2002 assessore esterno all’urbanistica ed edilizia privata presso il Comune di Missaglia.
  • dal 2002 al giugno 2007 assessore esterno ai lavori pubblici, urbanistica ed edilizia privata presso il Comune di Missaglia.
  • dal 01/01/2004 al 30/09/05 vice sindaco del Comune di Missaglia.
  • dall’ottobre 2004 al giugno 2007 Vice Presidente della Silea Spa (Società Intercomunale Lecchese per l’Ecologia e l’Ambiente)
  • dal giugno 2007 ad oggi assessore esterno ai lavori pubblici, viabilità , patrimonio, ecologia e protezione civile presso il Comune di Missaglia.
  • dal giugno 2009 Consigliere Provinciale di Lecco.
 

Val

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Ma sì dai, parliamo d'altro ...........

In Italia c’è un problema: parlare della Difesa è difficile, specialmente se si tratta di spese.
Per decenni, il nostro Paese ha voluto rimuovere l’idea che i governi dovessero in qualche modo far fronte alla sicurezza nazionale
anche pagando (e molto) per gli apparati militari. Convinti che in fondo bastasse “demilitarizzare” l’opinione pubblica
e che i nostri problemi sarebbero stati risolti da alleanze internazionali, gli esecutivi non hanno mai voluto approcciarsi alla spesa per la Difesa in maniera netta.
Perché in fondo nessuno è in grado di far accettare al proprio elettorato in fatto che si necessario spendere soldi pubblici per le forze armate.
E questo incide, sia a livello ideologico che a livello puramente elettorale.

Il problema è che la Difesa esiste. E non parlarne, o farlo come se si stesse discutendo di un tabù, non aiuta a far capire realmente il problema.
Gli apparati militari ci sono, operano e l’Italia non può farne a meno.
A meno che non si decida di delegare il tutto a Nato e Unione europea: o se ne esca diventando una sorta di Paese senza capacità strategiche.


Questo discorso, adesso, coinvolge anche Lega e Movimento Cinque Stelle.
Dal momento che il governo giallo-verde, che è composto da anime molto diverse fra di loro, deve necessariamente discutere di Difesa.
E il rischio è che l’ideologia di fondo del M5S limiti una modernizzazione degli apparati di difesa del nostro Paese c
he appare sempre più imminente e necessaria. Con la lega che inizia invece a rappresentare l’ala del governo più interessata a far sì che la Difesa ottenga i fondi necessari.

In queste ultime settimane si è tornato a discutere del programma per la difesa missilistica,
con il tema di fondo rappresentato dallo scontro riguardo il sistema che dovrà sostituire i missili Aspide,
che dopo una onorata carriera di 40 anni, stanno definitamente terminando la loro durata operativa standard.

Cosa che in realtà è avvenuta già parecchio tempo fa ma che adesso diventa fondamentale. Il termine è il 2020: ma dalla Difesa tutto tace.
Anzi, il pericolo è che al ministero abbiano eseguito l’input del ministro Luigi Di Maio che, quale leader politico del Cinque Stelle,
aveva già detto a settembre di bloccare in commissione il tentativo di finanziare il nuovo sistema missilistico Camm-Er, che dovrebbe sostituire proprio il sistema Aspide.

Un problema che per l’Italia non riguarda solo al modernizzazione delle armi, ma anche il fatto che senza un sistema adeguato
che rispetti i nuovi standard Nato, potremmo avere difficoltà anche problemi relativi alla mancata capacità di adeguarci
a quanto richiesto dall’Alleanza e dall’Unione europea, così come delle regole sulla sicurezza dei cieli.
E il fatto che Di Maio abbia escluso per adesso l’opzione Camm-Er di fatto implica che l’Italia abbia un problema con la sicurezza dei nostri cieli.
Il vice premier pentastellato, come riportato da Formiche, puntava il dito soprattutto sui costi del programma:
545 milioni di euro da spalmare in due tranche fino al 2031. Ma il rischio che l’Italia si trovi sguarnita nella difesa aerea,
fuori dai giochi per quanto riguarda i grandi eventi, obsoleta rispetto alla Nato e all’Ue e con il Regno Unito (parte del programma) pronto a dar battaglia.

Ma la questione Camm-Er è solo l’ultima di una lunga serie di questioni ancora aperte.
E che per l’Italia significano punti interrogativi fondamentali nell’ambito della Difesa.
Prima del sistema missilistico che dovrebbe sostituire Aspide, c’è stato (e continua a esserci) il tema F-35.

Il dossier divide ancora Lega e Movimento Cinque Stelle. E gli Stati Uniti premono affinché l’Italia rispetti i contratti già siglati.
Specialmente perché Donald Trump non sembra essere un presidente eccessivamente accomodante nei confronti dei partner Nato.
Ha chiesto che gli Stati aumentino le spese per la Difesa: e l’Italia non l’ha fatto.
Ha chiesto che il governo italiano compri gli F-35 che aveva già preventivato, e Roma non ha risposto direttamente di sì.
E ora rischiamo di avere un problema tecnico: cioè l’incapacità di sostituire il nostro parco aereo
(visto che, in tutto questo, non si sta cercando un’alternativa) e quello, più politico, di andare contro gli Usa.
Scelta assolutamente legittima: poi però è difficile andare a Washington a chiedere che la Casa Bianca
ci sia una mano sulla Libia o con le agenzie di rating. Gli Stati Uniti non sono certamente intenzionati a fare sconti.
 

Val

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Giovani. Sveglia.

AAA meccanici cercansi. Chi cerca trova? Neppure per sogno.
Già, perché nei prossimi cinque anni in Italia serviranno circa cinquemila meccanici automobilistici, ma le aziende del settore non riescono proprio a trovarli.

Perché? Il motivo (di natura culturale) lo spiega Franco Fenoglio, presidente ItalScania e Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri,
in occasione di Autopromotec, fiera delle attrezzature e dell'aftermarket automobilistico, che si terrà dal 22 al 26 maggio a Bologna, lanciando l'allarme.

"Nella nostra società si pensa spesso al meccanico come a un lavoro 'sporco' o poco nobile.
Sono gli stessi genitori dei ragazzi che vogliono vederli dottori, avvocati o amministratori delegati,
ritenendo meno dignitoso il nostro mestiere".

Il settore, peraltro, gode di ottima salute, con 83.231 imprese attive in Italia nell'autoriparazione,
che diventano 117.575 se si considera l'intero comparto della rete di assistenza, in aumento dello 0,3% dallo scorso anno, con un trend costante.
Eppure, nonostante i numeri incoraggianti in un momento storico di grande disoccupazione giovanile, le aziende faticano a trovare giovane personale da assumere.

"Eppure queste persone non si rendono conto che ormai si lavora in Officine 4.0,
con degli strumenti elettronici e dei sistemi di diagnostica tecnologicamente avanzatissimi.
Non cerchiamo semplice manovalanza, ma giovani operai scolarizzati e specializzati,
ragazzi e ragazze che sappiano in futuro interagire con i più sofisticati sistemi dei veicoli,
visto che ora si pensa anche alla guida autonoma", chiosa Fenoglio.
 

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