DITEMI COSA VI ASPETTATE DA ME CHE LO ASPETTIAMO INSIEME (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
Questi sono fuori di testa.
Non fatevi traviare o coinvolgere da queste iniziative che sono utopistiche.

E che andranno ad incidere notevolmente sui futuri costi a nostro carico.

E' vero. Le società che gestiscono l'acqua sono "a capitale pubblico" - perchè appartengono
ai Comuni - ma seguono le regole delle società private.
Ma queste società devono operare così, per "avere le disponibilità" per eseguire gli
investimenti per mantenere la "fruibilità" e la manutenzione degli impianti.
Poi ci sono società che "mangiano". Carri funebri pubblici. Che non operano.
Ma questo è un altro discorso.

Già così, abbiamo delle perdite di acqua nel sottosuolo.
Ve l'immaginate cosa succederà domani ? Quando tutte le società completamente pubbliche,
senza scopo di lucro, non avranno i soldi per le manutenzioni ? E chi gli darà questi fondi ?
Il comune ? L'ente pubblico ? NO . Saremo noi a pagare. Molto di più di quanto paghiamo oggi.

E non dimenticate quali potranno essere le ripercussioni a livello lavorativo.
I primi a pagare saranno i lavoratori, perchè le aziende saranno costrette a ridurre il personale.

Chi ha di queste idee è veramente un genio......chissà perchè provengono sempre dai 5stelle ....mah ...ci sarà un perchè.....
E questi geni fanno il pari con quelli che vogliono chiudere gli inceneritori.

Qui da noi l'acqua - finita e depurata - costa Euro 1,50 x metro cubo ( 1000 litri)
E' un NULLA.

L'acqua più economica che acquistiamo al supermercato costa Euro 0,09 al litro.
Significa 90 euro al metro cubo. NOVANTA EURO. Non 1,50 euro.

Ricordatevelo.....e se proprio volete fare qualcosa di buono, non questa proposta di legge insulsa,
......limitate l'uso dell'acqua.

Si è scatenata, ormai da settimane su stampa e media nazionali una accanita campagna sulla proposta di legge sulla gestione pubblica dell’acqua
che dovrebbe arrivare a fine maggio alla discussione in aula parlamentare.
Parliamo della proposta di legge “Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque”
ripresentata in questa legislatura dal M5S.


Il principale elemento del contendere riguarda la forma di gestione.
Sono ancora oggi numerosi, fra gli amministratori pubblici, i gruppi politici, i media e gli esponenti di gruppi privati,
coloro che sostengono che in Italia “l’acqua è già pubblica”, in quanto i gestori sono società a totale o a prevalente capitale pubblico.

I titolari di quote di una società possono pur essere (tutti o in prevalenza) soggetti pubblici,
ma una “società” in quanto tale resta regolamentata dal codice di diritto privato, ed avrà pur sempre lo scopo principale di fare utili.


Le cose potranno sostanzialmente cambiare con l’approvazione e l’entrata in vigore della nuova legge così come presentata.
Infatti vi si prevede chiaramente ed esplicitamente che “il servizio idrico integrato è considerato servizio pubblico locale di interesse generale
non destinato ad essere collocato sul mercato in regime di concorrenza”.

E dunque la gestione del servizio idrico dovrà essere realizzata senza finalità lucrative mediante Aziende Speciali o comunque Enti di diritto pubblico.

La proposta di legge prevede modi e tempi certi per trasformare in aziende speciali o enti di diritto pubblico le società (Srl o Spa) attualmente affidatarie “in house” del servizio idrico integrato
 

Val

Torniamo alla LIRA
"Purtroppo andremo sempre paggio, e maggior disponibilità daremo ai nostri SmartPhone peggio sarà.
Io ho un vecchio Motorola V3 e quando in casa conversiamo di cose di famiglia gli SP in un'altra stanza
si ascoltano una registrazione delle canzoni degli Squallor. Uno dei problemi è che oramai
con un minimo di informazione si può accedere a dati che sommandosi danno possibilità di accedere
ancora ad altre informazioni e così via. É un'attenzione continua ed una sola distrazione rompe la catena della sicurezza.
Non è vero che "male non fare, paura non avere", perchè la sicurezza non è la tutela del "male" ma della dignità e del rispetto"

Una falla nel sistema, che permetteva agli hacker di installare spyware, per accedere a dati e contenuti, su alcuni telefoni.
WhatsApp
, l'app di messaggistica di proprietà di Facebook, ha scoperto che alcuni utenti hanno subito un cyberattacco.


L'app ha invitato tutti gli utenti ad "aggiornare l'applicazione nella sua ultima versione", mantenendo sempre aggiornato il sistema operativo,
per proteggersi da ogni attacco, specificando però che gli hacker non hanno colpito su larga scala,
ma solamente un numero selezionato di vittime, scelte "specificatamente", anche se non è ancora stato possibile stabilire quante siano state.

La società ha confermato in un comunicato, pubblicato poco prima in esclusiva dal Financial Times,
di aver già individuato e riparato la falla che permetteva agli hacker di entrare nell'app per installare spyware, per accedere a dati e contenuti dei dispositivi.

La vulnerabilità del sistema è stata individuata solo pochi giorni fa e non si sa per quanto tempo siano andate avanti le attività di spionaggio,
che nelle modalità sembrerebbero simili a quelle istraeliane: lo spyware installato, infatti, ricorderebbe la tecnologia sviluppata
dalla società israeliana di sicurezza informatica NSO Group, che ora risulta la maggiore sospettata.

Per installare il sistema di spionaggio era sufficiente una chiamata, anche senza risposta, effettuata dagli hacker, che poi in molti casi è scomparsa dalla cronologia.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Anche se superi il 20% non dimenticare che queste sono elezioni "fuffa".
Alle europee si vota di tutto. E questo vale per tutti.

La campagna elettorale entra nel vivo, l'algoritmo detta l'agenda.
All'avvicinarsi delle urne per le elezioni europee, Luigi Di Maio comincia a muoversi come se fosse un cyborg,
tirando fuori alla bisogna le parole d'ordine in grado di mobilitare la base.

Simile a un automatismo è scattata la chiamata alle armi sui temi «forti» del grillismo.
Sul blog dei 5 stelle, infatti, è comparso un pistolotto contro il duo Salvini-Berlusconi.

Titolo: «Noi siamo un'altra pasta». Lanciata negli scorsi giorni l'offensiva sul conflitto d'interessi,
all'indomani dei risultati delle amministrative in Sicilia Di Maio ha poi subito agitato lo spettro,
arrugginito e demodé, del «Patto del Nazareno».

Commentando le vittorie dei Cinque Stelle ai ballottaggi nei comuni siciliani di Caltanissetta e Castelvetrano, ha detto:
«Quando vince il Movimento si mandano all'opposizione il patto del Nazareno e gli estremismi,
quando non vince, vincono coalizioni di Pd e Forza Italia insieme, come successo a Gela: questo è inquietante per il futuro del Paese.
Per questo credo che bisogna continuare a dare fiducia al M5s».

Un input chiaro ai grillini: «individuare i nemici» per indirizzare messaggi chiari all'elettorato.
E i bersagli corrispondono ai nomi di Silvio Berlusconi, Matteo Salvini, catalogato nella categoria degli estremismi, e Matteo Renzi.
Perché l'evocazione del «Patto del Nazareno» è un tentativo di separare il grano dal loglio a sinistra.
Un modo per sparare a Renzi facendo finta di mirare al segretario Nicola Zingaretti.
Quest'ultimo, è stato chiamato in causa da Di Maio in un post su Facebook domenica sera:
«In fondo, a Gela, il Pd di Zingaretti è tornato a coalizzarsi con Forza Italia».

Il vero catalizzatore del consenso pentastellato, però, rimane sempre Berlusconi.
Preso di mira dal capo politico per stoppare ogni tentazione leghista di ritorno allo schema del centrodestra:
«Volevamo creare e portare avanti un governo del cambiamento per altri 4 anni - ha detto da Matera - e se vogliamo farlo non si può fare l'occhiolino a Berlusconi».

E Beppe Grillo si è unito al pressing: «Il re dello share propone di nuovo la strategia della caciara, non ha altro da offrire,
ciò che resta di lui insieme ad un populismo very strong». L'attacco prosegue, tra la filippica e il nonsense:
«Abbiamo di fronte una versione depotenziata del più grande bugiardo della storia italiana. Frena di colpo per essere superato da tutti, quanto a sparate!»

Un flebile barlume di senso politico, nel testo di Grillo, si intravede soltanto alla fine.
Quando l'ex leader del M5s parla di un presunto «Matteo preferito» di Berlusconi.
Salvo poi chiedersi: «Si, ma quale sarà?».

Quindi la stoccata a Salvini, definito, pur senza nominarlo direttamente «sceriffo senza cavallo e senza pistola (solo il giaccone!)».
 

Val

Torniamo alla LIRA
Che la si voglia o no , la democrazia degli italiani da i suoi...frutti ,
e che un Di Maio prosperi come leader...... !!...e' la vittoria degli insapienti...arroganti odierni italiani...!!.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Facebook s'è scelta un giudice e l'ha incaricato di liberare le sue pagine dalle false notizie.

Quel giudice globale si chiama Avaaz e in Italia ha già fatto chiudere 23 pagine sospette.

Non abbiamo elementi per negarne la colpevolezza, ma in questa grande caccia agli untori,
colpevoli d'incrinare le certezze degli elettori e le verità algoritmiche di Mark Zuckerberg,
anche la competenza, l'indipendenza e la neutralità del giudice prescelto rappresentano incognite non da poco.

Dietro Avaaz, in sanscrito antico «la voce», lavora un'associazione online messa in piedi nel 2007 dai circoli più «progressisti»
e «politicamente corretti» degli Stati Uniti. Un'associazione che grazie a finanziamenti non sempre trasparenti
si trasformerà in quella che il quotidiano Guardian definisce «la più ampia e potente rete di attivisti on line».

Talmente potente da diventare, nel 2011, il megafono globale della campagna per l'intervento in Libia spingendo Obama
ad avvallare la no fly zone voluta da Parigi e ottenere la caduta di Muhammar Gheddafi.

Una campagna seguita, nel 2015, dai finanziamenti per oltre mezzo milione di dollari a quel vascello del Moas,
vero battistrada di tutte le Ong arrivate poi a traghettare migranti in Italia.

Non paga dei disastri libici, Avaaz garantisce il suo sostegno politico ed economico anche alla rivolta siriana costata 400mila vite arrivando,
nel 2016, a invocare una no fly zone in difesa delle zone di Aleppo occupate da Jabhat Al Nusra, la costola siriana di Al Qaida.

Sul fronte italiano, la plateale partigianeria di Avaaz non è meno spregiudicata.

Qui i suoi agit-prop promuovono nel 2013 le campagne per la cacciata dal Senato di Silvio Berlusconi.
E al grido di «Salvare Berlusconi è illegale» lanciano una campagna di firme
per far pressioni sui settori del Pd poco convinti della necessità di far decadere il Cavaliere.

Solo cinque anni dopo, Avaaz è il fulcro della campagna online che invita gli elettori del Sud Italia
a votare i pentastellati per fermare l'avanzata di Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia.
«Il movimento cittadino Avaaz lancia un appello per unire gli elettori contro l'estrema destra - annuncia nel febbraio 2018 -
votando per il candidato che ha più possibilità di batterli: la coalizione di centrosinistra o il Movimento 5 Stelle».

Guarda caso è proprio in Sicilia e nel Sud che si concretizza nel marzo 2018 il successo dei pentastellati.
Visto l'attivismo nello spostare voti, attirar migranti e attaccare Berlusconi,
bisognerebbe chiedersi se Avaaz stia dalla parte dei giudici, come propone Facebook, o da quella degli imputati.

Ma l'ambiguità di Avaaz non è l'unica.

Pensate a «Newsgard» il «guardiano delle notizie» (letterale) scelto da Microsoft - e pronto a sbarcare in Italia -
per proteggerci da siti colpevoli di far il giochino di Russia, movimenti sovranisti o gruppi illiberali.
Anche qui la presunta indipendenza è resa dubbia dalla presenza nel comitato di consulenza del danese Anders Fogh Rasmussen,
ex-segretario generale Nato fondatore di «Alliance of Democracies Foundation», il cui obiettivo è tenere l'Europa lontana dall'influenza russa.

La grande battaglia per la «verità» sembra nascondere il tentativo di far spazio a un'«unica» verità.

E a giudicare dai risultati delle campagne di Avaaz in Libia, Siria e sud Italia questo non sembra un gran bene.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Chi lo sa se riusciremo a cambiare qualcosa......perchè così, ora, ci teniamo i delinquenti.

No al rimpatrio nemmeno per questioni di sicurezza se nel Paese di origine rischia la tortura o la vita.

Lo ha stabilito la Corte di giustizia Ue che ha fissato una serie di paletti per la revoca o il rifiuto del riconoscimento dello status di rifugiato in uno stato membro.

Secondo i giudici di Lussemburgo, la decisione di revocare o rifiutare lo status di rifugiato non permette quindi di togliere tale status
- né i diritti che derivano dalla Convenzione di Ginevra - o di rimpatriare l'extracomunitario se ci sono "fondati timori"
che sia perseguitata nel suo paese di origine.

Prevalgono, quindi, i fondamenti della Carta dei diritti fondamentali dell'Ue che vieta il respingimento in un Paese
dove la sua vita o la sua libertà possano essere minacciate e dove siano in vigore la tortura e le pene e i trattamenti inumani o degradanti.
La Corte Ue in sostanza ha stabilito che il diritto dell'Unione riconosce ai rifugiati interessati una protezione internazionale più ampia di quella assicurata dalla Convenzione di Ginevra.

La sentenza riguarda il caso di tre migranti (un ivoriano, un congolese e un ceceno) che in Belgio e in Repubblica Ceca
si sono visti revocare o negare lo status di rifugiato perché considerate una minaccia per la sicurezza o perché condannate per un reato particolarmente grave.

"Ecco perché è importante cambiare questa Europa con il voto alla Lega del 26 maggio"
 

Val

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Fabio Fazio? E tutti gli altri? Ma chi se ne frega.

Sarebbe da proporre una grande manifestazione per liberarci di troppi capetti televisivi che vogliono raccontarci quanto sbagliamo a votare…
Più perdono e più vogliono comandare. Le loro smargiassate propagandistiche non portano più un voto alla sinistra
eppure pretendono di restare lì, in casa nostra, tutte le sere a spiegarci la democrazia.

Il Circo rosso degli inamovibili continua ad atteggiarsi a vittima. Strapagati, non intendono rinunciare ai loro privilegi.
Che si tratti della tv pubblica – che manteniamo con il canone – sia che si tratti di quelle private
– che campano con la pubblicità che sempre da noi trae quattrini – pretendono sempre e solo adulazione. E tanti denari.

Pure questa polemica fasulla su appena tre puntate della trasmissione “Che tempo che fa” non ha affatto senso.
Semmai ci è rimasto anche troppo. Ora la Rai se la vedrà con gli inserzionisti se è vero che Fabio Fazio porta pubblicità.
Ma quel che pare intoccabile è la maestà politica rappresentata da questo signorotto della tv.
Si fa difendere da Zingaretti, ma nel Pd va all’assalto il deputato Anzaldi. Chi ci capisce è bravo.

Lui, Fazio, come tutti gli altri. Nel pubblico come nel privato.
La lista più sintetica mette insieme i Santoro come le Annunziata, le Gruber come i Formigli e i Floris.
Sono gli incriticabili, il verbo della televisione. Gli educatori della politica.
Non chiedono ai leader quali idee hanno; pretendono di imporgli le loro. Quelle dei conduttori, pagati da tutti e non eletti da nessuno.
Fanno carriera, poi entrano in politica, quando smettono ritornano a fare carriera.
Per la serie visti da vicino potremmo aggiungere all’elenco anche Piero Badaloni e Piero Marrazzo.

Poi ci sono i falsi indipendenti come i Guzzanti, la Dandini e la Littizzetto, tutti schierati con una sinistra che vorrebbero ancora più “sinistra”.
Perché non gli basta mai. Sono i miti alimentati da Roberto Saviano e Gad Lerner, i peggiori esegeti della modalità in socialismo reale con le povertà altrui.

Se tutta questa bella gente ci lasciasse respirare la sera quando dopo una giornata di lavoro ci mettiamo in poltrona davanti alla televisione, vivremmo tutti molto meglio.

Invece ci tocca sopportare lezioni quotidiane di odio, il vomito in diretta tv e magari se ne lamentano pure.
Costoro non si sono ancora accorti di come sta cambiando l’Italia.
Ci vorrebbero vedere come una colonia africana in terra europea, tanta è la loro avversione ad un comune senso dell’identità nazionale.

Dovremmo davvero sigillare i nostri apparecchi televisivi: perché non un euro deve andare più dalle nostre tasche alle loro;
perché nessuna pubblicità deve più asservire le nostre curiosità di consumatori alle loro faziosità.
 

Val

Torniamo alla LIRA
“Attenzione ai cartoni della pizza da asporto, potenzialmente nocivi per milioni di persone,
in quanto contenenti un pericoloso agente chimico, il “Bisfenolo A”, un interferente endocrino
in grado di provocare gravi danni alla salute umana, tra cui tumori, alterazioni metaboliche,
difetti alla nascita o all’apparato riproduttivo”: lo denuncia il Codacons che presentato un espoto alla Procura della Repubblica.

"A tutela della salute pubblica il Codacons ha deciso dunque di presentare un esposto a 104 Procure della Repubbliche e ai Nas di tutta Italia,
affinché avviino accertamenti sui cartoni per la pizza commercializzati nel nostro paese allo scopo di verificare i rischi sanitari per i consumatori,
disponendo inoltre il sequestro urgente di tutti i contenitori ed imballaggi che presentano sostanze potenzialmente pericolose."
 

Val

Torniamo alla LIRA
Offensiva Finale, ormai è Caccia all'Uomo.
Fino al 26 ne vedremo delle belle: la caccia prosegue..
Nordio l'aveva anticipato che ci sarebbe stata una guerra dei magistrati alla Lega.

Questa mattina i finanzieri del Comando provinciale, su disposizione della procura di Busto Arsizio,
hanno arrestato il sindaco leghista Gianbattista Fratus, l'assessore al Bilancio, nonché vicesindaco, Maurizio Cozzi (FI)
e l'assessore alle Opere pubbliche Chiara Lazzarini.
I tre sono indagati a vario titolo per turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e corruzione elettorale.

A Fratus e alla Lazzarini sono stati concessi gli arresti domiciliari, mentre per il forzista Cozzi si sono aperte e porte del carcere.

Le accuse di turbata libertà degli incanti e corruzione elettorale riguardano in particolare tre procedure selettive.

Nel mirino degli inquirenti ci sarebbero le selezioni del dirigente per lo sviluppo organizzativo del Comune,
del nuovo dirigente generale di Amga Legnano (la società che gestisce gli impianti sportivi)
e dell'affidamento di un incarico professionale nella partecipata Euro.Pa Service.

Dall'inchiesta, fanno sapere gli inquirenti, è emerso come queste procedure siano state turbate dagli arrestati "al fine di favorire soggetti a loro graditi".
 

Val

Torniamo alla LIRA
Questo è ridicolo. Non esiste miglior termine.
Da quando esiste il mondo, una giunta comunale assegna gli incarichi a persone
vicine al partito che regge il comune. DA SEMPRE.

Esempio. Noi abbiamo il PD. In Provincia la maggioranza dei Sindaci è del PD.
L'altro ieri il sindaco di Valmadrera (PD) ormai ex, perche non si ripresenterà alla nuove elezioni,
è stata eletta nel Consiglio Direttivo di Silea S.p.A. - società controllata dai Comuni (PD) -
che si occupa della raccolta dell'immondizia.

Qualcuno indagherà su questa nomina ? La signora ha dei requisiti particolari per occupare questo incarico ?

Sapete quale è la Sua professione ? PENSIONATA

Pensate ne sappia qualcosa di raccolta immondizia ? NO

E' solo uscita dalla porta ed è rientrata dalla finestra in un incarico dove percepirà una prebenda.
 

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