DISOCCUPAZIONE: siamo tutti precari? (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
ISTAT - DATO DI LUGLIO

Non scende la disoccupazione che si attesta al 10.7%.


È il tasso più alto dal 1999

La rilevazione dell'Istat di luglio. Sale di 1.3 punti la disoccupazione giovanile che schizza a 35.3%


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(Ansa)
Disoccupazione ancora ai massimi livelli in Italia. Nel mese di luglio il tasso di disoccupazione è rimasto stabile rispetto a giugno, attestandosi al 10,7%, il dato più alto dal 2004 (anno d'inizio delle serie storiche mensili) e dal 1999 sulla base di confronti tendenziali. Su base annua il tasso di disoccupazione è cresciuto di 2,5 punti percentuali.
Lo ha comunicato l'Istat che ha rivisto il tasso di disoccupazione di giugno dal 10,8% al 10,7%. Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a luglio è al 35,3%, in aumento di 1,3 punti percentuali su giugno e di 7,4 punti su base annua. Il ritmo di crescita annuo della disoccupazione giovanile è triplo rispetto a quello complessivo. Tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 618 mila. 31 agosto 2012 | 10:20
 

tontolina

Forumer storico
da http://gazzettadimodena.gelocal.it/...erme-vogliono-la-cassa-integrazione-1.5615511



Siamo in avvitamento, se si ferma anche questa regione chi sostiene più i parassiti?



Oltre tremila aziende ferme vogliono la cassa integrazione

La Provincia fa il punto sulle domande presentate per ottenere gli ammortizzatori sociali Coinvolti 33.500 lavoratori, Cig in deroga per 13mila e ordinaria per sisma per altri 18mila



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Sono 3.336 le aziende modenesi che hanno presentato domanda per accedere agli ammortizzatori per il fermo produttivo causato dal terremoto, per un totale di 33.555 lavoratori coinvolti.



Di queste 2461 aziende hanno chiesto di accedere alla misura regionale rappresentata dalla cassa integrazione in deroga, per un totale complessivo di 12.941 lavoratori. In questo caso la grande maggioranza delle aziende coinvolte dalla misura regionale (si parla di 2082 imprese sulle 2461 totali), ha sede nel cosiddetto cratere ristretto, cioè la zona direttamente colpita dal sisma (ovvero tutti i comuni dell'Area nord, a cui si aggiungono Carpi e Novi), le quali coinvolgono 11.108 lavoratori.



Lo fa sapere la Provincia, aggiungendo che ***8220;la cassa integrazione ordinaria per sisma, invece, è stata attivata da 577 aziende, per un totale ad oggi di 18.039 lavoratori; numeri dai quali dati occorre sottrarre 10 aziende e relativi 77 lavoratori, per i quali sono state attivate le proroghe per altre 13 settimane***8221;.
«Il numero delle proroghe - sottolinea Francesco Ori, assessore al lavoro della Provincia - risulta finora abbastanza contenuto, un segnale delle fiducia degli imprenditori nella ripresa. Rileviamo anche che finora non sono stati riscontrati effetti particolarmente negativi sui livelli occupazionali, anche se dobbiamo verificare in modo più approfondito le eventuali ripercussioni negative nel mondo del commercio e del lavoro autonomo».
«A quasi tre mesi dalla firma dell'accordo provinciale per la gestione degli ammortizzatori sociali (coordinato dalla Provincia e dalla Regione), le istanze sono certamente numerose - aggiunge Ori - ma il dato complessivo comprende tutte le richieste inoltrate dalle imprese, anche quelle relative a pochi giorni di fermo e che ad oggi potrebbero aver già ripreso l'attività produttiva».



La cassa integrazione per l'edilizia ha riguardato 128 aziende, per un totale di 1.110 lavoratori dipendenti (compresi gli apprendisti).
Per quanto riguarda le agenzie di somministrazione, a richiedere la cassa integrazione in deroga per sisma - spiega la Provincia - sono state 174 aziende, per 1.006 lavoratori.
Infine, la cassa integrazione straordinaria (della durata di 12 mesi), sempre per motivi legati direttamente al sisma, sono state attivate da 6 aziende, richieste a favore di altri 470 lavoratori.
 

tontolina

Forumer storico
Lavoro/Nel II trim. +758mila disoccupati, 6 su 10 lo hanno perso

Roma, 31 ago. (TMNews) - Non si arresta l'emorragia di posti di lavoro in Italia. Nel secondo trimestre del 2012 il numero delle persone in cerca di occupazione ha registrato un "nuovo considerevole incremento" crescendo, su base tendenziale, di 758mila unità: sei su dieci di coloro che risultano disoccupati hanno perso il precedente lavoro. E' quanto emerge dai dati Istat su occupati e disoccupati relativi al secondo trimestre del 2012. Continua a crescere anche il gruppo degli ex-inattivi con precedenti esperienze lavorative (+32,6%, pari a 150.000 unità) e quello alla ricerca del primo impiego (+28,8%, pari a 159.000 unità in più rispetto al secondo trimestre. In valori assoluti, sempre nel secondo trimestre, l'esercito dei disoccupati ha superato quota 2,7 milioni (2.705.000) e, tra questi, oltre la metà (51%) ha perso la precedente occupazione. Infine, torna a crescere l'incidenza della disoccupazione di lunga durata (dodici mesi o più) che è salita dal 52,9% del secondo trimestre 2011 all'attuale 53,1%.
 

tontolina

Forumer storico
nalizzare bene i dati della disoccupazione italiana Scritto da Riccardo Barbuti Sabato 01 Settembre 2012 07:26
L'economia finanziaria sempre più distante dall'economia reale, a Via Veneto da Passera i pellegrinaggi aumenteranno? Ieri Romney ha parlato per l'America di 12.000.000 di nuovi posti di lavoro e per l'Italia?
Luglio 2012: boom della disoccupazione (fonte rischio calcolato)
A luglio 2012, secondo i dati provvisori detsagionalizzati. il numero degli occupati è pari a 23.025 mila, invariato sia nel confronto con il mese precedente sia in termini tendenziali. La stabilità dell’occupazione è sintesi del calo della componente maschile e dell’aumento di quella femminile.
Il tasso di occupazione è pari al 57,1% e non segna variazioni né in termini congiunturali né su base annua. Il numero dei disoccupati, pari a 2.764 mila, registra un lieve calo dello 0,1% rispetto a giugno.
Su base annua le persone in cerca di occupazione aumentano del 33,6% (695 mila unità). Il tasso di disoccupazione si attesta al 10,7%, invariato rispetto a giugno e in aumento di 2,5 punti percentuali su base annua.
Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero l’incidenza dei disoccupati sul totale degli attivi, è pari al 35,3%, in aumento di 1,3 punti percentuali rispetto a giugno e di 7,4 punti nei dodici mesi. Tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 618 mila e rappresentano il 10,2% della popolazione in questa fascia d’età.
Gli inattivi tra 15 e 64 anni diminuiscono dello 0,2% rispetto al mese precedente. Il tasso di inattività è pari al 36%, in calo di 0,1 punti percentuali rispetto a giugno.
Se guardate i grafici di cui sotto, percepite che ai 700.000 nuovi disoccupati, in presenza di stabilita’ occupazionale, altro non sono che ex-inattivi che si sono messi a cercare lavoro: in sintesi in molte famiglie uno stipendio non basta piu’ per vivere, per cui anche altri membri famigliari cercano impiego attivamente.
Il numero dei disoccupati manifesta un ulteriore forte aumento su base tendenziale. Circa la metà dell’aumento della disoccupazione è alimentato dalle persone con almeno 35 anni.



In realta’, il dato dell’occupazione (stabile) e’ falsato: aumentano di quasi 500.000 i lavoratori Part Time e calano di quasi 500.000 i Lavoratori a Tempo Pieno.

Gli occupati a tempo pieno proseguono la dinamica negativa. La caduta tendenziale, particolarmente accentuata nelle costruzioni e nei servizi alle imprese, interessa sia l’occupazione dipendente a carattere permanente sia quella autonoma full-time. Gli occupati a tempo parziale continuano a crescere in misura ancora sostenuta , ma si tratta in gran parte di part-time involontario
Al tempo stesso cala l’occupazione permanente e cresce quella temporanea. Sappiamo inoltre che e’ in forte progressione la Cassa integrazione.
Nuovo calo dell’occupazione maschile, a fronte del protrarsi del positivo andamento di quella femminile. L’aumento dell’occupazione più adulta con almeno 50 anni, soprattutto a tempo indeterminato, si contrappone al persistente calo su base annua di quella più giovane.
L’industria in senso stretto accentua la flessione avviatasi nel precedente trimestre, concentrato nelle imprese di medio-grande dimensione. Non si arresta la riduzione degli occupati nelle costruzioni. Il terziario registra una variazione leggermente positiva, dovuta alla crescita delle posizioni lavorative dipendenti e alla diminuzione di quelle autonome​


Dunque crollano gli “inattivi”, perche’? Perche’ si riduce fortemente la tendenza al pensionarsi.
In base ai motivi della mancata ricerca del lavoro, alla crescita dello scoraggiamento (+15,3%, pari a 221.000 unità) e dei motivi non compresi tra quelli indicati (+6,5%, pari a 102.000 unità) si contrappone la marcata riduzione su base annua degli altri motivi. In particolare, emerge la consistente flessione dei motivi familiari (-8%, pari a -197.000 unità) e soprattutto il forte calo del numero delle persone oltre i 55 anni non interessate a trovare un lavoro (-14,6%, pari a -675.000 unità).
I grafico di cui sotto e’ chiarissimo.


I dati regionali: disoccupazione in crescita ovunque.
In alcune regioni c’e’ stato un vero collasso dell’occupazione negli ultimi 12 mesi, come si deduce dai dati sul tasso di occupazione: Valle d’Aosta, Trentino, Friuli V.G., Liguria, Basilicata e Sicilia.
Leggera crescita del tasso d’occupazione in: Lombardia, Bolzano, Veneto, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia e Sardegna.
La disoccupazione dilaga in tutte e 20 le regioni.



GPG Imperatrice
 

tontolina

Forumer storico
In: ECONOMIA e FINANZA, IL BLOG DI WILDTHING, IN EVIDENZA Lavoro : In Italia SIAMO SCHIAVI!

23 agosto 2012 Di Otello Girardi



Signori e Signore,
per me in Italia la situazione è delirante a causa di uno stato che “trattiene” (per non scrivere altro) troppo diventando un vero e proprio schiavista nei confronti del cittadino che ignaro continua a pagare come un beota che non si rende conto di quello che accade.
Vorrei riportare un articolo apparso su yahoo (link) e del quale vi trascrivo il testo:
“Diciamocelo: non c’era bisogno di un professore, per capire che la tassazione sul lavoro in Italia è troppo alta. Però, se anche un professore se ne accorge e se, per caso, questo professore fa parte del Governo, magari si può sperare che accada qualcosa.
Parliamo, naturalmente, del fatto che Elsa Fornero abbia ammesso, a Radio Anch’io, che le tasse sul lavoro sono troppo alte. E che domani, in Consiglio dei ministri, chiederà che vengano abbassate (a parità di gettito, quindi da qualche altra parte bisogna andare a recuperare).
Ma quante sono, queste tasse sul lavoro? Dipende, naturalmente, dal tipo di contratto che si ha e dal tipo di collaborazione o di attività che si svolgono. Ma bisogna avere ben chiaro il fatto che c’è una differenza sostanziale e sostanziosa fra il compenso netto e il compenso lordo. E dunque, in fase di contrattazione, sarebbe utile ricordarvi di specificare la parolina magica, di chiedere, cioè, se si stia parlando di netto o di lordo.
Che in Italia il lordo e il netto differiscano molto, e che il nostro paese sia in testa, in Europa, per la pressione fiscale sul lavoro è confermato anche dai dati statistici forniti qualche tempo fa dall’Eurostat. Nel 2010, contro una media europea del 34%, le tasse hanno pesato sul costo del lavoro per il 42,3%, in Italia.
E oggi le cose non vanno affatto meglio. Prendiamo, per esempio, un lavoratore autonomo che sia iscritto alla gestione separata dell’INPS. Secondo i conti offerti da Italia Oggi, un reddito lordo annuo di 30mila euro di un lavoratore dipendente che risiede in Toscana, per la precisione a Livorno (l’essere così precisi diventa necessario perché sul conto incidono anche le addizionali, di matrice regionale e comunale) subisce una tassazione reale del 29,96%. Quindi, il reddito disponibile per il dipendente, il reddito netto, è di 21.012 euro. Sul conto pesano l’Irpef (nel caso in considerazione, 5.787 euro), le addizionali (445 euro circa), l’INPS (2.757 euro).
Il lavoratore autonomo che ha una situazione di partenza analoga a quella del dipendente (lordo e residenza), invece, ha una pressione fiscale clamorosa, che arriva addirittura al 59%. Quindi, un lavoratore autonomo iscritto alla gestione separata dell’INPS che ha un reddito lordo di 30mila euro, avrà un reddito netto disponibile di appena 12.218 euro: sul suo conto pesa, oltre all’Irpef, alle addizionali, all’INPS, anche l’IRAP.
Forse, allora, il problema non riguarda solamente le buste paga, ma la tassazione sul lavoro in generale. E forse, visto che i dati sono noti da anni (le statistiche Eurostat che ci davano al primo posto nella speciale e poco gradevole classifica del paese europeo che tassa di più il lavoro), chi dice che il Ministro se n’è accorto tardi non ha tutti i torti.”


Per motivi personali mi sono scontrato con il meccanismo statale per le nuove imprese e devo dire che in questo paese sei disincentivato a lavorare frutto delle politiche economiche di una classe politica scellerata (destra e snistra pari sono, peggiò è la sinistra a mio parere), che sta vivendo sulle spalle dei liberi cittadini che se vogliono salvarsi hanno tre scelte :
- non mangiare e non vivere per pagare le tasse,
- rubare per sopravvivere o non pagare tasse perchè non sanno come calcolare le imposte da quanto casino è stato fatto,
- trovarsi un secondo lavoro.
Bene se decidete di trovarvi un secondo lavoro dovete chiedervi subito se il vostro cliente vi può chiedere i danni o meno e quanto vi può chiedere. Dopo ciò capirete che se c’è il rischio di grossi danni conviene una società a responsabilità limitata ed allora viene il bello che ti porta a pensare al suicidio……si, suicidio perchè non si può vivere in un paese gestito in questa maniera e penso che anche kafka non riuscirebbe a capacitarsi di una situazione del genere.
Prima di tutto partiamo dagli scaglioni di reddito sui quali si calcolano le tasse :
fino a 15.000 23% dai 15.001 a 28.000 27% dai 28.001 a 55.000 38% dai 55.001 a 75.000 41% oltre 75.000 43% Bene, un lavoratore di 40 anni è molto probabile che si trovi di un pelo nello scaglione del 38% e quindi ogni lavoro che fa dopo il primo deve pagare in progressione con la prima aliquota che diventa 38% e se arriva a 55.001 annui scatta il 41% per i reddi dit isopra i 55.000.
Quindi, vuoi lavorare per mantenerti da tutte ste tasse? HAaaa, io stato di massacro di tasse perchè tu lavorando togli lavoro agli altri (concetto comunista) e togli tempo alla tua famiglia (concetto democristiano/cattolico) …….mi viene in mente un manga giapponese nel quale un uomo diceva che le relazioni sono in base a quanti soldi hai…..più soldi più relazioni….meno soldi meno relazioni.
MA NON E’ FINITA’ QUA’………….HAAAAAAAAAAAAA……. L’INPS.
Ho scoperto che gli accertatori dell’INPS hanno un manuale che gli spiega come fare gli accertamenti, bene direte voi .basta leggerlo e sappiamo come fare il lavoro…..HAAAAAAAAAAA…..sbagliato perchè si possono avere differenze tra manuale e software di gestione posizioni dell’ente, ci sono delle particolari situazioni per le quali tu pensi di aver fatto giusto ma poi scopri che non era così ed allora paghi la multa…….maledetto evasore di contrinuti………..allora che succede, molta gente paga due volte i contributi e se non mi credete andate a vedervi l’annosa questione tra inps commercianti/artigiani e inps gestione separata.
Molti commercialisti ti dicono che devi pagare due inps (se non tre in certi casi di albi professionali)….perchè potresti pagarne una ma siccome il manuale dice cose diverse dal software INPS rischi di pagare la multa ed allora meglio pagare …….a me sembra un ricatto!
Quindi la società pagà circa il 32% di tasse da reddito poi il socio che percepisce il dividendo deve ripagare le tasse, si avete capito bene, sul 49,72% dell’utile netto che fa cumulo con i redditi precedenti e quindi :

tax rate finale (PERCENTUALE TOTALE DELLE TASSE PAGATE SU UTILE SOCIETARIO) fino a 15.000 23% 39,24% dai 15.001 a 28.000 27% 40,61% dai 28.001 a 55.000 38% 44,36% dai 55.001 a 75.000 41% 45,38% oltre 75.000 43% 46,07% se uno percepisce 50.000 solo come reddito da società viene tassato al 44,36% a differenza del 38% come dipendente (parlo di scalgione irpef), bello no?
poi abbiamo l’inps ma non vorrei annoiarvi……….il 59% di cui parla l’articolo consiste in Ires e irap per 31,40% circa e inps primo lavoro per 27,…% il totale è circa 59%.
Questa è la sola Irpef. Ma secondo voi è giusto?

P.s. spero di aver fatto i calcoli giusti, ho controllato ma purtroppo sempre quello è il risultato…..tralasciamo poi l’irpef regionale e comunale per semplicità.
 

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