Discesa del mercato immobiliare? (1 Viewer)

tzr

Nuovo forumer
Fernando'S ha scritto:
poichè il mercato nelle grandi città ha evidenziato crepe colossali e prezzi in picchiata del 40% e 50%.
....
roba che i prorietari si friggono le dita nelle padelle per mangiare qualcosa.
Increddiiiiibile!

Prezzi in picchiata del 50% vuol dire prezzi dimezzati..
Si friggono le dita per mangiare qualcosa, ho proprio riso di gusto :lol:

Ma chi e' che scrive su questo corsera ??
Il prossimo articolo scrivera' che a Milano i prezzi sono scesi del 120% :lol:

Forse il sito perde un pochino di credibilita' ...

Parlando seriamente, oggi ho sentito l'ennesimo conoscente che ha rinunciato a cambiare seconda casa (in riviera), causa i prezzi troppo alti e l'offerta di bassa qualita'. Qualcosa vorra' dire.

Saluti! :)
 

eldorado

Forumer attivo
A me sembra una visione un po'...catastrofista, quella del ribasso a rotta di collo del mercato immobiliare. Non capisco poi l'Osservatorio a quali campioni faccia riferimento, dato che per mia diretta conoscenza so che a Milano e Roma (solitamente parametri di riferimento per l'Italia) il mercato vendite e affitto tiene molto bene e non è affatto in crisi (come d'altronde testimoniano i prezzi sempre stratosferici e la continua costruzione di nuovi immobili residenziali). I tempi di conclusione della trattativa non sono certamente più rapidissimi come due anni fa, ma per un immobile di buona qualità (cosa non rara) il tempo può attestarsi anche in una settimana.
Forse la crisi del mattone è ancora lontana. Certo, non è l'investimento adatto per chi ha bisogno di liquidità o è nell'ottica del breve e medio periodo. Interessanti opportunità si trovano in alcuni paesi UE ed extra-UE (ma bisogna affrettarsi).
Poi...resterà l'investimento su Marte!
 

tzr

Nuovo forumer
Dal Sole24Ore di sabato 19 Marzo 2005, inserto Casa&Case, pag 40:
Focus Venezia.
Cambio di intonazione per il mercato del mattone di Venezia. Dallo scorso autunno gli operatori registrano un calo delle compravendite e dei prezzi. Negli ultimi otto mesi Gabetti rileva una discesa delle quotazioni di circa il 10% e una diminuzione dei volumi di vendita intorno al 20 per cento. Si nota uno scarto maggiore fra i prezzi richiesti e quelli finali.... ecc, ecc



Il -10% qui prezzi non sono mica noccioline, e il volume -20%, significa che chi vuole vendere fa fatica e deve abbassare le pretese.
SBOOM conclamato ?
 

gastronomo

Forumer storico
Buongiorno, leggo con interesse le vostre considerazioni sul mercato immobiliare e vorrei aggiungere le mie:
1. storicamente l'italiano è quello che, percentualmente su base europea, si posiziona più in alto nel rapporto di prime abitazioni possedute - il che significa che in media oltre l'85% degli italiani possiede la casa in cui abita contro una media europea che non raggiunge il 35% (sui numeri vado a memoria, ma la proporzione è in quest'ordine di grandezza)...come dicono i miei vecchi "il mattone è sempre il mattone"
2. una conseguenza del punto 1. è che il mercato secondario degli immobili è per sua natura molto più vischioso rispetto ad altri paesi, nel senso che l'italiano non vende in perdita a meno di non essere costretto, quindi, fatti salvi fenomeni esogeni epocali, il mercato o sale o sta fermo o scricchiola, ma scendere fa una gran fatica...
3. il mattone è salito ovunque in Italia in maniera indiscriminata, le ragioni sono numerose
1. rinegoziare gli affitti in euro è una mazzata
2. i mutui sono bassi quindi meglio pagarsi la rata che l'affitto
3. gli extracomunitari compran casa e fan figli
4. il mattone è sempre il mattone - come dicevo - agli italiani piace e ancor di più piace quando con la borsa ti sei fatto male ed i fondi comuni bruciano le performance con commissioni inadeguate al contesto dei rendimenti
Storno del mercato immobiliare?
Farei dei "distinguo": tutto è salito (e troppo) - per certo lo storno si avrà su immobili di scarsa qualità, il mercato degli immobili di pregio non credo perderà più di tanto - le seconde case? Le tasse non aiutano (con i recenti incrementi) ma ai tempi dell'euro e con dei figli non ti puoi più fare un week end al mare in albergo senza la paura di quanto ti verrà a costare...quindi credo ci sarà sostanziale tenuta anche lì, non fosse altro per la relativa scarsità di offerta
Il punto è che la gente spende meno perchè la vita costa di più, e, molto semplicemente, il tasso di indebitamento delle famiglie (attraverso mutui e credito al consumo) è destinato a crescere quindi la vera differenza la faranno ragioni di contesto molto più profonde, ossia il fatto di avere o meno una recessione dell'economia, cosa che al momento non abbiamo, sebbene segnali incoraggianti all'orizzonte non ve ne siano.
 

peleg3

Nuovo forumer
Se tra un paio d'anni l'Unione Europea si sfascerà come sembra stia facendo, voglio proprio ridere per quel 75% che ha stipulato mutui a tasso variabile...
Cmq. spero ardentemente che tu abbia torto, ossia che i prezzi scendano dalle quotazioni folli di questo periodo. Oggi si vende a prezzi ai quali la maggioranza delle persone non può sperare di arrivare da solo; inoltre nei prossimi anni è lecito aspettarsi una riduzione degli affitti (specie se la sinistra andrà al governo) e del numero di affittuari, quindi sinceramente non vedo proprio per quali motivi debbano continuare a salire indefinitamente. Un bel -30% è quello che ci vorrebbe...(magari).
ciao e Buona pasqua
Peleg
 
Mah, www.mutui.com dice il contrario, ossia che se anche i tassi invertissero prepotentemente il loro trend (e quindi crescessero), sarebbero prepotentemente :cry: sarebbe comunque vantaggioso rimanere nel mercato immobiliare...

B-B


Paperino ha scritto:
Ma è vero ed attuale questo articolo che ho trovato in rete? Qualcuno mi sa dire di più o confermare quanto si legge?

http://www.corsera.it/modules.php?name=News&file=article&sid=20040409156544

"...Scappare dunque dal settore immobiliare è il nostro consiglio a chi ha disponibilità liquide e attendere come si dice in gergo che "il cadavere passi sul fiume"."
 

tzr

Nuovo forumer
b-b ha scritto:
Mah, www.mutui.com dice il contrario, ossia che se anche i tassi invertissero prepotentemente il loro trend (e quindi crescessero), sarebbero prepotentemente :cry: sarebbe comunque vantaggioso rimanere nel mercato immobiliare...

B-B
Ammazza che sito! c'e' un po' di pubblicita' qui e la' :lol: :lol: :lol:

Mah, tra gli editoriali in fondo a sinistra:
N.1 - MERCATO IMMOBILIARE: E’ IL MOMENTO DI COMPRARE?
Editoriale n. 1 - Settembre 2003
Un po' vecchiotto...

Non ho trovato quello che hai letto tu, ma da chi fa business con i mutui, che genere di consigli ti puoi aspettare ? (Ho un bruttissimo senso di deja-vu... mi ricorda un po' il 2000 con l'azionario... :eek: )

Saluti :)
 

peleg3

Nuovo forumer
Nationwide records biggest house price fall in decade

Adam Jay
Thursday March 31, 2005

UK house prices suffered their biggest fall for nearly a decade this month, Nationwide revealed today.
Prices fell by 0.6% during March, making the month the worst for the housing market since June 1995. The annual rate of house price inflation fell from 10.2% in February to just 7.9% in March - the first time it has dropped below 10% since June 2001.

But Nationwide continued to insist that it sees no crash ahead for the market. The average price of a house actually increased in March - from £152,879 to £153,876 - by over £11,000 on March 2004, but the building society makes seasonal adjustments to its figures.

Its chief economist, Alex Bannister, said: "When seasonal factors are taken into account, the price of the average house fell by 0.6% in March. While this is the biggest monthly fall in prices since June 1995, looked at in context it confirms our view that the market is experiencing a soft landing.

"The fall in March follows small monthly rises in January and February and is consistent with our expectation that house price movements in 2005 would be characterised by rises in some months and falls in others."

The report follows data published earlier this week, showing that mortgage lending rose in February by 3% but was 12% lower than a year ago. Nationwide said today that approvals had fallen from 82,000 to 79,000 in January, but were expected to bounce back to 84,000 in March.

It also said that the slowdown in the housing market was likely to result in interest rates remaining unchanged for the time being.

"There seems to be a little more breathing space on the timing of any change in UK interest rates," Mr Bannister said.

"While two members of the MPC voted for a quarter point rise in interest rates this month, preferring to pre-empt any inflationary pressure, the minutes of the March meeting show that the majority felt that risks to inflation were sufficiently low to warrant waiting until at least next month for further information.

"Evidence of a continuing gentle slowdown in the housing market as shown by the latest data is likely to reinforce this view."

The Nationwide report shows that huge disparity in annual growth continues across the country, with a north-south divide remaining evident. Yorkshire and Humberside saw annual house price inflation of 15.5%, with Scotland registering 15.4%, the north-west 14.9% and Wales 14.7%.

But despite still registering healthy increases, the north-west has seen a sudden slowdown in growth - down from an annual rate of 24.6% at the end of 2004. "This deceleration is similar in magnitude to that witnessed in London a year earlier," Mr Bannister said. "Affordability seems to be the key to this."

The south-east only saw growth of 5.3% in the year to March, while London registered the smallest increase in prices, at just 3.8%.

Nationwide also calculated that the doubling of the stamp duty threshold - from £60,000 to £120,000 - will bring the percentage of homebuyers paying the tax down from 91% to 64% - still well above the 1997 level of 50%.

The measure, announced in this month's budget, was the first increase since 1993 but would have had to increase to £185,000 to keep in line with price increases over the period.
 

NNGNews

Forumer attivo
ROMA - E' boom dei prezzi del mattone anche per la costruzione di case nuove. L'Istat ha certificato infatti che nel 2004 i costi di costruzione di fabbricati residenziali sono aumentati del 4,1%, soprattutto a causa dell'aumento della manodopera. Guidano la corsa al caro-mattone Genova e Catanzaro. (Agr)

*****
 

Charlie

Forumer attivo
Fernando'S ha scritto:
ringraziando Riccardo, copio ed incollo:

Anche nel 2004, seppure in maniera minore rispetto agli anni precedenti il mercato immobiliare italiano continua a crescere con percentuali di incremento superiori all'inflazione, tanto da far temere che si sia ormai creata una bolla in procinto di scoppiare.
Ma la bolla c'è davvero? E quando potrebbe scoppiare? In che modo?

Iniziamo con l'individuare le cause del boom del mercato immobiliare in questi ultimi anni.
1) Scoppio della bolla azionaria cosiddetta della new economy nel 2000-2001 e conseguente fuga dall'azionario.
Da notare anche come parte dei capitali fuggiti dall'azionario e riversatisi in massa sull'obbligazionario sono stati nuovamente e duramente colpiti dai casi di default Argentina, Cirio, Parmalat con conseguente ulteriore sfiducia dei risparmiatori verso i mercati finanziari.
2) Discesa dei tassi di sconto e conseguente minore costo dei mutui. La discesa dei tassi ha provocato anche un'ulteriore perdita di appeal del mercato del reddito fisso che offre ormai rendimenti netti inferiori al 2% annuo.
3) Rientro dei capitali dall'estero grazie alla sanatoria delle finanziarie 2002-2003 che, visto anche il particolare periodo nero delle borse, si sono riversati per la maggior parte sull'azionario.
4) Il trasferimento di ricchezza avvenuto dopo il change-over dell'euro: una consistente parte della ricchezza dei lavoratori dipendenti pubblici e privati si è trasferita nelle tasche di commercianti, esercenti, liberi professionisti ecc..., in genere tutti quelli in grado di aumentare a piacimento i loro prezzi/tariffe per adeguarsi al caro-vita reale, non certo a quello ufficiale, ben inferiore.
Questo, come vedremo, ha provocato un ristagno dell'economia ed una feroce crisi dei consumi.
5) Il condono edilizio promosso dalla finanziaria 2004 che ha provocato ulteriore interesse ed euforia sul mercato immobiliare.
6) La crescita di interesse per l'immobiliare da parte dei grandi capitali della speculazione internazionale attratti come in tutti i mercati da possibili bolle speculative.
7) Incertezza sulla situazione macro-economica globale e sugli effetti del terrorismo internazionale: questo come sempre provoca una fuga di capitali verso investimenti considerati più "sicuri". E il mattone lo è per eccellenza Premettendo che il grosso del mercato immobiliare è fatto dai grandi capitali e quindi da una certa componente speculativa, chi e perchè compra casa?
Vediamo il residenziale.
Ovviamente c'è chi la compra per abitarci. Visto il caro-affitto conseguente alla fine dell'equo canone e dei contratti cosiddetti "calmierati", oltre alla dismissione di un'imponente fetta di immobili degli enti pubblici, è diventato sempre più difficile trovare una casa in locazione a prezzi congrui al proprio salario.
Cosicchè, complici i bassissimi tassi dei mutui, conviene indebitarsi anche a 25-30 anni e comprare l'abitazione in cui vivere.
E già qui si capisce che qualcosa non va e non è tanto "sicura" come si crede: la maggior parte dei mutui sono a tasso variabile.
Questo rappresenta un rischio non sempre correttamente valutato, vista anche la perdita del potere d'acquisto di molti lavoratori.
Si compra una casa per investimento: disponendo di una forte somma in contanti, sembra che l'unica soluzione di investimento "sicura" sia acquistare un immobile per affittarlo.
Ma anche qui non si valuta correttamente il rischio e soprattutto il rapporto rischio/rendimento.
Gli immobili nel lungo periodo si rivalutano sempre, questo è vero, la casa è un bene primario, tuttavia la rivalutazione va sempre depurata del tasso di inflazione. In termini reali si scopre così che non sempre si riesce a guadagnare qualcosa o solo a recuperare l'inflazione.
Vediamo quali sono i costi e i rischi legati ad un immobile uso "investimento".
1) Spese di manutenzione straordinaria e in caso di immobile sfitto anche ordinaria.
2) Tasse: ICI e Irpef sia sulla rendita che sull'eventuale capital gain
3) Rischio insolvenza locatario (l'inquilino non paga l'affitto)
4) Rischio lunghissima attesa per eventuale sfratto: si continuano a pagare le spese ma non si percepisce un utile adeguato (canone bloccato obtorto collo)
5) Spese legali per eventuale sfratto
6) Rischio dequalificazione quartiere/via/stabile per fattori esogeni

Il rischio principale è comunque l'inquilino: se moroso diventa lungo,difficile e costoso recuperare il dovuto. E per sfrattarlo ancora di più.
Senza tralasciare il fatto che le tasse allo Stato le devi pagare comunque, a meno che non si voglia correre il rischio di affittare in nero, esponendosi però ad eventuali ripicche dell'inquilino e/o ad eventuali controlli della G.d.F.
Alla fine si potrebbe scoprire che il rendimento di un immobile per uso investimento, nel lungo periodo, potrebbe non essere quello che ci si aspetta e che remunera adeguatamente il rischio corso.
Inoltre nel lungo periodo, malgrado quel che si crede comunemente, azioni e soprattutto titoli di Stato hanno SEMPRE battuto il mercato immobiliare nel lungo-lunghissimo periodo. E non il contrario.
Passiamo ora agli effetti nel presente della bolla immobiliare.
Chiaramente i consumi delle famiglie si sono contratti, non solo perchè grossa parte del reddito mensile viene destinato al pagamento della rata del mutuo, ma anche a causa dell'inflazione reale superiore a quella ufficiale.
Si sta assistendo ad una americanizzazione della posizione finanziaria delle famiglie: sempre più gente è costretta a ricorrere al credito al consumo e all'indebitamento in generale.
La rata del mutuo incide in percentuale elevata in rapporto al reddito, e questo comprime ovviamente i consumi, che infatti sono in calo.
Il calo appare più pronunciato tenendo conto che il PIL dovrebbe crescere IN TERMINI REALI, e quindi depurato del tasso di inflazione.
Il problema delle famiglie è comunque il tipo di mutuo stipulato: oltre l'80% è a tasso variabile.
I tassi nei prossimi anni sono previsti in crescita: è lecito attendersi un raddoppio del tasso di sconto entro il 2005.
Questo provocherà un aumento dell'importo delle rate dei mutui a tasso variabile. Da notare che una variazione del 2% in più non corrisponde ad un incremento del 2%, bensì ad un incremento del 20-30% a seconda dei casi.
Ma anche senza questo aumento dei tassi, sempre più famiglie avranno in futuro problemi a pagare la rata del mutuo.
Questo provocherà una serie di vendite all'asta o comunque una vendita per passare a case più economiche.
Inoltre gli acquisti di prima casa, ai tassi attuali, diventerà sempre più inaccessibile ad una sempre più ampia classe sociale.
Mentre da una parte si assiste all'incremento di persone che hanno disponibilità di 2°,3° e 4° case, d'altra parte si assiste al fenomeno inverso, sempre più persone non riescono a comprare neanche la prima, di casa.
Inoltre l'Italia ha oltre l'80% di famiglie proprietarie di almeno un'abitazione: una percentuale esorbitante rispetto alla media europea.
Quindi sempre più proprietari, sempre meno inquilini.
In conclusione: l'offerta è abbondante, la domanda va sempre più calando.
A questo punto torniamo ai grandi capitali della speculazione internazionale: il loro interesse è mettere i capitali dove rendono di più, a parità di rischio.
In questi anni l'immobiliare è stato un ottimo parcheggio, ma ormai la bolla è all'apice e potrebbe sgonfiarsi in pochi mesi.
Non a caso si assiste ad un mpoltiplicarsi di offerte di fondi immobiliari negli ultimi mesi: si cerca di scaricare sul solito parco-buoi il rischio.
Quando il rendimento dell'immobiliare sarà inferiore, in termini reali e in potenza, a quelli del reddito fisso, e avverrà a breve grazie all'aumento dei tassi, la speculazione internazionale non esiterà a dirottare altrove i propri capitali.
Questo, insieme a ciò che abbiamo descritto prima, provocherà lo sgonfiamento della bolla immobiliare.
Sgonfiamento che potrà avvenire in maniera graduale, attraverso dieci anni di prezzi nominali fermi, ma in calo in termin reali, oppure attraverso un forte ridimensionamento nell'ordine del 20-30%, che colpirà in primis gli immobili meno pregiati e in zone più svantaggiate.
Da notare che il crollo e la sua intensità sarà deciso al solito non certo dal parco-buoi, ma dai padroni del vapore.
Inoltre vorrei far notare come nessun mercato può crescere all'infinito, l'illusione della new economy pare essersi trasferito sull'immobiliare.
Non esistono pasti gratis in nessun tipo di mercato.
Il rapporto rischio/rendimento spesso non viene valutato correttamente da chi investe sull'immobiliare: c'è sempre l'illusione ottica di un incremento di valore che nella realtà dei fatti non c'è.
In conclusione: il mercato immobiliare potrà rimanere agli attuali livelli per un altro periodo, forse anche 1-2 anni, tuttavia il rapporto rischio/rendimento è attualmente sfavorevole per chi vuole investire nel settore

Non capisco perchè ringrazi Riccardo per un articolo che ho scritto io. :)

http://www.tradingconsulting.it/html/modules/news/article.php?storyid=17

Nulla in contrario al cut&paste, ci mancherebbe, ma è bene citare la fonte.
Senza polemica.
Grazie
 

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