Dio vs filosofia (1 Viewer)

Robert Shmadtke

L'estremista
Assolutamente no.

l' Islam parla della spada da imporre ai nn credenti; il Vangelo (nn AT) parla di ben altro ... "quello che farete al piccolo tra voi lo avete fatto a me..." un filo diverso come impostazione ....



Inoltre: Maometto decapitò con le sue mani circa 700 persone e partecipo', guidandole, ad almeno 27 o 29 tra guerre et assedi ... Gesù a meno di particolari revisionismi di cui nn sono al corrente mi sembra che la sua fine fu un ciccino diversa ...

Vera la parte circa il femmineo ...
;)

ciao lorenzo...

purtroppo il famigerato "compelle intrare" pronunciato dal buon Gesù ha giustificato formalmente tutti gli stermini compiuti dai cattolici che purtroppo sono perlomeno pari a quelli islamici.

quanto a parlare di "verità storiche" su Gesù, io sarei cautissimo ;)...su Maometto non saprei.

PS: comunque l'accomunamento era dovuto al concetto di Dio, non ai precetti.

ciao:)
 

f4f

翠鸟科
errata: è
Yudhisthira


e il suo cane ... e quello che dice , rinunciando al Paradiso ...ma non trovo quel pezzo, era bellissimo :wall::wall:

Ciao , Robert :)



purtroppo il pezzo non lo trovo più
parzialmente, è qui riportato:


Alla fine del grande poema epico Mahabharata, che racconta la storia dell’India, vi è l’imperatore Yudhishthira, noto per la sua rettitudine e figlio del Dharma, che, al termine della vita, si avvia verso la cima del monte Meru (Sumeru) per ottenere la liberazione finale. Con sé ha un vecchio cane che lo ha accompagnato fedelmente nel suo viaggio.
Avendo ormai perso moglie e figli, l’imperatore si ritrova solo sulla vetta. Lì, gli appare Indra (il re degli Dei e padre di suo fratello Arjuna) che lo invita a entrare nel Paradiso mantenendo il corpo fisico, quale premio per l’equità e giustizia con cui Yudhishthira aveva governato.
Egli si appresta a obbedire portando con sé la bestiola, ultimo compagno della sua esistenza, ma Indra lo ferma dicendo: “Lascia fuori il cane”.
Yudhisthira, dopo una breve esitazione, garbatamente rifiuta. Come potrebbe lasciare solo, su una desolata vetta, quel piccolo essere vivente, vecchio e nell'impossibilità di sopravvivere, un cane che lo ha accompagnato nella vita, gli è stato vicino nelle battaglie della vita e che ora, vecchio, si è affidato a lui?
La sua coscienza gli impedisce di farlo.
Anche se Indra lo esorta a lasciare il cane.
La sua decisione è presa.
“Quando questa fedele creatura, che ha avuto fiducia in me, avrà terminato l’esistenza terrena, allora potrò venire. Per il momento il mio dovere è di occuparmi di lui.”

A quel punto il cane si trasforma nel Dharma, il Dio che incarna la giusta direzione, la legge, la rettitudine, il giusto agire, e padre stesso dell’imperatore.
Yudhishthira, viene a sapere dal padre che quella era l’ultima prova da superare.

Non so se effettivamente c'è un Paradiso, non so se posso essere ammesso, so solo che se li non ci trovo i miei cani e i miei amici non ci vado..





il pezzo che cercavo , insegnava come per Y la 'cosa giusta' contasse più del volere di Indra e del Paradiso stesso
fino a rinunciare al paradiso,
dato che là c'era l'assassino e stupratore di sua moglie, che però era stato accolto in quanto, come guerriero, aveva adempiuto al suo Kharma,
e sapendo che sua moglie invece era all'inferno, perchè aveva osato in punto di morte maledire la sua sorte, rifiutando il suo Kharma di vittima

mi spiace che le mie parole non rendano giustizia alla poesia e allo spessore filosofico della narrazione :help:
 

Robert Shmadtke

L'estremista
purtroppo il pezzo non lo trovo più
parzialmente, è qui riportato:


Alla fine del grande poema epico Mahabharata, che racconta la storia dell’India, vi è l’imperatore Yudhishthira, noto per la sua rettitudine e figlio del Dharma, che, al termine della vita, si avvia verso la cima del monte Meru (Sumeru) per ottenere la liberazione finale. Con sé ha un vecchio cane che lo ha accompagnato fedelmente nel suo viaggio.
Avendo ormai perso moglie e figli, l’imperatore si ritrova solo sulla vetta. Lì, gli appare Indra (il re degli Dei e padre di suo fratello Arjuna) che lo invita a entrare nel Paradiso mantenendo il corpo fisico, quale premio per l’equità e giustizia con cui Yudhishthira aveva governato.
Egli si appresta a obbedire portando con sé la bestiola, ultimo compagno della sua esistenza, ma Indra lo ferma dicendo: “Lascia fuori il cane”.
Yudhisthira, dopo una breve esitazione, garbatamente rifiuta. Come potrebbe lasciare solo, su una desolata vetta, quel piccolo essere vivente, vecchio e nell'impossibilità di sopravvivere, un cane che lo ha accompagnato nella vita, gli è stato vicino nelle battaglie della vita e che ora, vecchio, si è affidato a lui?
La sua coscienza gli impedisce di farlo.
Anche se Indra lo esorta a lasciare il cane.
La sua decisione è presa.
“Quando questa fedele creatura, che ha avuto fiducia in me, avrà terminato l’esistenza terrena, allora potrò venire. Per il momento il mio dovere è di occuparmi di lui.”

A quel punto il cane si trasforma nel Dharma, il Dio che incarna la giusta direzione, la legge, la rettitudine, il giusto agire, e padre stesso dell’imperatore.
Yudhishthira, viene a sapere dal padre che quella era l’ultima prova da superare.

Non so se effettivamente c'è un Paradiso, non so se posso essere ammesso, so solo che se li non ci trovo i miei cani e i miei amici non ci vado..





il pezzo che cercavo , insegnava come per Y la 'cosa giusta' contasse più del volere di Indra e del Paradiso stesso
fino a rinunciare al paradiso,
dato che là c'era l'assassino e stupratore di sua moglie, che però era stato accolto in quanto, come guerriero, aveva adempiuto al suo Kharma,
e sapendo che sua moglie invece era all'inferno, perchè aveva osato in punto di morte maledire la sua sorte, rifiutando il suo Kharma di vittima

mi spiace che le mie parole non rendano giustizia alla poesia e allo spessore filosofico della narrazione :help:

:):):)

a grandi linee: uno dei nodi centrali dell'induismo è quello di comprendere e seguire il proprio destino (dharma) e il destino dell'universo . In ultima analisi l'arbitrio è libero, ma solo scegliendo di svolgere il ruolo che ci è satto assegnato nel mondo rendiamo il kharma positivo fino a raggiungere il moksha al termine del ciclo delle rinascite. Non seguire il dharma turba l'equilibrio cosmico (rita) e nel nostro piccolo rendiamo peggiore l'universo: questo è il nostro peccato meritevole di un kharma negativo che ci farà sprofondare nel ciclo delle morti e delle rinascite.

delle tante cose affascinanti in questa visione, quella che più mi stupisce è la sconcertante razionalità dell'intero sistema induista dove non esistono misteri e tutto ha una spiegazione logica (all'interno del sistema chiuso).

La baghavad gita, una parte del mahabaratha, affronta lo stesso tema....lì c'è arjuna che non vuole combattere contro i suoi parenti e amici e krisna gli spiega quale sia il suo compito nel mondo. E' considerato una sorta di vangelo...

ciao:)
 

f4f

翠鸟科
Vi riporto la bella storia (forse una leggenda simbolica) tratta dal poema sanscrito Mahabharata, avvenuta in India circa mille anni a. C., in cui si parla di 5 eroi semidei, dotati di grandi virtù, nati da madre terrena e da padre immortale: gli imperiali fratelli Pandava.
testimonianzealtrefonti192img1.bmp

Questi alla fine della loro vita terrena, abbandonano agi e ricchezze per ritirarsi in meditazione e austerità nella foresta in attesa di entrare nella dimora celeste del dio-padre Dharma. Salgono su per un sentiero sempre più faticoso.
Nel cammino, uno dopo l’altro fratelli Pandava si abbandonano ad una morte dolce. L’ultimo, l’imperatore Yudhistira, sempre più oppresso dal dolore e consapevole della sua fine imminente, continua la sua ascesa insieme ad un cane sbucato all’improvviso dagli alberi che gli è rimasto accanto e che si è unito al gruppo nella vallata; un bastardino dagli occhi dolci.
Quando l’imperatore giunge alla vetta del Kailash, lì vi è una porta dove entrano solo gli eroi, coloro che hanno messo fine alle esistenze terrene, e questa si apre; Indra e tutti gli dei appaiono nella luminosità del mondo ultraterreno.
Yudhistira scorge festanti gli spiriti dei fratelli che lo hanno preceduto ma non vede il volto radioso del padre Dharma. “Tu che sei stato il più giusto degli uomini”, dice Indra sorridendo, “vieni, entra con me in questa dimensione dove dimenticherai ogni peso delle tue passate esistenze”. Yudhistira accenna al cane di precederlo, ma il dio lo ferma.
“Lascia quel cane, Yudhistira” gli dice, “non può entrare con te. Lascialo qui, non vi è nulla di crudele in questo”. “Nulla?” obietta l’imperatore… “Dovrei abbandonare qui solo e sperduto questo essere che si è affidato a me?” “E’ solo un cane” replica il dio, sempre sorridente, “lascialo alla sua vita, quale che sia. Tu sei già al di là di tutto questo”. “Ma non sono al di là della mia coscienza: il suo abbandono offuscherebbe la serenità che tu mi prometti” ribatte il Re.
Per 4 volte Indra enumera i vantaggi e le meraviglie della vita celeste che Yudhistir a si è guadagnata e ogni volta lo invita ad abbandonare l’animale che continua a fissare il suo compagno. Ma per 4 volte il figlio di Dharma risponde con ferma umiltà che questo non gli è possibile e che se il cane non potrà venire con lui sarà lui ad aspettare sulla montagna finché abbia terminato il ciclo delle sue esistenze: “Allora, e non importa quando, entrerò nell’immortalità, nella pace del dovere compiuto”.
Nel momento stesso in cui Yudhistira, dopo l’ennesimo rifiuto, si china ad accarezzare il suo ultimo compagno, quasi ad assicurargli che non lo abbandonerà, l’animale si trasforma in luce, ed egli si trova dinanzi suo padre Dharma che gli dice: “Nessuno potrà mai eguagliarti dopo questa prova, figlio mio. Oggi hai dimostrato agli uomini e agli dei che ogni vita, in quanto tale, è sacra e sacri e indissolubili sono i legami fra tutte le creature viventi, legami di compassione e di aiuto che nessuno deve ignorare o dimenticare mai”.
Così l’imperatore e il suo padre-dio, che si era fatto cane per mettere alla prova le virtù del figlio, entrano insieme nel fulgore dell’immortalità.






:):)
 

nonmollare

Moderator
Vi riporto la bella storia (forse una leggenda simbolica) tratta dal poema sanscrito Mahabharata, avvenuta in India circa mille anni a. C., in cui si parla di 5 eroi semidei, dotati di grandi virtù, nati da madre terrena e da padre immortale: gli imperiali fratelli Pandava.
testimonianzealtrefonti192img1.bmp

Questi alla fine della loro vita terrena, abbandonano agi e ricchezze per ritirarsi in meditazione e austerità nella foresta in attesa di entrare nella dimora celeste del dio-padre Dharma. Salgono su per un sentiero sempre più faticoso.
Nel cammino, uno dopo l’altro fratelli Pandava si abbandonano ad una morte dolce. L’ultimo, l’imperatore Yudhistira, sempre più oppresso dal dolore e consapevole della sua fine imminente, continua la sua ascesa insieme ad un cane sbucato all’improvviso dagli alberi che gli è rimasto accanto e che si è unito al gruppo nella vallata; un bastardino dagli occhi dolci.
Quando l’imperatore giunge alla vetta del Kailash, lì vi è una porta dove entrano solo gli eroi, coloro che hanno messo fine alle esistenze terrene, e questa si apre; Indra e tutti gli dei appaiono nella luminosità del mondo ultraterreno.
Yudhistira scorge festanti gli spiriti dei fratelli che lo hanno preceduto ma non vede il volto radioso del padre Dharma. “Tu che sei stato il più giusto degli uomini”, dice Indra sorridendo, “vieni, entra con me in questa dimensione dove dimenticherai ogni peso delle tue passate esistenze”. Yudhistira accenna al cane di precederlo, ma il dio lo ferma.
“Lascia quel cane, Yudhistira” gli dice, “non può entrare con te. Lascialo qui, non vi è nulla di crudele in questo”. “Nulla?” obietta l’imperatore… “Dovrei abbandonare qui solo e sperduto questo essere che si è affidato a me?” “E’ solo un cane” replica il dio, sempre sorridente, “lascialo alla sua vita, quale che sia. Tu sei già al di là di tutto questo”. “Ma non sono al di là della mia coscienza: il suo abbandono offuscherebbe la serenità che tu mi prometti” ribatte il Re.
Per 4 volte Indra enumera i vantaggi e le meraviglie della vita celeste che Yudhistir a si è guadagnata e ogni volta lo invita ad abbandonare l’animale che continua a fissare il suo compagno. Ma per 4 volte il figlio di Dharma risponde con ferma umiltà che questo non gli è possibile e che se il cane non potrà venire con lui sarà lui ad aspettare sulla montagna finché abbia terminato il ciclo delle sue esistenze: “Allora, e non importa quando, entrerò nell’immortalità, nella pace del dovere compiuto”.
Nel momento stesso in cui Yudhistira, dopo l’ennesimo rifiuto, si china ad accarezzare il suo ultimo compagno, quasi ad assicurargli che non lo abbandonerà, l’animale si trasforma in luce, ed egli si trova dinanzi suo padre Dharma che gli dice: “Nessuno potrà mai eguagliarti dopo questa prova, figlio mio. Oggi hai dimostrato agli uomini e agli dei che ogni vita, in quanto tale, è sacra e sacri e indissolubili sono i legami fra tutte le creature viventi, legami di compassione e di aiuto che nessuno deve ignorare o dimenticare mai”.
Così l’imperatore e il suo padre-dio, che si era fatto cane per mettere alla prova le virtù del figlio, entrano insieme nel fulgore dell’immortalità.






:):)

l'ho letta, è proprio bella :up:
 

Kronos

Forumer storico
Vi riporto la bella storia (forse una leggenda simbolica) tratta dal poema sanscrito Mahabharata, avvenuta in India circa mille anni a. C., in cui si parla di 5 eroi semidei, dotati di grandi virtù, nati da madre terrena e da padre immortale: gli imperiali fratelli Pandava.
testimonianzealtrefonti192img1.bmp

Questi alla fine della loro vita terrena, abbandonano agi e ricchezze per ritirarsi in meditazione e austerità nella foresta in attesa di entrare nella dimora celeste del dio-padre Dharma. Salgono su per un sentiero sempre più faticoso.
Nel cammino, uno dopo l’altro fratelli Pandava si abbandonano ad una morte dolce. L’ultimo, l’imperatore Yudhistira, sempre più oppresso dal dolore e consapevole della sua fine imminente, continua la sua ascesa insieme ad un cane sbucato all’improvviso dagli alberi che gli è rimasto accanto e che si è unito al gruppo nella vallata; un bastardino dagli occhi dolci.
Quando l’imperatore giunge alla vetta del Kailash, lì vi è una porta dove entrano solo gli eroi, coloro che hanno messo fine alle esistenze terrene, e questa si apre; Indra e tutti gli dei appaiono nella luminosità del mondo ultraterreno.
Yudhistira scorge festanti gli spiriti dei fratelli che lo hanno preceduto ma non vede il volto radioso del padre Dharma. “Tu che sei stato il più giusto degli uomini”, dice Indra sorridendo, “vieni, entra con me in questa dimensione dove dimenticherai ogni peso delle tue passate esistenze”. Yudhistira accenna al cane di precederlo, ma il dio lo ferma.
“Lascia quel cane, Yudhistira” gli dice, “non può entrare con te. Lascialo qui, non vi è nulla di crudele in questo”. “Nulla?” obietta l’imperatore… “Dovrei abbandonare qui solo e sperduto questo essere che si è affidato a me?” “E’ solo un cane” replica il dio, sempre sorridente, “lascialo alla sua vita, quale che sia. Tu sei già al di là di tutto questo”. “Ma non sono al di là della mia coscienza: il suo abbandono offuscherebbe la serenità che tu mi prometti” ribatte il Re.
Per 4 volte Indra enumera i vantaggi e le meraviglie della vita celeste che Yudhistir a si è guadagnata e ogni volta lo invita ad abbandonare l’animale che continua a fissare il suo compagno. Ma per 4 volte il figlio di Dharma risponde con ferma umiltà che questo non gli è possibile e che se il cane non potrà venire con lui sarà lui ad aspettare sulla montagna finché abbia terminato il ciclo delle sue esistenze: “Allora, e non importa quando, entrerò nell’immortalità, nella pace del dovere compiuto”.
Nel momento stesso in cui Yudhistira, dopo l’ennesimo rifiuto, si china ad accarezzare il suo ultimo compagno, quasi ad assicurargli che non lo abbandonerà, l’animale si trasforma in luce, ed egli si trova dinanzi suo padre Dharma che gli dice: “Nessuno potrà mai eguagliarti dopo questa prova, figlio mio. Oggi hai dimostrato agli uomini e agli dei che ogni vita, in quanto tale, è sacra e sacri e indissolubili sono i legami fra tutte le creature viventi, legami di compassione e di aiuto che nessuno deve ignorare o dimenticare mai”.
Così l’imperatore e il suo padre-dio, che si era fatto cane per mettere alla prova le virtù del figlio, entrano insieme nel fulgore dell’immortalità.






:):)

Si, è bella. Ma, c'è sempre un ma. Quel bastardino viene dal nulla e lui non può mettere sulla bilancia un bastardino spuntato dal nulla, solo 5 minuti prima e spedire agli inferi, in un solo colpo, tutto quel mondo di affetti, di lotte, di pensieri ed azioni che è stata la sua vita. Allora o la sua vita non è stata nulla e forse sopravvalutata o quel bastardino impertinente "rappresenta" la tentazione dalla quale credeva di rifuggire sempre.
Ricordiamo che nella religione cristiana il diavolo si presenta spesso sotto mentite spoglie per fare breccia nelle tue debolezze.
Un calcio ben assestato e mio padre non avrebbe potuto dire proprio nulla.
Ma qua ritorna e si conferma una predilizione per quasi tutte le culture/ religioni per l'uomo. Ao quella non era neanche una bastardina, ma un piccolo bastardo. Un giochetto di Dei ma sempre tra maschi.:-o
 

nonmollare

Moderator
Si, è bella. Ma, c'è sempre un ma. Quel bastardino viene dal nulla e lui non può mettere sulla bilancia un bastardino spuntato dal nulla, solo 5 minuti prima e spedire agli inferi, in un solo colpo, tutto quel mondo di affetti, di lotte, di pensieri ed azioni che è stata la sua vita. Allora o la sua vita non è stata nulla e forse sopravvalutata o quel bastardino impertinente "rappresenta" la tentazione dalla quale credeva di rifuggire sempre.
Ricordiamo che nella religione cristiana il diavolo si presenta spesso sotto mentite spoglie per fare breccia nelle tue debolezze.
Un calcio ben assestato e mio padre non avrebbe potuto dire proprio nulla.
Ma qua ritorna e si conferma una predilizione per quasi tutte le culture/ religioni per l'uomo. Ao quella non era neanche una bastardina, ma un piccolo bastardo. Un giochetto di Dei ma sempre tra maschi.:-o

ti puoi spiegare meglio perchè non mi è del tutto chiaro ?? :-?
 

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