depressione economica italiana e la ripresa che non c'è (1 Viewer)

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CROLLANO CONSUMI ALIMENTARI! E IL 2013 SARA’ NERO CROLLANO CONSUMI ALIMENTARI! E IL 2013 SARA’ NERO

Published by leonardofacco editore on 6 marzo 2013 | Leave a response

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DI REDAZIONE
A gennaio i consumi sono scesi del 2,4% rispetto al 2012 e dello 0,9% su dicembre. In termini di media mobile a tre mesi l’indicatore, corretto dai fattori stagionali, segnala un nuovo arretramento, dato che ha riportato i consumi sui livelli di fine 2004. E’ quanto rileva l’indicatore dei consumi di Confcommercio. Le prime informazioni congiunturali relative all’inizio del 2013 mostrano, con una certa chiarezza, che non si può escludere un ulteriore peggioramento, confermando l’impressione che anche il 2013 sarà un anno particolarmente difficile per l’economia italiana.

A febbraio si è registrata, dopo un bimestre moderatamente positivo, una riduzione dello 0,2% in termini congiunturali della produzione industriale.
A preoccupare è l’andamento degli ordinativi, che segnala anche a febbraio una diminuzione (-0,2% rispetto a gennaio), lasciando ipotizzare una dinamica negativa della produzione almeno fino a primavera inoltrata. Il protrarsi della crisi economica sta rendendo sempre più critica la situazione del mercato del lavoro. [ringraziamo CHI sacrifica l'Italia per sostenere la ricca Europa]
A gennaio 2013 si sono persi, rispetto a dicembre, 97mila posti di lavoro (da luglio la riduzione supera le 300mila unità) ed il numero di disoccupati è aumentato di 110mila unità (in un anno i senza lavoro sono cresciuti di quasi un milione).

Queste dinamiche, prosegue Confcommercio, hanno portato il tasso di disoccupazione all’11,7%. A rendere più complessa la situazione del mercato del lavoro si aggiungono i dati relativi alla Cig. A gennaio sono state autorizzate il 61,6% di ore in più rispetto allo stesso mese del 2012. A questo andamento ha contribuito in misura significativa il netto aumento di ore richieste per gli interventi straordinari (+97% pari a circa 21 milioni).
In questo contesto il clima di fiducia delle imprese e delle famiglie continua a rimanere attestato, anche a febbraio, sui livelli minimi raggiunti nei mesi precedenti. Tale andamento riflette la percezione da parte dei diversi soggetti economici della difficoltà di intravedere, nel breve periodo, non solo l’inizio di una fase di ripresa, ma anche soltanto la stabilizzazione dell’economia. La dinamica tendenziale dell’Icc di gennaio riflette una diminuzione del 3,7% della domanda relativa ai servizi e del 2,0% della spesa per i beni. Relativamente alle singole funzioni di consumo il primo mese dell’anno conferma la permanenza di forti elementi di criticità in quasi tutti gli aggregati.
Il dato più negativo è ancora quello relativo ai beni e servizi per la mobilità la cui domanda registra, anche a gennaio 2013, una flessione a due cifre (-10,1%). Riduzioni dei consumi particolarmente significative hanno interessato anche gli alimentari, le bevande ed i tabacchi (-3,9%), l’abbigliamento e le calzature (-3,9%), tutti segmenti che scontano dal 2010 un notevole ridimensionamento della domanda. I dati destagionalizzati mostrano a gennaio una riduzione dello 0,9% rispetto a dicembre. Per intensità questa evidenza è piuttosto inconsueta (negli ultimi 36 mesi le variazioni uguali o peggiori di quella osservata a gennaio sono soltanto tre).
Nel mese di gennaio, sia i servizi sia i beni, prosegue Confcommercio, hanno mostrato riduzioni di un certo rilievo, pari rispettivamente a -0,7% e -1,0%. La tendenza al ridimensionamento della domanda ha interessato, nel primo mese del 2013, tutte le funzioni di spesa, a segnalare come il permanere della crisi, che ha già modificato le abitudini di acquisto delle famiglie anche in termini di rapporto qualità/prezzo, stia comportando una riduzione generalizzata della domanda. In linea con quanto già accaduto nel 2012, solo il complesso dei beni e servizi per le comunicazioni ha mostrato una variazione positiva delle quantità acquistate dalle famiglie (+5,7% rispetto l’analogo mese del 2012).
Le differenze con quanto rilevato dalla Contabilità nazionale, che segnala anche per le comunicazioni una diminuzione dei volumi nel 2012, derivano dalla diversa costruzione dell’aggregato che nell’Icc include alcuni beni (computer e accessori per l’informatica) che nelle classificazioni ufficiali sono inclusi nei beni e servizi ricreativi. Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, per il mese di marzo 2013 si stima una variazione congiunturale dell’indice dei prezzi al consumo dello 0,4%, con un tasso di crescita tendenziale pari all’1,8%.
In termini tendenziali si tratterebbe del sesto mese consecutivo di ridimensionamento della variazione dei prezzi. Non appare tuttavia scongiurato il pericolo di un’inflazione che, nella media dell’anno, potrebbe approssimarsi al 2%, soprattutto in considerazione del programmato incremento dell’Iva a partire dal prossimo mese di luglio. Tale eventualità avrà ripercussioni in termini di ulteriori cali dei consumi delle famiglie.
FONTE: AdnKronos
 

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Münchau: l'Italia tra farsa e tragedia



Wolfgang Münchau su Der Spiegel torna a parlare delle elezioni italiane: è solo l'inizio di un ciclo, Grillo è il vero capo dell'opposizione ad Angela Merkel e porterà Roma fuori dall'Euro. Da Der Spiegel.
Il risultato delle elezioni italiane non è stato un incidente di percorso - appartiene alla seconda parte di una tragedia: negli anni '30 le politiche di austerità hanno distrutto il Gold standard, oggi distruggeranno l'Euro.


Karl Marx con le elezioni italiane si sarebbe molto divertito. Il suo saggio "Il diciotto Brumaio di Luigi Bonaparte" inizia con una frase: "Hegel da qualche parte scrive che tutti i personaggi e i fatti del mondo tornano sempre una seconda volta. Ha dimenticato di aggiungere: la prima volta come tragedia, la seconda come una misera farsa". Marx si riferiva al colpo di stato di Luigi Napoleone del 1851 e al paragone con il Putsch del suo ben piu' cattivo zio nel 1799.


Si puo' fare un parallelismo simile fra la Germania di inizio anni '30 e l'Italia di oggi. In entrambi i casi c'era un sistema di cambi fissi, allora il Gold standard, oggi l'Euro. Ci fu anche allora una politica prociclica guidata dalla follia dell'establishment: l'austerità durante la recessione. Fini' con una disoccupazione di massa e la trappola del debito. In Germania la grande depressione termino' con una tragedia. L'Italia ha eletto un comico. Grillo ora è il capo del partito piu' grande, e gli altri partiti non sanno come formare un governo.


Un po' meno comico: lo stato d'animo inquieto degli italiani spazzerà via l'establishment, e probabilmente anche l'Euro, almeno in Italia. L'Euro era il tema piu' importante di Grillo. Gli sviluppi economici e politici hanno supportato il comico. Per quello che sappiamo, Grillo è un democratico. Non è un uomo di destra - al contrario degli euroscettici tedeschi dominati dai nazionalisti, pronti a fondare un nuovo partito.


Grillo sarà supportato da economisti rispettati. Il Nobel Paul Krugman ha già dialogato in video con Grillo. Il premio Nobel Joseph Stiglitz lo consiglia sui temi economici insieme all'economista francese Jean Paul Fitoussi. Il M5S di Grillo non è una versione sovradimensionata dei Pirati o dei Freie Wähler. I suoi elettori arrivano principalmente dalla sinistra. Grillo rappresenta la protesta contro un establishment che ha somministrato al paese una ricetta economica sbagliata: politicamente non sostenibile e che economicamente non funziona. Grillo è indirettamente il vero capo dell'opposizione in Germania - perché alla fine è stata la politica di Angela Merkel ad aver imposto all'Europa questo riequilibrio asimmetrico.


Il crollo dell'economia italiana continua


Le elite europee non capiscono piu' il mondo perché non si sono mai confrontate intellettualmente con la grande depressione. E stanno ripetendo esattamente tutti gli errori del passato. Come i loro antenati stanno applicando alla macroeconomia tutte le inutili formule dell'economia aziendale continuando a sottovalutare gli effetti devastanti di tali politiche. Non capiscono il fenomeno Grillo, sia nella sua portata politica che in quella economica.


Nel frattempo l'economia italiana continua a crollare. Secondo gli ultimi dati i tassi di interesse per le aziende in Italia e Spagna sono di nuovo cresciuti. L'effetto del programma di acquisto dei titoli di stato è quasi evaporato. Gli investimenti nel settore privato sono ai minimi. I consumi privati e pubblici cadono in picchiata. La recessione del 2012 si è tramutata nella depressione del 2013. Le elezioni del febbraio 2013 non sono state un piccolo incidente di percorso nel funzionamento della macchina democratica, da correggere con nuove elezioni. Al contrario, sempre piu' elettori si avvicinano a Grillo.


E ora l'establishment politico italiano reagisce sconcertato con il tipico riflesso che non fa altro che peggiorare la situazione. Si chiede un governo di esperti - un nuovo Mario Monti, forse addirittura Monti stesso. Senza considerare il fatto che alle elezioni è arrivato ultimo. Probabilmente ci sarà qualcun'altro - qualcuno che continui con la narrativa di Monti, ma che della situazione italiana non puo' cambiare nulla. Per realizzare le riforme veramente importanti - fine della politica dei tagli, riforme politiche, liberalizzazione del settore dei servizi - c'è bisogno di un vero governo politico. La sola possibilità senza andare a nuove elezioni sarebbe una grande coalizione sull'esempio tedesco. Ma è destinata a fallire per l'eccesso di animosità degli attori principali.


Percio' siamo all'inizio di un ciclo di elezioni, governi tecnici, nuove elezioni, una probabile nuova vittoria di Grillo e di una fase che porterà l'Italia all'uscita dall'Euro. Fino a quando il tema sarà in discussione, nessuno investirà in Italia. Il sogno dell'uscita è una profezia che si autoavvera


Al differenza della Germania negli anni trenta, l'Italia resta una democrazia pacifica. Questa è davvero una buona notizia. La storia alla fine ci parla anche di avvenimenti che non si ripetono esattamente. Ma c'è un punto che in questo confronto storico si adatta perfettamente. Allora l'austerità distrusse il Gold standard. Oggi sta distruggendo l'Euro.

Pubblicato da Voci dalla Germania a 14:17 11 commenti: Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su Facebook

Etichette: Der Spiegel, Munchau, Wolfgang Münchau
 

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finora in Italia le spese dello Stato non sono state praticamente ridotte, nè è stato reso più flessibile il mercato del lavoro.
Economia


La minaccia della Germania
"Italia fuori dall'euro? Possibile"



E' caduto anche questo tabù: per la prima volta un leader europeo ipotizza una "possibile uscita dell'Italia dall'euro". Il capogruppo liberale Rainer Bruederle dichiara, in un'intervista alla Zdf, che le regole alla base dell'euro devono essere rispettate da tutti. L'alternativa ad un'uscita dell'Italia dalla moneta unica consiste nell'adozione di "misure drastiche", perché il Paese soffre a causa di una scarsa competitività e della mancata attuazione di riforme. Gli sforzi di Monti e le rassicurazioni di Mario Draghi, che ieri aveva certificato "l'assenza di un rischio contagio", non sono bastati a convincere Bruederle, leader di una formazione che sostiene la maggioranza guidata da Angela Merkel
 

tontolina

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Confindustria: si rischia la terza ondata di credit crunch, sbloccare il pagamenti della Pa alle imprese

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Confindustria: si rischia la terza ondata di credit crunch, sbloccare il pagamenti della Pa alle imprese - Il Sole 24 ORE




L'Italia «è ancor una volta in piena emergenza credito», uno stallo che può essere superato solo sbloccando i 48 miliardi di euro di debiti della Pubblica Amministrazione nei confronti delle imprese. È quanto denuncia il Centro Studi di Confindustria secondo il quale in questa fase si «rischia di partire la terza ondata di credit-crunch, dopo quelle del 2007-2009 e quella del 2011-2012.
«Le banche sono sempre più selettive, i prestiti calano, i tassi salgono, molte imprese rinunciano a chiedere crediti. Un terzo delle aziende ha liquidità insufficiente e molte con progetti validi vanno in crisi per carenza di fondi. Così, anziché lasciare il posto a una timida ripresa, la recessione può di nuovo aggravarsi».

Secondo il Csc, «va spezzato il circolo vizioso: le banche sono caute nell'erogare prestiti per timore del contesto recessivo che fa crescere le perdite su crediti, erodendo il capitale; la scarsità di credito frena il recupero della domanda interna, anzi la affossa ulteriormente. Così i timori delle banche si autorealizzano«. A pesare anche il funding gap bancario e i nuovi requisiti di Basilea con la conseguenza che «rischiano di sparire imprese con attività operative positive».
Per questo «serve uno shock di politica economica che punti all'obiettivo del ritorno alla crescita e restituisca ossigeno finanziario al sistema produttivo. Una misura che può sbloccare lo stallo del credito è il pagamento immediato alle imprese di 48 miliardi di euro di debiti commerciali della Pubbliche Amministrazioni. Questa liquidità avrebbe positivi effetti a catena su tutto il circuito dei pagamenti e restituirebbe fiducia. Ripartirebbero i progetti di investimento accantonati, salirebbero i rating aziendali, favorendo l'erogazione di credito a tassi più bassi».
La Bce, conclude Confindustria, «ha fatto molto per la liquidità e può trovare il modo giusto di dare prestiti alle banche finalizzati a divenire credito alle Pmi. Le misure varate in Italia (moratorie, Fondo di garanzia) vanno nella giusta direzione, ma non sono risolutive come il ritorno stabile dell'economia su un sentiero di alta crescita».
 

f4f

翠鸟科
finora in Italia le spese dello Stato non sono state praticamente ridotte, nè è stato reso più flessibile il mercato del lavoro.
Economia


La minaccia della Germania
"Italia fuori dall'euro? Possibile"



E' caduto anche questo tabù: per la prima volta un leader europeo ipotizza una "possibile uscita dell'Italia dall'euro". Il capogruppo liberale Rainer Bruederle dichiara, in un'intervista alla Zdf, che le regole alla base dell'euro devono essere rispettate da tutti. L'alternativa ad un'uscita dell'Italia dalla moneta unica consiste nell'adozione di "misure drastiche", perché il Paese soffre a causa di una scarsa competitività e della mancata attuazione di riforme. Gli sforzi di Monti e le rassicurazioni di Mario Draghi, che ieri aveva certificato "l'assenza di un rischio contagio", non sono bastati a convincere Bruederle, leader di una formazione che sostiene la maggioranza guidata da Angela Merkel


bruderle ha chiesto crescita e riforme, accusando la politica italiana di non aver fatto nulla in merito
stesse cose che dice grillo :rolleyes: :rolleyes:

qui in italia si parla del governissimo enon delle riforme
sembra la ricetta per una omelette :wall:
 

big_boom

Forumer storico
sarà un vero e proprio olocausto economico/sociale...
nemmeno vi immaginate cosa stia per accadere...

credo che questo scenario e' vicino ad attuarsi proprio con le ultime sedie cedute a persone rappresenti di tutto quello che ora l'Italia non ha bisogno:

1. non abbiamo bisogno di altri immigrati ne di uno stato ulteriormente garantista per gli stranieri di bassa leva
2. non abbiamo bisogno di uno stato giustizialista per mettere al gabbio milionari da ospizio o italiani che evadono 1000 euro
3. non abbiamo bisogno di discorsi ipocriti sul fascismo, di quanto e' stato bravo Napolitano a scegliere Monti e di sminuire gli italiani e lo stato italiano
4. non abbiamo bisogno di incrementare i diritti e doveri per le famiglie, ce ne sono fin troppi!!!
5. non abbiamo bisogno di gente che pensa a salvare la propria sedia, il proprio ambito vitalizio doppio, triplo o quadruplo


l'Italia ha bisogno di gente onesta, di gente coerente, di gente preparata, di gente che vuole bene al proprio paese perche' pensa al futuro dei propri figli prima di tutto

quando vi alzeranno nuovamente le tasse, quando vi preleveranno quei pochi soldi sudati dal conto corrente, quando vi diranno che il clandestino ha gli stessi vostri diritti allora ci sara' una rivolta, perche' la gente e' ipocrita quando ha la pancia piena me e' feroce quando e' affamata e arrabbiata
 

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