depressione economica italiana e la ripresa che non c'è (2 lettori)

tontolina

Forumer storico
Italia, industria 2012 contiene calo fatturato (-6%) con export-Prometeia Intesa SP

giovedì 7 febbraio 2013 15:24

Stampa quest’articolo
[-] Testo [+]

MILANO, 7 febbraio (Reuters) - Fortemente penalizzata dalla contrazione della domanda interna, l'industria italiana ha visto il fatturato diminuire del 6% nel 2012, una discesa contenuta dalle esportazioni (+3,6%), in particolare verso Nafta e bacini del Mediterraneo e del Golfo.
Secondo l'ultimo studio dei settori industriali a cura di Prometeia e Intesa Sanpaolo con i livelli produttivi scesi ai minimi dal 2009 l'anno scorso, la domanda interna difficilmente potrà ripartire nel 2013, "rendendo ancora più fragili gli equilibri economico-finanziari del tessuto manifatturiero".
In particolare alcuni settori, come i produttori di beni durevoli e quelli più legati al ciclo delle costruzioni, registrano un forte eccesso di capacità produttiva. Tuttavia, di fronte all'eccezionalità delle flessioni registrate in certi comparti si sta facendo strada l'idea che si sia prossimi al raggiungimento di livelli di minimo.
"In questa ottica possono essere interpretati alcuni segnali di miglioramento nelle attese delle imprese su ordini e produzione, come quelli di Mobili, Elettrodomestici, Auto e moto e Prodotti e Materiali da Costruzione", afferma lo studio.
Spunti positivi arrivano anche dal sistema moda e dal settore degli intermedi chimici.
La stessa capacità di esportare resta intrinsecamente frenata dalle caratteristiche delle aziende italiane che vendono i propri prodotti all'estero: poche, con un valore medio dell'export aziendale ridotto e un contributo insufficiente da parte del comparto della distribuzione e degli altri servizi.
"Questi tre fattori limitano la possibilità di un maggior radicamento e penetrazione nei mercati esteri, necessari per cogliere tutte le opportunità della domanda mondiale, e di una più efficace diversificazione degli sbocchi geografici, per ridurre i rischi legati ai cicli negativi dei mercati tradizionali", secondo lo studio.
Sul sito Reuters.com altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia
 

tontolina

Forumer storico
Telecom I.: senza cedola non vale (Mi.Fi.)


MILANO (MF-DJ)--Il 2013 di Telecom Italia sara' un anno difficile. L'ha
spiegato senza tanti giri di parole l'amministratore delegato del gruppo
Marco Patuano, ma se ne erano gia' accorti i grandi azionisti che giovedi'
7 febbraio, dopo oltre sei ore di consiglio d'amministrazione, hanno
accettato di dimezzare il dividendo.

Se n'e' accorto anche il mercato, che, si legge in un articolo di Milano
Finanza, nel maggio 2012 aveva ascoltato il presidente operativo Franco
Bernabe' assicurare che il dividendo non sarebbe sceso oltre i livelli del
2011. Il management di Telecom ha spiegato che il 2012 e' stato un anno
"di sfide" , che "la recessione e' ancora in atto" e che appunto la luce
in fondo al tunnel non si vedra' nel 2013.
Difficolta' evidenti e innegabili, ma che non eliminano la domanda: quanto vale Telecom senza un robusto dividendo?
La scommessa azionaria vale la candela?
Gli analisti sul tema tentennano e aspettano di capire che cosa succedera' non solo sul fronte industriale, ma soprattutto su temi come lo scorporo della rete o la cessione di La7.
Anche il mercato ha mostrato indecisione, prima spingendo il titolo Telecom fino a un ribasso del 5%, per poi farlo rifiatare, con una chiusura in calo dell'1,2% a 0,66 euro.
red/lab

(fine)

MF-DJ NEWS 11/02/2013 08:35
 

tontolina

Forumer storico
PIL -2,7% (lavoro e pensioni una chimera italiana) Scritto da Riccardo Barbuti Venerdì 15 Febbraio 2013 06:58 Una volta gli italiani era un popolo di artigiani, navigatori e poeti, ora sono diventati un popolo di disoccupati, depressi e di giocatori di play station...

Una volta scrissi un post dal titolo "La distruzione è la via della trasformazione" lo trovate tra i più letti del sito, stiamo da ormai diversi anni alla distruzione ed alla trasformazione della società italiana.
Finita la campagna elettorale i problemi torneranno sul tappeto, la sanità, il lavoro, l'istruzione e le pensioni, lo Stato sociale italico in lento inesorabile smantellamento.
Dieci anni di mancata crescita incidono anche sulle nostre future pensioni; il contributivo funziona così:
Montante dei contributi versati (se si lavora) rivalutati annualmente (NON) dalla media ponderata del PIL degli ultimi 5 anni moltiplicato dal coefficiente di trasformazione (età ed anni versati) il risultato?
Un 30% dell'ultimo reddito...
Saranno anni duri, NON COMPRENDERLO è follia, stiamo assistendo ad una distruzione che è la via per una trasformazione della società italiana e dell'Europa tutta...


PIL -2,7% (lavoro e pensioni una chimera italiana)
 

tontolina

Forumer storico
Sul deficit urgente una parità di trattamento

di Alberto Quadrio CurzioCronologia articolo19 febbraio 2013
Sul deficit urgente una parità di trattamento - Il Sole 24 ORE
L'Italia è in recessione (la peggiore dal 1992-1993) da sei trimestri ed alla stessa potrebbe seguire una lunga stagnazione per evitare la quale non vediamo un programma elettorale chiaro.
Per alcuni il rigore ci ha già portato fuori dalla crisi che lascerà il posto alla crescita con le liberalizzazioni mentre

per altri la crisi è ancora in atto ma può essere risolta in breve con ricette fiscali miracolose.

Infine vi è chi salta questi problemi puntando a rivoluzioni "civili" o "di piazza".

La verità è che la crisi del debito pubblico s'è attenuata ma che non usciremo da quella dell'economia reale senza una politica di infrastrutture e di investimenti progettata ed attuata con costanza.


Questa è una priorità per il prossimo governo che dovrà chiedere alla Ue e alla Uem parità di trattamento con Francia e Spagna cercando anche di convincerne le Istituzioni, per ora solo a parole aperte alla crescita, che la «golden rule» per scorporare dai deficit taluni investimenti va adottata anche per attenuare il recente taglio al quadro finanziario pluriennale europeo 2014-2020.

È infatti molto preoccupante che la (de)crescita europea peggiori come risulta dai dati recenti sul IV trimestre 2012 comparati al IV del 2011 (variazioni tendenziali). Nella Eurozona il Pil del IV trimestre segna - 0,9%, il peggior calo del 2012.



Nelle decrescite la Grecia è il Paese che va peggio con un -6% dopo tre altri drammatici quadrimestri.

Prescindendo, anche nel seguito, dai piccoli Paesi della Uem, l'Italia è terza nella graduatoria delle peggiori decrescite con un - 2,7% dopo che nei tre precedenti trimestri avevamo già segnato -1,3%, -2,3%, -2,4%.
La Spagna,pure in decrescita, va meno peggio di noi.

La Francia va invece molto meglio anche se nel IV trimestre registra il primo calo tendenziale del Pil del 2012 con un -0,3%.

Infine la Germania continua a cresce ma a ritmo calante.

La novità è che nel IV trimestre rispetto al III trimestre (variazione congiunturale) 2012 anche la Germania segna un notevole calo del Pil pari al -0,6%.
Questi dati della Francia e della Germania possono determinare novità politiche data la dominanza dei due Paesi nella Ue e nella Uem. Tutti ricordano infatti come nel 2003 i due Paesi violarono il vincolo del 3% di deficit su Pil prescritto dal Patto di stabilità ma impedirono alla Commissione europea di applicare le sanzioni. È molto probabile che questa "tolleranza" si ripeta adesso per la Francia con riferimento al fiscal compact.
Questa nostra ipotesi poggia sulla lunga lettera (o meglio documento, su cui ha già ben scritto Adriana Cerretelli la settimana scorsa) che il Commissario Rehn (che avrà avuto previe autorizzazioni germanocentriche) ha indirizzato ai ministri dell'Ecofin (ed anche a Draghi e a Lagarde) dopo la riunione della settimana scorsa. Riflettiamo su tre punti non facili date le sfumature del documento.
Il primo punto è che la Commissione europea ammette che gli effetti depressivi sul Pil delle misure di aggiustamento di bilancio richieste ai Paesi della Eurozona potrebbero essere stati più forti di quelli preventivati. Tuttavia non si accetta pienamente il recente calcolo del Fmi per il quale i moltiplicatori fiscali per il 2010-2011 sono stati molto maggiori del previsto.
Il secondo punto riafferma che le restrizioni di bilancio richieste ai singoli Stati erano necessarie (anche se, come nel caso della Grecia, drammatiche per gli effetti sul Pil) perchè hanno contribuito a riportare la fiducia dei mercati sui titoli di stato di quei Paesi. Si cita tra l'altro il calo di tassi e spread dal dicembre 2011 al marzo 2012 che ha ridotto il costo del servizio del debito pubblico italiano in misura significativa nell'ordine di 3 miliardi di euro per 100 punti di interessi in meno nel primo anno. Nella difesa delle politiche fiscali restrittive per superare la crisi dei debiti sovrani, Rehn finisce però ad equiparale alle decisioni della Bce sulle OMTs senza chiarire che le prime hanno calmato la Germania e le seconde i mercati.
Il terzo punto prefigura una Commissione europea disposta ad attenuare l'aggiustamento richiesto dal fiscal compact ai singoli Paesi. Ciò vuol dire che quando in un Paese la recessione è pesante, allo stesso può essere concesso più tempo per raggiungere gli obiettivi di bilancio purchè sia certo il percorso di aggiustamento strutturale. Si dice esplicitamente che questo è già stato concesso a Grecia, Portogallo e Spagna. Ed,implicitamente, che sarà concesso alla Francia.
Dunque mentre all'Italia è stato imposto un percorso forte e rapido di riduzione del deficit sul Pil, ciò non è accaduto per la Spagna e non accadrà per la Francia. Paesi che per i deficit vanno ben peggio di noi già oggi e nelle previsioni al 2015. In quell'anno (importante per verifiche sull'attuazione del fiscal compact) il nostro deficit è cifrato all'1,4%, quello francese al 2,1%, quello spagnolo al 3,9%. È vero che il nostro debito pubblico sul Pil è più alto ma per il debito aggregato (pubblico più privato) siamo come la Francia e molto meglio della Spagna e per l'avanzo primario (secondo i dati del Fmi) siamo i migliori in Eurolandia dal 2012 e tali rimarremo fino al 2015.
Il prossimo Governo italiano deve trattare perciò duramente con le istituzioni della Ue e della Uem per scorporare dai deficit le spese per investimenti in infrastutture e in tecnoscienza senza i quali la nostra recessione, già certa per il 2013, proseguirà. Ma anche l'Europa per evitare il rischio stagnazione (oggi aggravato dalle svalutazioni di dollaro e yen) ha bisogno, se non degli EuroUnionBond, almeno di questa «golden rule».
 

tontolina

Forumer storico
Zero Hedge: L’Italia non è la Spagna. E’ peggio.

Zero Hedge: L’Italia non è la Spagna. E’ peggio.
28% circa della popolazione italiana a rischio poverta?! 1 persona, 1 famiglia ogni 4?!


Zero Hedge – Italy Is Not Spain: It’s Worse
Submitted by Tyler Durden on 02/28/2013

Con Rajoy che gongola tranquillo sul fatto che la sua frode politica non è più sulle copertine grazie ai risultati elettorali italiani a quanto pare più scaviamo la realtà italiana e più la storia sembra debole. Per anni ormai abbiamo sentito ripetere che “al meno non siamo messi male come la Grecia” e a ragione visto che come nota Niraj Shah su Bloomberg oggi il tasso di povertà della Grecia è arrivato ad uno stordente 31% (contro, per dire un 15,7% in Olanda).

Comunque mentre tutti gli occhi erano rivolti verso le lugubri condizioni dell’economia spagnola la triste realtà è che l’Italia è messa persino peggio della Spagna visto che il tasso di rischio di povertà è arrivato ad un numero da mozzare il fiato, un 28,2% (contro un 27% della Spagna) nonostante i tassi di disoccupazione nelle due nazioni siano immensamente diversi (Spagna al 26% contro Italia all’11,2%)

Alla luce di questi numeri allora forse non sorprende poi così tanto che “la gente” abbia votato contro l’austerità e che i CDS (Credit Default Swaps, sorta di assicurazioni contro il fallimento) su Italia siano saliti sopra quelli spagnoli per la prima volta in più di un anno.
- See more at: Zero Hedge: L’Italia non è la Spagna. E’ peggio. | Rischio Calcolato
Zero Hedge: L’Italia non è la Spagna. E’ peggio. | Rischio Calcolato

28% circa della popolazione italiana a rischio poverta?! 1 persona, 1 famiglia ogni 4?!



- See more at: Zero Hedge: L’Italia non è la Spagna. E’ peggio. | Rischio Calcolato
 

tontolina

Forumer storico
2013.02.28+ZH+genete+a+rischio+povert%C3%A0+in+Europa.jpg
 

f4f

翠鸟科
Zero Hedge: L’Italia non è la Spagna. E’ peggio.
28% circa della popolazione italiana a rischio poverta?! 1 persona, 1 famiglia ogni 4?!


Zero Hedge – Italy Is Not Spain: It’s Worse
Submitted by Tyler Durden on 02/28/2013

Con Rajoy che gongola tranquillo sul fatto che la sua frode politica non è più sulle copertine grazie ai risultati elettorali italiani a quanto pare più scaviamo la realtà italiana e più la storia sembra debole. Per anni ormai abbiamo sentito ripetere che “al meno non siamo messi male come la Grecia” e a ragione visto che come nota Niraj Shah su Bloomberg oggi il tasso di povertà della Grecia è arrivato ad uno stordente 31% (contro, per dire un 15,7% in Olanda).

Comunque mentre tutti gli occhi erano rivolti verso le lugubri condizioni dell’economia spagnola la triste realtà è che l’Italia è messa persino peggio della Spagna visto che il tasso di rischio di povertà è arrivato ad un numero da mozzare il fiato, un 28,2% (contro un 27% della Spagna) nonostante i tassi di disoccupazione nelle due nazioni siano immensamente diversi (Spagna al 26% contro Italia all’11,2%)

Alla luce di questi numeri allora forse non sorprende poi così tanto che “la gente” abbia votato contro l’austerità e che i CDS (Credit Default Swaps, sorta di assicurazioni contro il fallimento) su Italia siano saliti sopra quelli spagnoli per la prima volta in più di un anno.
- See more at: Zero Hedge: L’Italia non è la Spagna. E’ peggio. | Rischio Calcolato
Zero Hedge: L’Italia non è la Spagna. E’ peggio. | Rischio Calcolato

28% circa della popolazione italiana a rischio poverta?! 1 persona, 1 famiglia ogni 4?!



- See more at: Zero Hedge: L’Italia non è la Spagna. E’ peggio. | Rischio Calcolato



e accidenti !!
sempre a far circolare queste cose !!

1) chi ha calcolato queste percentuali , e come?
2) ad oggi i CDS italia < CDS spagna , 338 a 369

fonte: Government Bond Yields - Bloomberg


ma cosa si cerca, una denuncia per turbativa di mercato ? :rolleyes::rolleyes:
 

Users who are viewing this thread

Alto