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翠鸟科
prima pagina del sola di oggi
Meno regole per regole migliori
Migliori e minori regole. Consideriamo, tra i molti, questo tema anche perché lo stesso è cruciale per de-pietrificare l’Italia alluvionata da norme a tutti i livelli di governo e per deburocratizzare e semplificare (De-Se).
La premessa è che il 74% dei cittadini europei giudica la Ue troppo burocratico-regolativa, essendo questo anche il convincimento delle imprese, soprattutto delle Pmi. Giustamente il presidente della Commissione Barroso nel suo discorso sullo Stato dell’Unione del settembre 2013 ha insistito su questo aspetto segnalando che la Ue deve avere delle corrette priorità nella qualità e quantità della regolazione e nell’applicazione effettiva della sussidiarietà e della proporzionalità anche con riferimento alle competenze degli Stati membri.
Refit è la più grande operazione della Ue per snellire e semplificare la regolazione senza ridurne (anzi aumentandone) l’efficacia. Non meno importante è il metodo per le nuove norme perché la Commissione effettua le consultazioni delle parti interessate (comprese le parti sociali) e le valutazioni d’impatto ex ante ed ex post.
Con Refit la Commissione presenta i settori dove interverrà ulteriormente per semplificare o per ritirare leggi europee, per alleggerire gli oneri gravanti sulle imprese e per facilitare l’attuazione delle normative. La Commissione renderà disponibile anche un quadro di valutazione per seguire i progressi a livello europeo e nazionale.
Non essendo necessario in questa sede entrare nelle misure specifiche (che vanno dai tachigrafi per autotrasporto, a Reach, alle dichiarazioni Iva standardizzate, alla fatturazione elettronica, alla contabilità, ai rifiuti elettronici e via di seguito) segnaliamo che per le imprese (in particolare Pmi) fra il 2007 e il 2012 sono stati ridotti del 26% gli oneri amministrativi con un risparmio (modesto) di 32,3 milioni di euro all’anno, ma con misure per 5 miliardi che aspettano di essere adottate dal colegislatore.
La Commissione ha inoltre presentato proposte con un potenziale di riduzione degli oneri di circa 41 miliardi di euro (ovvero pari al 33%) anche se una parte (di 3 miliardi di euro) è stata cassata nel corso dell’iter legislativo.
Come abbiamo già detto (si veda "Semplificare crea stabilità", 15 ottobre 2013) da qualche anno anche le istituzioni italiane si stanno muovendo. Molto ci aspettiamo sia dall’ulteriore applicazione del sistema, prescritto dalla Ue, di "Misurazione e riduzione degli oneri amministrativi" che fa capo al dipartimento della Funzione pubblica sia dal disegno di legge "Misure di semplificazione degli adempimenti per i cittadini e le imprese e di riordino normativo" varato dal Governo in giugno e ora in Parlamento. Sono processi che dovrebbero andare di pari passo con la spending review affidata adesso alla nota competenza di Carlo Cottarelli. Se tutto ciò avrà successo, con procedure normali raggiungeremo risultati eccezionali.
Meno regole per regole migliori
Migliori e minori regole. Consideriamo, tra i molti, questo tema anche perché lo stesso è cruciale per de-pietrificare l’Italia alluvionata da norme a tutti i livelli di governo e per deburocratizzare e semplificare (De-Se).
La premessa è che il 74% dei cittadini europei giudica la Ue troppo burocratico-regolativa, essendo questo anche il convincimento delle imprese, soprattutto delle Pmi. Giustamente il presidente della Commissione Barroso nel suo discorso sullo Stato dell’Unione del settembre 2013 ha insistito su questo aspetto segnalando che la Ue deve avere delle corrette priorità nella qualità e quantità della regolazione e nell’applicazione effettiva della sussidiarietà e della proporzionalità anche con riferimento alle competenze degli Stati membri.
Refit è la più grande operazione della Ue per snellire e semplificare la regolazione senza ridurne (anzi aumentandone) l’efficacia. Non meno importante è il metodo per le nuove norme perché la Commissione effettua le consultazioni delle parti interessate (comprese le parti sociali) e le valutazioni d’impatto ex ante ed ex post.
Con Refit la Commissione presenta i settori dove interverrà ulteriormente per semplificare o per ritirare leggi europee, per alleggerire gli oneri gravanti sulle imprese e per facilitare l’attuazione delle normative. La Commissione renderà disponibile anche un quadro di valutazione per seguire i progressi a livello europeo e nazionale.
Non essendo necessario in questa sede entrare nelle misure specifiche (che vanno dai tachigrafi per autotrasporto, a Reach, alle dichiarazioni Iva standardizzate, alla fatturazione elettronica, alla contabilità, ai rifiuti elettronici e via di seguito) segnaliamo che per le imprese (in particolare Pmi) fra il 2007 e il 2012 sono stati ridotti del 26% gli oneri amministrativi con un risparmio (modesto) di 32,3 milioni di euro all’anno, ma con misure per 5 miliardi che aspettano di essere adottate dal colegislatore.
La Commissione ha inoltre presentato proposte con un potenziale di riduzione degli oneri di circa 41 miliardi di euro (ovvero pari al 33%) anche se una parte (di 3 miliardi di euro) è stata cassata nel corso dell’iter legislativo.
Come abbiamo già detto (si veda "Semplificare crea stabilità", 15 ottobre 2013) da qualche anno anche le istituzioni italiane si stanno muovendo. Molto ci aspettiamo sia dall’ulteriore applicazione del sistema, prescritto dalla Ue, di "Misurazione e riduzione degli oneri amministrativi" che fa capo al dipartimento della Funzione pubblica sia dal disegno di legge "Misure di semplificazione degli adempimenti per i cittadini e le imprese e di riordino normativo" varato dal Governo in giugno e ora in Parlamento. Sono processi che dovrebbero andare di pari passo con la spending review affidata adesso alla nota competenza di Carlo Cottarelli. Se tutto ciò avrà successo, con procedure normali raggiungeremo risultati eccezionali.