Obbligazioni a tasso fisso CRISI UCRAINA, Bond Russia, Ucraina, Gazprom e altro (9 lettori)

Pandino66

Nuovo forumer
TREASURY SAYS RUSSIA CAN’T USE CASH AT U.S. BANKS TO PAY BONDS

Le somme "sequestrate" non sono della Russia ma dal momento che la Russia ha dato mandato di pagamento , le somme sono di chi possiede le obbligazioni ... a questo punto , almeno i fondi che detengono tali obbligazioni faranno causa al tesoro USA (e non ala russia) e in uno stato di "diritto" (non mi risulta che siamo ancora in uno stato di guerra) potranno ottenere tali somme in tribunale
 

tommy271

Forumer storico
Nebenzya ha definito senza precedenti il rifiuto alla Russia di tenere il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite su Bucha



Il rappresentante permanente russo alle Nazioni Unite Vasily Nebenzya ha affermato che il rifiuto di tenere il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sugli eventi di Bucha, nella regione di Kiev, non ha precedenti. Ha definito il video della città ucraina una produzione.

“Quello che è successo ieri e oggi non ha precedenti. È inimmaginabile che ci sia stata negata una riunione del Consiglio di sicurezza dell'ONU. Questo è qualcosa di inimmaginabile, senza precedenti nella storia delle Nazioni Unite", ha affermato Nebenzya in una conferenza stampa. È stato trasmesso sul sito web delle Nazioni Unite .

Il rappresentante permanente russo ha mostrato le registrazioni video dell'evento, da cui, a suo avviso, ne consegue che il video presentato da Kiev è andato in scena. Ha promesso di fornire nuove prove.

Dopo la pubblicazione di materiale fotografico e video di Bucha, la Russia ha chiesto di tenere una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite su questo tema il 4 aprile. La Gran Bretagna, che presiede il Consiglio di sicurezza dell'Onu, non è d'accordo. L'incontro avrà luogo oggi, 5 aprile. Londra lo ha spiegato dicendo che per quella data era già stato programmato un incontro con un discorso del segretario generale dell'Onu.


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Situazione controversa sul massacro di Bucha: l'unica cosa certa sono i morti.
 

m.m.f

Forumer storico
Le somme "sequestrate" non sono della Russia ma dal momento che la Russia ha dato mandato di pagamento , le somme sono di chi possiede le obbligazioni ... a questo punto , almeno i fondi che detengono tali obbligazioni faranno causa al tesoro USA (e non ala russia) e in uno stato di "diritto" (non mi risulta che siamo ancora in uno stato di guerra) potranno ottenere tali somme in tribunale

Gli usa una giusta nella loro vita non sono mai riuscita a farla. Una che sia una dico... Mai.
 

tommy271

Forumer storico
Poi viene fuori che hanno pagato usando le riserve libere.
Esattamente la scorsa settimana hanno scritto l'esatto opposto.

Detto questo io ho uno dei bond in questione se entro giorni 30 ricevo i soldi bene se non li ricevo vedremo scritto default eventuale ristrutturazione debito e quant'altro)))

Calma.
Il provvedimento adottato pare sia limitato ai soli c/c degli Stati Uniti.
 

m.m.f

Forumer storico
Calma.
Il provvedimento adottato pare sia limitato ai soli c/c degli Stati Uniti.

Questo confermerebbe quanto se non vado errato, hai scorse settimane postato, perche l'ho letto, che le banche centrali iniziano a portare a casa loro i loro soldini.
La storia deve sempre insegnare.
 

m.m.f

Forumer storico
Calma.
Il provvedimento adottato pare sia limitato ai soli c/c degli Stati Uniti.

Domanda, visto che di mezzo ci sarebbe un default, puo un altro stato fare un pagamento per un altro e poi se la risolvono tra loro?
Capisco possa sembrare ridicola pero' al lato pratico fattibile.
Tu mi mandi oro petrolio gas e io ti pago quel partita...
 

m.m.f

Forumer storico
Esiste un’alternativa al dollaro o un nuovo ordine mondiale dopo la guerra in Ucraina sta emergendo?
Il dollaro è valuta di riserva mondiale, ma in Asia l'insofferenza cresce. Vediamo se dopo la guerra ucraina qualcosa può cambiare.

La Russia chiede che i pagamenti del gas avvengano in rubli, stringe accordi con l’India per regolare gli scambi nelle valute locali, mentre la Cina pagherà le forniture di petrolio all’Arabia Saudita in yuan e non più in dollari. Cronache di un pianeta in cerca di un nuovo equilibrio o quanti definiscono sempre più spesso un nuovo ordine mondiale. In queste settimane, il dominio incontrastato del dollaro è stato messo in dubbio da istituzioni rilevantissime nel panorama finanziario globale come Goldman Sachs e Fondo Monetario Internazionale. Entrambe credono che il “congelamento” delle riserve valutarie russe rischi di affievolire la fiducia che il resto del mondo ha nei riguardi della valuta americana.

Il dollaro è valuta di riserva mondiale. Le banche centrali di tutto il pianeta ne acquistano grosse quantità attraverso asset in esso denominati, tra cui i titoli di stato americani. In questo modo, si assicurano un mezzo di pagamento credibile a universalmente accettato per regolare gli scambi commerciali e finanziari. Tra l’altro, gran parte delle materie prime si compra e vendere usando il dollaro anche quando nessuna delle parti è l’America.

Davvero quelli che stiamo cogliendo sono i primi segnali di dedollarizzazione? I tentativi di sganciarsi dal dollaro non sono di oggi. Cos’è l’euro, se non la volontà dell’Europa di darsi un assetto valutario autonomo dall’alleato americano? Con la fine della convertibilità del dollaro in oro nel 1971, il blocco occidentale andò nel caos. Le parità tra decine e decine di valute decise alla fine della Seconda Guerra Mondiale saltarono e contribuirono a fiaccare la crescita economica e la stabilità finanziaria. Una dozzina di paesi, tra cui l’Italia, optò negli anni per regolare i tassi di cambio all’interno di un “serpente monetario” noto come SME per tendere successivamente alla moneta unica.


Tuttavia, ancora nel 2021 il 58,8% delle riserve valutarie risultava denominato in dollari e solamente il 20,6% in euro. Venti anni prima, la quota del primo ammontava al 71,5%, delle monete rimpiazzate dal secondo al 19,2%. Il dominio del dollaro è stato solo parzialmente scalfito, ma non è emerso alcun concorrente nitido. E ancora oggi nessuno si azzarda anche solo ad immaginare scambi di materie prime come il petrolio in valute diverse. Perché? Il dollaro è credibile, forte, espressione di un’economia libera, robusta, aperta e trasparente.

L’euro stesso non possiede ancora oggi gli elementi sufficienti per impensierire Washington. L’Eurozona è un’economia forte, ma frammentata in diciannove mercati nazionali, priva di un unico mercato finanziario e sovrano, caratterizzata da una frammentazione legislativa, politica e persino linguistica che funge da ostacolo al consolidamento della moneta unica nei confronti delle altre valute mondiali. Figuriamoci lo yuan, valuta di un’economia (cinese) poco libera, relativamente ancora meno prospera di Nord America, Europa, Giappone e Australia, poco trasparente nelle modalità di fissazione degli scambi e non credibile come mezzo di pagamento per terzi.

C’è anche poi che il mercato dei capitali americano è e resterà ancora chissà per quanto il più liquido al mondo. New York è la piazza finanziaria più ambita del mondo. Non c’è alcuna Shanghai o Francoforte capace di minacciarla. Grazie a questo dominio incontrastato del dollaro, gli americani possono beneficiare di quello che l’allora ministro delle Finanze francese, Valery Giscard d’Estaing, definì un “privilège exorbitant”. In soldoni, possono prendere a prestito denaro a tassi d’interesse bassi e mai restarne a corto, data la continua ed enorme disponibilità del resto del mondo di portare i suoi capitali in America.

L’assenza di alternative immediate
Ma la guerra in Ucraina può fungere da spartiacque, sebbene sia estremamente improbabile che nel breve e medio periodo riesca a fiaccare il dominio del dollaro.

Le sanzioni alla Russia stanno mettendo in allerta decine di stati non allineati, i quali iniziano a scontare possibili scenari avversi similmente a quelli patiti da Mosca in questi mesi. Uno stesso alleato finora solido come Riad ha annunciato la volontà di diversificare maggiormente le proprie riserve valutarie. Detto questo, rimpiazzare il dollaro per cos’altro? Le uniche alternative credibili per dimensioni economiche sarebbero l’euro nell’emisfero occidentale e lo yen in Asia. Franco svizzero e sterlina sono altrettanto forti, ma dai mercati valutari meno liquidi, rispecchiando economie di minori dimensioni, specie nel caso della Svizzera.


Tuttavia, una delle ragioni che sta spingendo da anni a dubitare del dollaro si riscontra in misura ancora maggiore nell’euro e nello yen: sono emessi dalle rispettive banche centrali seguendo una politica monetaria non ortodossa. Le stamperie di BCE, Federal Reserve e Banca del Giappone sono note. Immensi flussi di liquidità iniettati e riversati sui mercati per cercare di irrobustire i tassi d’inflazione e al contempo sostenere le economie nazionali. Finché l’inflazione restava vicina allo zero, la fiducia in queste valute non ne risultava scalfita. Adesso, lo scenario è cambiato. Poiché con la pandemia anche i governi hanno fatto debiti senza curarsi dei costi, i prezzi al consumo sono esplosi e in giro per il mondo, fuori dall’Occidente, ci si chiede se dollaro, euro e yen, tanto per citare le valute principali, rispecchino ancora i fondamentali economici, ossia la creazione di ricchezza, oppure siano sempre più soldi del monopoli con cui anestetizzare i problemi di competitività che quest’area del mondo accusa ormai con ogni evidenza con la globalizzazione.

Sbaglia chi crede che siamo prossimi alla fine del dollaro come valuta di riserva mondiale, semplicemente perché un’alternativa pronta nel mondo non esiste. Se è vero che gli USA stiano mostrandosi meno rassicuranti con l’apparato sanzionatorio esibito contro la Russia, di certo ciò non rende più credibili sistemi politici come Cina e Russia, autocrazie non trasparenti e scarsamente rispettose del libero mercato, oltre che dei diritti umani basilari.

Attenzione, però, a tirare troppo la corda. Gran parte del pianeta è occupato da stati non democratici, illiberali e più sentimentalmente vicini a Pechino che non a Washington. Se dovesse emergere il rischio di sanzioni contro chicchessia dissenta dalla linea dell’Occidente, questa enorme area grigia del pianeta riterrà più sicuro portare i capitali verso regimi dall’assetto geopolitico più simile. Sarebbe l’inizio della decadenza del dollaro e dello smantellamento di parte della ricchezza americana fondata sul “privilège exorbitant”.
 

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