CREDERE NON E' FiDARSI. AMARE NON E' SOPPORTARE. ACCONTENTARSI NON E' VIVERE. (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
Si chiama Vix, ed è sempre schizzato in alto nei giorni che hanno preceduto i peggiori attentati dal 2001 a oggi

È stato Stefano Fugazzi, sul suo blog ABC Economics, ad aver avuto l'idea di affiancare i cinque grafici pubblicati in questa pagina: riassumono il comportamento del Vix prima e dopo il disastro del World Trade Center (2001) e la reazione agli ordigni piazzati sui treni a Madrid (2004), alle bombe nella metro di Londra (2005), alla carneficina di Charlie Hebdo (2015) e agli attentati parigini della scorsa settimana. In tutti i casi, sempre lo stesso comportamento a segnalare - prima dell'evento - un allarme rosso, una soglia di pericolo imminente. Con una sola eccezione: la strage delle Torri Gemelle dell'11 settembre, avvenuta prima dell'apertura del Chicago Stock Exchange (il mercato su cui opera il Vix), poi rimasto chiuso per tutta la settimana.
 

Val

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Vi saluto.

Ha il viso scoperto e posso colpirlo al viso. Ma temo di sfregiarlo, di spezzargli i denti. Gli tiro giù le mani e lo colpisco al capo con la chiave inglese» è solo una delle terribili testimonianze a un processo che dopo anni e con grande fatica si riuscirà a celebrare.C'è voluto molto meno ieri al tribunale di Milano per condannare sedici persone colpevoli di averlo salutato con il rito del «Presente». Levando al cielo il braccio in un «saluto romano», hanno sentenziato i giudici. Un mese di reclusione e una multa di 250 euro il prezzo da pagare alla giustizia italiana per aver voluto ricordare Ramelli, Borsani e Pedenovi.
 

DANY1969

Forumer storico
Buongiorno a tutti :)

:rolleyes::rolleyes:
 

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Val

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Nicola Porro, nell'editoriale della trasmissione televisiva Virus, apre con un attacco duro e sprezzante rivolto a chi auspica discussioni più pacate per evitare le polemiche.

Porro non ha alcuna remora nel definirsi incazzato: "Ci hanno chiesto di abbassare i toni - spiega il conduttore - ma se abbassare i toni vuol dire far finta di nulla o non andare al bar per paura o rinnegare ciò che facciamo da almeno 500 anni, io non abbasso i toni!"
 

Val

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Il velo islamico vavietato per questioni di sicurezza.

A dirlo è un magistrato, il procuratore aggiunto di VeneziaCarlo Nordio:

"Bisogna proibire l'uso del velo in città. Ci sono già delle leggi in materia e secondo me è arrivato il momento di farle rispettare."

"Quando cammino per Venezia - prosege Nordio - vedo queste persone che indossano il velo e mi chiedo se sia la cosa giusta. Secondo me per questioni di sicurezza sarebbe giusto vietarlo."

La proposta ricalcherebbe in qualche modo la legge francese sul velo voluta dal presidente Sarkozy: "È vero, all'epoca in Francia ci furono proteste, ma io dico: se venite qui dovete rispettare le nostre leggi, punto."
 

Val

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:rolleyes::rolleyes::rolleyes: pazzi da legare ...ed hanno anche chiuso i manicomi.

Girando per le grandi città nasce spontanea una domanda: com’è possibile che i negozi di souvenir cinesi, sempre vuoti, non chiudano mai e i bengalesi e i nordafricani si siano imposto come leader nazionali nel settore dell’ortofrutta mentre gli italiani non fanno altro che chiudere?


Semplicemente perché gli extracomunitari da anni ricevono agevolazioni fiscali attraverso bandi dello Stato centrale o degli enti locali, magari per seguire qualche direttiva europea.

L’ultimo bando, di 1 milione e 600mila euro è stato aperto lo scorso 16 novembre dal ministero del Lavoro ed è destinato a un massimo di 160 extracomunitari tra i 18 e i 30 anni, residenti nel Lazio, in Campania o Sicilia che potranno aprire una loro attività grazie al contributo a fondo perduto di un massimo di 10mila euro a persona.



È così che gli extracomunitari hanno superato, quasi indenni, la crisi.

Lo dicono anche gli ultimi dati di Unioncamere/Infocamere secondo cui in questi ultimi anni di crisi economica le uniche imprese che hanno avuto una crescita sono proprie quelle guidate da lavoratori immigrati soprattutto nel settore del commercio, della ristorazione e della manifattura.
 

Val

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L’aumento sfiora le 28.000 unità solo nel corso del 2014 (+5,6%) e le 71mila rispetto alla fine del 2011 (+15,6%), mentre le attività commerciali gestite da italiani sono diminuite rispettivamente dello 0,9% e del 2,5% (-140mila nel triennio).
Sono più di mezzo milione le aziende gestite da lavoratori immigrati e ben il 12% di queste sono imprese individuali in mano ai marocchini (15,2%), cinesi e romeni (11,2% ciascuno), albanesi (7,3%) e bengalesi (6,2%).
Secondo i dati forniti dalla Camera di Commercio di Milano, le imprese di gestite da extracomunitari nei settori cruciali (commercio, ristorazione e alloggi) sono: il 26,5% del totale a Milano, il 25% a Palermo, il 20% a Genova e a Bologna, il 19% a Cagliari e a Roma.
Proprio nella Capitale, il caso più emblematico è quello del centralissimo quartiere Esquilino, diventato negli anni della comunità cinese. Qui, infatti, di 1250 attività commerciali ben 700 circa sono in mano ai cinesi, 150/180 sono in mano ai bengalesi e una trentina sono gestite dagli egiziani e perciò le attività commerciali italiane sono circa 300.
 

Val

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Ma come riescono a farla franca dinanzi ai controlli della guardia di finanza e dei Nas? “Basta far fallire fittiziamente la propria attività dopo la seconda ispezione. L’escamotage – spiega un commerciante italiano che vuole restare anonimo e che è prossimo alla chiusura del suo negozio - sta nel non avere nulla di intestato, di essere un fantasma senza domicilio fiscale e beni “materiali” attaccabili dallo Stato (quindi da Equitalia) e in caso di sanzioni non pagate non si incappa in fermi amministrativi o altre multe che noi italiani dobbiamo pagare inevitabilmente”.

“Se si ha una ditta con due dipendenti – spiega il commercialista Dario Caprioglio - i costi variano a seconda che si usufruisca degli sgravi fiscali del jobs act oppure no. In questo secondo caso l’aliquota da versare all’Inps è pari al 38% e ciò significa che una busta paga netta di 1100 euro al titolare costa 1600 euro per un totale di 18/19mila euro annui a dipendente. Alla fine, perciò un commerciante con un utile netto di 10mila euro e 2 dipendenti alle spalle spende annualmente 28/30 mila euro di tasse, escluso affitto, bollette e acquisto della merce”. Alla luce di questi numeri pare difficile credere che i commercianti italiano possano competere con certe attività commerciali gestite da extracomunitari che hanno 4 o 5 dipendenti in busta paga e che restano aperte anche 12 ore al giorno.
Sorge il dubbio di essere di fronte all’ennesimo caso di razzismo all’incontrario in cui a essere discriminati sono gli italiani onesti.
 

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