Covid, telelavoro e adesso anche il riscaldamento climatico. Città italiane invivibili, fioriranno richieste di seconde case in montagna e al mare? (1 Viewer)

In questi giorni, Roma è una città attangliata dal caldo rovente.

Se la temeratura nei prossimi anni dovesse alzarsi anche solo di un altro grado, molte città italiane diverranno definitivamente un luogo dove è sgradevole vivere, e per molti anziani, fonte di sofferenza, almeno per 60 giorni l'anno, 80 negli anni peggiori .
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Il ricordo del covid (ammesso e non concesso che il covid e le pandemie nei prossimi anni siano solo un ricordo) farà tenere bene in mente a tutti quanto la vita possa essere miserevole, se non si possiede almeno un giardino.

Il telelavoro, consentirà a tanti ragazzi di non lasciare il loro paesello di origine per trasferirsi a lavorare in città (anche se è un punto che riguarda maggiormente le grandi aziende di terziario avanzato, quasi totalmente assenti in Italia, contrariamente al resto d'Europa).

Vi aspettate aumenti consistenti nelle quotazioni delle case sopra i 500 metri di altitudine, soprattutto quelle a 100 km da Roma? E le Alpi? Le coste? Forse la cosa potrebbe avere una influenza anche nei luoghi ora abbandonati dell'appennino abruzzese e molisano?

Se la situazione economica dell'Italia fosse vagamente normale, io direi sicuramente si.

Ma così non è: abbiano un'enorme debito pubblico che sale ogni anno, sempre più anziani a cui spetta la pensione... e ora anche problemi globali... con l'aumento del prezzo dei cereali potrebbe facilmente verificarsi una situazione drammatica in Africa tipo 2010, con conseguenti problemi per l'Italia.

Eppoi il prezzo del petrolio, il covid che non è ancora finito...

Insomma, anche se l'Italia di per sè riuscisse a tenersi ancora impiedi, temo che basterebbe una crisi economica globale tipo 2008 per metterci definitivamente in ginocchio.

In un quadro del genere, anche un buon investimento immobiliare, se fatto in Italia, potrebbe risultare una perdita.

Che ne pensate?
 

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