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Rapisarda

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FINANZIARIA 2007: parte la caccia all’evasore targata Visco, ma contro la manovra “scende in campo” anche Briatore

QUI ITALIA, clicca qui per leggere la rassegna di Raffaele Rossi , 16.10.2006 00:45

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Circa 200 miliardi di euro, secondo Vincenzo Visco sarebbe questo l’ammontare complessivo, basato su dati storici, dell’evasione fiscale in Italia. Un fenomeno dilagante e che, come ricorda lo stesso viceministro dell’Economia, guardando le dichiarazioni dei redditi del 2005 “parlerebbe da solo”.
Gioiellieri che dichiarano meno di operai, commercianti e dentisti, solo per fare qualche rapido esempio, più poveri di un dipendente dello Stato. Le cifre e le tabelle ufficiali, ormai di dominio pubblico, anche grazie alla pubblicazione da aprte di diverse trasmissioni televisive, danno nuova linfa alla caccia grossa all’evasione fiscale da parte del Governo Prodi. Contiamo di raggiungere l’obiettivo entro la fine di questa legislatura, ha dichiarato ieri alle agenzie di stampa lo stesso Visco, e sullo scacchiere della lotta all’evasore sono già pronte 55 mosse.
Il viceministro mette sul tavolo di tutto e di più: nuove norme per la compravendita di immobili, tracciabilità dei compensi, nuove misure su imposta del registro e catasto, accertamenti sui contratti dei calciatori,stock option, iva su automobili, agenti immobiliari, nuovi studi di settore, incrocio dei dati fiscali e via via toccando ogni settore che, per luogo comune o per convinzione tecnica sia terreno di evasione delle imposte.

Una mole di norme che, dopo i provvedimenti antecedenti al varo della manovra per il 2007, costituiscono l’architrave su cui costruire la guerra all’evasore e instaurare il feeling col contribuente-(onesto), su cui oggi si basa l’intero surplus di tassazione fiscale.
Il piano di Visco sembra però suscitare diversi dubbi già ampiamente esposti da parte di numerosi tecnici ed esperti, anche vicini alla stessa area politica del ministro ed esponente dei Ds.

Dalle critiche per la scarsità di norme che creano il cosidetto “conflitto di interesse” tra contribuenti (ovvero la possibilità di detrarre tutte le spese per favorire la richiesta di ricevute e fatture), al fatto che preventivare un ammontare di risorse derivante dalla lotta all’evasione, è una pratica sempre difficile poi da attuare e che in passato è stata più volte smentita dai dati effettivi sul recupero dell’imponibile.
Dai commenti tecnici è arrivata anche una singolare proposta da Tito Boeri, noto economista ed esponente di spicco de LaVoce.info)
che dalle colonne de La Stampa, suggerisce a Visco di impegnarsi a restituire ai contribuenti ogni euro sottratto all’evasione. Una proposta di economista ma che sembra avere un sapore più “politico” che tecnico e che palesemente, anch’essa, è basata sui forti dubbi che misure come quelle annunciate riescono davvero a far breccia su chi, forse da sempre, si è sottratto alla dichiarazione dei redditi.
Una diversa interpretazione proviene da un membro dell’opposizione di Centro-Destra ovvero da Renato Brunetta, politico del Nord-est ed ex consigliere economico di Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi. Con un articolo sul quotidiano Libero, Brunetta nel commentare un sondaggio sul rapporto tra italiani e fisco, fotografa un paese sempre più desideroso di uno Stato meno “padrone” e che sarebbe ormai orientato a rinunciare ad alcuni servizi pubblici, in cambio di meno tasse. E’ chiaro che Renato Brunetta commenta ed interpreta le tendenze degli italiani secondo il suo “osservatorio” ma è altrettanto chiaro che la Finanziaria 2007 sembra proprio non accontentare nessuno.
Giudizio positivo della Cgil, ma la Cisl è pronta a scioperare contro le misure sul Tfr; dipendenti e operai sono più preoccupati delle addizionali locali che del possibile, seppur lieve, abbassamento delle aliquote Irpef e stavolta nel cammino che ci accompagna verso il varo della legge, le piazze si riempiono anche delle grisaglie dei professionisti, già in sfilata ai Fori Imperiali di Roma e degli imprenditori, poche ore fa a Treviso.

A prima vista sembra un paradosso, tutti in piazza da qui a dicembre, ma forse non lo è. Se verso alcune categorie le misure proposte destano timore, per altri le stesse misure creano scetticismo alimentate dal fatto che la “guerra al ricco”, come qualcuno l’ha bollata, finora non ha consegnato nessun dividendo tangibile ai meno fortunati.

E forse nemmeno la “discesa in campo” di Flavio Briatore sui temi della Finanziaria è ormai un paradosso. Per “Mister Billionaire” nel paese si sta diffondendo una cultura di criminalizzazione del ricco, mentre invece, prosegue, quelli che ce “l’hanno fatta” dovrebbero costituire un esempio per giovani. Ma Briatore, intervistato su Raitre da Lucia Annunziata va giù anche più duro: questa Finanziaria colpisce i poveri che non hanno la struttura del ricco”, ha proseguitoil, tra l’altro, manager della Formula Uno che già quest’estate si era distinto per la forte opposizione ai provvedimenti fiscali sul lusso adottati dal Governatore della Sardegna Renato Soru. Non potevano mancare le critiche verso l’oramai famoso manifesto di Rifondazione Comunista (quello del “anche i ricchi piangano” ndr) e una promessa o una possibilità: se Briatore dovesse annoiarsi, potrebbe scendere nel teatro della politica. Quella non ti annoia mai: parola di Mister Billionaire.


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Rapisarda

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La cura dimagrante per la scuola
50mila posti in meno dalla manovra
di SALVO INTRAVAIA

La cura dimagrante per la scuola
50mila posti in meno dalla manovra

La Finanziaria che Tommaso Padoa Schioppa ha portato in Parlamento prevede il taglio di 50 mila posti nella scuola. Poco meno di 42 mila cattedre e poco più di 8 mila posti di personale Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari), il tutto in appena tre anni. E, così, l'entusiasmo iniziale per le 150 mila immissioni in ruolo annunciate dal ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, comincia smorzarsi. Questa volta i dati provengono dalla fonte più attendibile che possa esistere: la relazione tecnica che accompagna il disegno di legge per la manovra finanziaria 2007. Per realizzare cospicui risparmi il ministero dell'Economia ha percorso diverse strade.

Innalzamento rapporto alunni classi. E' una delle manovre più pesanti per la scuola, sia dal punto di vista didattico sia per l'impatto sul personale. Secondo l'articolo 66 dell'attuale disegno di legge, in un anno, il rapporto dovrà crescere di 0,4 alunni per classe. I segmenti più penalizzati saranno quelli della scuola dell'infanzia, che passerà a quasi 23 bambini per aula, e la scuola superiore che dovrà sopportare un incremento di 0,6 alunni per classe. Nelle prime classi delle scuole secondarie di secondo grado - in parecchi casi già quest'anno con oltre 30 alunni - la situazione potrebbe farsi esplosiva, anche perché occorrerà fare spazio a circa 30 mila new entry per l'elevamento dell'obbligo scolastico a 16 anni. Il governo, incrementando il numero di alunni per classe, conta di tagliare più di 26 mila posti: 19 mila cattedre e 7 mila posti di bidello e personale di segreteria.

Meno bocciature. Per risparmiare qualche 'spicciolo' il governo vuole intervenire sul numero di ripententi nelle prime e seconde classi della scuola superiore. Basterà ridurre il numero di bocciati del 10 per cento rispetto all'attuale livello, pari a 185 mila studenti bocciati l'anno. Una operazione che porterà un risparmio di 3 mila e 600 posti di insegnante e mille di Ata.

Riduzione delle ore di lezione nei Professionali. Si tratta ancora di un intervento sulla dispersione scolastica. E' proprio nel biennio degli istituti professionali che si registra il maggiore tasso di bocciati. La riduzione da 40 a 36 ore di lezione potrebbe rendere meno pesante gli studi e ridurre gli insuccessi scolastici. Intanto, l'operazione consentirà di tagliare circa 1.200 classi e di conseguenza 2.656 posti per altrettanti professori.

Insegnanti specialisti di Inglese nella scuola primaria. Attualmente circa 12 mila insegnanti (specialisti) insegnano esclusivamente Inglese ai bambini della ex scuola elementare. Il resto delle lezioni di Inglese è svolto dalle stesse maestre (specializzate) che hanno ottenuto la specializzazione durante gli ultimi concorsi a cattedre, ma restano in cattedra tantissime insegnanti curricolari che non possono insegnare la lingua straniera per mancanza di specializzazione. E' proprio su queste ultime che il ministero punta per tagliare 12mila posti in due anni. Basta fare specializzare, attraverso degli appositi corsi di formazione, e allo stesso tempo avere 12 mila maestre da impiegare al posto dei supplenti.

Docenti soprannumerari. La riconversione di 4.617 docenti tecnicamente 'in sovrannumero', che non insegnano perché senza cattedra ma che vengono pagati lo stesso, consentirà di risparmiare su un equivalente numero di supplenti annuali. Saranno, dopo un periodo di formazione e aggiornamento, utilizzati per coprire posti di sostegno o insegnare altre materie.

Le immissioni in ruolo. A questo punto non è detto che in tre anni il ministero della Pubblica istruzione riuscirà a immettere in ruolo 150 mila insegnanti. Il governo per il 2007, 2008 e 2009 ha previsto il pensionamento rispettivamente di 23 mila, 24 mila e 27 mila insegnanti e considerando anche gli attuali 42 mila posti vacanti si arriverebbero 116 mila cattedre, cui occorre togliere le 42 mila che in governo intende tagliare. Per un totale di 74 mila posti disponibili per le immissioni in ruolo. Del resto la concreta possibilità di assumere in tre anni 150mila insegnanti, spiega la Finanziaria, è "da verificare annualmente, di intesa col ministero dell'Economia e delle finanze".
 

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