Notate bene. Il tizio attacca tutto e tutti. Ma non proferisce parola su quella che sarebbe la "vera" giustizia sociale.
Il ricalcolo della pensione.........eh già. Lui lo sa già quanto perderebbe. Altro che il 20%
Ma torniamo alle pensioni.
Molti cittadini italiani sono potuti andare in pensione in anticipo, credo anche dopo 15 o 16 anni.
Sono categorie che hanno beneficiato non di rapine a mano armata ma di leggi dello Stato, come i ferrovieri e il personale di volo dell’Alitalia.
Per altri, come gli operai e gli impiegati dei giornali, ci sono state leggi, accordi sindacali e rigorose procedure ministeriali.
Ci sono stati anche alcuni casi clamorosi di integrazioni contributive che hanno portato, per alcuni dirigenti d’azienda di alto livello,
a delle pensioni ben più alte di quello che sarebbero dovute essere senza l’intervento del Parlamento che approvò a loro beneficio apposite leggi o meglio leggine.
Ma sempre dal Parlamento emanate, non da una parrocchia o da un centro sociale.
Questo riguarda in ogni caso un numero limitato di persone, nel settore ex telefonico.
In conseguenza della abitudine di fare di tutta erba un fascio, da qualche anno si è sviluppato fra i politici italiani
e fra qualche giornalista un po’ irresponsabile un po’ sicofante un gioco che consiste nel tiro al bersaglio ai pensionati.
Secondo costoro, chi prende più di mille euro di pensione al mese è un nemico del popolo, un sabotatore dell’economia, un agente del grande complotto internazionale.
Ai tempi di Beria il loro destino sarebbe stato segnato. Oggi c’è Luigi Di Maio, che per nostra fortuna non è Beria,
ma che ci si è messo di impegno a seguire il solco tracciato, ricordatevelo sempre perché è il più bolscevico (nel senso di cinico) di tutti,
da Berlusconi (con i dividendi ad aliquota fissa che gli distribuisce Fininvest, che gli importa di noi?
Con la mia pensione di un anno non ci paga nemmeno un giorno di alimenti alla ex moglie) e dal suo Tremonti, seguiti poi dal tragico Mario Monti e poi da Letta e poi da Renzi.
Quello dei nemici dei pensionati è un partito trasversale che unisce destra e sinistra.
Da
Giorgia Meloni (che poi sul tema ha messo saggiamente il silenziatore) al post
comunista Cesare Damiano al post socialista
Guglielmo Epifani.
Tutta gente che non ha avuto nemmeno il pudore di rivelare, prima di pontificare, i contributi figurativi, naturalmente a carico nostro,
di cui hanno goduto le loro pensioni extra da giornalista o da sindacalista.
Matteo Renzi ci ha giocato per un bel po’. Ricordate? Pensandoci tutti grulli, arrivò a palazzo Chigi in Smart
(prestata per l’occasione) e esordi in tv attaccando la pensione di reversibilità della nonna.
Dopo qualche uscita sulle pensioni fece marcia indietro, imbavagliò quel tale
Yoram Gutgeld, che con le sue
teorie ha fornito la base teorica agli attacco del M5s ai pensionati.
Probabilmente Renzi si accorse da qualche sondaggio che gli attacchi ai pensionati costavano consensi.
Ma ormai il danno era fatto. Compreso quello di avere messo a presidente dell’Inps
Tito Boeri, quello che ci
vorrebbe morti per risparmiare sugli assegni.
I pensionati o hanno girato le spalle al Pd o rinunciando al voto hanno abbandonato il Pd al suo destino e al saccheggio dei 5 stelle.
Incidentalmente, forse Salvini farebbe bene a documentarsi e chiedere a Renzi copia di quelle ricerche.
L’attacco ai pensionati in genere e a quelli a valore più elevato è una delle colpe di questa nostra sinistra da talk-show.
Priva di radici in quella che fu la classe operaia, costituita in prevalenza da figli di famiglie benestanti o dell’establishment,
una vita passata negli uffici del Pci o uffici pubblici, non hanno lavorato nella vita vera un giorno di più di Luigi Di Maio.
Si sono buttati a pesce piranha sulle pensioni, non nel quadro di una politica complessiva che prevedesse la tassazione piena della rendita finanziaria,
tale per cui il capo di una azienda pagasse meno del 45 per cento e giù a scalare gli altri, mentre il proprietario pagava e paga sui dividendi una decina di punti in meno.
Tanto per dire: meno tasse all’amministratore delegato di Mediaset, un po’ di più a Berlusconi, che paga con una aliquota che è quasi la metà del suo top manager.
Per non dire delle multinazionali di internet e non di internet che, basate fuori dell’Italia, di tasse non ne pagano proprio o quasi.
Anzi. Renzi si alzò per
difendere il loro privilegio e bloccò tutto. Con i soldi delle tasse che Facebook e le altre multinazionali non pagano,
sai quanti redditi di cittadinanza ci finanziavi e quante pensioni dignità, caro Di Maio?
Ma, come cantava Natalino Otto, rilanciato da Renzo Arbore,…che figura, il professore non lo sa.
C’è poi un dubbio che mi torment da un po’ di anni. Penso di essere nel torto ma lo voglio esporre.
Nessuno mi toglie dalla testa che dietro tutto il can can sulle pensioni, che va avanti da parecchi anni, ci sia anche il grande gioco delle compagnie di assicurazione.
Perché la prima cosa che fece il generale Pinochet, appena impadronitosi del potere in Cile,
dopo avere fatto sparire qualche decina di migliaia di sostenitori di Allende e della sinistra, fu di passare la gestione delle pensioni alle aziende private?
Lo stesso voleva fare Bush figlio, ma la sinistra americana insorse e lo impedì.
La sinistra americana infatti non sembra sul viale del tramonto, sta riconquistando voti e collegi, e comunque Hillary Clinton ha preso più voti di Trump, prima di essere punita dal loro sistema elettorale.
La sinistra italiana ha sposato in pieno la tesi degli economisti, ha solo saputo protestare perché c’era la possibilità che Berlusconi,
quando si parlava dei fondi integrativi, potesse guadagnarci con la sua quota in Mediolanum.
Il bolscevico Berlusconi mollò ai sindacati il controllo dell’operazione tfr e tutto tacque. Nulla si è più saputo di quella epocale svolta.
Mi sembra ci siano stati due risultati concreti: un po’ di gettoni di consigli di amministrazione per un po’ di sindacalisti,
le aziende espropriate di una forma di autofinanziamento (non gratis ma senza dovere chiedere alle banche), i lavoratori di una certezza.
Questa degenerazione della pseudo sinistra ha pavimentato la strada al Movimento 5 stelle, che costituisce il peggio di quello che si può augurare a un Paese.
Come ho scritto sopra, Stalin aveva un’idea di sviluppo, ha trasformato la Russia da Paese del terzo mondo a superpotenza mondiale.
Questi hanno un’idea di sottosviluppo. A Napoli nel ‘700 c’erano i lazzaroni, tanto amati dal re che mangiava pubblicamente i maccheroni con le mani, per imitarli.
Salvini guida un partito che è agli antipodi di tutto questo.
I suoi elettori sono gente come noi, lavorano, non aspettano lo Stato vivendo nei container.
Sprofonda la strada per
Portofino? Se la
rifanno da sé, non aspettano Toninelli o Di Maio.
Certo tutto è più facile se sei in Friuli, a un’ora di macchina dalla Germania che in Abruzzo, in mezzo agli Appennini.
Ma sono anche due visioni del mondo contrapposte, non solo dal punto di vista ambientale e climatico.
La seta e il marmo. E quei disgraziati delle pensioni d’oro stanno in prevalenza lassù, non laggiù.