CORRUZIONE tedesca: La GERMANIA è il cuore MARCIO e MAFIOSO dell’Europa (1 Viewer)

tontolina

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corruzione tedesca: fatta la legge sono specializzati a trovare l'inganno
anzi penso che i politicanti crucchi facciano le leggi in modo che siano facilmente aggirabili
e tutto in segreto naturalmente

Die Anstalt e l'esportazione di armi tedesche (sub.ITA)
 

tontolina

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I REGALI DI DEUTSCHE BANK: la strategia tedesca di crescita in Cina


Un’inchiesta della SEC, Security and Exchange Commission, Statunitense rivela la tattica di espansione di Deutsche Bank in Cina, basata essenzialmente su regali ai potenti ai maggiori funzionari di Partito ed assunzioni estremamente compiacenti. [sai la novità.... un po' di corruzione ... è la stessa cosa che ha fatto la Siemens in grecia e la Thyssenkrupp in Italia dove è stata condannata ma la sentenza non viene applicata in Germania]

La Banca fra il 2002 ed il 2014 ha allargato il proprio potere nel paese orientale attraverso doni e favori. Secondo documenti interni sono stati distribuiti doni di valore per un totale di oltre $ 200.000 a importanti funzionari di partito . Ad esempio l’allora leader comunista Jiang Zemin ha ricevuto in dono una tigre di cristallo per circa 15.000 dollari e un impianto stereo da Bang & Olufsen, mentre l’ex primo ministro Wen Jiabao venne omaggiato con un cavallo di cristallo del valore di circa $ 15.000 a completamento della sua collezione dello zodiaco cinese. La Banca ha poi assunto una persona di dubbia moralità, ma vicina allo stesso Premier Wen che ricevette 2 milioni di dollari come compensazione per l’acquisizione della Huaxia Bank, istituto di credito sotto il controllo dello stato.

La banca ha poi assunto più di cento figli di dirigenti di potenziali o esistenti partner , quasi tutte società pubbliche o a partecipazione pubblica, In questo modo nella banca sono entrati membri dell’élité comunista e degli alti quadri del Partito e di membri del Politburo. Ad esempio, le figlie di Wang Yang, prima leader comunista del Guandong e poi vice primo ministro, e di Li Zhanshu, numero tre del Partito ed interlocutore della Merkel a Pechino, hanno trovato un lavoro nella Banca tedesca.

In totale ci sono stati 19 casi di assunzioni nepotistiche collegati ad affari per 190 milioni di dollari che avrebbero potuto portare a sanzioni da parte della SEC per corruzione che, se scoperti per tempo, avrebbero potuto portare ad una sanzione fra gli 84 ed i 120 milioni da parte dell’organo di controllo americano. La fortuna vuole che le indagini interne, compiute da più studi legali, abbiano anche scoperto come queste attività siano ormai andate in prescrizione.
Però da un lato si evidenza come sia BaFin, l’autorità di controllo tedesca, sia la BCE, evidentemente “C’avevano Judo” in quel periodo, e d’altro canto mostrano come molte aziende tedesche si siano rapidamente espanse in Cina: a suon di regali e di nepotismo.
 

tontolina

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COME TI TRUFFO L’IVA IN GERMANIA (e tutto pagato con carte di credito e non con i pericolosi contanti italiani)




La Germania pensa, nel suo caso giustamente, di limitare l’evasione IVA e causa un caos a livello europeo, il tutto spiegato dal quotidiano economico tedesco Handelsblatt.
Cosa succede in Germania= Nelle varie piattaforme online come Amazon o Ebay sono presenti venditori che presentano dei prodotti a dei prezzi molto bassi, al di sotto di ogni possibile conseguenza. Questo perchè questi venditori online evitavano di pagare l’IVA.

Se si compra un prodotto dalla Cina in Italia il prodotto di arriverà, ma gravato dal pagamento dell’IVA e di eventuali dazi doganali, il tutto fatto pagare tramite spedizioniere alla frontiera.
Evidentemente in Germania funziona in un modo diverso e l’IVA deva essere versata separatamente dal venditore cinese che, evidentemente, se ne guarda, anche perchè spesso si tratta di aziende neppure registrate presso l’ufficio IVA tedesco.
In pratica il signor Han vende in Germania tramite, ad esempio, Ebay, con il prezzo al netto dell’IVA e poi si scorda di versare l’IVA stessa.

In questo modo da un lato evade l’imposta, dall’altro si fa una concorrenza sleale ai venditori tedeschi o europei che invece l’IVA devono caricarla.
Il tutto pagato con carta di credito, alla faccia della lotta al contante.

Come si è cercato di far fronte a questo problema?
Una legge, entrata in vigore il primo ottobre, rende i gestori delle piattaforme di vendita online responsabili in solido per il pagamento dell’IVA venduti sulla piattaforma stessa, per cui se si compra un prodotto su, ad esempio, Amazon e poi il venditore non versa la relativa IVA, questa verrà versata dalla piattaforma. L’unico modo per la piattaforma per mallevarsi è quello di ottenere, da venditore, un certificato di buona condotta fiscale che può essere richiesto ad un ufficio delle imposte teutonico.

Apparentemente tutto bene, anzi un’idea da copiare per evitare l’evasione fiscale tramite internet, ed il tutto senza rompere le scatole ai venditori al dettagli nazionali.
Peccato che, in un eccesso di zelo, i bravi tedeschi abbiano deciso di applicare la normativa anche alle aziende che vendono online su piattaforma, ma sono comunitarie, per cui la richiesta del certificato si traduce in una limitazione del commercio comunitario anche perchè, all’interno dell’Unione, almeno teoricamente, l’IVA non si può evadere.
La commissione ha definito “Inefficiente e spoporzionato” quanto richiesto dalla Germania, contrario alla creazione di un mercato unico digitale e dalle normative comuni per la lotta all’evasione IVA.

L’Unione vorrebbe un registro unico degli operatori che possono vendere sulle piattaforme online, in modo da distinguere i “Buoni” ed i “Cattivi”, ma questo impedirebbe ai privati di accedere , legittimamente, a queste piattaforme, come avviene con Ebay. Una soluzione non facile a livello europeo.
 

tontolina

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GERMANIA ED EVASIONE: DOPOM CUM-EX UN SECONDO SCANDALO COINVOLGE LE BANCHE


Le banche tedesche sono sempre al centro degli scandali di evasione fiscale in Germania. Mentre in Italia si dà la caccia al panettiere che non emette lo scontrino o all’idraulico che non dichiara 100 euro, in Germania nel centro del mirino sono i complessi sistemi di esterovestizione della proprietà delle azioni. Solo che, come riporta SZ, si è giunti addirittura ad inventarsi la proprietà di azioni all’estero pur di poter detrarre utili dalle proprie dichiarazioni dei redditi.

Lo schema era, ed è, piuttosto semplice. In Germania le tasse sui capital gain effettuate da operatori esteri sul mercato tedesco vengono rimborsate in modo automatico dalle banche, perché non competono all’area di tassazione tedesca. Molti titoli tedeschi non sono però posseduti fisicamente per queste transazioni, ma attraverso certificati rappresentativi del titolo, American Depository Receipt, o ADR, un po’ come le ricevute di deposito del nostro Monte Titoli. Gli studi legali Allen & Overy e Walther Graf hanno scoperto che almeno in sei casi , all’interno della Deutsche Bank, sono stati denunciati capital gain su scambio azioni attraverso gli ADR per titoli azionari tedeschi neppure esistenti. Praticamente si sono inventati titoli e ADR, hanno dichiarato di averli scambiati con cospicui utili, hanno ottenuto il rimborso delle imposte teoricamente pagate sullo scambio stesso attraverso DB, ma alla base non esisteva la compravendita iniziale. Sinora i casi scoperti coprono la cifra di 1,5 milioni di euro e sono avvenuti dal 2010 al 2012, in DB.

La cifra sembra piccola, soprattutto se confrontata con i casi Cum-Ex che arrivavano ad un valore complessivo di 50 miliardi, ma bisogna ricordare che si tratta di pochi casi risultati da controlli quasi casuali ed a campione. Una superficiale disamina dell’anno 2014 ha portato alla scoperta di 85 casi per oltre 12 milioni di euro frodati al fisco. A noi viene il sospetto che l’operazione non fosse possibile senza una serie di appoggi interni, perché se i rimborsi complessivi richiesti alla Banca fossero risultati superiori a quando la banca, nel suo insieme, poteva richiedere al fisco sarebbe scattato un campanello di allarme. Al contrario qualcuno probabilmente sapeva che una parte dei rimborsi fiscali per capital gain non veniva riscossa ed ha pensato bene di approfittarne. La magistratura tedesca ha affermato che indagherà tutte le persone coinvolte in questo genere di traffici.

Nel frattempo, in Italia, si fanno tante chiacchiere per andare a caccia dei poveracci che evadono per sopravvivivere. L’evasione vera è altrove.
 

tontolina

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OPS… GUARDA COME SPARISCONO LE PROVE CONTRO LA VON DER LEYEN IN GERMANIA


Il bello dell’Europa e della Germania è che là è tutto pulito, tutto garantito al limone… oppure no?
Come riporta la stampa tedesca, SZ in testa, prove molto importanti riguardanti lo scandalo McKinsey – Ministero della Difesa Tedesco avvenuto quando era in carica. Il telefono cellulare di stato che lei utilizzava come ministro, parte delle prove riguardanti lo scandalo, è stato consegnato agli inquirenti come prova per poi scoprire che tutta la memoria è stata preventivamente cancellata lo scorso agosto e le prove sono state completamente cancellate.
Lo scandalo riguarda la concessione di consulenze multimilionarie alla società McKinsey per la realizzazione di un piano di riforma dell’esercito tedesco, il tutto con un contratto di 390 milioni di euro e con l’assunzione di ex dipendenti della società americana. Il tutto poi non portò ad un piano particolarmente efficace, anzi si rivelò un enorme spreco di denaro, tanto da causare un’inchiesta parlamentare sullo spreco, con accuse dall’interesse privato alla distruzione di denaro pubblico. Lo scandalo è ancora più evidente perchè in una situazione in cui l’esercito giace in una scarsità di risorse pressante.
Naturalmente le opposizioni sono insorte tutte, da AfD ai Verdi, parlando di furto, di scandalo, di cancellazione di prove che ora mettono in pericolo la prosecuzione dell’inchiesta. I dati, al contrario di un telefono normale, non possono essere recuperati, dato il livello di sicurezza dello strumento, quindi importanti prove sono andate perse, come ammette la stessa giustizia.
In Italia non si parlerebbe d’altro,
in Europa va tutto benissimo.
 

tontolina

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  • La Germania è il cuore marcio dell’Europa
    di Malachia Paperoga - dicembre 6, 2019
    I problemi europei vengono dalla Germania, che si avvia verso la recessione e la resa dei conti del suo modello mercantilistico che ha distrutto il progetto europeo. L’euro, fin dall’inizio, è stato lo strumento tedesco di colonizzazione dell’Europa.
La Germania è il cuore marcio dell’Europa

Come riporta Tom Luongo, i problemi europei hanno origine in primo luogo dalla Germania, che ha utilizzato la moneta unica come strumento di colonizzazione dei paesi europei più deboli. Ora il giocattolo ha raggiunto il suo limite ed esploderà non appena finiranno gli effetti espansivi messi in campo dalla BCE, che, anziché risolvere i problemi, li ha lasciati invece aggravarsi a dismisura.









Di Tom Luongo, 3 dicembre 2019



In Europa la crisi arriverà dalla Germania. La Germania è entrata in un periodo di crisi politica che, al momento, non è ancora esplosa.



Ma la pira è stata costruita, le torce sono accese e tutto ciò che rimane da fare è trascinare la cancelliera Angela Merkel sul rogo e dare fuoco.



Per coloro che vogliono capire gli impulsi fondamentali che hanno portato l’Unione Europea dove si trova oggi e il ruolo centrale della Germania, è veramente necessario leggere “Il cuore marcio d’Europa” di Bernard Connolly.



Si tratta di un libro che condanna praticamente tutti coloro che hanno mono-maniacalmente spinto per il progetto europeo ma, a mio parere, quella che ne esce peggio è in particolare la Germania.



Infatti il progetto dell’euro, come moneta, venne guidato dagli industriali tedeschi che puntavano ai vantaggi che avrebbe portato loro una moneta unica.



Questo è un concetto che ho sottolineato molte volte: la moneta unica rende più economici i prodotti industriali del Nord Europa, mentre sovrapprezza la capacità produttiva del Sud.



Inoltre, aumenta l’effettiva qualità del debito di questi ultimi paesi, portandola a un livello molto più alto del suo valore di mercato. Ciò ha consentito loro di prendere in prestito denaro a tassi molto più bassi di quanto avrebbero mai potuto fare in altre condizioni.



Questo ci ha portato esattamente dove siamo oggi: con gli enormi squilibri interni che hanno destabilizzato queste economie ed eroso ulteriormente la loro capacità produttiva e competitività, lasciandoli con una montagna di debito, impossibile da ripagare, che viene utilizzato come ulteriore strumento per estrarre gli ultimi asset realmente di valore dai paesi stessi, quando l’inevitabile crisi colpisce e il debito deve essere ristrutturato.



Pensare che questo meccanismo non fosse noto a chi ha progettato l’euro è totalmente da ingenui. Questo ragionamento non viene fatto solo da Connolly, ma anche da Gyorgy Matolcsy, Presidente della Banca Centrale di Ungheria.



Grazie a un lettore fisso molto generoso, sto leggendo ora questo libro: “L’impero americano contro il Sogno Europeo”. Matolcsy in apertura sferra un caustico attacco all’euro, sostenendo che non avrebbe mai dovuto essere introdotto, fin dall’inizio.



Il fatto è che gli effetti della moneta unica erano perfettamente prevedibili. Ma l’autore tocca un argomento ancora più importante rispetto a quanto fa Connolly nel suo libro. La Germania estrae ricchezza e accumula rendite grazie all’arbitraggio sul tasso di cambio.



Sentirlo potrà irritare i miei lettori tedeschi ma, ancora una volta, se pensate che questo non fosse il piano fin dall’inizio, ossia colonizzare paesi come la Grecia, che non si riuscì a conquistare militarmente durante la Seconda Guerra Mondiale, allora non riuscite a capire perché il resto d’Europa si sta arrabbiando.



Maltocsy si spinge ancora più in là nella sua critica alla Germania, affermando che se questa estrazione di ricchezza fosse stata distribuita a tutta la UE durante i venti e più anni di euro, sotto forma di investimenti, le cose sarebbero andate molto meglio.



Ma la Germania non ha mai abbandonato la sua mentalità mercantilista, preferendo vendere BMW e Porsche agli spagnoli e ai greci, mentre prestava loro i soldi necessari a tassi di interesse calmierati.



Poi, quando è arrivato il conto, la Germania ha chiesto loro l’austerità per ripagarlo e nel frattempo ha dato loro dei fannulloni.



Ecco perché oggi la Germania è il centro marcio di un presunto impero europeo che cade a pezzi. Ed ecco perché tutti, inclusi i tedeschi, verranno ora impoveriti mentre la montagna di debito impossibile da ripagare collassa.



Gli imperi crollano sempre dall’interno.



L’impero americano sta affrontando lo stesso identico problema, ma siccome il dollaro è la valuta di riserva mondiale, verrà semplicemente colpito più tardi.



Ecco perché il Dow Jones Industriale e lo S&P500 sono ai massimi storici nonostante le ultime bordate del presidente Trump nell’ambito della guerra commerciale con la Cina, mentre il tedesco DAX fa fatica a rimanere sui livelli massimi del 2018.



Il Dow Jones risente delle differenze nelle incertezze economiche e politiche tra gli USA e la Germania. Perché…



La notizia importante è che i partner di coalizione di Angela Merkel, i Social Democratici (SPD), hanno appena eletto un nuovo leader che è ostile al governo di coalizione, in quanto attribuisce alla Merkel la colpa del collasso elettorale del suo partito a livello nazionale. Questo mette il futuro politico della Merkel in pericolo o, come minimo, assicura che lei avrà meno controllo su un governo tedesco largamente paralizzato.


Negli ultimi mesi abbiamo visto in generale i mercati tirare un sospiro di sollievo dopo che la FED e la BCE si sono attivate per immettere liquidità. Ma questo intervento non risolve i problemi sottostanti, li rimanda soltanto, gonfiando per qualche altro mese la curva dei rendimenti, in questo caso degli Stati Uniti e della Germania.


Ma l’impulso reflattivo è ora dominante o è una semplice pausa tra crisi, come suggerisce Jeff Snider di Alhambra Partners?



Io propendo per la seconda ipotesi, dato che la FED continua ad accumulare Repo (pronti contro termine, NdVdE) sul suo bilancio, ormai più di 208 miliardi di dollari da settembre, e un’altra operazione Repo di 42 giorni ieri è stato sottoscritta per una quantità doppia dell’offerta.



Certo, potrebbe trattarsi di semplici trucchetti da fine trimestre, ma perché? E ci chiederemo le stesse cose quando questi Repo da 42 giorni scadranno a fine gennaio?



La vera domanda è che cosa sta spingendo le banche USA ad aver bisogno di così tanti dollari per mantenere liquidi i mercati. E perché tutti si sentono agitati dalla mancanza di dollari.



La risposta è che tutti si aspettano la stessa cosa, che qualcosa cambierà in maniera decisa, e quando lo farà tutti vorranno dollari, non euro, non sterline, yen o yuan.



L’economia tedesca sta rallentando, lo fa da più di un anno.



E quando l’impulso reflattivo finirà, i mercati che non hanno toccato i massimi storici saranno molto più vulnerabili a un collasso. L’impero mercantilista multigenerazionale tedesco ha raggiunto il suo zenith. Non può più spingersi oltre senza cedere terreno politico al resto d’Europa o abbandonare proprio quella cosa che ha creato l’impero fin dall’inizio: l’euro.

Ecco il problema principale che sta al cuore del progetto europeo. E non può essere nascosto ancora a lungo.
 

tontolina

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In America il tribunale condanna Monsanto-Bayer: “il glifosato fattore determinante per il cancro” – In Europa, invece, può essere liberamente utilizzato perchè la Bayer è Tedesca e da noi comandano i crucchi… Il businnes è più importante di qualche pezzente che crepa di cancro!

In America il tribunale condanna Monsanto-Bayer: “il glifosato fattore determinante per il cancro” – In Europa, invece, può essere liberamente utilizzato perchè la Bayer è Tedesca e da noi comandano i crucchi… Il businnes è più importante di qualche pezzente che crepa di cancro! - Allerta Terra

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In America il tribunale condanna Monsanto-Bayer: “il glifosato fattore determinante per il cancro” – In Europa, invece, può essere liberamente utilizzato perchè la Bayer è Tedesca
e da noi comandano i crucchi… Il businnes è più importante di qualche pezzente che crepa di cancro!

Il tribunale su Monsanto-Bayer: “il glifosato fattore determinante per il cancro”

L’erbicida Roundup contenente glifosato “è stato un fattore determinante” nel procurare il cancro ad un uomo di 70 anni, Edwin Hardeman, che lo ha usato per decenni nel suo giardino. Lo ha stabilito un tribunale californiano all’unanimità infliggendo il secondo colpo in un anno alla Monsanto già condannata a risarcire con 78 milioni di dollari al giardiniere Dewayne Johnson che ha portato a processo la multinazionale ritenendo il glifosato contenuto nel Roundup responsabile del suo cancro. Il colosso americano è anche stato accusato di aver negato l’esistenza di rischi per la salute. Sia a Johnson che ad Hardeman è stato diagnosticato un linfoma non Hodgkin.

La nuova pronuncia è arrivata martedì il 19 marzo e sposta ora il processo in una seconda fase in cui i giurati si occuperanno della questione della responsabilità e dei danni.

I giurati hanno deliberato per quasi una settimana prima di valutare l’unica domanda a cui hanno dovuto rispondere nella prima fase del processo . Il giudice distrettuale degli Stati Uniti, Vince Chhabria, ha limitato drasticamente le prove che i giurati hanno potuto ascoltare nella prima fase e ha per lo più escluso l’esame delle prove sulle presunte azioni di Monsanto per controllare o manipolare la documentazione scientifica. Ma tali prove saranno al centro della seconda fase processuale.

Il verdetto è stato una vittoria significativa non solo per Hardeman, ma per le altre migliaia di querelanti negli Stati Uniti che hanno fatto causa alla Monsanto e hanno anche affermato che l’esposizione agli erbicidi a base di glifosato della compagnia causava linfoma non Hodgkin.

Ovvia la delusione di Bayer che si è detta certa che “la scienza confermi che gli erbicidi a base di glifosato non causano il cancro. Siamo fiduciosi che le prove nella seconda fase mostreranno che la condotta di Monsanto è stata appropriata e che la società non dovrebbe essere ritenuta responsabile per il cancro del signor Hardeman”.

fonte: Il tribunale su Monsanto-Bayer: “il glifosato fattore determinante per il cancro” | il Salvagente | Pagina 55260
 

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KFW, come far sparire 1100 miliardi di debiti sotto al tappeto e prendere gli applausi da tutta Europa
Se avessimo una KFW per fare sparire un migliaio di Euro di debiti che vita faremmo?
Cosa potremmo fare con 500 miliardi da spendere per l’Italia, più altri 600 per Regioni, senza pagare una lira di interessi?
Impossibile?
No, qualcuno lo fa da sempre.
Ecco come fare sparire 500 miliardi di debiti e vivere felici, tra gli applausi di tutta Europa.

Si può nascondere sotto al tappeto un bel buco da centinaia di miliardi?
A giudicare da come la fama (di virtuosi) dei tedeschi continui a sventolare sul pennacchio più alto del continente, c’è da giurarci.
È possibile.

Vi racconto come la Germania è riuscita a compiere il miracolo.
Complotto? Frode? Infrazione dei vincoli europei?
Niente di tutto questo.
Anzi, è tutto perfettamente in regola!

COME FARE SPARIRE OLTRE 500 MILIARDI DI DEBITI
E VIVERE FELICI

Ci è riuscita la Germania, non aggirando le stringenti regole europee, ma semplicemente adattandole al proprio modello politico.
Insomma, quando non puoi cambiare le regole a tuo piacimento, previeni.
Costruiscile attorno ai tuoi interessi, facendole aderire perfettamente al tuo modello di Stato.

È quello che la Germania ha fatto, costruendo tutto il recinto europeo, non solo in fatto di norme bancarie e di bilancio, attorno al proprio sistema di banche pubbliche (oltre 400, contro le zero italiane, se escludiamo la indebitata MPS e la inutilizzata ex cassa del Mezzogiorno) e al sistema dei Länder.

I Länder, una via di mezzo tra le nostre Regioni e gli Stati uniti d’America (più vicini a questi ultimi), in fatto di bilancio pubblico, fanno capitolo a sé.
Significa che i loro bilanci sono disgiunti da quello dello Stato centrale.


Questo prodigio ha un solo nome: KFW!

Leggiamo su wikipedia:
“Attraverso la KfW, il Governo tedesco canalizza tutta una serie di operazioni che altrimenti figurerebbero nei conti dello Stato PER CIFRE INGENTI: l’attivo dell’istituto con sede a Francoforte ha sfiorato lo scorso anno i 500 miliardi di euro, più del doppio che all’inizio del decennio passato, anche per effetto del trasferimento sotto il suo ombrello di molte attività in precedenza di competenza dell’amministrazione pubblica…” ecc..
Nulla di accidentale, insomma.

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La KFW è il tappeto sotto il quale la Germania nasconde i debiti

COME VIENE FINANZIATA LA SPESA PUBBLICA IN GERMANIA?
Stando alle informazioni ufficiali, quindi, Francoforte nasconderebbe sotto al tappeto qualcosa come circa il 15% di debiti in rapporto al proprio PIL e il 25% (cioè un quarto) rispetto al debito pubblico ufficiale.
Se anche il debito dei Länder figurasse nel computo del bilancio dello Stato, esattamente come avviene in Italia con le Regioni, il rapporto debito/PIL salirebbe dall’attuale quasi 62% a quasi il 77%.

Certo, la distanza con la situazione debitoria dell’Italia rimarrebbe siderale, ma almeno su questo punto, nessuno potrebbe farci la morale.
Di quanto calerebbe il rapporto tra debito pubblico e PIL se in Italia venisse applicato il sistema tedesco?
È difficile stabilirlo
visto che sarebbe complicato individuare quelle che vanno considerate come spese per cifre ingenti.
Soprattutto andrebbe analizzata ciascuna tipologia di spesa pubblica che Francoforte fa fare alla KFW e poi rapportata ciascuna al modello italiano.

È tuttavia più facile affermare che il debito (ulteriore rispetto a quello generato da KFW) dei Länder non viene comunque aggiunto al debito dello Stato centrale.
Infatti le Regioni tedesche, come detto hanno un proprio bilancio autonomo, e non sono tenute a rispettare il patto di stabilità, contrariamente a ciò che accade in Italia.

Se ciò vi pare poco, i debiti di Oberhausen, nella Ruhr, nel 2014 erano pari a 6.900 euro per abitante.

Ma qual è il totale dei debiti dei Länder?
600 miliardi.
600 miliardi che non vengono conteggiati nel debito nazionale.

E 600 + 500 fanno già 1100 miliardi di Euro di debiti non calcolati.
E quindi, se il debito pubblico ufficiale della Germania è appena al di sopra dei 2.000 miliardi, quello ufficioso supererebbe i 3.100 miliardi solo con le note spesa dei Länder, facendo passare il rapporto debito/PIL dal 60% ad un più realistico 90%.
Insomma, per i tedeschi è una vera pacchia!
 

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