Consob vieta vendite allo scoperto bancari, assicurativi (1 Viewer)

Albatros

Utente Spoglia Seniòrite
22 Settembre 2008 21:49
Consob vieta vendite allo scoperto bancari, assicurativi - nota
MILANO (Reuters) - La Consob ha annunciato oggi il divieto di vendere allo scoperto titoli di banche e assicurazioni da domani fino al 31 ottobre prossimo, imponendo che il titolo debba essere disponibile al momento dell'ordine e fino alla data di regolamento dell'operazione. Lo si apprende da una nota della Consob diffusa in serata. "La Commissione Nazionale per le Società e la Borsa ha deliberato oggi che la vendita di azioni di banche e imprese di assicurazioni quotate nei mercati regolamentati italiani e ivi negoziate debba essere assistita dalla disponibilità dei titoli da parte dell'ordinante al momento dell'ordine e fino alla data di regolamento dell'operazione", si legge nel comunicato, che specifica: "Queste disposizioni hanno effetto dalle ore 00.00 del 23 settembre 2008 fino alle ore 24.00 del 31 ottobre 2008". Restano escluse dal divieto, spiega il comunicato, i market maker, gli specialisti e i liquidity provider. Il provvedimento della Consob fa seguito alle misure straordinarie in materia prese dalle autorità statunitense e britanniche alla luce dell'attuale crisi finanziaria, e a simili provvedimenti restrittivi decisi da Irlanda, Germania, Francia, Lussemburgo, Belgio e Olanda



mah... :rolleyes:

un tappo su una diga rotta...
 

fabri69

Forumer storico
NOTARE BENE:
Restano escluse dal divieto, spiega il comunicato, i market maker, gli specialisti e i liquidity provider.
..in pratica chi manovra il mercato
 

tontolina

Forumer storico
megano ha scritto:
si solita cagata
solita TRUFFA, vorrai dire
non esiste la parità di trattamento

i piccoli debbono sempre pagare
e stop

da
http://mercatoliberonews.blogspot.com/2008/09/lultimo-bingo-del-turbocapitalismo.html
L'ultimo Bingo del turbocapitalismo


Ho l'impressione che la «casta degli oligarchi», la nuova élite di «mega-ricchi» - come li definisce Hervé Kempf – che governa l'economiamondiale abbiamesso a segno il più grande colpo della storia. Se non ho capito male, alla fine della giostra, un colossale flusso di denaro, da 600 a 1.000 miliardi di dollari, secondo le diverse stime, transiterà dalle casse delle banche centrali americane ed europee – cioè dalle riserve statali accumulate con i proventi fiscali dei cittadini - ai portafogli dei grandi investitori finanziari. In realtà i mutui degli americani poveri non c'entrano nulla.

Pensate a quale piano planetario di edilizia economica e popolare si sarebbe potuto realizzare con solo una parte delle somme sborsate! I mutui sono stati il veicolo con cui creare ad arte una esposizione debitoria inesigibile - drogando i prezzi di mercato degli immobili e, di conseguenza, sopravalutando i titoli ipotecari nelle mani degli istituti di intermediazione. Un gioco da ragazzi, una «shock economy», direbbe Naomi Klein, pianificata e provocata dalle stesse autorità monetarie «regolatrici » dei mercati e dalle agenzie di rating e di controllo. Basta seguire imovimenti di quel Alan Greenspan, già presidente della Federal Reserv, ritenuto l'inventore della linea dei «consumi in deficit» e accostato dal nostro Tremonti a Bid Laden come principale nemico dell'America, che è ora il consulente del più grande Hedge Fund (lo Jp Morgan) che sta comprando le banche in fallimento.

Ovviamente, con il sostegno in denaro della stessa Federal Reserv. Insomma, ci stanno turlupinando. Oggetto degli spettacolari salvataggi con i nostri soldi non sono né imutui dei «poveri» americani, né le «generose» banche di intermediazione che li hanno concessi, né le «sprovvedute» società di assicurazione che hanno stipulato polizze contro le bancarotte. Temo che i veri beneficiari, in ultima istanza, siano coloro che hanno preso nel loro portafoglio i «titoli spazzatura» e che pretendono comunque gli interessi e le rendite pattuite. Sono i grandi investitori istituzionali, i fondi pensione, le fondazioni, i fondi sovrani dei paesi orientali, gli sceicchi del petrolio… tutti coloro, insomma, che stanno finanziando gli investimenti produttivi, industriali, infrastrutturali, militari negli Stati Uniti. E non possono fallire perché lascerebbero a secco «la più grande economia del mondo», la nostra protettrice e il nostro faro di civiltà. La crisi finanziaria in corso non è altro che un giro tortuoso per saldare una tranche dei loro crediti. Sono sicuro che i maghi della finanza creativa (la «setta degli avidi » che dirigono il tavolo da gioco degli hedge fund) stanno già studiando quale dovrà essere la prossima «bolla speculativa» da gonfiare e far saltare – assieme alle casse degli stati – al momento buono. Il dubbio che mi tormenta è che a sinistra si creda ancora nella «patologia» della crisi, come eccesso speculativo dell'arciliberismo, e non si veda invece nella «sequenza delle crisi» (come ci dice cinicamente Cipolletta) la patologia del turbocapitalismo, insaziabile divoratore di risorse e di umanità.

Paolo Cacciari
Fonte: www.ilmanifesto.it
21.09.08
 

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