competizione (1 Viewer)

timurlang

Etsi omnes , Ego non
La cultura occidentale è fondata sull'individualismo, purtroppo. In realtà nessuno che abbia un ruolo "istituzionale" lo dice chiaro o lo ammette e dice di lavorare perché emergano successo e benessere sociale.
Se penso all'Italia, e vedo la nostra società che dovrebbe essere coesa e compatta per primeggiare in termini di equità, giustizia, benessere, invece disgregata, piena di furbi, di "do ut des", di gente che se ne frega del resto delle persone, tirando l'acqua al proprio mulino, mi deprimo.
Ma chi ci guida, per primo è così. Ognuno si fa i suoi propri interessi.
Certo, ci sono persone diverse, ci sono realtà diverse. C'è chi mette da parte il proprio "primeggiare" in favore del primeggiare dell'intero corpo sociale o di una parte (consistente) di esso.

Ma forse non ho capito niente della domanda e non ho centrato il punto.:(

la cultura occidentale è fondata sul concetto proprio ed originale di "individuo" come elemento non divisibile , dotato di proprietà e diritti propri inalienabili , finito, distinto dall'infinito
questo ha posto l'uomo come centrale e dominante rispetto alla natura con tutti i riflessi sia positivi che negativi in termini di espressione della propria potenza

non possiamo guardare solo un lato della moneta ignorando l'altro

ma nella cultura occidentale è anche entrato il concetto di persona e cioè di un individuo che ha un ruolo da giocare nei confronti degli altri
Etimologia : persona;

l'idea che la cultura occidentale non sia solidaristica a contrario di quelle non occidentali mi pare sia un mainstream che non ha riscontro nella realtà

lo stato sociale nasce qui , non in asia
 

Ignatius

sfumature di grigio
la cultura occidentale è fondata sul concetto proprio ed originale di "individuo" come elemento non divisibile , dotato di proprietà e diritti propri inalienabili , finito, distinto dall'infinito
questo ha posto l'uomo come centrale e dominante rispetto alla natura con tutti i riflessi sia positivi che negativi in termini di espressione della propria potenza

non possiamo guardare solo un lato della moneta ignorando l'altro

ma nella cultura occidentale è anche entrato il concetto di persona e cioè di un individuo che ha un ruolo da giocare nei confronti degli altri
Etimologia : persona;

l'idea che la cultura occidentale non sia solidaristica a contrario di quelle non occidentali mi pare sia un mainstream che non ha riscontro nella realtà

lo stato sociale nasce qui , non in asia

E' tutto vero, ma puntualizzo:
1) IQT ci sono troppe donne, si rischia di far fatica a mandarlo in wacca
2) anpassàn: quand'ero giovane, nel seminario che feci per l'esame di sociologia, mi dissero che la pressione al conformismo (e quindi contro l'individualismo) è moooolto più forte in Giappone che in Italia
3) "lo stato sociale nasce qui e non in Asia" merita un approfondimento alla luce della mia Weltanschauung sui rapporti tra regole e comportamenti innati o comunque trasmessi dalla Cultura dominante.


"lo stato sociale nasce qui e non in Asia".
E dunque?
Secondo la mia Visione, il fatto che esista una norma (o un insieme di norme, battezzate in questo caso "Stato Sociale") NON è indice di tendenza naturale a realizzare una situazione bensì, semmai, il contrario.

Per esempio: non esiste una norma di legge che obbliga le persone a nutrirsi e a dormire o a non uccidersi. Eppure lo fanno. Perché non occorrono norme che impongano ciò è "naturale" (inteso anche come "culturalmente imposto", beninteso).

Invece esiste una norma che dice "in macchina, fermatevi al semaforo rosso", il che fa pensare che, se tale norma non esistesse, le persone attraverserebbero gli incroci in modo quantomeno ardìto. Perché "cercare di arrivare a destinazione nel minore tempo possibile" è naturale, mentre "fermarsi e far passare gli altri" no.
Quindi, spesso le norme impongono, mi si passi la semplificazione, comportamenti "innaturali". "Innaturali" per il singolo, ma - si pensa - benèfici per la collettività, beninteso.





Concludendo,
allora nell'evoluzionismo la competizione e' molto importante, vince il piu' forte ossia il piu' cattivo... ma c'e' la componente sociale in molte specie, la competizione deve essere bilanciata da un minimo di capacita' di mettere da parte il proprio per il successo comune altrimenti gli altri assieme si rivolteranno contro il singolo egoista... con la razza umana forse siamo arrivati al punto che la competizione che conta e' quella con se stessi, essere capaci di mettere da parte i proprio egoismi per un bene di piu' larga condivisione.... pensieri confusi ciao:V:V:V

"Vince il più forte ossia il più cattivo"
:mmmm: :mmmm: :mmmm: Si consiglia di guardare "Wolf" (Jack Nicholson licantropizzato rècita "E' magnifico essere lupo, non è vero? Il potere senza la colpa. L'amore senza il dubbio").


Ma la "competizione con se stessi" non è la schizofrenia? :-?
Ovvero: se uno "mette da parte i propri egoismi per un bene comune", secondo me, lo fa perché si sente bene nel farlo.
Unitariamente.
Anch'io, quando vo a farmi cavare il plasma, lo faccio per egoismo, perché la mi fa stare bene: non c'è una parte di me che dice "dàllo!" e una parte di me che replica "tièntelo!".
 

timurlang

Etsi omnes , Ego non
...


"lo stato sociale nasce qui e non in Asia".
E dunque?
Secondo la mia Visione, il fatto che esista una norma (o un insieme di norme, battezzate in questo caso "Stato Sociale") NON è indice di tendenza naturale a realizzare una situazione bensì, semmai, il contrario.

Per esempio: non esiste una norma di legge che obbliga le persone a nutrirsi e a dormire o a non uccidersi. Eppure lo fanno. Perché non occorrono norme che impongano ciò è "naturale" (inteso anche come "culturalmente imposto", beninteso).

Invece esiste una norma che dice "in macchina, fermatevi al semaforo rosso", il che fa pensare che, se tale norma non esistesse, le persone attraverserebbero gli incroci in modo quantomeno ardìto. Perché "cercare di arrivare a destinazione nel minore tempo possibile" è naturale, mentre "fermarsi e far passare gli altri" no.
Quindi, spesso le norme impongono, mi si passi la semplificazione, comportamenti "innaturali". "Innaturali" per il singolo, ma - si pensa - benèfici per la collettività, beninteso...

hai visto , forse , una contrapposizione la dove non c'è

concordo infatti che sia l'idea di individuo che quello di persona (come individuo sociale) non sono naturali ma il prodotto culturale di una serie di eventi storici

le società protostoriche si strutturano come Nazioni per estensione della famiglia (nazione --> nascere --> sscr. g'an = generato)
l'essere umano ha valore solo per la sua funzione all'interno della famiglia (i figli improduttivi potevano essere soppressi) e così , nella modernità, per la sua funzione all'interno della Nazione (le classi o etnie improduttive - o presunte tali - possono essere soppresse)

l'occidente ha tentato (con mostruose deviazioni a dire il vero) ti tenere insieme l'antinomia individuo - società , preservando da una parte il valore irrinunciabile del singolo ed estendendo dall'altra l'idea di appartenenza

anche se oggi viviamo in una fase in cui l'ago pare spostarsi più la misura dell'utilità individuale , contesto l'idea che la nostra sia una società incapace di una visione solidaristica
 

MissT

Forumer storico
La cultura occidentale è fondata sull'individualismo, purtroppo. In realtà nessuno che abbia un ruolo "istituzionale" lo dice chiaro o lo ammette e dice di lavorare perché emergano successo e benessere sociale.
Se penso all'Italia, e vedo la nostra società che dovrebbe essere coesa e compatta per primeggiare in termini di equità, giustizia, benessere, invece disgregata, piena di furbi, di "do ut des", di gente che se ne frega del resto delle persone, tirando l'acqua al proprio mulino, mi deprimo.
Ma chi ci guida, per primo è così. Ognuno si fa i suoi propri interessi.
Certo, ci sono persone diverse, ci sono realtà diverse. C'è chi mette da parte il proprio "primeggiare" in favore del primeggiare dell'intero corpo sociale o di una parte (consistente) di esso.

Ma forse non ho capito niente della domanda e non ho centrato il punto.:(

Hai centrato abbastanza! tutto inizia dalla scuola dove i genitori insegnano ai bambini che devono essere bravi a scuola, primeggiare et similia, non viene insegnato a stare insieme, ad aiutare il prossimo a progettare in gruppo... almeno penso che sia cosi', io non ho figli a scuola :)
 

MissT

Forumer storico
Questa posizione non la chiamerei competizione, ma processo di crescita e maturazione, che comunque richiede una attenta analisi della situazione iniziale, cioè il rendersi conto prima di tutto che si è individualisti, in seconda battuta il verificare che tale individualismo è diventato distonico, solo da tutto questo un individuo potrebbe quindi incominciare ad apportare delle modifiche al proprio comportamento, iniziando a sperimentarsi nelle diverse possibili relazioni con gli altri e quindi scoprendo nuovi modi di vivere e magari sorprendersi di starvi anche bene.

intendevo contrapporre la caratteristica di competizione che ci appartiene geneticamente alla necessita' dell'uomo di controllare tale competizione ... per un fine comune superiore... alla fine e' una competizione tra vari istinti, quello di primeggiare e quello del vivere sociale (non so come sintetizzarlo meglio :mmmm:)
 

MissT

Forumer storico
la cultura occidentale è fondata sul concetto proprio ed originale di "individuo" come elemento non divisibile , dotato di proprietà e diritti propri inalienabili , finito, distinto dall'infinito
questo ha posto l'uomo come centrale e dominante rispetto alla natura con tutti i riflessi sia positivi che negativi in termini di espressione della propria potenza

non possiamo guardare solo un lato della moneta ignorando l'altro

ma nella cultura occidentale è anche entrato il concetto di persona e cioè di un individuo che ha un ruolo da giocare nei confronti degli altri
Etimologia : persona;

l'idea che la cultura occidentale non sia solidaristica a contrario di quelle non occidentali mi pare sia un mainstream che non ha riscontro nella realtà

lo stato sociale nasce qui , non in asia

non so dirti dove nasce, ma avendo vissuto vari anni in Asia ti posso dire che apparentemente l'individuo e' meno individuo cola' piuttosto che qua. la cultura occidentale e' solidaristica ma sembra essere una risposta ad un eccessivo individualismo, non una spinta spontanea ed autonoma... dico "apparentemente" e "sembra" perche' sono cose su cui stiamo ragionando, non ho certezze :help:
 

MissT

Forumer storico
E' tutto vero, ma puntualizzo:
1) IQT ci sono troppe donne, si rischia di far fatica a mandarlo in wacca
2) anpassàn: quand'ero giovane, nel seminario che feci per l'esame di sociologia, mi dissero che la pressione al conformismo (e quindi contro l'individualismo) è moooolto più forte in Giappone che in Italia
3) "lo stato sociale nasce qui e non in Asia" merita un approfondimento alla luce della mia Weltanschauung sui rapporti tra regole e comportamenti innati o comunque trasmessi dalla Cultura dominante.


"lo stato sociale nasce qui e non in Asia".
E dunque?
Secondo la mia Visione, il fatto che esista una norma (o un insieme di norme, battezzate in questo caso "Stato Sociale") NON è indice di tendenza naturale a realizzare una situazione bensì, semmai, il contrario.

Per esempio: non esiste una norma di legge che obbliga le persone a nutrirsi e a dormire o a non uccidersi. Eppure lo fanno. Perché non occorrono norme che impongano ciò è "naturale" (inteso anche come "culturalmente imposto", beninteso).

Invece esiste una norma che dice "in macchina, fermatevi al semaforo rosso", il che fa pensare che, se tale norma non esistesse, le persone attraverserebbero gli incroci in modo quantomeno ardìto. Perché "cercare di arrivare a destinazione nel minore tempo possibile" è naturale, mentre "fermarsi e far passare gli altri" no.
Quindi, spesso le norme impongono, mi si passi la semplificazione, comportamenti "innaturali". "Innaturali" per il singolo, ma - si pensa - benèfici per la collettività, beninteso.

Ho capito il tuo ragionamento... ha un senso... quello che penso e' che finche' la popolazione umana era in numero inferiore a X andava bene che prevalesse l'istinto competitivo del singolo, superato il numero X se si vuole sopravvivere bisogna che l'istinto competitivo sia controbilanciato dall'istinto del vivere in societa'..... ???:mumble::mumble::mumble:???


Concludendo,


"Vince il più forte ossia il più cattivo"
:mmmm: :mmmm: :mmmm: Si consiglia di guardare "Wolf" (Jack Nicholson licantropizzato rècita "E' magnifico essere lupo, non è vero? Il potere senza la colpa. L'amore senza il dubbio").


Ma la "competizione con se stessi" non è la schizofrenia? :-?
Ovvero: se uno "mette da parte i propri egoismi per un bene comune", secondo me, lo fa perché si sente bene nel farlo.
Unitariamente.
Anch'io, quando vo a farmi cavare il plasma, lo faccio per egoismo, perché la mi fa stare bene: non c'è una parte di me che dice "dàllo!" e una parte di me che replica "tièntelo!".

sei completamente svitato :sad::sad: :lol::lol:
 

patatina 77

Creatore di UGC
Hai centrato abbastanza! tutto inizia dalla scuola dove i genitori insegnano ai bambini che devono essere bravi a scuola, primeggiare et similia, non viene insegnato a stare insieme, ad aiutare il prossimo a progettare in gruppo... almeno penso che sia cosi', io non ho figli a scuola :)

aiutare il prossimo ancora, ancora ma per progettare in gruppo l'unica scuola è la vita e diggiamolo è un dono della natura o uno cellhà o non cellhà

magari ecco, "pensare in gruppo" ho detto in e non al apposta, sarebbe già un buon traguardo.
 
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