Come trmbre una strgnkka SENZA PAGARE ..... (1 Viewer)

f4f

翠鸟科
La leghista: «Nessuno stupra Kyenge?»








io mi sono dimesso dal genere Homo
aggiungo: appena in tempo :eek:
 

Claire

ἰοίην
Ecco un interessante articolo (Igno, occhio che è in francese!:D) che poi vi traduco ;)

Spero che a nessuno venga mai più in mente di parlare delle ragazze che lavorano degli FKK tedeschi come di donne libere e felici e che a nessuno venga più in mente di pensare di legalizzare la prostituzione anche in Italia, come ha fatto l'ex parlamentare Cosimo Mele, che parla, ovviamente dal punto di vista maschile, senza nemmeno immedesimarsi in una donna, quel patetico essere. E infatti, ha detto: "Bisogna legalizzare la prostituzione, certo. Anche se in Italia è molto difficile perchè c’è il Papa".
"Sono cattolico ma non sono un santo, mi piacciono le donne e non mi sembra che sia ancora un delitto".:wall:

Quindi lui, parla come un cliente.
Ma non ci sono solo i clienti a pensare che anche per le prostitute ci siano vantaggi, a riaprire le "case chiuse"

Eppure....
L'Allemagne, le plus grand "bordel" d'Europe | Site mobile Le Point
 

Claire

ἰοίην
L'ho trovato in rete già tradotto.
Così mi risparmio la fatica :D

Aveva dunque ragione Marthe Richard? Sancita da un decreto del 13 aprile 1946, la chiusura delle case chiuse in Francia, che Michel Audiard aveva definito <<pleonastica>>, ha sempre suscitato polemiche. Nuovi elementi, che provengono dalla Germania, nutrono il dibattito che non ha mai cessato di contrapporre gli abolizionisti ai soggetti più liberali, che vogliono banalizzare e regolare l’attività per meglio tutelare le sex workers.

Questa strada è stata scelta dalla Germania nel 2001. Si pensava che il testo normativo che legalizzava “il più vecchio mestiere del mondo”, sostenuto dai socialdemocratici e dai Verdi, permettesse alle peripatetiche di svolgere legalmente il loro lavoro stigmatizzato e di fruire della pensione, dell’assistenza sociale e della sanità come qualsiasi altro salariato. Dodici anni dopo, è venuto il momento di tracciare un bilancio della legge. Esso non è molto incoraggiante. La legge non sembra aver avuto alcun impatto positivo, secondo gli esperti. Peggio ancora: la condizione delle prostitute si sarebbe deteriorata.

Un reportage diffuso dal canale della televisione pubblica ARD, intitolato Sex- Made in Germany dimostra che la legalizzazione della prostituzione ha provocato un’autentica industrializzazione di questo particolare settore nel quale le donne sono trattate più che mai come “pezzi di carne” da clienti senza scrupoli. Questa inchiesta, che ha richiesto due anni di lavoro, conferma ciò che è sostenuto in un dossier molto lungo recentemente pubblicato dalla rivista Der Spiegel. Con quasi 3500 case chiuse, la Germania è diventata “il più grande bordello” d’Europa.

Il sindacato dei servizi Verdi stima che questo settore generi un profitto annuale di 14,5 miliardi di euro. Ogni giorno, circa un milione di persone fruiscono dei “servizi” di 200.000 prostitute attive in Germania. Più del 65% di queste “professioniste” sarebbe di origine straniera. L’arrivo di numerose Bulgare e Romene, dopo l’entrata dei loro Paesi nell’unione Europea nel 2007, ha provocato un crollo delle tariffe delle prostitute. Certi locali propongono “sesso a volontà” per tutta la notte a partire da 49 euro. In occasione della sua apertura nel 2009, il “Pussy Cat” nei pressi di Stoccarda prometteva nei messaggi pubblicitari “sesso con tutte le donne, per tutto il tempo che volete. Sesso, sesso anale, sesso orale senza preservativo, sesso a tre, orge, gang-bangs”. Questo annuncio e il prezzo “attraente” di 70 euro al giorno aveva attirato quasi 1700 clienti in un week-end. Quasi 700 persone avevano anche fatto la fila dinanzi al bordello prima di poter entrare.

Per fare affari, i gestori non difettano di immaginazione.

Per distinguersi dai 500 “concorrenti” presenti a Berlino, la Maison d’envie (La casa dei desideri) ha così proposto uno sconto per tutti i curiosi che si recavano nel locale con un mezzo di trasporto pubblico o in bicicletta. Ogni cliente che era in grado di esibire un biglietto valido del metro o un casco di protezione pagava soltanto 25 euro per trascorrere un quarto d’ora in questa casa chiusa, mentre gli automobilisti, inquinatori, dovevano sborsare 30 euro. A poca distanza, il FKK Artemis ha scelto di offrire tariffe speciali ai pensionati e ai tassisti.

Questi prezzi ribassati costringono le prostitute a seguire ritmi infernali che possono condurle a “soddisfare” 40 clienti al giorno. Alcuni trafficanti non esitano oggi ad andare a cercare ragazze molto giovani nell’Europa dell’Est per condurle in Germania e costringerle a vendere il proprio corpo. Molte non hanno neppure il diritto di uscire dal locale nel quale si prostituiscono e soltanto l’1% di loro ha stipulato un contratto di lavoro con la casa chiusa che le ospita. Triste bilancio…
 

andersen1

Patrimonio dell'umanitâ
E' normale che dalla francia arrivi un attacco alla germania su questo argomento (stessa cosa hanno fatto all'olanda con i coffee shop). la francia ha le stesse leggi nostre , non puo' proibire la prostituzione perche' senno' le prostitute (donne ) si lamentano . Ma non puo' legalizzarla perche' altrimenti diventa di troppo facile accesso e troppo poco costosa e le mogli (donne ) si lamentano che tutti i loro mariti vanno con le prostitute. Quindi vorrebbe che anche la vicina germania cambiasse le sue leggi . Anche cosimo mele non ha capito proprio nulla . Il vaticano non ha nulla a che fare con il divieto di prostituzione. E' una questione di mogli e mariti . Le mogli non vogliono che si ritorni ai tempi dei nostri nonni , ovvero osteria e casini.
 

andersen1

Patrimonio dell'umanitâ
Faccio notare che spesso si legge nell'articolo le parole costretta abbligata sfruttata.....basta non andarci negli fkk , si va a lavorare in un call center o in un bar a 800 euro al mese e nessuno obbliga nessuna a andare in un fkk a 10.000 euro al mese e dopo 2 anni comprarsi casa e negozio in romania.
 

andersen1

Patrimonio dell'umanitâ
Pensate se qualcuno dovesse andare ad esempio a vedere come si lavora in un ristorante cinese wok o in un merdonald (in italia ovviamente ) ....salterebbero fuori storie di sfruttamento ben peggiori degli fkk . Allora cosa facciamo , chiudiamo tutti i wok o i merdonald oppure li teniamo aperti ?
 

f4f

翠鸟科
Pensate se qualcuno dovesse andare ad esempio a vedere come si lavora in un ristorante cinese wok o in un merdonald (in italia ovviamente ) ....salterebbero fuori storie di sfruttamento ben peggiori degli fkk . Allora cosa facciamo , chiudiamo tutti i wok o i merdonald oppure li teniamo aperti ?


immagino, dalla frase sopra, che mangiare e fare sesso per te sòn la stessa cosa
 

andersen1

Patrimonio dell'umanitâ
Sfruttamento significa guadagnare sul lavoro degli altri ; succede di sicuro nei wok e nei merdonald. Non succede assolutamente negli fkk dove nessun euro viene dato dalle ragazze ai gestori per il loro lavoro. I gestori guadagnano solo con i biglietti di ingresso. Le storie dello sfruttamento sono ingentate e hanno come obbiettivo impedire di trombare. Dice bene f4f ; cibo e sesso non sono la stessa cosa ; nei ristoranti si puo' sfruttare la gente finche' si vuole ; negli fkk inventano lo sfruttamento anche quando non c'e'. Unico obbiettivo non far trombare .
 

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