Diversi autori che si sono occupati dell'omicidio seriale hanno sottolineato l'importanza delle esperienze traumatiche subite dal soggetto in ambito sia familiare che extrafamiliare, durante l'infanzia e l'adolescenza, per spiegare il manifestarsi del comportamento omicidiario seriale.
Esaminando la casistica, si nota che molti assassini seriali rientrano in una delle seguenti categorie:
- figlio illegittimo;
- figlio di un genitore abusivo, di solito il padre, mentre l'altro è sottomesso, spesso la madre (anche se è possibile il quadro opposto);
- orfano di uno o entrambi i genitori;
- infanzia caratterizzata da violenze fisiche, psicologiche e/o sessuali, perpetrate da uno o da entrambi i genitori.
L'infanzia è un momento fondamentale per la salute fisica e mentale del futuro adulto ed è molto importante la formazione di un buon "legame di attaccamento" fra il bambino e chi si prende cura di lui. Con il procedere della costruzione del legame, il bambino s'identifica e cerca attivamente il contatto con i genitori o con chi ne fa le veci. La frantumazione o la mancata formazione del "legame di attaccamento", può produrre un bambino - ed un futuro adulto- incapace di provare empatia, affetto o rimorso per un altro essere umano, caratteristiche queste comuni anche agli assassini seriali.