Enel (ENEL) Come la vedete Enel nel medio periodo? (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
se esce ancora un notizia così.....

Enel: Maroni, 16/11 Governo decidera' su oneri Inps -2-
ROMA (MF-DJ)--"Il 16 novembre ci sarà una riunione a Palazo Chigi per prendere una decisione in merito alle richieste degli arretrati con sanzioni" riguardanti il mancato versamento dei contributi per la cassa integrazione e altri oneri da parte di Enel a partire dal 1999, per "oltre 300 mln euro". Lo ha detto, nel corso di una conferenza stampa, il ministro del Welfare, Roberto Maroni, specificando che, tenuto conto anche delle ex municipalizzate, "gli oneri impropri arretrati sono di 400 mln euro". Maroni ha spiegato di credere "che a un'azienda che non e' piu' pubblica, e soprattutto se e' una Spa, si debbano applicare le regole che valgono per tutte le aziende". Il ministro ha sottolineato che "per evitare che, da qui a mercoledi', qualcuno giochi sul titolo, voglio anticipare che nessuna decisione e' stata presa" in merito alle richieste di arretrati, con relative sanzioni. gug/bac (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2005 MF-Dow Jones News Srl. November 11, 2005 07:31 ET (12:31 GMT)
 

tontolina

Forumer storico
Re: se esce ancora un notizia così.....

tontolina ha scritto:
Enel: Maroni, 16/11 Governo decidera' su oneri Inps -2-
ROMA (MF-DJ)--"Il 16 novembre ci sarà una riunione a Palazo Chigi per prendere una decisione in merito alle richieste degli arretrati con sanzioni" riguardanti il mancato versamento dei contributi per la cassa integrazione e altri oneri da parte di Enel a partire dal 1999, per "oltre 300 mln euro". Lo ha detto, nel corso di una conferenza stampa, il ministro del Welfare, Roberto Maroni, specificando che, tenuto conto anche delle ex municipalizzate, "gli oneri impropri arretrati sono di 400 mln euro". Maroni ha spiegato di credere "che a un'azienda che non e' piu' pubblica, e soprattutto se e' una Spa, si debbano applicare le regole che valgono per tutte le aziende". Il ministro ha sottolineato che "per evitare che, da qui a mercoledi', qualcuno giochi sul titolo, voglio anticipare che nessuna decisione e' stata presa" in merito alle richieste di arretrati, con relative sanzioni. gug/bac (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2005 MF-Dow Jones News Srl. November 11, 2005 07:31 ET (12:31 GMT)

ha proprio una bella impostazione
minigraf2.php

se mantine il livello dei 6.70 direi che è da comperare
 

tontolina

Forumer storico
Enel:Corte Conti, ok giudizio 2004 ma con alcune criticita'

ROMA (MF-DJ)--La Corte dei Conti conferma "il giudizio sostanzialmente positivo (gia' espresso per il 2003)" sulla gestione finanziaria dell'Enel poiche' la societa' ha "continuato a perseguire buoni risultati" ma richiama l'attenzione "su alcune criticita'". E' quanto si legge nella relazione della Corte dei Conti sulla gestione finanziaria dell'Enel nell'esercizio 2004. In particolare, le criticita' riguardano tra l'altro "l'opportunita' di adottare criteri di prudenza e di congruita' nel valutare l'entita' dei premi da attribuire ai vertici societari, anche sotto forma di 'Bonus', per le eventuali, comprensibili ripercussioni di immagine che queste iniziative potrebbero avere nei confronti degli azionisti e dell'opinione pubblica". com/pev (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2005 MF-Dow Jones News Srl. December 19, 2005 06:25 ET (11:25 GMT)
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QUESTI CDA SONO DELE SANGUISUGHE
CHE AVESSERO IMPARATO DAI PARLAMENTARI?
questa è una critica diretta all'amministrazione di Scaroni (amiconeoneone del premier Pinokkio)
adesso è passato ad Eni e credo continuerà a premiarsi alla grande proprio con l'aiuto dei politicanti

la coca costa.... Lapo docet
 

tontolina

Forumer storico
Enel: Corte Conti, ok giudizio 2004 ma con alcune -3-

Tuttavia, la Corte dei Conti pone l'attenzione su alcune criticita' dell'Enel come "il costo del personale - sovradimensionato in alcune divisioni ovvero eccedente in molte Regioni - destinato percentualmente a crescere, rispetto agli altri costi di gestione, per effetto della dinamica salariale", "l'elevato numero del personale dirigente essendo, ormai superata, la fase delle acquisizioni societarie che puo' aver determinato integrazione e sovrapposizione di strutture", "la stretta interrelazione, in tema di stock options, fra i coessenziali obiettivi del 'piano' volto sia all'incentivazione e fidelizzazione delle risorse-chiave dell'azienda sia alla valorizzazione dell'investimento degli azionisti di modo che il primo non possa conseguirsi se non congiuntamente al secondo". La Corte ricorda come nei due periodi 24 maggio/11 giugno e 12 novembre 2004 sono state, infatti, esercitate 40.446.675 opzioni assegnate nel biennio 2002/2003 e cio' ha contabilmente determinato l'incremento del patrimonio netto di circa 241 mln di euro". Un altro elemento critico della gestione finanziaria dell'Enel riguarda "l'ancora incompleta estensione del sistema di controllo interno e dell'attuazione del decreto legislativo n. 231 del 2001 a tutte le societa' del Gruppo ritenute piu' significative". "Per i profili piu' strettamente gestionali e di bilancio - continua la Corte - vanno sempre seguiti la situazione dello stato patrimoniale e, sopra tutto, il livello di indebitamento finanziario ad evitare l'incremento degli oneri e l'irrigidimento della gestione. E' opportuno, inoltre, prevedere un apposito fondo per fronteggiare le controversie riguardanti, principalmente, problematiche di natura tariffaria, ambientale e urbanistica nonche' attinenti al recente, ampio contenzioso riguardante il "black out" del 28 settembre 2003 dal cui eventuale esito sfavorevole potrebbero derivare oneri non ancora determinabili". com/pev (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2005 MF-Dow Jones News Srl. December 19, 2005 06:47 ET (11:47 GMT)
 

tontolina

Forumer storico
Niente Opa siamo francesiData: 01/03/2006 Sezione: NotizieDi: Pier Luigi Gerbino (http://www.borsaprof.it/) OPA e protezionismo sono gli argomenti di questi giorni, come al solito trasformati in polemica politica.La triste vicenda del blocco opposto dal Governo francese alla ventilata scalata di Enel a Suez rischia di diventare una questione di Stato e scatenare chissà quali ritorsioni politiche nei rapporti bilaterali tra Italia e Francia. Pensare che una volta (ma anche oggi in medio oriente) le guerre si facevano per motivi religiosi o geografici. Oggi i governi si guardano in cagnesco per tutelare gli interessi delle rispettive multinazionali.La vicenda mi ha suscitato alcune riflessioni che, come sempre, non pretendono di essere né esaustive né indiscutibili. Anzi, se i lettori vogliono intervenire nel dibattito sono i benvenuti.La prima considerazione riguarda l’inguaribile dilettantismo italiano di cui Enel è stata esempio lampante.Tutti sanno che quello francese è lo stato più nazionalista in Europa. Tutti sanno che esiste la normativa sulle OPA europee, che protegge il tentativo di acquisto impedendo agli amministratori della società attaccata di mettere in atto manovre di disturbo, ma che appunto tale norma si applica alle Offerte Pubbliche.Ebbene, che cosa fanno i managers Enel? Venerdì scorso ammettono candidamente di essere interessati ad acquistare Suez senza lanciare nessuna proposta ufficiale. E’ stato facile per i francesi attuare subito nel week-end la fusione con Gaz de France per rendere indigesto il boccone ad Enel. Ci voleva molto a capire che le OPA ostili non si annunciano, ma si fanno, poiché se si annunciano si rischia di non poterle fare più?Ciò non giustifica comunque il comportamento del governo francese, europeista a parole, ma nazionalista e protezionista di fatto, che pur di difendere gli interessi della propria “grandeur” non ha esitato a nazionalizzare ulteriormente il settore dei servizi pubblici francesi, riducendone la concorrenza.Se consideriamo che non è la prima volta che il governo d’oltralpe frappone ostacoli al libero svolgimento del mercato (ricordo ultimamente il blocco a Sanpaolo per l’acquisto di Dexia, lo stop ad Autostrade sulle concessioni, le manovre per impedire l’acquisto di Arcelor da parte di Mittal) il giudizio non può che peggiorare, dato che ogni limitazione alla concorrenza viene pagata dai consumatori sotto forma di minor efficienza e maggiori prezzi.Ci ritroviamo con il risultato paradossale che mentre qui da noi per difendere il principio della concorrenza e della libertà di impiego dei capitali si manda a casa, giustamente, un Governatore della Banca d’Italia che troppo ha manovrato per difendere l’”italianità” del sistema bancario ed in galera alcuni personaggi che avevano violato le regole dell’OPA, in Francia è addirittura il Governo ad impegnarsi in chiave nazionalistica contro lo spirito delle norme europee.Intendiamoci. Non sto affatto affermando, come fanno alcuni autorevoli (?) esponenti del nostro governo, tra cui soprattutto Marroni, che si debba seguire la Francia ed iniziare una trafila di ritorsioni tali da far diventare la vicenda una specie lite tra fratelli all’interno della grande famiglia europea.La via maestra sembra piuttosto essere quella di intraprendere la strada delle “serie” liberalizzazioni, perlomeno in chiave europea, quella che sta perseguendo da qualche tempo la Gran Bretagna, che a costo di subire gli attacchi alle imprese nazionali da parte di grandi gruppi stranieri, ha puntato sull’aumento della concorrenza confidando che in tal modo le aziende avrebbero migliorato la loro efficienza e nei servizi pubblici lo smantellamento dei monopoli avrebbe condotto al taglio delle tariffe a beneficio dei consumatori ed a scapito dei conti economici dei grandi gruppi.A mio parere l’interesse pubblico che il governo deve perseguire non coincide con l’interesse e la nazionalità del nucleo di proprietari delle grandi imprese che operano nei servizi, ma con quello degli utenti di questi servizi.L’importante non è perciò tutelare il gruppo di controllo o garantire che questo gruppo parli italiano, ma che le sue decisioni si traducano in maggior concorrenza e in definitiva in riduzione dei prezzi che i cittadini italiani pagano. Se per sbloccare il sistema bancario italiano ed introdurre un po’ di concorrenza c’è bisogno dello sbarco in Italia di banche straniere, poiché quelle italiane hanno dimostrato una assoluta uniformità di comportamenti a danno dei clienti, ben venga l’ingresso di francesi, olandesi o chicchessia in Italia. E’ ovvio che se gli stranieri vengono in Italia solo per partecipare al banchetto e mangiarsi una fetta della torta con comportamenti collusivi con i soggetti locali, senza benefici per gli utenti, allora l’italianità ci basta ed avanza. Pertanto, invece di perdere tempo a promuovere le scalate italiane all’estero o a bloccare quelle straniere in Italia si dovrebbe preoccuparsi veramente che il mercato e le sue regole esistano veramente, qui ed in tutta Europa, perché solo così tutti noi potremo percepire i benefici dell’allargamento dello spazio economico che in questi anni si è realizzato.In altri termini se lo smantellamento dei monopoli pubblici si traduce nella formazione di monopoli od oligopoli privati non si ottengono significativi miglioramenti. Anzi in questo caso è addirittura preferibile il monopolio pubblico poiché non avendo scopo di lucro garantisce almeno prezzi politici.A volte ho l’impressione che i termini “mercato” ed “efficienza”, che sono diventate le parole d’ordine di questi anni di globalizzazione, vengano volentieri usate quando si intendono ridurre le regole a tutela dei lavoratori ed il sistema di sicurezza sociale. Diventano termini molto vaghi quando invece si discute di concorrenza, di regole di governance e tutela dei consumatori. Mercato diventa sinonimo di profitto ed efficienza diventa sinonimo di crescita dimensionale. Il tutto a vantaggio del management e delle proprie “stock options”. Tanto l’utente la bolletta la paga sempre.
 

tontolina

Forumer storico
Suez/ Enel è alla ricerca di un partner per il settore acque dell'utilityMartedí 07.03.2006 15:34
La possibile opa di Enel sulla francese Suez continua ad essere il tema caldo del giorno. Da Londra è trapelato che il gruppo guidato da Fulvio Conti sarebbe alla ricerca di un partner a cui cedere le attività del settore acque dell’utility transalpina. In pole position: il fondo Terra Firma Capital Partners del finanziere britannico Guy Hands e la banca australiana Macquarie Bank.

Operatori che – fanno sapere dalla capitale inglese fonti ben informate – hanno già manifestato il loro interesse verso un’operazione che, oltre a un’ottima base di clientela, può garantire un cash flow stabile (quello di cui dispone Suez) da utilizzare per restituire il debito necessario a rilevare il ramo acqua.

Prendono dunque maggiore consistenza, nonostante la smentita ufficiale data ieri da Enel, le voci che danno la società elettrica italiana impegnata nel reperire risorse (almeno 30-40 miliardi di euro) per lanciare l’offerta pubblica d’acquisto su Suez e sulla sua controllata belga Electrabel, impedendo la fusione tra la stessa Suez e il colosso di proprietà statale Gaz de France annunciata dal governo di Domenique de Villepin.

Enel starebbe valutando di rivolgersi direttamente agli azionisti di Suez con una contro-opa più alta di quella dell’esecutivo francese. Per questo motivo, a rilevare il business delle acqueanche se non trovasse un partner interessato , potrebbe formulare ugualmente un’offerta sull’intera Suez, scorporando il settore acque in una società ad hoc fino a quando non sarà trovato un acquirente.

Un po’ di chiarezza sull’operazione si potrà fare - sostengono gli analisti – dopo il consiglio di amministrazione di Enel in programma mercoledì 8 marzo. Secondo voci raccolte a Piazza Affari, l’opa della società elettrica italiana su Suez sarebbe positiva solo se rimanesse nei confini dei 35-36 miliardi di euro. Questo senza considerare i potenziali rischi dell’operazione legati alla sua dimensione e alle conseguenze legali. L’opa studiata dall’a.d. di Enel Fulvio Conti e dal direttore finanziario Claudio Marchetti si aggirerebbe però intorno ai 45-50 miliardi di euro.

Per Enel – dicono gli esperti – sarebbe dunque meglio puntare a rientrare in gioco nell’affare Suez dopo che Gaz de France ne avrà acquisito l’intero controllo. La società italiana potrebbe ottenere dalla nuova Gaz de France-Suez la cessione di alcuni asset. Difficilmente, però, tra questi potrebbe rientrare Electrabel, vero oggetto del desiderio di Conti e Marchetti.

Mario Bonaccorso


http://canali.libero.it/affaritaliani/economia/eneld.html
 

tontolina

Forumer storico
questa notizia è la più credibile
Suez: GdF, difficile pensare a contro-offerta su Enel
PARIGI (MF-DJ)--Una contro offerta su Enel da parte di Suez o GdF sarebbe impossibile, perche' la societa' italiana e' controllata in gran parte dal Governo che potrebbe tranquillamente bloccare un'Opa ostile. E' quanto precisato dal chairman di Gaz de France, Jean-Francois Cirelli in merito alla vicenda legata a Suez. E' da escludere invece una possibile fusione, secondo Cirelli tra GdF e EdF perche' avrebbe troppi problemi di Antitrust. L'Ue potrebbe addirittura arrivare a chiedere alla nuova societa' nata dalla fusione di GdF e EdF di dismettere gli asset legati all'energia nucleare, una mossa che la Francia non accetterebbe. red/est/cat (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2006 MF-Dow Jones News Srl. March 08, 2006 06:13 ET (11:13 GMT)
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ecco quel che vuole ENEL

gli assets nucleri che il gruppo dovrà dismettere

spero che non siano fuori di zucca da lanciare un'opa
a cui seguirebbe una controfferta non tanto su Suez ma addirittura sulla stessa ENEL da parte di GDF
e nulla potrebbe il governo italiano per bloccarla



una bella bega

mentre credo che il cda sceglierà il gioco di rimessa e continuerà ad intrattenere buoni rapporti con parigi
 

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