clemm coemm (4 lettori)

lorenzotbl

Forumer attivo
Sissa per quanto poco ne sappia, il versamento non è esplicitamente trascitto come obbligatorio.
Quì sul forum credo sia diventato un modo di dire in quanto se non cacci l'euro è probabile che ti raggiunga qualche dardo del messia.
E' altrettanto vero come avevo già riportato in queste 1500 pagine, che il clemmino, trascorso l'anno di appartenenza, sempre a norma di regolamento
potrebbe benissimo sospendere il suo versamento di un euro .
Come potrai leggere tu stessa , il regolamento riporta "per un periodo non inferiore all'anno", ma posso aggiungere nemmeno superiore!

In buona sostanza

Dal regolamento Coem Clem :

“Chi non si adegua a quanto sopra, pur rimanendo titolare o appartenente al proprio autonomo CLEMM, non sarà inserito nel Programma COEMM e non godrà dei vantaggi previsti; invece, per quei componenti ai CLEMM allineati alle 4 Regole del Progetto/Programma COEMM, quanto ipotizzato diventa realtà (fra cui l’oramai celeberrimo QUID, previsto come Diritto di Dignità; che i Partner Finanziari internazionali del COEMM erogheranno agli appartenenti ai CLEMM, una volta che il COEMM ne darà il nullaosta.”

Omississ.. .

E) l’aderente al CLEMM, ogni fine mese e per almeno un anno dalla entrata nel CLEMM, accetta di donare UN simbolico EURO al Progetto COEMM. Ben sapendo che tale donazione simbolica va a contribuire a sostenere le filosofie e le molteplici azioni e spese, che servono a far diventare vincente il Progetto COEMM; senza che il COEMM si indebiti con il “vecchio sistema finanziario”.
Nota Bene: questo euro donato, la Direzione COEMM, deve poterlo spendere liberamente, pur osservando fedelmente ogni Legge costituita, ai fini degli obiettivi del Progetto COEMM. Nel caso le donazioni lo permettano, la Direzione COEMM è anche autonoma e libera di poter usare tali donazioni per eventuale sostegno a Persone che si trovino in difficoltà economiche evidenti (comunque, però, solo ad insindacabile giudizio del Direttivo COEMM); o per produrre iniziative materiali tese a dare comunicazione al Progetto COEMM. Ma sempre decise democraticamente ed esclusivamente all’interno del COEMM.
L'effettuazione della libera donazione (pari a complessivi euro 10 – dieci/00...il Capitano è esentato per la spesa che sopporta nella spedizione del boni‑co) va eettuata mediante i due seguenti conti correnti;
intestati a Associazione COEMM. Via A. P. Ninni 3 - 31100 Treviso.
presso: Conto Banca Prossima - Gruppo Intesa San Paolo IBAN: IT59 G0335901 6001 0000 0143484
Oppure: Conto Posta COEMM 001030269672

Ma dai, ti dico che è una donazione ma poi se vuoi ricevere il quid devi versare ogni mese. Questa è una donazione obbligatoria perchè tu sei dentro per il progetto che contempla il quid. Se la donazione fosse veramente libera dovresti avere anche la libertà di ricevere quanto promesso. Il prete in chiesa ti dà l' eucarestia (la promessa della salvezza eterna) anche se non versi l'obolo alla messa e questo ti rende libero se dare o non dare soldi. Invece con sarlo la tua decisione è a metà libera perchè nessuno ti forza veramente ma l'altra metà è obbligatoria perchè non riceverai i 1500 euro.
 

Petrus

Forumer storico
L’IDEA DI UN CIRCUITO ECONOMICO ALTERNATIVO

Correva l'anno 2013..............

Pubblicato il 10 febbraio 2013 di Lino

Davide Gionco

L’IDEA DI UN CIRCUITO ECONOMICO ALTERNATIVO
Stiamo ragionando sull’idea di creare un circuito economico alternativo, che metta insieme:
– attività produttive italiane a basso impatto ambientale
– vantaggi dell’utilizzo di una moneta alternativa per ridurre la nostra dipendenza dall’euro

Una parte del progetto relativa alla produzione agro-alimentare biologica è già in corso, con il prof. Altieri e Franco Trinca (Movimento Societas).
I contatti con Assoconsumatori ci consentono di mettere in contatto i consumatori con i produttori.
Per quanto riguarda altre attività produttive, dobbiamo fare un censimento delle attività produttive degli iscritti a Reimpresa in termini di beni e servizi, per qualità e quantità.
Per gli scambi monetari nel circuito, ma anche per finanziare eventuali investimenti, secondo Nino Galloni sarebbe cosa utile creare una “nostra” banca.
Questo sia per gli scambi in euro, sia per gli scambi in una nostra valuta parallela di circuito (“locale” nel senso di circuito e non di territorio).
Per questo motivo ho invitato qui nel gruppo Enrico Frassinetti che sta lavorando da tempo su come gestire una moneta parallela in modo informatico.

Come potenziale del progetto vedo l’inserimento di altre attività produttive di vario genere, rigorosamente “italiane” e appartenenti al circuito.
Vedo anche la possibilità di integrarci con altri circuiti di monete locali di vario genere già esistenti, così come l’integrazione agli esistenti GAS (gruppi di acquisto solidale) e DES (distretti di economia solidale).

Quanto più sapremo estendere il circuito, tanto più potremo ridurre la nostra dipendenza dall’euro.

All’inizio potremmo partire dalle aziende già iscritte a Reimpresa.
Ma in seguito, secondo me, dovremo impegnarci per coinvolgere altri soggetti produttivi per completare l’offerta di beni/servizi che non siano presenti nel circuito.
Mi riferisco in particolar modo alle voci che pesano di più nel nostro “paniere”, come l’energia (potremmo iniziare a produrre energia elettrica per utilizzarla nel nostro circuito), magari i servizi di telefonia (creando un circuito telefonico virtuale VOIP “nostro”).
Sempre sull’energia si potrebbero finanziare, usando anche in parte la moneta del circuito, dei progetti di risparmio energetico, facendo fare progetti (gioco in casa…) e lavori di ristrutturazione energetica alle aziende del circuito e finanziando il tutto con la “nostra” banca.

Dal lato consumatori potremmo coinvolgere altre associazioni di consumatori e magari anche dei sindacati.

Insomma: i potenziali sono enormi.

Attendo volentieri i vostri commenti.
OMISSIS............

  • Rossella Rod Davide, Maurizio Sarlo promettendo i soldi come ha fatto con noi per poi non avere il becco di un quattrino cerca di portarci via il progetto. Non lo permetteremo
FONTE:L’IDEA DI UN CIRCUITO ECONOMICO ALTERNATIVO

Trent'anni di studi, truffe, ruberie..........non ho parole!(sic)
 

anonimo X

Forumer attivo
L’IDEA DI UN CIRCUITO ECONOMICO ALTERNATIVO

Correva l'anno 2013..............

Pubblicato il 10 febbraio 2013 di Lino

Davide Gionco

L’IDEA DI UN CIRCUITO ECONOMICO ALTERNATIVO
Stiamo ragionando sull’idea di creare un circuito economico alternativo, che metta insieme:
– attività produttive italiane a basso impatto ambientale
– vantaggi dell’utilizzo di una moneta alternativa per ridurre la nostra dipendenza dall’euro

Una parte del progetto relativa alla produzione agro-alimentare biologica è già in corso, con il prof. Altieri e Franco Trinca (Movimento Societas).
I contatti con Assoconsumatori ci consentono di mettere in contatto i consumatori con i produttori.
Per quanto riguarda altre attività produttive, dobbiamo fare un censimento delle attività produttive degli iscritti a Reimpresa in termini di beni e servizi, per qualità e quantità.
Per gli scambi monetari nel circuito, ma anche per finanziare eventuali investimenti, secondo Nino Galloni sarebbe cosa utile creare una “nostra” banca.
Questo sia per gli scambi in euro, sia per gli scambi in una nostra valuta parallela di circuito (“locale” nel senso di circuito e non di territorio).
Per questo motivo ho invitato qui nel gruppo Enrico Frassinetti che sta lavorando da tempo su come gestire una moneta parallela in modo informatico.

Come potenziale del progetto vedo l’inserimento di altre attività produttive di vario genere, rigorosamente “italiane” e appartenenti al circuito.
Vedo anche la possibilità di integrarci con altri circuiti di monete locali di vario genere già esistenti, così come l’integrazione agli esistenti GAS (gruppi di acquisto solidale) e DES (distretti di economia solidale).

Quanto più sapremo estendere il circuito, tanto più potremo ridurre la nostra dipendenza dall’euro.

All’inizio potremmo partire dalle aziende già iscritte a Reimpresa.
Ma in seguito, secondo me, dovremo impegnarci per coinvolgere altri soggetti produttivi per completare l’offerta di beni/servizi che non siano presenti nel circuito.
Mi riferisco in particolar modo alle voci che pesano di più nel nostro “paniere”, come l’energia (potremmo iniziare a produrre energia elettrica per utilizzarla nel nostro circuito), magari i servizi di telefonia (creando un circuito telefonico virtuale VOIP “nostro”).
Sempre sull’energia si potrebbero finanziare, usando anche in parte la moneta del circuito, dei progetti di risparmio energetico, facendo fare progetti (gioco in casa…) e lavori di ristrutturazione energetica alle aziende del circuito e finanziando il tutto con la “nostra” banca.

Dal lato consumatori potremmo coinvolgere altre associazioni di consumatori e magari anche dei sindacati.

Insomma: i potenziali sono enormi.

Attendo volentieri i vostri commenti.
OMISSIS............

  • Rossella Rod Davide, Maurizio Sarlo promettendo i soldi come ha fatto con noi per poi non avere il becco di un quattrino cerca di portarci via il progetto. Non lo permetteremo
FONTE:L’IDEA DI UN CIRCUITO ECONOMICO ALTERNATIVO

Trent'anni di studi, truffe, ruberie..........non ho parole!(sic)

PETRUS questo è un contributo importante. Questo è il punto di origine... i nomi sono i soliti che si sono staccati e si sono messi per conto loro fiutando l'opportunità...
 

kok90

o COSì...o POMì
@Petrus.... ma è tutto molto semplice.... NESSUNO finanzierà 100.000 carte con 1.500 europ ogni mese. NESSUNO.

Non esiste un Business Plan con il Coemm che consenta a qualsiasi ipotetico investitore di ritornare dei propri investimenti!!!!!! Semplicemente è una ILLUSIONE farlocca del FURFANTE SERIALE, che riesce a farsi credere da una massa di CREDULONI SERIALI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

CONCORDO!

secondo Nino Galloni sarebbe cosa utile creare una “nostra” banca

Grazie per il documento @Petrus
a questo mi riallaccio con un'altro link molto interessante che parla proprio delle ''banche fatte in casa'' e della non fattibilita'...

FONTE: Per un progetto di moneta complementare

...

"Il sistema sponsorizzato da Oronzo funziona effettivamente come sopra descritto, ma ha il limite che è già stato detto, cioè della necessità di un soggetto con licenza bancaria. E purtroppo non lo si trova.

"Una qualsiasi moneta, per poter circolare in modo efficace, deve essere sempre spendibile in ultima istanza: ovvero, deve sempre esserci un numero significativo di persone che sa di poterla usare come spesa necessaria (esempio: pagamento delle tasse) o utile (acquisto di beni e servizi).

Nel momento in cui la moneta viene spesa, il circuito EMISSIONE -> ACQUISTO si chiude....

La proposta elaborata per Reimpresa Italia da Oronzo Turi è completamente diversa e risolve il problema alla radice. Essa consiste in sintesi in questo:

1) Si costituisce un'associazione locale partecipata dagli enti locali, dalle principali aziende e dai cittadini che vogliano farne parte. L'associazione si propone formalmente di essere erogatrice di un SERVIZIO DI PAGAMENTO funzionante mediante una carta di credito.

2) Si attiva il circuito di pagamento appoggiandosi ad una banca locale (ne esistono ancora in Italia, anch'esse vittime della crisi economica e quindi potenzialmente disponibili a nuove soluzioni). Gli attori economici del territorio si avvalgono di questa carta come mezzo per le proprie operazioni di pagamento.

3) Per i pagamenti fuori dal territorio la carta funziona come una normale carta di credito. Per i pagamenti nel territorio la carta funziona anche come una FIDELITY CARD, nel senso che gli esercizi commerciali del territorio attribuiscono uno sconto agli utilizzatori della carta. In questo modo si favoriscono gli scambi locali e la liquidità tende ad accumularsi sul territorio e presso la banca locale.

4) Si invitano gli attori economici ad aprire, tutti, un conto corrente presso la banca locale.

5) A questo punto la banca locale ha la possibilità di fare più credito, a patto che sia speso in modo prevalente sul territorio.

6) Per fare funzionare bene il progetto è naturalmente necessario lavorare in collaborazione con le associazioni di categoria locali: Confcommercio, Confartigianato, Coldiretti, sindacati.

Chiaramente non è la stessa cosa della sovranità monetaria o dei CCF di Marco Cattaneo, che rappresentano l'optimum da questo punto di vista, ma è quanto di meglio si possa fare in tempi rapidi.

Una volta creata la rete territoriale, sarà poi possibile emettere anche una moneta locale non più denominata in euro (come sarebbero le carte di credito), ma sotto forma di buoni acquisto/buoni sconto, come proposto da Valentino De Santi.

In questo modo, per definizione, la moneta locale non potrà più uscire dal territorio locale, e potrà essere moneta di varie forme: cartacea (come lo SCEC), carta di credito, SMS sui cellulari, pagamenti online ecc.

Lo SCEC è una catena di sant'Antonio, non essendo ritirato e non avendo un circuito chiuso di circolazione. Per questo fa così fatica a circolare ed ha una velocità di circolazione (che è il dato fondamentale per una moneta) che i padroni dello SCEC non comunicano (non a caso). Lo SCEC trasferisce il vantaggio di chi lo crea sullo svantaggio dell'ultimo a cui resta in mano, e la motivazione a passarlo ad un altro non è la domanda dell'altro, ma la spinta di chi ce lo ha a lasciare il cerino ad un altro, visto che non sarà mai convertibile, come i buoni acquisto ed i Ticket Restaurant ad esempio. Questo "motore" dello SCEC è altamente dannoso, poiché trasforma la catena degli utilizzatori in una catena di "ti tiro la sòla", svalutando al massimo le motivazioni etiche che magari hanno i primi. Per questo non circola. E non circolerà mai, sono ormai 3-4 anni che ci stanno provando.
 
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